Dopo aver lasciato Como con una radicale disillusione verso le istituzioni, Sandro Bortone riprenderà varie collaborazioni per l’editoria, rimanendo appassionato e instancabile lavoratore.
Nelle principali pubblicazioni condotte dopo l’incarico di Como – la Guida alla civiltà di Firenze (Mondadori, 1986)160 e la curatela con Lorenzo Camusso di Ceramics of the world from 4000 B. C. to the present (New York, Abrams, 1992) – si ritrova la fascinazione e la capacità di condurre ricerche ad ampio spettro, dalle quali emerge una cultura enciclopedica rara, entro cui va iscritta la sua figura intellettuale.
Tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, Sandro Bortone collabora pure al settore vendite del gruppo editoriale Fabbri-‐Bompiani-‐Sonzogno,161 orientando i sistemi di vendita soprattutto riguardo le opere enciclopediche. Sue, anche se sempre rigorosamente non firmate, sono le dispense formative per i venditori, nelle quali si riconosce la chiarezza della prosa così come la profonda
157 A. Bortone, op. cit., p. VIII.
158 Il direttore della biblioteca dimissionario dal 1° luglio, “L’Ordine”, 26 maggio 1982, p. 4.
159 Cur, Biblioteca, dopo 22 anni Bortone ha lasciato, “L’Ordine”, 1 febbraio 1984, p. 9; Alberto Longaretti, Bortone e la Biblioteca, “Corriere della Provincia”, 5 febbraio 1984, p. 11; Furio Ricci, Una direzione «confrontata» e «collegata» con la società, “Corriere della Provincia”, 6 febbraio 1984, p. 5.
160 Tradotta anche in francese e in tedesco e con prefazione di Riccardo Fubini, compagno di studi a Pisa con il quale rimarrà in contatto.
161 Entro tale collaborazione si collocano anche alcuni interventi per il bollettino informativo della Fabbri: Sandro Bortone, Il libro immaginoso, “Fabbri informa”, Gruppo editoriale Fabbri Bompiani Sonzogno, 1987 (3), pp. 26-‐29 (articolo introdotto da un suo ritratto fotografico); id., Impaginare:
problema non solo estetico ma funzionale, ivi, 1988 (4), pp. 9-‐12, ABB.
conoscenza dell’oggetto da commercializzare162 che vedrà la sua consulenza estendersi per varie uscite periodiche della Fabbri163 e Bompiani164 ma anche per l’enciclopedia Rizzoli Larousse165 e la nuova Enciclopedia dell’arte di Franco Maria Ricci.166
Dalla seconda metà degli anni Ottanta inizia pure la sistematica raccolta privata di libri che andranno a costituire varie collezioni dedicate all’editoria italiana del Novecento167 in aggiunta alla ricca biblioteca personale consacrata alla filosofia e ai dizionari della lingua italiana.
Il lavoro collezionistico sarà condotto con caparbia sistematicità raggiungendo un numero complessivo approssimabile sui 30 mila volumi. Parallelamente alla raccolta Bortone diventerà consulente per specifici ambiti del mercato antiquario, principale esperto per esempio dei “Manuali Hoepli”,168 dedicandosi in prima persona alla vendita di libri dietro il marchio Vecchio scaffale per cui non mancò di realizzare un proprio strumento bibliografico, Vetrina mensile di libri d’occasione, organizzato alfabeticamente per autore come le bibliografie comasche.
L’ideale stimolo di tutte le sue ricerche, divenuto poi il carattere identitario delle sue collezioni, era l’intento di mappare in modo il più possibile esaustivo gli autori – scrittori e disegnatori – che pur avendo contribuito in modo sostanziale all’editoria italiana, erano stati per lo più dimenticati a favore della canonizzazione di pochi. Per perseguire il suo piano non discrimina niente, considerando anche il pezzo di second’ordine importante per la definizione di un autore difficile da delineare per l’assenza di documenti e studi specifici. Per lo stesso motivo evitava, al contrario, di comprare quegli esemplari divenuti pezzi bibliografici rari, ambiti dalla maggior parte dei bibliofili e pertanto venduti a costi esorbitanti, considerandoli secondari nella priorità di costruire un quadro d’insieme, capace di ricordare più interpreti possibili. Ancora una volta – ora nel ruolo del ricercatore-‐
collezionista – il lavoro di Bortone era inteso a fornire gli strumenti che avrebbero reso idealmente possibili molteplici approfondimenti storici, naturalmente da condurre affiancando gli indizi da lui raccolti con la necessaria documentazione.
