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1.3.2 – The Comedy of Errors.

Tradizionalmente attribuita al quinquennio 1589-94, The Comedy è ascrivibile con molta probabilità ad un'unica fonte letteraria: la commedia di Plauto

Menaechmi (III sec a.C). Shakespeare si appropria degli elementi fondanti della

commedia latina, a partire dal motivo centrale dei gemelli protagonisti, che dai due Menecmi nel testo plautino passano alle coppie dei nobili Antifolo e dei servi Dromio. Vengono poi riproposti gli equivoci che nascono dall'incrocio delle avventure dei gemelli, e la medesima ambientazione nella Grecia di età ellenistica (a Epidamno per i Menaechmi, a Efeso per The Comedy).

L'influenza considerevole esercitata dal testo plautino ha portato una parte della critica contemporanea ad includere anche The Comedy all'interno di un'ipotetica fase della carriera shakesperiana votata ad un gusto caratteristico per l'exemplum dei classici. Come già osservato in precedenza, a questo periodo viene di norma attribuita anche la stesura della cornice del Midsummer Night's Dream che trova nella The Comedy ancor più che in A Shrew un antecedente.

Il punto d'inizio nel confronto tra i due testi è il contesto geografico in cui viene calata la narrazione, ossia la Grecia continentale di Efeso in The Comedy e di Atene nell'apertura delle scene nel Dream. Come accade per l'intreccio di Teseo e della sua corte, anche le vicende che vedono coinvolti il duke di Efeso Solino e il mercante siracusano Egeone costituiscono non un prologo isolato come in The

Taming of the Shrew, bensì un antefatto indispensabile allo svolgimento della

trama centrale dell'opera.

Il racconto iniziale del mercante Egeone al suo interlocutore Solino permette di introdurre allo spettatore le coppie degli Antifoli e dei Dromii, e nel finale della

commedia i malintesi che coinvolgono i gemelli trovano risoluzione soltanto grazie al decisivo intervento di Egeone stesso e del duke. La situazione si presenta simmetrica a quanto si verifica nel Dream, le vicissitudini dei quattro innamorati cominciano e finiscono sullo sfondo del dialogo tra Egeo e il re d'Atene. In virtù di tale analogia può essere riconosciuta una significativa corrispondenza tra i protagonisti delle due cornici, in particolare concentrata sul rapporto che intercorre tra Teseo e Egeo da una parte ed il mercante siracusano e Solino dall'altra.

Solino e Teseo condividono il titolo istituzionale di duke, termine consolidato per indicare il depositario massimo della giustizia e dell'ordine tra le mura cittadine. Se il sovrano ateniese viene investito di un ruolo all'interno della commedia che va al di là della sua carica politica, al contrario il personaggio di Solino viene chiamato ad ottemperare esclusivamente ai suoi doveri di governatore. Per tale ragione, il solo epiteto di duke è sufficiente ad identificarlo nel corso del testo.

I due personaggi vengono però accomunati da una pressoché identica disposizione caratteriale nei riguardi della legge e del rapporto con i loro sudditi. Lo status di custodi esemplari delle antiche norme giuridiche impone ad entrambi la necessità di applicare a menadito le sentenze previste dal diritto, compresa la condanna a morte. Solino mette al corrente di tale terribile prospettiva il mercante Egeone, reo di appartenere a quella comunità siracusana che ha suggellato con il sangue i debiti pecuniari di numerosi uomini d'affari di Efeso. In tono solenne il

duke recita le motivazioni del verdetto:

Merchant of Syracusa, plead no more; I am not partial to infringe our laws: The enmity and discord, which of late

Sprung from the rancorous outrage of your duke To merchants, our well-dealing countrymen,- Who, wanting gilders to redeem their lives,

Have seal'd this rigorous statutes with their bloods,- Excludes all pity from our theat'ning looks. (The Comedy of Errors, 1. 1 3-9)

Non si distanzia molto da quest'orazione il senso delle parole che Teseo rivolge alla giovane Ermia, colpevole di non accettare i doveri matrimoniali imposti dal padre e per questo destinata alla pena capitale. Teseo sostiene che la rigidità della legge non può essere scalfita nemmeno dal suo potere: “by no means we can extenuate“ (1. 1. 120) e spinge la fanciulla a mettere da parte i suoi capricci per piegarsi alla volontà paterna:

What say you, Hermia? Be advi'sd, fair maid. To you your father should be as a god; One that compos'd your beauties; yea, and one To whom you are but as a form in wax, By him imprinted, and within his power To leave the figure, or disfigure it. Demetrius is a worthy gentleman.

