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Come varia l’andamento dell’ECI tra un paese e l’altro

Nel documento Giugno 2013N. 4 (pagine 113-116)

5. Lo sviluppo aumenta la complessità economica

5.3 Come varia l’andamento dell’ECI tra un paese e l’altro

In generale per tutti i paesi del primo gruppo l’indice mostra un trend presso-ché simile, con un tendenziale aumento o almeno una stabilità fino ai primi anni 2000 e successivamente un lento deterio-ramento (Grafici 5.1 e 5.2). L’ascesa del-l’indice nella fase iniziale del periodo è legata all’upgrading imposto dalla cre-scente concorrenza internazionale, con-seguente proprio all’emergere di nuovi concorrenti-esportatori, che spinge le economie già industrializzate verso un’e-stensione della loro matrice di offerta nel quadro di una politica di

differenzia-zione dei prodotti. La successiva flessione agisce verosimilmente sia dal lato della differen-ziazione, via maggiore concentrazione sulle industrie di vantaggio comparato in una fase più evoluta della concorrenza, sia da quello della non-esclusività: il progressivo consolidarsi della presenza degli emergenti (il cui ECI è generalmente in aumento) sui mercati interna-Scenari industriali n. 4, Giugno 2013

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Grafico 5.1 Paesi avanzati a complessità calante

(Indice di complessità economica)

Fonte: elaborazioni CSC su dati ATLAS.

0,9 1,1 1,3 1,5 1,7 1,9 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Francia Italia Regno Unito Corea Stati Uniti

zionali riduce la “specificità” delle espor-tazioni dei paesi del gruppo, spingen-done l’ECI di nuovo verso il basso. Giappone e Germania, entrambi caratte-rizzati da valori dell’ECI particolarmente alti (mai raggiunti nel quindicennio di ri-ferimento da alcun altro paese), mo-strano in ogni caso una sostanziale differenza rispetto agli altri paesi; per il Giappone l’indice è in crescita fino al 2004, quando raggiunge un massimo as-soluto che lo distanzia considerevol-mente dalla stessa Germania, per poi

declinare come accade per gli altri paesi del gruppo nell’ultima fase del periodo; nel caso te-desco l’indice resta sostanzialmente stabile per quasi tutto l’arco di tempo considerato, prima di declinare anch’esso negli anni finali.

Tra i paesi più industrializzati quello il cui ECI si è ridotto di più sono gli Stati Uniti, che ancora nel 2000 si caratterizzavano, insieme al Regno Unito, per un ECI nettamente più alto di quelli di Francia e Italia, mentre negli ultimi anni del periodo scende più o meno allo stesso livello dei loro. L’Italia è in posizione intermedia: il suo ECI è nel 2008 prossimo a quello di Francia e Stati Uniti, partendo da livelli inferiori e scivolando all’ingiù di meno. Spagna e Canada mantengono, invece, per tutto il periodo un ECI al di sotto della media delle altre economie avanzate qui considerate. Si può dire che per entrambi i paesi il livello delle conoscenze disponibili all’inizio del periodo non sia riuscito a innescare alcun pro-cesso di catching up del loro grado di complessità rispetto agli altri paesi del gruppo (non solo nei confronti dei due leader, ma neanche del sottogruppo a “media” complessità); inol-tre, il calo del loro ECI, verosimilmente legato, come per gli altri, all’ingresso dei nuovi con-correnti, li vincola ormai strutturalmente a una posizione relativa inferiore anche a quella dei più dinamici tra gli emergenti. La flessione dell’ECI potrebbe essere imputabile all’in-tegrazione commerciale, che tende a comprimere la differenziazione (favorendo la specia-lizzazione) mentre accresce la non-esclusività; ma è possibile che essa possa invece dipendere proprio da una mancata ricerca o comunque dal mancato conseguimento di un miglior posizionamento competitivo, fatto che implica una maggiore contendibilità dei prodotti di queste due economie da parte delle economie emergenti. Nella misura in cui

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Grafico 5.2 Paesi avanzati: gli estremi si allontanano

(Indice di complessità economica)

Fonte: elaborazioni CSC su dati ATLAS.

0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 Germania Giappone Canada Spagna 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

La Corea si colloca al polo opposto, dal momento che il suo ECI nell’arco del periodo più che raddoppia, passando da 0,7 a quasi 1,7 nel 2005. Analogamente a quanto visto per gli altri paesi avanzati, tuttavia, l’indice mostra negli anni successivi una flessione, per stabi-lizzarsi sui livelli medio-alti del gruppo dei paesi migliori (Grafico 5.1).

Passando a considerare il gruppo degli emergenti, la Repubblica Ceca si carat-terizza per un ECI con un trend cre-scente per tutto il periodo qui analizzato (Grafico 5.3). Il fatto che il suo livello di complessità si collochi su livelli elevati fin dall’inizio e seguiti comunque a cre-scere, se pure leggermente, è coerente con una specializzazione manifatturiera non trascurabile delle economie est-eu-ropee anche negli anni della loro segre-gazione all’interno del “blocco” sovietico; infatti, anche i valori di

par-tenza dell’ECI della Polonia, che è l’altro paese dell’Europa orientale qui considerato, non sono bassi; la Repubblica Ceca è poi riuscita a realizzare un ulteriore upgrading, grazie anche alla vicinanza geografica e agli intensi rapporti commerciali e produttivi con la Germania. Concentrando l’attenzione sulle economie più in ritardo del gruppo, l’evoluzione dell’ECI è contraddistinta, pur a partire da livelli assai disomogenei, da un trend generalmente cre-scente: Cina, India, Polonia, Messico e Indonesia hanno tutti sperimentato un aumento, anche se il loro livello medio (0,6 nel 2008) è ancora molto al di sotto del valore medio dei paesi avanzati (1,3 nel 2008). Le differenze di intensità nel percorso di miglioramento sono però piuttosto marcate: tra le due più grandi economie, l’aumento dell’indice è massimo per la Cina, minimo per l’India.

L’aumento è guidato dall’incremento del numero dei prodotti esportati che accompagna il processo di industrializzazione, ma contestualmente è favorito anche dall’affrancamento dalla concorrenza dei paesi non sviluppati rimasti indietro sui nuovi prodotti acquisiti, che sono meno contendibili rispetto a quelli del paniere di beni precedentemente esportato. Il miglioramento dell’ECI è perciò il risultato di due effetti, il primo dei quali agisce sul piano orizzontale (diversificazione) e manifesta i suoi effetti nella differenziazione, mentre il se-condo agisce sul piano verticale (acquisizione di competenze superiori rispetto alle econo-mie meno sviluppate) e manifesta i suoi effetti nella non-esclusività.

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Grafico 5.3 Complessità in aumento nei principali emergenti...

(Indice di complessità economica)

Fonte: elaborazioni CSC su dati ATLAS.

-0,8 -0,3 0,3 0,8 1,3 1,8 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Polonia Cina India Messico Indonesia Repubblica Ceca

È invece in netta flessione l’ECI di Bra-sile e Russia (Grafico 5.4). La flessione, che contrasta fortemente con quanto visto per il resto dell’area emergente, può trovare una spiegazione nel man-cato ampliamento della numerosità dei prodotti esportati, trattandosi di econo-mie comunque orientate verso la produ-zione di materie prime che garantiscono una rendita differenziale perché non tutti ne sono naturalmente dotati; perciò prevalgono un livello di non-esclusività tendenzialmente basso, ma anche una scarsissima differenziazione di prodotto.

Nel documento Giugno 2013N. 4 (pagine 113-116)