L’importanza di questa sua scelta collezionistica è più evidente se confrontata a raccolte bibliografiche già istituzionalizzate, per esempio la Collezione ‘900 Sergio Reggi presso il Centro Apice dell’Università di Milano, caratterizzata dalle prime edizioni della letteratura italiana così come dalla produzione futurista. Nell’ipotesi che la collezione letteraria raccolta da Bortone approdasse ad Apice accanto a
162 In archivio è conservato anche un dattiloscritto più generale sui sistemi di vendita, contenente varie sceneggiature per video pubblicitari da utilizzare per la formazione dei venditori: a.b.
(Alessandro Bortone), Le tecniche della vendita diretta, febbraio 1992, ABB.
163 [Sandro Bortone], Nuova professione donna. Fabbri Editori. Dispensa formativa, s.d. [1988];
[Sandro Bortone], Auto & Auto, Fabbri, dispensa formativa, s.d. [1989]; [Sandro Bortone], English for you. Fabbri, dispensa formativa, s.d. [1989]; [Sandro Bortone], Il regno degli Animali. Fabbri, dispensa formativa, s.d. [1989].
164 [Sandro Bortone], Enciclopedia Bompiani. Uno strumento formativo per la forza vendita, s.d.
[1993]; [Sandro Bortone], Pagine di sapere. Enciclopedia Bompiani, dispensa formativa, s.d. [1993];
[Sandro Bortone], Natura. La vita e l’ambiente, Bompiani, dispensa formativa, s.d. [1994].
165 [Sandro Bortone], Nuova Enciclopedia Universale Rizzoli Larousse. Manuale del venditore, s.d.
[1989-‐90].
166 [Sandro Bortone], ART FMR. Dispensa formativa, s.d. [1990], ABB.
167 Le due maggiori, dedicate rispettivamente alla letteratura e alle copertine italiane del Novecento; le collezioni dedicate a specifiche case editrici (Vitagliano, Alpes, Barion e Madella) nonché la raccolta di libri con copertine di Giulio Cisari, acquistata nel 2012 dal Centro Apice dell’Università di Milano.
168 Altra presenza importante tra le acquisizioni della Biblioteca di Como durante la sua direzione.
quella di Reggi, non si troverebbero molti doppioni, ma si consentirebbe piuttosto alle due collezioni di integrarsi vicendevolmente andando a costituire una considerevole base per gli studi sull’editoria italiana del Novecento.
Il processo di raccolta è paziente quanto ininterrotto, battendo le principali bancarelle e rivenditori di libri usati, rilevando a volte fondi aziendali (per esempio il magazzino della Elmo) o di privati (parte della biblioteca del tipografo anarchico Augusto Micelli, morto centenario a Milano nel 1989 e probabilmente conosciuto personalmente da Bortone), raccogliendo così i segni di una cultura di cui lo stesso Bortone cercava in questo modo di delinearne una prima generale fisionomia entro la quale, nel progredire della raccolta, andava a definire nuclei di maggiore interesse e approfondimento.
Molte delle considerazioni di Walter Benjamin sul collezionismo – soprattutto sulla natura del collezionista – rispondo al miglior ritratto che si potrebbe fare di Bortone. Per esempio nel ricordare l’“istinto tattico”169 del collezionista e il suo profondo impulso a “rinnovare il vecchio mondo”,170 oppure l’abilità e l’intuito necessari per acquistare attraverso i cataloghi di vendita delle librerie antiquarie.171
Né il solo denaro né la sola conoscenza specifica sono sufficienti quando si acquistano i libri. E anche entrambi insieme non bastano per creare una vera biblioteca, che deve sempre avere qualcosa di inafferrabile e di inconfondibile. Chi acquista tramite i cataloghi oltre alle qualità menzionate deve avere anche un buon fiuto. Date, nomi di luoghi, formati, precedenti proprietari, rilegature ecc., tutto deve dirgli qualcosa e non solo più o meno vagamente. Queste cose devono accordarsi e a seconda dell’armonia e della nitidezza dell’accordo deve poter riconoscere se un libro fa per lui o meno.172
La prospettiva di colto umanista, rispettoso del passato e dei suoi insegnamenti, Bortone indirizzerà non solo le sue scelte collezionistiche ma anche tutte le occasioni di restituzione storica di una vicenda o di un autore, a partire dalle predilezioni personali. Prima tra tutte quella per lo scrittore fiorentino Bruno Cicognani, nume tutelare delle sue prime ricerche durante gli studi liceali. Proprio nel dicembre 1950 dopo un “non so quanto lungo silenzio”173 esce una nuova prosa di Cicognani su “Il Tempo”, di cui lo scrittore informa il giovane chiedendone un’impressione, oltre a ringraziarlo della cassa di mele della Val di Non, dono natalizio abituale della famiglia Bortone allo scrittore. È ipotizzabile che proprio il rapporto col giovane lettore sia stato da stimolo per la rinnovata stagione del dopoguerra di Cicognani,174 avviata appunto con questa prima uscita su “Il Tempo”, seguita da qualche altro racconto di cui lo scrittore invia al giovane la pagina di giornale autografata,175 approdando infine a un nuovo titolo, La nuora
