• Non ci sono risultati.

3 2 La prefettura d'Egitto e la religione sotto Costantino (330-337)

Le questioni religiose nella seconda metà del IV secolo non mancarono di coinvolgere soprattutto i prefetti d'Egitto per le controversie relative alla crisi ariana.99 Alcuni governatori infatti sono

coinvolti nelle complesse vicende dell'episcopato di Sant'Atanasio, che, come è noto, fu sul seggio vescovile di Alessandria tra 328 e 373.100 Occorre considerare anche che il coinvolgimento del

prefetto nella politica religiosa potrebbe risultare maggiore per le fonti di cui disponiamo per questo periodo: soprattutto le opere atanasiane, l'Indice delle Lettere Festali del vescovo e l'Historia Acephala, opera di compilatori che utilizzarono come fonti le efemeridi dell'episcopato di Alessandria.101 In ogni caso, non sembra di dover trascurare alcune delle informazioni che queste

fonti ci forniscono sull'autorità del prefetto in questo periodo.

Per quanto riguarda i documenti relativi alla controversia ariana, vediamo innanzitutto che Paterius, il prefetto in carica tra 333 e 335, riceve una Lettera da parte di Costantino dove si condanna Arius, e che la lettera viene consegnata dai magistriani Syncletius e Gaudentius (vd. scheda Paterius, p. 218).

Il predecessore di Paterius, Flavius Hyginus (in carica tra 330 e 332) e il successore Flavius Philagrius, durante il suo primo incarico tra 335 e 337, sono invece i prefetti coinvolti nell'inchiesta che gli avversari di Atanasio condussero nella Mareotide. Pare che Macario, un sacerdote legato ad Atanasio, si fosse recato presso Ischyras, accusato di non rispettare l'autorità del vescovo, e che i meliziani ne avessero approfittato per calunniare lui e Atanasio, accusando Macario di essersi reso colpevole di violenze. La vicenda sarebbe stata prima denunciata al prefetto Hyginus, ma poi venne discussa al Concilio di Tiro del 335 e una commissione d'inchiesta guidata da avversari di Atanasio sarebbe andata nella Mareotide, stavolta presso il prefetto Philagrius (vd. scheda Flavius Philagrius, p. 220).102 Queste vicende sono testimoniate soprattutto in opere atanasiane, dunque occorre

considerare con cautela la visione negativa che il vescovo fornisce di Philagrius, tuttavia per la presente indagine è soprattutto interessante notare che l'inchiesta, secondo il racconto di Atanasio, viene condotta da Philagrius insieme al comes Flavius Dionysius.103

Prendendo queste testimonianze nel loro insieme, si osserva dunque che per la prima nelle fonti

99

Si veda in generale Hanson2

1988 e Barnes 2011, pp. 120-126. Per un prospetto cronologico dei documenti emanati da Costantino e una discussione della cronologia vd. Barnes 2009, pp. 112-114 (tra questi uno menziona il prefetto Paterius, vd. scheda Paterius, p. 218).

100

Si veda per la cronologia l'introduzione di Camplani 2003, cfr. anche Barnes 2001, pp. XI-XII.

101 Gli studi di A. Camplani hanno contribuito ad una migliore valutazione di queste testimonianze. È stato infatti

dimostrato sulla base delle palesi contraddizioni tra l’Indice e le intestazioni delle Lettere Festali, che queste erano legate a due raccolte differenti delle epistole atanasiane. La prima (alla quale è collegato l’Indice) è stata prodotta in un ambiente alessandrino, la seconda (alla quale sono legate le Intestazioni) è legata alla realtà di Thmouis (Camplani 1989, pp. 190-193, cfr. Barnes 2001, pp. 183-192).

102

Vd. sotto p. 209 n. 519 e vd. I. 3. 2.

egiziane sono presenti dei funzionari che rappresentano l'autorità centrale che comunicano la volontà dell'imperatore al governatore di Alessandria (i magistriani o agentes in rebus) o che svolgono con il prefetto delle inchieste (il comes). Si apre dunque una fase diversa nel governo della regione, dove, come avremo modo di vedere, personaggi legati alla corte e all'élite della nuova capitale saranno progressivamente più presenti. Occorre infine considerare che negli stessi anni le risorse granarie dell'Egitto vengono riservate esclusivamnete all'annona di Costantinopoli e non vengono più inviate a Roma. Alessandria o Pelusio erano sicuramente i centri dove le risorse erano convogliate e della procedura si occupava un praefectus annonae Alexandriae.104 Sembra quindi estremamente probabile che il controllo del

prefetto da parte dell'imperatore rivestisse un'importanza sempre maggiore, a partire almeno dal 332.105

Per quanto riguarda invece la provincia della Tebaide, la documentazione non ci restituisce testimonianze di una forte influenza sulla regione delle vicende politiche di Alessandria. Si segnala però una testimonianza diversa ma significativa: sembra databile in questi anni la dedica da parte del praeses Flavius Iulius di una chiesa. Non occorre certo vedere in questo atto solo un segno di devozione ed è probabile che la costruzione di una chiesa in quei luoghi fosse anche finalizzata a un controllo del territorio e a cercare il favore della popolazione (vd. scheda Flavius Iulius, p. 355). In ogni caso, sembra un segno della decisa svolta segnata dal regno di Costantino in ambito religioso.

104

Questo ufficiale è attestato nella documentazione papiracea e in una costituzione imperiale a partire dalla metà del IV sec.: P.Oxy. LXIII 4369 (345); C.Th. XII 6, 3 (01.08.349); P.Ryl. IV 652 (= SB XXIV 16262; pre-374); P.Mich. XX 816 (= P. Turner 45; post-10.04.374); P.Oxy. XXIV 2408 (16.07-13.08.397); SB XXIV 16261 (432). Per una descrizione del ruolo di questo funzionario vd. Hoogendijk 1996, pp. 166-169. Per la procedura cfr. l'introduzione a P.Mich. XX, pp. 15-23.

105

B. Sirks metteva in evidenza come il grano dell'Egitto non venisse più convogliato verso Roma probabilmente già a partire dagli inizi del IV sec., in particolare prima del 308, e che già P.Oxy. XVII 2113, databile al 316, attestasse un rifornimento diretto da Alessandria a Eraclea e a Bisanzio (vd. per una discussione dettagliata scheda Aurelius

Antonius, p. 300 e la Sinossi). Rimane certo però che P.Oxy. XVII 2113 non attesta la nascita di una distribuzione

annonaria, ma soltanto l'invio dei beni, probabilmente riservati in questo caso alle truppe stanziate a Oriente (cfr. p. 00 n. 00). Rimane certo, quindi, che le risorse dell'Egitto sono stabilmente inviate a Costantinopoli a partire dal 332, con l'istituzione dell'annona nella capitale (Sirks 1991, pp. 198-201). Sulla riorganizzazione dei flussi annonari che comportarono un maggiore investimento della classe dirigente romana in Sicilia vd. Vera 1997-1998, spec. sull'Egitto pp. 40-49.