(A Midsummer Night's Dream, 1. 1. 46-52)

L'inflessibilità che i due signori manifestano viene tuttavia mitigata dalla sensibilità della loro indole, che emerge di fronte all'ingiusto destino in cui si ritrovano gli imputati. Fin dalle battute iniziali il comportamento dei dukes lascia intuire un loro appoggio alla causa delle vittime, che tuttavia essi devono mettere da parte dinanzi all'imprescindibilità delle leggi cittadine. Se la realtà dei fatti li obbliga ad avallare l'estrema punizione imposta dal diritto, la magnanimità consente di lasciare ai condannati il barlume di un'alternativa.

Venuto a conoscenza della provenienza siracusana di Egeone, il re adempie all'ordinanza speciale emessa dalla sua città a vendetta dei torti subiti recitando la formula solenne della condanna a morte:

Nay, more,

If any, born at Ephesus, be seen At any Syracusan marts and fairs- Again, if any Syracusan born

Come to the day of Ephesus,- he dies, His goods confiscate to the duke's dispose; Unless a thousand marks to be levied. To quit the penalty, and to ransom him. Thy substance,valued at the highest rate, Cannot amount unto a hundred marks; Therefore, by law thou art condemn'd to die (The Comedy of Errors, 1. 1. 16-24)

Tuttavia, dopo aver ascoltato il mercante disperato raccontare quanto gli sia capitato nella sua sfortunata esistenza, Solino viene colto da una profonda pietà verso di lui e tenta concretamente di aiutarlo per quanto lo consentano le circostanze. Per tale motivo concede in via eccezionale al reo un giorno a disposizione prima della punizione, affinché egli abbia l'opportunità di procurarsi la cifra di mille marchi che potrà salvarlo dal rogo:

Yet will I favour thee in what I can: Therefore, merchant, I'll limit thee this day, To seek thy help by beneficial help: Try all the friends thou hast in Ephesus: Beg thou, or borrow ro make up the sum

(The Comedy of Errors, 1. 1. 149-153)

Nel Dream il confronto con l'accusata Ermia espone inizialmente il rigore ferreo di Teseo nel custodire l'ordine sociale, ed in particolare il peso fondamentale esercitato dalla figura paterna sulla vita dei figli. Teseo non approva le recriminazioni della giovane e le consiglia di seguire il comportamento ragionevole del padre, adoperando un tono che sa molto più di ironia che di autentico rimprovero:

THESEUS : What say you, Hermia? Be advis'd, fair maid. To you father should be as a god;

[…] Demetrius is a worthy gentleman. HERMIA : So is Lysander.

THESEUS : In himself he is;

But, in this kind, wanting your father's voice, The other must be held the worthier.

HERMIA : I would my father look'd but with my eyes. THESEUS : Rather your eyes must with his judgment look. (A Midsummer Night's Dream, 1. 1. 46- 47; 52-57).

Dalla rigidità originaria il comportamento del re si ammorbidisce progressivamente fino a raggiungere la clemenza: egli decide di offrire alla colpevole la chance di riflettere un altro giorno sul proprio destino. Questo lasso di tempo si potrebbe rivelare sufficiente a persuadere la fanciulla a tornare sui propri passi ed accettare il volere del padre, evitandole cosi la condanna a morte:

Take time to pause; and by the next new moon- The sealing-day betwixt my love and me For everlasting bond of fellowship- Upon that day either prepare to die For disobedience to your father's will, Or else to wed Demetrius, as he would, Or on Diana's altar to protest

For aye austerity and single life.

