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Per quanto riguarda invece le cariche nella Tebaide e l'Augustamnica, l'altra provincia istituita dal 341, non si osservano dei riflessi delle dinamiche politiche che si osservano nella capitale. Si osserva però, come ha giustamente notato I. Tantillo, che anche in Egitto tra 349 e 351 alcuni governatori portano il titolo di comites et praesides. A quelli che lo studioso individuava per la Tebaide a partire dal 349, ovvero Flavius Strategius e Flavius Domitius Asclepiades che porta il titolo di comes flavialis,110 si devono aggiungere forse altri due che furono in carica

nell'Augustamnica: Flavius Areianus Alypius, e forse Flavius Agrippa, anche se per quest'ultimo la sua carica nella provincia e la datazione di questa sono incerti.

Nelle attestazioni relative a questi due personaggi non ci sono indizi di una variazione rispetto ai governatori in carica in precedenza: a entrambi sembrano indirizzate le stesse tipologie di documenti e sono sottoposte le stesse questioni degli altri governatori di provincia.

Sembra di dover concordare con Tantillo, sulla base dei dati che ha raccolto sull'Egitto e altre aree, che queste cariche compaiono alla metà del IV sec. in zone difficili e la loro progressiva diffusione potrebbe indicare, dunque, la necessità di dotare i governatori di maggiori capacità di azione, anche in ambito militare.111 Fa riflettere tuttavia il fatto che Flavius Areianus Alypius in carica

nell'Augustamnica si aggiunga all'eccezione già ammessa dallo studioso di Gaudentius in carica in Venetia et Histria. L'Augustamnica non pare infatti un'area interessata da scontri a differenza della Tebaide. Non sembra dunque di poter escludere la possibilità che Costanzo avesse valorizzato questi ufficiali con un titolo onorifico di comes (o comes flavialis nel caso di Flavius Domitius Asclepiades), ma che questo non si riflettesse in tutte le circostanze come una effettiva estensione delle loro competenze.

110

Sulla comitiva flavialis vd. Scharf 1996. In Tantillo 2012, p. 90 si considera con questo titolo anche Senecio, tuttavia la sua carica in P.Abinn. 1 appare quella di comes limitis dunque la ricostruzione del suo titolo come comes et

praeses risulta ipotetica. Vd. anche Carrié 1998, p. 113.

111

Tantillo 2012, pp. 86-87. Ai personaggi citati dallo studioso bisogna però aggiungere Flavius Areianus Alypius in carica nell'Augustamnica nel 352 (vd. scheda Flavius Areianus Alypius).

I. 5. Giuliano e Gioviano: una fase di passaggio (361-364)

L'ultimo prefetto nominato da Costanzo II fu Gerontius, che secondo l'Historia Acephala ne comunica la morte ad Alessandria (Hist.Aceph. 2, 8). L'arrivo di Giuliano però non segna la fine della sua prefettura, anche se il deciso cambiamento portato da questo imperatore in ambito religioso non poteva non influire anche sulla scelta del governatore dell'Egitto.

Troviamo infatti in carica ad Alessandria dopo Gerontius uno dei corrispondenti dell'imperatore: Olympus signo Ecdicius. Nell'epistola 107 vediamo che il prefetto è incaricato dall'imperatore di reperire i libri della biblioteca di Giorgio il cappadoce, che era stato insediato da Costanzo II come vescovo al posto di Sant'Atanasio e che era morto poco tempo prima. L'imperatore richiede al prefetto soprattutto libri di letteratura e retorica e chiede di distruggere quelli contenenti dottrine cristiane. Dalle lettere a lui rivolte vediamo inoltre che il governatore riceve disposizioni legate alla politica religiosa: nell'epistola 109 l'imperatore esorta il prefetto a incoraggiare i giovani nel dedicarsi alla musica sacra, dichiarando che è pronto a stanziare dei fondi a questo scopo.

