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Come l’industria cambia dentro se stessa

Nel documento Giugno 2013N. 4 (pagine 76-79)

3. Le economie emergenti bruciano le tappe del cambiamento strutturale

3.2 Come l’industria cambia dentro se stessa

Ma cosa accade all’interno del settore manifatturiero nel corso della sua espansione (assoluta e relativa)? Ossia, mentre intercorre il cambiamento strutturale, l’espansione dell’industria di

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10Nel caso di Sud Africa e Russia ciò appare almeno in parte riconducibile alla crescita della domanda internazio-ScenarInd cap3 6 2013:Layout 1 30/05/13 14:20 Pagina 76

trasformazione avviene in modo equilibrato tra i diversi settori che la compongono o è invece caratterizzata a sua volta da dinamiche differenziate? E, in questo caso, sono individuabili dif-ferenze tra economie che hanno avviato l’industrializzazione in diverse fasi storiche?

Per rispondere occorre analizzare la relazione tra il grado di concentrazione intra-manifatturie-ra, misurato dall’indice di Gini calcolato sui valori aggiunti settoriali (primi due livelli di disag-gregazione, cioè 2-digit della classificazione ISIC Rev3) e il grado di sviluppo industriale (valo-re aggiunto manifatturiero pro-capite)12. La relazione è stimata per tutti i paesi e tutte le variabi-li sono espresse in termini reavariabi-li (Grafico 3.3). I paesi sono stati suddivisi nei tre gruppi già esa-minati (avanzati, emergenti, intermedi), le osservazioni riguardano ciascun paese in ciascun anno (con simboli grafici diversi per ciascuno dei tre gruppi di paesi) e viene effettuata la stima eco-nometrica della relazione relativa a ciascun gruppo (rappresentata nel grafico dalle linee)13. Emerge anzitutto l’andamento a “U” nella concentrazione manifatturiera relativa ai diversi gruppi di paesi: inizialmente lo sviluppo industriale si accompagna a una diversificazione Scenari industriali n. 4, Giugno 2013

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Grafico 3.3 La concentrazione dentro la manifattura è più rapida negli emergenti

(Indice di Gini e output manifatturiero pro-capite, 1980-2011, dollari 2005)

A= Paesi avanzati eccetto Corea del Sud, Rep. Ceca, Slovacchia e Taiwan. B= Paesi non avanzati esclusi Argentina, Brasile, Messico, Polonia e Ungheria.

C= Paesi emergenti di più antica industrializzazione e nuovi paesi avanzati (Argentina, Brasile, Corea del Sud, Messico, Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia, Taiwan e Ungheria).

Fonte: elaborazioni CSC su dati Global Insight. 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 0 5000 10000 Gini del V A intra-manifatturiero VA manifatturiero pro-capite B C A

12L’indice di Gini, detto anche “rapporto di concentrazione”, varia da un minimo di 0 (quando la variabile – in questo caso il valore aggiunto – è perfettamente equidistribuita tra i settori manifatturieri) a un massimo di 1 nel caso limite di assoluta concentrazione (corrispondente alla situazione in cui il valore aggiunto è prodotto tutto in un solo settore).

13Anche in questo caso la stima econometrica sfrutta esclusivamente la variabilità esistente all’interno dei singoli paesi nel tempo, ossia controlla per gli effetti fissi paese.

delle attività, e segue una fase in cui il sistema tende a ri-concentrarsi14. Questo andamento conferma quanto recentemente acquisito dagli studi economici (Imbs e Wacziarg 2003, d’ora in avanti I&W) in merito al fatto che la dinamica della concentrazione settoriale nel corso della crescita economica non è lineare ma convessa15.

L’interpretazione generale che si può ricavare dagli elementi forniti da I&W è che a livelli di output manifatturiero ancora bassi (nelle fasi iniziali del processo di industrializzazione) il si-stema produttivo è spinto dall’effetto reddito (dall’aumento della disponibilità di spesa pro-capite) verso una crescente diversificazione; questo meccanismo è favorito dalla sostanziale protezione del mercato interno, cosicché l’aumento della domanda domestica si scarica pre-valentemente sull’offerta interna. Il grado di concentrazione settoriale dell’offerta tende quindi dapprima a scendere. Poi, man mano che il sistema si sviluppa e cominciano a emergere van-taggi comparati in alcuni ambiti merceologici e che l’economia comincia ad aprirsi (seppure con criteri selettivi), l’inserimento nella concorrenza internazionale spinge verso una crescente specializzazione e un ritorno verso l’alto della curva della concentrazione settoriale16.

Ma c’è una seconda importante evidenza, che appare invece in contrasto con quanto co-munemente assunto dagli studi finora effettuati: come già visto a proposito del grado di orientamento manifatturiero dell’economia, la concentrazione intra-manifatturiera varia a seconda dei gruppi di paesi considerati e dunque in ragione della fase storica in cui il pro-cesso di industrializzazione ha preso avvio. I paesi emergenti sono cioè caratterizzati da un processo di concentrazione industriale più precoce e rapido rispetto a quanto sperimen-tato dagli altri, ossia da una ri-concentrazione che si manifesta già a livelli molto bassi dello sviluppo manifatturiero.

Questa evidenza è coerente con quanto già emerso più sopra, ossia con il fatto che lo svi-luppo industriale in questi paesi è avvenuto in concomitanza con l’esplodere del processo

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14La stima dei coefficienti riferiti al valore aggiunto manifatturiero pro-capite e in particolare l’esistenza di una cur-vatura come quella mostrata nel grafico risultano statisticamente significative per il sottocampione di paesi emer-genti e per quello in fase intermedia di sviluppo industriale, mentre la stima non risulta statisticamente significativa per i paesi avanzati.

15L’analisi di I&W si arresta alla metà degli anni Novanta e di conseguenza non include la fase del primo decennio del nuovo secolo, in cui l’integrazione nei mercati globali ha alimentato l’esplosione dello sviluppo industriale del mondo emergente. Inoltre, l’analisi di I&W, che è condotta per l’intera area-mondo, senza partizioni in gruppi delle diverse economie, guarda alla relazione tra concentrazione settoriale e reddito (PIL) pro-capite, mentre il CSC studia specificamente l’andamento della concentrazione in rapporto al livello dell’output manifatturiero pro-capite (anche se, come visto sopra, le due variabili sono strettamente legate).

16Si può osservare che, considerato ex post, questo fenomeno è comunque condizionato dalla storia delle economie con-siderate. In altri termini, prima che essere elaborata da una teoria, la forma a U delle curve riportate nel Grafico 3.3 ri-ScenarInd cap3 6 2013:Layout 1 30/05/13 14:20 Pagina 78

di globalizzazione, che ha favorito la rapida espansione dei settori manifatturieri locali in-seriti all’interno di scambi internazionali in rapidissima espansione, elevando struttural-mente il livello della loro domanda potenziale ed esaltandone i vantaggi comparati. Anche in questo caso il comportamento osservabile nei paesi avanzati è opposto, riflettendo un tes-suto produttivo relativamente più bilanciato nelle sue componenti, esito di un processo di specializzazione più lungo e lento, anche perché realizzatosi nel contesto di una scala più ridotta degli scambi internazionali. Una situazione intermedia si riscontra in quei paesi che si sono avviati all’industrializzazione sì in ritardo ma comunque prima dell’avvento mas-siccio degli scambi globali degli ultimi due decenni.

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