(A Midsummer Night's Dream, 1. 1. 83-90)

Nel finale delle commedie l'evolversi degli eventi verificatisi nella notte che precede il giorno della condanna forniscono sia all'uno che all'altro sovrano il pretesto legale per consegnare gli imputati alla giustizia.

In entrambi i casi, ila situazione subisce notevoli cambiamenti. Nel Dream l'incontro con i quattro amanti all'alba del May Day porta in dote la rinuncia di Demetrio alla mano di Ermia a favore di Elena e di conseguenza l'opportunità per Teseo di dare il proprio benestare all'unione tra Lisandro e la sua amata, a dispetto delle reiterate lamentele di Egeo:

Egeus, I will overbear your will; For in the temple, by and by, with us These couples shall eternally be knit.

(A Midsummer Night's Dream, 4. 1. 179-181)

Nell'atto conclusivo di The Comedy le numerose peripezie alle quali vanno incontro le coppie di gemelli protagonisti Antifolo e Dromio trovano una felice risoluzione nel loro sospirato ricongiungimento, circostanza che si rivela fondamentale per il destino di Egeone. Riconciliatosi con il genitore dopo decenni di lontananza, il facoltoso Antifolo di Efeso è pronto a pagare il riscatto di mille marchi necessari per salvargli la vita, ma nella generale atmosfera di spensieratezza il duke Solino dona la grazia senza voler nulla in cambio:

It shall no need, thy father hath his life

(The Comedy of Errors, 5. 1. 390-1)

Egeone ed Egeo presentano poche somiglianze tra loro, al di fuori dell'assonanza dei loro nomi, e una distinzione significativa nel ruolo opposto che esercitano nello sviluppo della narrazione.

Il mercante Egeone rappresenta lo stereotipo della vittima rassegnata alle proprie sventure, talmente fiaccata nell'animo da non avere alcuna capacità di reagire al pericolo della morte, considerata come una vera e propria liberazione:

Proceed, Solinus, to procure my fall.

And by the doom of death, end woes and all. […] Hopeless, and helpless, doth Aegeon wend, But to procrastinate his lifeless end.

(The Comedy of Errors, 1. 1. 1- 2; 157-8)

Al contrario Egeo veste i panni del pater familias sprezzante, la cui autorità conta in tutto e per tutto e deve essere accettata dalla figlia, a costo di far valere le

proprie ragioni dinanzi alla legge:

Full of vexation come I, with complaint Against my child, my daughter Hermia. Stand forth, Demetrius. My noble lord, This man hath my consent to marry her. […] Be it so she will not here before you Grace Consent to marry with Demetrius,

I beg the ancient privilege of Athens: And she is mine I may dispose of her; Which shall be either to this gentleman Or to the death, according to our law Immediately provided in that case.

(A Midsummer Night's Dream, 1. 1. 23-4; 39-45)

L'atteggiamento dimesso di Egeone si oppone anche alla reazione che l'altra vittima sacrificale, la giovane Ermia, assume dinanzi al rifiuto del proprio sogno d'amore. Anziché rassegnarsi con amarezza al verdetto infelice, la fanciulla continua a professare in pubblico la sua passione per Lisandro e accetta senza titubanze il piano di fuga dalla città che l'amato le propone:

LYSANDER : […] therefore, hear me, Hermia: I have a window aunt, a dowager Of great revenue, and she hath no child- From Athens is her house remote seven leagues- And she respects me as her only son.

There gentle Hermia, may I marry thee; And to the place the sharp Athenian law Cannot pursue us. If thou lovest me then, Steal forth thy father's house to-morrow night And in the wood, a league without the town, […] There will I stay for thee.

HERMIA : My good Lysander!

I swear to thee by Cupid's strongest bow,

By his best arrow, with the golden head, By the simplicity of Venus'doves,

By that which knitteth souls and prospers loves, […] In that same place thou has appointed me, To-morrow truly will I meet with thee.

(A Midsummer Night's Dream, 1. 1. 156-165; 167-172; 177-8).