Primi 10 Editori volumi 1 Mondadori -‐ Milano 736
III. Capitolo
III.4. Il primato di Cisari in Mondadori
Che Ciarlantini, al momento di assumere la direzione dell’Ufficio Stampa e Propaganda del Partito, si rivolgesse prima di tutto a Mondadori, dimostra quanto le mire espansionistiche dell’editore mantovano lasciassero immaginare un suo possibile impiego nel processo di ‘spiritualizzazione’ del fascismo. Abbandonata l’ipotesi che tale compito potesse essere assunto ed esaurito solo da neonati editori fascisti, come l’Imperia e la Alpes stavano dimostrando, si prospetta piuttosto l’esigenza che fossero le principali imprese editoriali ad emanare contenuti utili alla politica.
Con la costituzione della nuova ragione sociale “A. Mondadori. Società anonima per azioni”, dal maggio 19211069 – grazie all’ingente intervento economico di Senatore Borletti, figura di primo piano del mondo industriale e finanziario – l’attività editoriale di Arnoldo Mondadori, finora dislocata tra Ostiglia, Mantova, Verona, Roma e Milano si stabilizza nel capoluogo lombardo assumendo progressivamente il carattere di una vera e propria impresa industriale. Dall’iniziale produzione per lo più rivolta al pubblico infantile, basti ricordare “La Lampada”, Mondadori incrementa progressivamente autori e generi letterari puntando fin da subito sulla cura grafica, consapevole dell’importanza della copertina.
Impostare la nuova impresa nella capitale italiana dell’editoria significava anzitutto dialogare con editori stabilizzatisi dalla fine dell’Ottocento, come Hoepli e Vallardi, ma soprattutto confrontarsi sulla letteratura di consumo con Treves e Sonzogno. Inizia così un vero e proprio reclutamento degli scrittori più in voga, primo tra tutti Virgilio Brocchi,1070 strappato a Treves con promesse di riprendere allo scadere dei diritti tutte le opere precedenti, presentandole con cura editoriale e assicurando soprattutto una diffusione nazionale e internazionale finora inedita in Italia.
Oggi sarei in grado di assumere, man mano che scadono, tutti i Vs volumi editi da Treves e quelli che sarete per creare. Tipograficamente in veste decorosissima, editorialmente potreste contare su di una organizzazione di vendita, che pure essendo ancora imperfetta, rappresenta quanto di meglio si è fatto in Italia. Per l’esportazione siamo riusciti a vendere mensilmente ventimila riviste nell’America del sud e l’anno prossimo invierò espressamente un mio incaricato per creare un’organizzazione di vendita che ci consenta di sfruttare quei vastissimi paesi. Come mezzi di propaganda Voi sapete che nel 1923 le nostre Riviste vengono radicalmente modificate e la vendita complessiva sulle centocinquantamila copie mensili.1071
Nel processo espansionistico di Mondadori un ruolo centrale era stato svolto dalle riviste di nuova acquisizione: “Comoedia” (diretta da Umberto Fracchia) e
“Novella” (diretta da Alessandro Varaldo) rilevate nel 1921 dalla Casa Editrice Italia, così come l’acquisizione dalla Libreria Scolastica Nazionale di Roma de’ “Il
1068 I libri più belli, “La Rivista Illustrata del Popolo d’Italia”, II (4), aprile 1924, p. 33.
1069 Questo come tutti i dettagli della storia mondadoriana sono tracciati da Enrico Decleva, Arnoldo Mondadori, Oscar, 2007 (I ed. UTET, 1993).
