The two Gentlemen of Verona (1590-6) apporta un contributo differente al Midsummer Night's Dream rispetto alle due commedie precedenti. Sulla base degli
studi compiuti da GIRARD 1998, è infatti possibile individuare nel motivo del quadrilatero amoroso che coinvolge i due protagonisti Valentino e Proteo e le dame Silvia e Claudia un'anticipazione della situazione vissuta dai quattro innamorati ateniesi. Inoltre i due testi presentano numerosi elementi in comune, che riguardano sia i personaggi che gli eventi della narrazione.
Nella I scena del Dream il re d'Atene viene distratto durante i preparativi delle sue nozze dall'improvvisa comparsa del nobiluomo Egeo, ansioso di metterlo al corrente di un incidente di grande importanza capitatogli. Egli informa il sovrano della riluttanza da parte della figlia Ermia ad accettare il promesso sposo da lui scelto :
Full of vexation come I, with complaint Against my child, my daughter Hermia. Stand forth, Demetrius. My noble lord This man hath my consent to marry her. Stand forth Lysander. And, my gracious Duke, This man hath bewitch'd the bosom of my child. (A Midsummer Night's Dream, 1. 1. .23-7).
La scena richiama da vicino l'incontro all'apertura del III atto de The Two
Gentlemen tra il giovane veronese Proteo e il duca di Milano, che apprende il
progetto di rapimento notturno di sua figlia Silvia ad opera di Valentino, migliore amico dello stesso Proteo. Anche se Proteo ha trovato a Verona l'amore con la dama Giulia, un unico incontro con Silvia diventa sufficiente per innescare nel suo animo un desiderio folle. Silvia ama infatti corrisposta Valentino (l'altro gentiluomo di cui parla il titolo), amico d'infanzia di Proteo al quale egli confida tutti i suoi pensieri più nascosti tra i quali l'intenzione di scappare con la sua amata.
Al cospetto del duke di Milano, Proteo sfrutta perfidamente la confessione del suo rivale per rovinarlo, ricorrendo ad un discorso intriso di adulazione che si avvicina a quello pronunciato di fronte a Teseo:
My gracious lord, that which I would discover, The law of friendship bids me to conceal: But when I call to mind your gracious favours Done to me, undeserving as I am,
My duty pricks me on to utter that,
Which else no worldly good should draw from me. Know, worthy prince, Sir Valentine, my friend, This night intends to steal away your daughter; Myself am one made privy to the plot.
I know you have determined to bestow her On Thurio, whom your gentle daughter hates; And should she thus be stolen away from you, It would be much vexation to your age. (The Two Gentlemen of Verona, 3. 1. 1-17)
Il lamento di Egeo recupera da quello di Proteo non soltanto il timbro, ma anche l'impiego di talune espressioni come “my gracious lord” e “vexation”.
Le analogie tra le due situazioni coinvolgono anche i colpevoli che vengono puniti : Valentino ed Ermia.
Valentino è scaltramente raggirato dal signore di Milano, che riesce ad ottenere con l'inganno la conferma del piano di fuga con Silvia e gli intima di lasciare la città per salvarsi la pelle. Il giovane si vede obbligato ad accettare subito la pena, ma un futuro lontano dalla sua amata gli appare simile ad una morte in vita:
And why not death, rather than living torment? To die, is to be banished from myself:
And Silvia is myself: banish'd from her Is self from self- a deadly banishment! […] I fly not death, to fly his deadly doom: Tarry I here, I but attend on death;
But, fly I hence, I fly away from life.
(The two Gentlemen of Verona, 3. 1. 170-3; 185-6)
Nel Dream, Ermia può invece optare per una soluzione alternativa alla condanna a morte, e sceglie di annullare il resto della sua esistenza all'interno delle mura di un convento (“So will I grow, so live, so die, my lord” 1. 1. 79).
Se spostiamo la nostra attenzione sui meccanismi dell'intreccio amoroso, il raffronto tra i due episodi fornisce un'altra analogia, cioè la completa indifferenza paterna ai sentimenti delle proprie figlie. Nei Two Gentlemen il duca di Milano ha scelto di dare in sposa sua figlia al sire Turione, e trasforma a suo vantaggio il progetto di fuga di Valentino, che elimina un ostacolo pericoloso per i suoi piani. Il sovrano nutre dentro di sé la speranza che presto Silvia si innamori del pretendente da lui scelto, così da non essere costretto a macchiarsi della colpa di imporre la propria volontà arbitrariamente alla figlia.
Il suo tatto e la sua furbizia non trovano alcun corrispondenza nel carattere villano dell'Egeo del Dream, al quale non interessano i pensieri della figlia né tantomeno il suo rapporto d'amore con Lisandro. Demetrio rappresenta l'unico possibile marito per Ermia, che non potrà mai intralciare le preferenze del padre, il depositario assoluto del suo futuro e della sua vita:
[…] And, my gracious Duke,
Be it so she will not here before your grace, Consent to marry with Demetrius,
I beg the ancient privilege of Athens: As she is mine, I may dispose of her; Which shall be either to his gentleman, Or to her death, according to our law Immediately provided in that case.
(A Midsummer Night's Dream, 1. 1. 38-44)
E il re Teseo, custode supremo del potere legale, si dimostra pronto ad avallare le rivendicazioni del genitore in base alla loro completa liceità.
Una volta emessa la loro intenzione di allontanare i rivali dei loro pretendenti, tanto il duca di Milano quanto Egeo (ed in seconda battuta anche Teseo, benchè obbligato dalle circostanze) “si allontanano maestosamente e non svolgono alcun ruolo nelle vicende della generazione più giovane”, come sostiene GIRARD 1998 (:63). Dal momento in cui pronunciano la loro sentenza, quelle che potremmo definire “le figure di potere” vengono poste a margine della narrazione principale e recuperate nel finale per favorire sulla scena l'evoluzione dei rapporti d'amore tra i giovani.
Per illustrare le fasi che caratterizzano lo sviluppo del motivo amoroso, ho elaborato un diagramma che mette in rilievo la rete di corrispondenze tra le due opere:
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