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Come nasce un film: produzione, distribuzione e marketing

PARTE I Titolo, Traduzione e Comunicazione

CAPITOLO 3: Comunicazione, marketing e distribuzione nel mercato cinematografico

3.1. Come nasce un film: produzione, distribuzione e marketing

Esiste il prodotto, se esistono i produttori. Ci sono una storia ed una sceneggiatura. Troviamo gli attori, diretti da un regista. Sussistono i preventivi, le riprese e la troupe, con tutte le professioni che l’arte cinematografica può decantare. Ma per capire come nasce un film bisogna ben studiare come questo si finanzia e cosa si intende per edizione, marketing e distribuzione.

Il film per nascere ha bisogno di finanziamenti e tre sono le regole fondamentali158nel mestiere del produttore (nel mercato italiano probabilmente l’unica figura di produttore “puro” è quella di Aurelio De Laurentiis di Filmauro):

1) Mai rischiare il proprio denaro nei film;

2) Scegliere con molta attenzione con chi si vuole lavorare;

3) Non dimenticare mai lo straordinario ruolo che gioca la fortuna in questo settore. Ma quando nasce un film?

C’è un termine molto significativo citato da Pecorelli in Come nasce un film. Quello che bisogna

sapere sulla produzione cinematografica, ovvero: to pitch, che significa letteralmente narrare,

conficcare, dare il giusto tono. In quest’ambito vuol dire essere convincenti, riuscire a presentare un progetto con entusiasmo e credibilità attraverso l’arte della sintesi e della vendibilità al fine di trovare i finanziamenti necessari per fare un film. Il produttore vende un’idea, che deve essere chiaramente spiegata al futuro spettatore. Un elemento di marketing su cui puntare è -e ci riguarda da vicino- la possibilità di inserire delle frasi di lancio nella brochure o nel bozzetto del manifesto del film.

Esistono diverse forme di finanziamento:

 Vendite estere, ovvero l’esportazione del prodotto all’estero;

 Cessione dei diritti televisivi;

 Pay tv;

 MobilTV – Internet;

 Home video;

 Product Placement (cfr. 3.2 sezione A);

 Tax shelter, ovvero agevolazioni fiscali sugli investimenti in questo settore;

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G. Pecorelli, Come nasce un film. Quello che bisogna sapere sulla produzione cinematografica, Roma, Gremese Editore, 2008, p. 72.

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 Contributi locali (ad esempio la Torino Piemonte Film Commission);

 Coproduzione (cfr. 3.2 sezione B) tra due o più paesi (nel panorama italiano oggigiorno anche i distributori diventano dei coproduttori acquisendo i diritti del film secondo percentuali concordate);

 Intervento pubblico e creditizio attraverso meccanismi selettivi - le Commissioni – oppure attraverso contributi automatici dopo il riconoscimento della nazionalità del film.

Per introdurre la fase dell’edizione, dello sviluppo e della stampa di un film, riporto di seguito due citazioni contenute in Fare un film di Federico Fellini:

E io mi trovo a scontrarmi con la produzione per salvaguardare qualcosa che appartiene a me e non più a lui. Il film ormai si è mutato in una operazione finanziaria che la produzione difende con le unghie e coi denti: e lui stesso, il film, si abbandona a questa brutale appropriazione. […] Poi il film finisce. Ma finisce qualche giorno prima che si concludano realmente le riprese. Un certo giorno ti accorgi che non ti importa più nulla di tutto quel baraccone di meraviglie che è il set. Entri in un teatro di posa che era stato tuo e c’è un’altra troupe, stanno montando un altro set: avverti quelle presenze come un’intrusione, una violazione, sono dei ‘guastatori’159

.

Nell’arte del montaggio la pellicola trova la sua forma concreta, il suo ritmo, il suo tono. Il regista e il montatore devono immedesimarsi nello spettatore e nel suo modo di vivere il film, di fruire l’opera d’arte. In questa fase si intersecano moltissime figure professionali (cfr. 3.2 sezione C): tutte quelle che ruotano attorno al doppiaggio (cfr. 3.2 sezione C), quelle che si occupano della realizzazione della colonna musicale (anche nella versione internazionale) e del missaggio, i rumoristi e tutto ciò che concerne gli effetti speciali. Durante l’edizione, inoltre, il produttore o l’organizzatore preparano anche il billing dei titoli, ovvero l’ordine e la rilevanza che spettano ai nomi degli attori nei titoli di testa e di coda dei film e su ogni altra forma pubblicitaria. Giannandrea Pecorelli scrive:

Precedere il titolo del film significa essere l’elemento più importante e caratterizzante dell’opera. Infatti è un privilegio di alcuni attori e di qualche regista, soprattutto nel passato e nel sistema degli Studios era una difficile conquista, come testimonia Frank Capra nella sua autobiografia160.