1070 “Gli scrittori vanno dagli editori per essere lanciati. Questa volta è un editore che va da uno scrittore per essere lanciato. Io sono un uomo di grande avvenire, lo so” così Arnoldo Mondadori scriveva a Virgilio Brocchi, cit. in Album Mondadori 1907-‐2007, p. 36
1071 Copialettere 4 dicembre 1922, FAAM, fascicolo Brocchi.
Romanzo per ragazzi” e “Il Romanzo Film”, diretti da Lucio D’Ambra. L’espansione del catalogo e soprattutto la stretta connessione che Mondadori intende istituire tra periodici e libri, atta a costituire un nuovo importante anello del sistema di vendita, viene incrementato dal 1924 con l’istituzione di un servizio di spedizione che intende superare alcuni limiti di circolazione e smercio del libro vuoi nei centri minori spesso privi di librerie, vuoi per gli italiani residenti all’estero o nelle provincie dove, come si legge nel comunicato ufficiale: “i nuovi libri di ogni genere editi dalla madre patria debbono necessariamente tardare settimane e, talvolta, anche mesi prima di giungere a chi li abbia desiderati e ordinati, dopo averne desunta la prima notizia dalle recensioni o dagli annunci dei giornali e delle riviste italiane.”1072 Si presentava così la rassegna bibliografica e letteraria il “Libro contemporaneo” che proponeva l’attivazione di un conto corrente che sarebbe stato progressivamente saldato per mezzo delle pubblicazioni e relative spese di spedizione raccomandata, con uno sconto del 10% sulle pubblicazioni Mondadori.1073
In tale contesto sono appunto le opere di Virgilio Brocchi a definire il nuovo indirizzo del catalogo Mondadori verso una narrativa d’intrattenimento alla quale sarà dedicata la prima collana, “le Grazie”, affidata alla direzione dello stesso scrittore e da subito fattasi riconoscere per l’elegante fattura e le copertine d’immediato impatto. In copertina al primo titolo di Brocchi, Il lastrico dell’inferno, campeggia un sensuale ritratto femminile di Giuseppe Amisani, che potrebbe essere stato la causa di alcune prime considerazioni sulla collana avanzate dall’attento Formiggini su “l’Italia che scrive” dove, accanto all’apprezzamento per la qualità tipografica – “una delle cose più belle e perfette” –, rileva al contempo il pericolo di “copertine peccaminose” e “dai caratteri fantasia: l’una cosa e l’altra di pessimo gusto.”1074 (fig. 63)
Lo sforzo di ottenere la maggior coerenza estetica, in base ai generi e al pubblico, che allora Mondadori perseguiva, era stato evidenziato da Guido Marangoni in un articolo su “Le arti decorative” che intendeva promuovere e segnalare le novità editoriali di maggior riguardo per L’estetica del libro.
La Casa Mondadori che tende con crescente fortuna a monopolizzare la produzione romantica e novellistica, ha compresa l’opportunità di vestire d’ogni grazia gentile i suoi simpatici volumetti, destinati in gran parte al salotto ed al diletto di un raffinato pubblico femminile. E da qualche tempo viene prodigando amori intelligenti alle sue copertine destinate ad annunziare ed a sintetizzare il fascino garbato delle narrazioni.1075
Dietro all’attenzione di Mondadori per le copertine, e per una comunicazione pubblicitaria sempre più avanzata, c’erano spesso gli stessi autori, interessati a vedere i propri libri ben reclamizzati. Anche su questo aspetto Brocchi riprende spesso l’editore ricordandogli gli annunci che Treves preparava per le sue riviste, pubblicandoli vuoi sulla testata specializzata “I libri del giorno” vuoi su
1072 Se ne trova un comunicato in “Novella” (1 settembre 1924): Invii d’ufficio del “Libro
Contemporaneo” per i lettori della provincia e per chi risiede nelle nostre colonie o all’estero, pp. nn (di seguito a p. 528).
1073 Dati desunti dello stesso annuncio su “Novella”, ibidem.
1074 Citato da E. Decleva, cit., p. 45.
1075 G. Marangoni, L’estetica del libro. Rassegna delle “Novità” editoriali, “Le arti decorative”, II (3), 31 marzo 1924, p. 30, intero articolo pp. 27-‐31.
“L’Illustrazione italiana”,1076 così come si preoccuperà di procurare all’editore un proprio ritratto fotografico migliore di quello che teme l’editore abbia in animo di usare per i cartelli pubblicitari.
Ieri mi prese il ribrezzo che l’ufficio commerciale – non sapendo i precedenti – intenda servirsi per il cartello della vetrina della odiosa fotografia che rappresenta un Brocchi non santo ma decollato, orecchiuto, senza gomito e senza sguardo.