L'adesione del governatore alla politica religiosa di Giuliano risulterebbe anche dalla testimonianza di Ammiano Marcellino, secondo la quale un prefetto, identificabile con Olympus, informa l'imperatore della cattura di Apis, secondo un antico rito della religione tradizionale egiziana.112

Con la morte di Giuliano e l'arrivo di Gioviano non si nota però una cesura netta. Si osserva che l'imperatore appena insediato si affretta a comunicare il ritorno di una politica imperiale favorevole al cristianesimo, però non rimuove il prefetto di Giuliano e osserviamo che anche il successore, Hierius, si dimostra di religione pagana. Del resto nel suo breve regno Gioviano non ebbe probabilmente la possibilità di preoccuparsi delle vicende dell'Egitto e si nota che anche in questo caso abbiamo un anno in cui si avvicendano tre governatori, come nel caso del 359, quando fu rimosso Memmius Pontius Ptolemaeus (cfr. II. 3. 3).

112 Nel testo il prefetto è indicato come rector Aegypti. Il termine rector risulta generico ed è usato da Ammiano per alti

ufficiali di vario tipo (cfr. den Boeft – den Hengst – Teitler 1987, p. 4 n. comm. a Amm.Marc. XX 1, 1), tuttavia la specificazione Aegypti e il fatto stesso che Giuliano avesse rapporti con il prefetto Olympus rendono l'identificazione di questo prefetto quella più plausibile ed è per lo più accettata dai commentatori, vd. Il commento al passo in Wagner – Erfurdt 1808, p. 403 e den Boeft – den Hengst – Teitler 19872, p. 248 n. comm. a Amm.Marc.

XXII 14,6, cfr. anche l'edizione Belles Lettres, dove non si propone l'identificazione del personaggio ma si afferma che rector Aegypti indica il prefetto, Fontaine 1996, vol. III, p. 327 n. 997.

I. 6. Da Valente a Teodosio: l'Egitto diventa diocesi

Nella lunga fase che segue del governo sull'Egitto di Valente e poi di Teodosio, non sembra di osservare particolari variazioni nell'interazione tra politica imperiale e i prefetti. Questo però è anche dovuto al fatto che abbiamo poche informazioni sui prefetti di Alessandria, che sono attestati quasi unicamente nelle Costituzioni imperiali, nei consularia e talvolta nell'epistolario di Libanio. Una svolta è costituita però dall'elevazione dell'Egitto al rango di Diocesi: si concorda con la datazione più accettata che colloca il passaggio al 381/382, quando negli atti del concilio di Costantinopoli si trova menzione della Diocesi d'Egitto e nelle fonti del diritto è attestato Palladius con il titolo di prefetto Augustale.113 Questo passaggio sottraeva il prefetto all'autorità del comes

Orientis e si è ipotizzato che fosse connesso al bisogno di un'amministrazione più efficiente nel momento della spedizione di Teodosio contro i Goti (cfr. sotto II. 1).

Si nota che i prefetti augustali in carica in questi anni sempre più spesso furono personaggi con un legame con Costantinopoli e dall'epistolario di Libanio sappiamo che alcuni poi tornarono nella capitale dopo la carica o fecero parte del suo senato. Si pensa ai casi di Palladius o di Optatus (vd. schede Palladius II, p. 283 e Optatus, p. 286). Ma soprattutto di assoluto rilievo tra queste figure risulta Flavius Eutolmius Tatianus. Questo iniziò la propria carriera in Egitto nella Tebaide ma divenne prefetto sotto Valente tra 367 e 370 e poi arrivò a ricoprire l'incarico di prefetto del pretorio sotto Teodosio, richiamato nel momento in cui questo dovette fronteggiare l'usurpatore Maximus nel 388.