169 W. Benjamin, Tolgo la mia biblioteca dalle casse, op. cit.
170 Ibidem.
171 Un’ampia raccolta di tali materiali sono stati destinati dallo stesso Bortone ad Apice, confluiti nel subfondo a lui intestato nel fondo Cisari.
172 W. Benjamin, op. cit., p. 460.
173 Cartolina di Bruno Cicognani a Bortone 16 dicembre 1950, ABB.
174 Bortone sarà il primo a ricordare lo scrittore nel centenario della nascita: S.B. (Sandro Bortone), Centenario dimenticato: Bruno Cicognani: dal naturalismo allo spiritualismo, “L’Ordine”, 9 settembre 1979. La stampa nazionale si muoverà solo più tardi, forse sotto lo stimolo dello stesso Bortone, Carlo Bo, Nella luce fiorentina, “Il Corriere della Sera”, 28 settembre 1979.
175 Bruno Cicognani, Spilla da balia, “Il Tempo”, 25 ottobre 1951, p. 3; id., Il violino, ivi, 28 gennaio 1952, p. 3; id., La bocciatura, ivi, 7 marzo 1951, p. 3; id., La forca, “La nazione italiana”, 20 gennaio 1952; id., La casa dell’adolescenza, “Il Tempo”, 10 agosto 1952, p. 3, ABB.
(Vallecchi, 1954), presente in collezione con la dedica autografa a Bortone. Nella fase conclusiva della stesura del nuovo libro, lo scrittore settantacinquenne non esita a condividere con il giovane i dubbi sulla necessità del pubblicare – “perché?
a che scopo?”176 – mostrandogli così il necessario permanere dell’incertezza per evitare “quella superbia, quell’orgoglio tutto ‘crociano’” 177 rinnovando piuttosto
“coraggio e vedute!”178
L’esempio di Cicognani serve per mettere meglio a fuoco l’identità delle due più ampie collezioni raccolte sul Novecento italiano – dedicate rispettivamente alla letteratura e alle copertine – dove spesso i libri sono segno finanche di un rapporto personale, di un pezzo di quell’ideale completezza sempre anelata ma insaziabilmente mai raggiunta. La quotidiana tensione all’incompiuto può in parte spiegare la posizione ‘di servizio’ scelta da Bortone,179 piuttosto di quella autoriale necessariamente più pretenziosamente definitiva.
I libri per lui erano tracce materiali di vita e, nel caso di autori conosciuti e amati una compagnia quotidiana insostituibile, al pari delle poche opere di artisti conosciuti personalmente: quelle del trentino Camillo Rasmo – piuttosto un’eredità delle passioni materne – tra cui il ritratto di Cicognani collocato da Bortone sopra la porta d’entrata del proprio studio; ma soprattutto le opere di Aldo Galli e infine un metafisico disegno di Ponina Tallone, artista a cui Bortone aveva dedicato una mostra a Como e per la quale scriverà una sentita prefazione al bel catalogo antologico della sua opera.180
Una brevissima introduzione alla collezione dedicata alla letteratura italiana del Novecento – gemella di quella di copertine di cui questo studio è la prima ricognizione – rende conto di una medesima metodologia, anche se gli interessi di studio di Bortone erano prevalentemente letterari, per cui in questo ambito ha dato più esempi di valorizzazione, attraverso mostre bibliografiche e relativi
“omaggi catalografici” autoprodotti, fino a più compiute riedizioni critiche.