Molti anni fa ti dissi che preferivo rinunciare al cartello piuttosto che comparissi con quella faccia di nevrastenico; e tu ci rinunciasti sebbene avessi in magazzino parecchie centinaia di quei cartelli in rotocalco.
Te lo ripeto oggi (…). Se il cartello è già stampato e non si può far altro, fai incollare sulla faccia mutilata un’altra faccia di cui tu hai già il cliché, oppure rinuncio al cartello che rappresenta un vero pericolo, perché il pubblico ragiona così: «Se lo scrittore ha una faccia così antipatica, non può essere simpatico il suo libro».1077
Dopo poco più di due anni dalla fondazione de’ “Le Grazie”, in prospettiva di una sempre maggiore diversificazione del proprio catalogo, Mondadori chiede a Brocchi di modificare il carattere della collana indirizzandola esclusivamente a novelle e racconti, permettendo così la costituzione di una nuova collezione di romanzi, con l’intenzione di distinguere i generi attraverso un’opposta identità di copertina.
Ci è sembrato che l’idea di abolire “le grazie” per sostituirvi una più ampia e più vaga
“Collana Mondadori” che comprenda tutte indistintamente le opere narrative di nostra edizione, non corrisponda a una vera convenienza pratica.
Ritengo utile anche mantenere una certa distinzione tra genere e genere. E per questa opinione – unita ad una naturale mia affezione alla Collezione delle “Grazie” – fa si che mi sembri opportuno, tutto sommato, mantenere questa collezione, modificandone soltanto leggermente il piano; vale a dire facendone una collezione di racconti e novelle. “le Grazie”
hanno – anche mercé vostra – ormai una loro fama e un loro pubblico. È questo un elemento da non trascurare. Inoltre differenziando editorialmente i volumi di novelle dai romanzi – che dovranno invece vivere indipendenti l’uno dall’altro – sarà più facile attirare sopra di essi in modo speciale l’attenzione del pubblico.1078
Una prima impressione delle differenze tra la collana di novelle “le Grazie” e “I nostri romanzi” – come allora era chiamata quella oggi conosciuta come “Romanzi d’oggi” – si ha da due pagine del Catalogo generale delle opere letterarie del 1924 che intendono evidenziare modalità opposte nella comunicazione visiva dei libri.
Per “le Grazie” si adotta “una coperta grigia fissa e una sopraccoperta mobile illustrata con senso tutto moderno dai migliori disegnatori italiani. Hanno collaborato alle copertine de ‘Le Grazie’ Enrico Sacchetti, Bepi Fabiano, il Sironi, il Bianchi, il Dudovich e molti altri” mentre per “I nostri Romanzi” si sottolinea al
1076 “Vi ringrazio dell’annuncio del Posto nel mondo pubblicato in Novella. Ma è una réclame di strenna, non la ripresa di pubblicità che vi prego di iniziare subito, secondo i nostri accordi. Se intendete poi di far uscire – come diceste – Il destino in pugno alla fine di Febbraio, è già assai tempo di iniziarne gli annunci, almeno nelle vostre riviste. Vi unisco un tipo di annuncio, simile a quelli che casa Treves stampa nel mezzo della pagina dei Libri del giorno o dell’Illustrazione italiana”, lettera di Brocchi a Mondadori, Natale 1922, FAMM, fascicolo Brocchi.
1077 Al biglietto non datato [aprile 1926] è acclusa una fotografia sulla quale, a penna, si legge:
“Questa è la fotografia che ti pregherei di adoperare. È di molti anni più recente di quella che incute tanto orrore.”, FAAM, fascicolo Brocchi.