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F. Fellini, Fare un film, Torino, Einaudi, 1980, pp. 164-66. 160

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Quando tutti gli elementi sono fissati si arriva alla stampa della prima copia sonora del film. Il numero delle copie future da stampare è deciso dalla distribuzione161 in base agli accordi relativi al noleggio e quindi al numero di sale che proietteranno il film. La distribuzione unita al marketing, appunto, si riassume con un assioma fondamentale: l’importante è comunicare nel più breve tempo possibile, con la maggior chiarezza possibile, raggiungendo il numero massimo di persone. E quando si intreccia la vita artistica con quella commerciale tutto deve giocarsi d’anticipo. Il titolo del film e tutti i suoi elementi peculiari e caratterizzanti sono da promuovere e il marketing viene usato come strumento per analizzare le possibilità di realizzazione di un film; ovvero dove può arrivare e che successo può raggiungere. Ecco che il segreto risulta collegare al prodotto finito gli elementi di comunicazione più forti.

In comunicazione, inoltre, si possono distinguere tre diverse fasi: la pubblicità, le operazioni di promozione e l’ufficio stampa. All’interno di questa strategia l’individuazione del posizionamento del prodotto (target di pubblico, periodo di uscita e tipologia di merchandising) è di vitale importanza per il successo potenziale di un film. Biglietti da visita di una pellicola sono il trailer e il manifesto, dove compaiono frasi di lancio spesso ricche di evidenti forzature.

Le sneak preview (anteprime spia) possono essere molto utili per capire le reazioni del pubblico in sala. Oggi, però, Internet ha cambiato molte variabili in gioco e per la nostra ricerca è fondamentale riportare l’esempio di uno dei film analizzati.

Snakes on a Plane (David R. Ellis, 2006), infatti, ha questo titolo grazie ad un forum su Internet

(cfr. Appendice B). Gli spettatori hanno avuto la possibilità di intervenire direttamente e fisicamente sul prodotto, cambiando il primo titolo (Pacific 121) con quello attuale. Un caso raro, una mosca bianca. A mio avviso significativa.

Avere la possibilità di entrare attivamente e modificare uno degli anelli della catena di creazione di un film unisce il vantaggio evidente di una maggiore immedesimazione dello spettatore (che diventa anche parte attiva e non solo passiva nel guardare) ad uno svantaggio più latente, quello della manipolazione; gli appassionati di cinema e di blog oggi potrebbero rientrare nella categoria che Federico Fellini nella sua autobiografia denominava appunto “i guastatori”.

La vicenda di Snakes on a Plane ci permette, inoltre, di precisare alcuni termini che si possono trovare nei dizionari di cinema (cfr. bibliografia essenziale) o nelle schede che raccontano la “biografia culturale” dei film analizzati.

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Si rimanda al capitolo 10 di R. E. Caves, L’industria della creatività. Economia delle attività artistiche e culturali, Milano, Etas, 2001, pp. 209-222 e al capitolo 5 di D. Doglio, Media & Copyright. Guida al mercato dei diritti, Roma, Cooper, 2007, pp. 209-225.

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Il titolo di lavorazione (chiamato anche pre-titolo o working title162) o di produzione è il nome provvisorio dato ad un prodotto durante il suo sviluppo. I motivi per cui al prodotto viene dato un titolo provvisorio sono da ricercarsi sia nell'indecisione ancora prevaricante sul progetto sia per coprire le reali intenzioni della casa produttrice al riguardo.

Per nascondere al pubblico le riprese di Angeli e Demoni (Angels & Demons,Ron Howard, 2009), ad esempio, sul set è stato utilizzato il titolo Obelisk. In questo caso si tratta più di una sottospecie di titolo di lavorazione, che potremmo definire un fake, ovvero un titolo falso.

I casi più celebri riguardano episodi di saghe cinematografiche; per gli episodi di James Bond, infatti, il film viene indicato con il numero d'appartenenza e solo dopo si ha la conferma del titolo ufficiale: Bond 22 - Quantum of Solace (Marc Forster, 2008).

Per capire meglio la giostra dei titoli cinematografici riporto una citazione e qualche esempio (Tab. 2) tratti dal Dizionario del cinema italiano (Volume 6.2) di Enrico Lancia: “Alcuni film sono conosciuti anche col titolo con cui sono stati rieditati o con un titolo diverso da quello originale (a volte modificato dalla Distribuzione). I titoli di lavorazione sono poi sostituiti dalla intitolazione definitiva”163.

Tab. 2: esempi di titoli alternativi e di titoli di lavorazione tratti dal Dizionario del cinema italiano (Volume 6.2) di E. Lancia.

Esempi di TITOLI ALTERNATIVI Esempi di TITOLI DI LAVORAZIONE

Quasi blu

Analizzato nel dizionario come Almost Blue (Alex Infascelli, 2000)

Faccia d’angelo

Analizzato nel dizionario come L’angelo con la

pistola (Damiano Damiani, 1992) Una storia vera

Analizzato nel dizionario come Così è la vita (Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti e Massimo Venier, 1998)

L’ultima ruota del carro

Analizzato nel dizionario come Affetti speciali (Felice Farina, 1989)

La donna del re

Analizzato nel dizionario come La puttana del re (Axel Corti, 1990)

C’era una volta un re

Analizzato nel dizionario come Io e il re (Lucio Gaudino, 1995)

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G. Genette, Soglie. I dintorni del testo, Torino, Einaudi, 1987, p. 66. 163

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