La collezione Bortone Bertagnolli di autori italiani del Novecento è costituita da circa settemila volumi181 intesi a ricordare i principali scrittori con attenzione per figure spesso dimenticate, pur non mancando al contempo di documentare l’intera produzione letteraria del Novecento. Sono pertanto presenti: Aleramo, Alvaro, Aniante, Arpino, Bacchelli, Baldini, Bargellini, Bassani, Beltramelli, Betocchi, Berto, Bianciardi, Bilenchi, Bontempelli, Borgese, Brancati, Buzzati, Buzzi, Calzini, Federico De Roberto, Campana, Campanile, Capuana, Cassola, Chiara, Corra, Comisso, D’Ambra, Deledda, Eco, Fenoglio, Flaiano, Frattini, Gadda, Gatto, Gobetti, Govoni, Gozzano, Landolfi, Carlo e Primo Levi, Linati, Luzzi, Malaparte, Marinetti, Moravia, Ada Negri, Ojetti, Ortese, Panzini, Papini, Parise, Pascoli, Pasolini, Pavese, Piovene, Pirandello, Pratolini, Quasimodo, Rea, Rebora, Saba, Sbarbaro, Sciascia, Sereni, Silone, Soffici, Soldati, Solmi, Svevo, Vergani, Viani, Trilussa, Tomizza, Tozzi, Ungaretti, Vittorini, Zavattini. Di ogni autore sono raccolte le principali opere letterarie, tutte in ottime condizioni di conservazione e con copertine o sopraccoperte originali, spesso restaurate da Bortone stesso, e affiancate da testi critici e raccolte di articoli.
176 Cartolina di Bruno Cicognani a Bortone, San Giovanni [giugno] 1953, ABB.
177 Lettera di Cicognani a Bortone, 3 settembre 1952, ABB.
178 Ibidem.
179 Un atteggiamento che ricorda la figura di un altro protagonista nascosto della cultura e dell’editoria italiana, Roberto Bazlen.
180 Sandro Bortone, Disegni di Ponina Ciliberti Tallone, Tallone editore-‐stampatore, 1982.
181 Elenco realizzato dopo la morte di Bortone.
Una particolare attenzione è posta ad alcune firme predilette da Bortone, delle quali apprezzava la qualità letteraria e al contempo il loro ruolo nella storia culturale ed editoriale, alle quali ha dedicato ricerche più specifiche, attraverso mostre bibliografiche oppure ripubblicandone qualche selezionato racconto tra
“Le carte del cielo”, la collezione da lui curata per le edizioni Ampersand di Alessandro Zanella: Bruno Cicognani, Gian Dauli, Emanuelli, Bonaventura Tecchi, Paolo Valera, Giuseppe Rensi, Lorenzo Montano e Marcello Gallian.
L’attenzione storica e collezionistica di Sandro Bortone è concentrata alla definizione di personalità e di libri che hanno avuto grande peso storico, ma sono stati presto dimenticati. È il caso della scrittrice veneta Paola Drigo,182 e il suo romanzo Maria Zef, che fece scalpore al suo primo apparire nel 1936 per Treves per gli accenni a forme d’incesto in situazioni di povertà e marginalità sociale.
Questo romanzo è documentato nella collezione sia nella prima edizione Treves, ma anche nelle successive Garzanti, e nell’edizione per la riduzione cinematografica (Rai, 1981). Oppure figure un po’ dimenticate come il poeta livornese Roccatagliata Ceccardi, grande amico di Lorenzo Viani e il napoletano Carlo Bernard (più noto con lo pseudonimo di Carlo Bernari) documentato dai primi lavori, Tre operai (1934) e Quasi un secolo (1940), così come dalle opere neorealiste del dopoguerra, opere che fino agli inizi degli anni Novanta denunceranno questioni politiche e sociali. La vicenda di quest’autore oggi poco ricordato costituisce un ponte tra le due collezioni di Bortone dedicate la Novecento italiano: con la firma di Bernard lo scrittore, affascinato dal Surrealismo conosciuto a Parigi, sarà anche geniale inventore di copertine per Bompiani183 negli anni Trenta.