1078 Copialettere 17 giugno 1922. Della stessa lettera sono conservate copia dal medesimo contenute datate 20 luglio; 19 agosto e 3 ottobre 1922, FAAM, fascicolo Brocchi.
contrario lo sforzo di uniformità attraverso un’unica firma: “Da oltre un anno abbiamo unificate le copertine dei nostri romanzi, per i quali il pittore Giulio Cisari, ha creato un tipo che ha incontrato nel pubblico il maggiore successo”. Tale era la necessità di evidenziare gli sforzi compiuti dall’editore per la definizione di grafiche riconoscibili che il testo riferito alle copertine di Cisari specifica, in riferimento alle copertine riprodotte nella pagina pubblicitaria, la differenza con l’eterogeneità della grafica antecedente, concludendo: “La copertina del ‘Falco’ (in un angolo a destra) è di tipo da noi abbandonato. Le attuali copertine sono fra le più caratteristiche dell’editoria italiana”. Una simile annotazione, specificamente interessata a evidenziare la nuova coerenza grafica di Cisari, lascerebbe immaginare un intervento dello stesso artista – di certo responsabile anche della grafica di queste pagine pubblicitarie – a precisazione di un annuncio altrimenti più attento a presentare le principali firme letterarie piuttosto che il valore estetico delle copertine. Lo attesterebbe non solo la specifica fatta a proposito della copertina de’ Il falco di Alessandro Varaldo, quanto piuttosto l’aver relegato al suo fianco la copertina del primo romanzo di Giuseppe Antonio Borgese, I vivi e i morti, che pur pubblicato nel 1923, quando cioè si avviava il processo di coerente uniformazione di collana a opera di Cisari, per volontà dello scrittore aveva subito una distorsione rimasta per Cisari imperdonabile. Non potendo però escludere Borgese dal catalogo, si adotta l’espediente di mettere il suo titolo con la copertina
‘falsificata’ vicino a Il Falco, a volerne almeno indicare la diversità dalle altre cinque copertine di Cisari (per Brocchi, Beltramelli, Moretti, Fracchia e Saponaro) che spiccano per l’originalità grafica sia del fregio centrale sia delle intestazioni appositamente disegnate.
La vicenda legata al primo titolo di Borghese, I vivi e i morti, dimostra il potere di certi autori nel determinare la veste dei propri libri tanto da condurre a deroghe di scelte editoriali generali. L’autore della copertina è infatti il figlio dello scrittore, Leonardo Maria Borgese, allora digiuno da specifiche esperienze nella decorazione del libro, pur avendo già pubblicato qualche illustrazione nel 1919 sulle riviste “Il satana beffa” 1079 e “Lidel”,1080 seguite dalla panoramica, Dalla cartella di un giovane disegnatore: Leonardo M. Borgese, pubblicata nel maggio 1926 su “Il Secolo XX”. La soluzione proposta per I vivi e i morti dovette dare particolarmente fastidio a Cisari perché costituiva una cattiva imitazione di propri fregi che allora andavano a fondare con lucida coerenza una nuova e riconoscibile veste identificatrice dei romanzi Mondadori. L’ostinata opposizione di Cisari mise evidentemente in crisi l’editore che in un primo momento aveva accettato il disegno del figlio con la promessa di farne una prova di stampa. L’intera genesi dell’accaduto è ricordato dallo scrittore in una lettera all’editore del 19 aprile 1923.
“Caro Mondadori,
non è esatto – come mi scrivete – che io contrasti al vostro diritto di determinare il tipo delle copertine. Credo nella collaborazione di editore e autori, e perciò nelle reciproche sensazioni. Brocchi crede nelle copertine illustrate e le impose eccezionalmente a Treves.
Io credo nella chiara e linda copertina tipografica, ma rispetto il vostro diritto, e non impongo nulla.
Se mi accettate la copertina tipografica, io vi ringrazio senz’altro e rinunzio senz’altro al disegno di mio figlio.
1079 Sue due illustrazioni nei numeri 15 (copertina) e 23 del 1919. Cfr. catalogazione iconografica della rivista nel Progetto Marengo, Apice, Università degli Studi di Milano.
1080 Il giovane artista è presentato da un breve articolo su “Lidel”, giugno, 1919 così come illustra lo scritto del padre, Mottarone, ivi, 25 settembre 1919, pp. 18-‐19.
L’ho fatto pure solo per adattarmi al vostro tipo di copertine. Ma non posso assolutamente sacrificarlo al disegno di Cisari:
1. perché voi lo accettaste e mi prometteste la prova
2. perché il disegno di Cisari, benevolo, vuoto ed estraneo al romanzo (il qual singolo giudizio nulla toglie al mio rispetto per questo artista) non mi piace, mentre quello di figlio, suggerito dal mio romanzo e da me, mi piace.