Soprattutto negli anni della sua prefettura al pretorio (388-392) osserviamo quindi personaggi che gli sono legati in carica in Egitto e in Tebaide. In quanto prefetto del pretorio nominò Publius Arrius Alexander secondo quanto si afferma in un'epistola di Libanio (Lib. Ep. 871 F) e insieme a questo governatore compare in un'iscrizione proveniente dall'area del Delta (vd. scheda Publius Arrius Alexander, p. 292). Come prefetto del pretorio, inoltre, è attestato nella dedica di una statua al praeses Thebaidos Flavius Ulpius Erythrius e in un'altra dedica, dove si menziona il governatore in carica Flavius Septimius Eutropius. Sembra dunque di dedurre che questo personaggio avesse mantenuto un legame con la regione egiziana anche quando ricoprì altri incarichi.

Delle testimonianze di tutt'altro tipo ci vengono dalla Tebaide, dove grazie all'archivio dell'officialis Flavius Isidorus, abbiamo molte informazioni sui meccanismi di prelievo fiscale gestiti dai governatori dalla carica di Flavius Heraclius nel 368 fino alla fine del secolo.114 Tra queste particolarmente

significativa risulta un attestazione relativa al governo di Ulpius Dorotheus, dove viene richiesta un'annona per la Libia, connesso secondo Wipszycka a una concentrazione di truppe in Cirenaica.

113

Si veda Lallemand 1964, pp. 76-77, ma anche Palme 1998, pp. 128-129 e Errington 2002.

I. 7. CONCLUSIONI

Da questa rassegna emerge in definitiva che la selezione dei prefetti fu connessa a vari fattori legati alla politica imperiale. Nella prima età tetrarchica in Egitto arrivano funzionari affidabili per i loro meriti e il loro legame con i sovrani. L'imperatore è più presente nella regione, soprattutto a seguito della rivolta di Domizio Domiziano, dove interviene militarmente. A seguito della rivolta sembrano visibili dai documenti dei segnali di distensione, volti a rafforzare il proprio legame con la popolazione egiziana, ma soprattutto misure volte a un maggiore controllo e a una amministrazione più efficiente, come la suddivisione della provincia in due parti (Aegyptus e Tebaide). A partire dalle persecuzioni contro i cristiani, si nota come anche la politica religiosa degli imperatori abbia influito sull'ascesa di certi personaggi.

Durante l'amministrazione di Licinio, si osserva un'interruzione della prefettura e una nuova suddivisione in più province (Aegyptus Iovia, Herculia, Mercuriana e Tebaide). In questo caso, i praesides a capo delle suddivisioni dell'antica provincia dell'Aegyptus non sembrano avere un'ascendenza illustre e intervengono attivamente per sostenere l'impegno bellico di questo sovrano contro Costantino. È quindi probabile che la loro ascesa fosse unicamente dovuta alla loro fedeltà al sovrano e non al loro prestigio individuale.

Con la vittoria di Costantino, viene invece ripristinata l'antica prefettura e di conseguenza vengono cancellati i cambiamenti apportati dal nemico, con un ritorno all'antica suddivisione in Aegyptus e Tebaide. In questa fase vengono insediati al governo dell'Egitto personaggi di origine occidentale, selezionati dall'imperatore probabilmente sulla base del loro buon operato in epoca tetrarchica. Non è invece visibile una cesura nel governo della Tebaide.

A partire dal regno di Costanzo II è evidente una maggiore ingerenza delle autorità palatine, che compaiono sempre più spesso nelle fonti. Questo fatto sembra dovuto a una volontà di maggiore controllo dell'autorità centrale sulla prefettura. In questo caso la scelta dei governatori risulta fortemente condizionata dalla politica religiosa imperiale e dalle delazioni di palazzo. I prefetti in carica in questo periodo appartengono all'élite culturale del tempo e intrattengono relazioni con Libanio. Non sembra un caso dunque che questo coincida con l'accesso alla prefettura di viri clarissimi, che avevano un background diverso dagli amministratori selezionati da Diocleziano, Licinio e Costantino.

Nell'ultima parte del secolo non sempre disponiamo di dati, tuttavia osserviamo una progressiva presenza di personaggi legati alla realtà di Costantinopoli e soprattutto della preponderanza di Flavius Eutolmius Tatianus, prima in quanto governatore e poi come prefetto del pretorio.