Tra le figure che hanno ‘fatto il Novecento’ e che difficilmente si troverebbero elencate tra i protagonisti della letteratura, la collezione privata di Bortone copre in particolare i decenni centrali del secolo, con le opere di Cesare Angelini, Pina Ballario, Anna Banti, Berto Barbarani, Giorgio Barberi, Bruno Barilli, Luigi Bartolini, Carlo Belli, Maria Bellonci, Ugo Bernasconi, Carlo Betocchi, Libero Bigiaretti, Piero Bigongiari, Carlo Bo, Giovanni Boine, Mario Borsa, Ernesto Bonaiuti, Giulio Caggiano, Arrigo Cajumi, Enrico Cavacchioli, Camilla Cederna, Francesco Chiesa, Franco Ciarlantini, Delfino Cinelli, Arnaldo Cipolla, Guelfo Civinini, Ettore Cozzani, Lucio D’Ambra, Guido da Verona, Beniamino Dal Fabbro, Alba De Cespedes, Mario De Gaslini, Bianca De Maja, Libero De Libero, Oreste Del Buono, Camilla Del Soldato, Dessì, Diotima, Luigi Einaudi, Giuseppe Fanciulli, Fiducia (alias Ada Della Pergola), Francesco Flora, Frateili, Folgore, Bianca Gerin, Rinaldo Kufferle, Nicola Lisi, Vittorio Locchi, Leo Longanesi, Arturo Loria, Carlo Manzoni, Lucio Mastronardi, Marino Moretti, Notari, Angiolo Novaro, Noventa, Ferdinando Paolieri, Pitigrilli, Antonio Pizzuto, Neri Pozza, Dino Provenzal, Mario Puccini, Leda Rafanelli, Leonida Repaci, Rosso di Sansecondo, Enrico Sacchetti, Salgari, Saponaro, Margherita Sarfatti, Alberto Savinio, Flavia Steno, Teresah, Giovanni Thovez, Mario Tobino, Varaldo, Toddi (alias Silvio Spaventa Filippi), Fabio Tombari, Annie Vivanti, Yambo, Zoppi e Zuccoli.
L’attività collezionistica di Sandro Bortone non è riducibile a un elevato esercizio intellettuale arricchito dalla profonda conoscenza e rispetto per la materialità del
182 Alla quale pure dedica un’uscita de’ “Le carte del cielo”: P. Drigo, Finestre sul fiume, con un'acquatinta originale di Velasco Vitali, nota al testo di Sandro Bortone, Valeggio sul Mincio, Edizioni Ampersand, 1995.
183 Attribuzione nata durante le ricerche per cui si rimanda al paragrafo su Bompiani nel III capitolo.
libro, ma è da intendersi come un più complesso impegno culturale e civile per la salvaguardia della storia editoriale del Novecento italiano, con caratteri di assoluta continuità rispetto quanto fatto in veste istituzionale durante la direzione della biblioteca di Como. Torna l’ideale anarchico che ha orientato la vita e l’operato di Bortone, per cui il piano istituzionale e quello privato sono posti allo stesso livello, affrontati con uguale e severa intransigenza. Il lavoro di raccolta costituiva per Sandro Bortone non solo il primo fondamentale atto necessario per qualsiasi ricerca storica, quanto piuttosto il proprio contributo storico più sistematico e di utilità collettiva. Si tratta di una raccolta materiale di inestimabile valore capace di restituire il quadro complessivo di un’epoca, con la quale ripensare e riscrivere pagine di storia culturale e politica, letteraria e artistica. Se con le due collezioni sul Novecento italiano Bortone intendeva fornire una mappatura esaustiva dell’editoria italiana, ad alcuni autori ed editori ha posto cure specifiche con l’intento di arrivare a ricostruirne idealmente l’opera o il catalogo. La collezione dedicata a Giulio Cisari al quale, dopo la fine del suo mandato istituzionale a Como, dedicherà particolare attenzione riuscendo a recuperare parte delle copertine originali, ricostruendo la maggior parte della sua sterminata produzione raccogliendo libri con sue copertine, per l’ammontare di circa 1500 pezzi (tra volumi e copertine), acquistati dal Centro Apice dell’Università degli studi di Milano nel 2012, interamente digitalizzato e consultabile online.184 Come d’uso per le collezioni di Apice, anche la collezione Cisari è presentata da un fascicolo che, pur non essendo firmato, si deve a Bortone.185
Un altro illustratore amato da Bortone, e a cui ha dedicato speciali cure collezionistiche è Renzo Ventura (alias Lorenzo Contratti) disegnatore marchigiano autodidatta, fattosi riconoscere per originalità dagli anni della prima guerra mondiale, le cui copertine per la Vitagliano186 dettarono stile nei primi anni Venti.
Sono infine due diverse imprese editoriali ad aver attratto l’attenzione storica e collezionistica di Bortone: la vicenda degli editori Barion e Madella di Sesto San Giovanni (MI), di cui ha raccolto un circa 1400 volumi, capaci di restituire un quadro completo degli editori popolari tra i più significativi che trovavano nella cosiddetta Stalingrado d’Italia la loro più coerente ragion d’essere, e la Alpes, la casa editrice diretta da Franco Ciarlantini ma ispirata da Arnoldo Mussolini, di cui Bortone è riuscito a raccogliere l’insieme più coerente e sistematico, circa 320 volumi, sul quale iniziare ad avviare ricerche.187