Caro Mondadori perché voi che siete sempre così gentile verso di me e che siete d’animo così delicato mi volete dare questo pungente dispiacere?
Ammettiamo – per eccesso – che io sbagli, che l’amor paterno acciechi il critico e che il disegno di mio figlio, che a me par bello, sia brutto. Dite francamente e mettetevi la mano sulla coscienza. È più brutto di quella decalcomania che è in copertina del Destino in pugno?
No, non potete dirlo. (…)1081
Al di là dell’insistenza che deve aver convinto Mondadori a cedere pur di mantenere buoni rapporti con lo scrittore, per la storia della grafica editoriale, più della singola questione, conta la considerazione iniziale dove Borgese ricorda il ruolo avuto da Brocchi, che “crede nelle copertine illustrate”, nell’imporle a Treves.
Senza questa precisa annotazione contemporanea sarebbe stato impossibile rintracciare quest’iniziale impulso dato da Brocchi alla grafica editoriale italiana:
riguardando i titoli di Brocchi presso Treves, editore socialista fondamentale per gli esordi dello scrittore,1082 ritroviamo effettivamente una vera e propria galleria di immagini irrompere tra le copertine tipografiche dell’editore con caratteri di assoluta novità e con una varietà inedita d’interpretazioni: dall’elegante fregio di Luigi Melandri per I sentieri della vita (1913) al disegno caricaturale di Aroldo Bonzagni per La bottega degli Scandali (1917), dalla dinamica illustrazione di Ugo B. Martelli per L’sola sonante (1918) all’eleganza mondana di Leopoldo Metlicovitz per L’amore beffardo (1919) (figg. 60-‐64). Brocchi non solo amava l’illustrazione di copertina ma suggeriva all’editore le migliori firme stando attento a una varietà di mani e di stili assolutamente inedite: un’eredità che lo scrittore porterà in Mondadori, basti d’esempio la veste di Fragilità disegnata al modo cartellonistico da Metlicovitz. (fig. 65)
Sul versante opposto è evidente come l’iniziale pressione di Borgese per una soluzione meramente tipografica per le proprie copertine – “Se mi accettate la copertina tipografica, io vi ringrazio senz’altro e rinunzio senz’altro al disegno di mio figlio” – corrispondesse al proprio gusto che non avrebbe potuto, per lo stesso motivo, apprezzare l’interpretazione piena di personalità di Cisari. Più che per volontà, Arnoldo Mondadori si dev’essere trovato a una scelta obbligata:
impossibile uscire con una copertina solo tipografica al momento che nelle vetrine l’identità dell’editore si stava presentando in tutt’altro modo e pertanto sarà apparso più opportuno l’adattamento forzato al “tipo” di Cisari. (fig. 66)
La mancanza di sensibilità di Borgese per la decorazione del libro è da tener conto nel valutare il fastidio avvertito dallo scrittore per la “decalcomania” in copertina a Il destino in pugno1083 dove l’elemento decorativo entrava quasi in collisione con l’intestazione editoriale alla base del piatto di copertina, così come originale è la soluzione per l’intestazione e in particolare i caratteri rimpiccioliti e inglobati da
1081 Lettera di G.A. Borgese ad Arnoldo Mondadori 19 aprile 1923, FAAM, fascicolo Borgese.
1082 Nel 1916 alla morte di Emilio Treves, sarà il pittore e direttore di Brera Beltrami ad assumere il ruolo di consigliere delegato della Società Anonima Fratelli Treves.
1083 Lo stesso fregio di copertina verrà mantenuto anche per l’edizione del 1932 ma adottandolo alla grafica standardizzata, in cui è abbandonata l’irregolarità dell’intestazione della prima edizione.
altri più grandi nel nome dell’autore, (fig. 67) una grafica che lo stesso Cisari limerà progressivamente verso una maggiore canonizzazione.
In vero quello che sembrava dover essere solo un caso contingente costituirà la norma comportamentale di Borgese in Mondadori: le sue copertine saranno tipografiche o illustrate dal figlio,1084 come nei casi di Le belle (1926), Rubè (1928) e Il sole non è tramontato (1929),1085 nonostante usciranno negli anni centrali della definizione grafica di Cisari.
Per una diversa ragione, anche per Brocchi il passaggio dalle copertine da lui completamente determinate per “le grazie” alla nuova grafica ‘uniformante’ di Cisari rappresenta ugualmente un problema tanto che lo scrittore sembra inizialmente voler proporre, in alternativa, Guido Marussig per una soluzione adattabile “a tutti i miei romanzi, e agli altri”, preferibile a suo giudizio a “quella pronta per il libro di Saponaro, che la cornice ideata dal Cisari restringe in modo da dare al volume l’apparenza d’un opuscolo.”1086
La sensibilità grafica di Brocchi però non gli impedì presto di ritornare sui suoi passi dichiarandosi infine soddisfatto della copertina di Destino in pugno – “Ne ho visto lo schizzo: è molto bello1087 – affidata a Cisari1088 per la mancata adesione di Marussig.1089 Nonostante questo, Brocchi non si dissuase tentando anche in seguito di proporre disegnatori alternativi che potessero rientrare – variandola – nella gabbia di Cisari. Dalla Liguria, dove allora Brocchi risiedeva, lo scrittore intesse rapporti diretti anzitutto con l’artista russo Vsevolode Nicouline, approdato nel 1920 a Nervi dopo anni errabondi a seguito della sua fuga durante la rivoluzione russa che lo aveva visto combattere nell’Armata Bianca controrivoluzionaria. L’artista si era fatto notare fin dall’Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Monza del 1923 per le sue decorazioni della Saletta russa e per numerose presenze a esposizioni contemporanee, dalle prime due edizioni della Biennale Internazionale dell’Acquarello di Milano alla Promotrice romana.1090
Al momento quindi di dover definire le copertine delle nuove uscite dei propri titoli nella collana disegnata da Cisari, Brocchi non esita a proporre all’editore: “il pittore Vsevolod Nicolin – al quale ne avevo dato l’incarico a nome tuo – mi ha portato una magnifica copertina del Poco lume e il gran cerchio d’ombra. È
1084 Nella collezione Bortone Bertagnolli si trovano altre collaborazioni di Leonardo Maria Borgese che arricchiscono il quadro delle sue collaborazioni editoriali: Ida G. Serra, Il fiore della vita, Milano, La Prora, 1932 e Guido Piovene, Lettera di una novizia, Milano, Bompiani, 1941.
1085 Proprio a proposito di questo titolo, il 16 aprile 1929 il nuovo direttore editoriale Luigi Rusca scrive a Mondadori una nota relativa al cartello pubblicitario di Borgese: “non è possibile
riprodurre i facsimili delle copertine sul cartello, altrimenti questo non potrebbe essere inviato col volume. Si tratta d’altra parte di disegni orribili benché ….. di Leonardo”, FAAM, fascicolo Rusca.
1086 Lettera di Brocchi a Mondadori, 6 gennaio 1923, FAAM, fascicolo Brocchi.
1087 Lettera di Brocchi a Mondadori, 1 febbraio 1923, FAAM, fascicolo Brocchi.
1088 Ancora nella lettere del 3 marzo 1923 tra le varie si ricordano aspetti legati alla produzione della copertina: “Ricevo la copertina del Cisari, e ve ne ringrazio, a Mondadori la preghiera di mandare la prova di macchina al pittore per i suoi suggerimenti” e nella lettera del 12 marzo 1923
“Mi fate il piacere di mandarmi a Milano una copia delle copertina del Destino in pugno con le modificazioni suggerite dal Cisari?”, FAAM, fascicolo Brocchi.
1089 Nella stessa lettera del 12 marzo 1923 si legge infatti “perché Marussig mi è mancato”, FAAM, fascicolo Brocchi.
1090 V. Marini Lodola, Artisti Contemporanei: Ysevolode Nicouline, “Emporium”, LXXVII (458), febbraio 1933, pp. 67-‐75.