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II.1. I governatori dell'Egitto nel contesto dell'amministrazione provinciale

Le province egiziane si trovarono a partire dal regno di Diocleziano comprese in strutture sovraregionali. Almeno dopo il 298, infatti, l'Egitto entrò a far parte della Diocesi di Oriente, una struttura di creazione Dioclezianea, dove l'imperatore pose a capo un ufficiale che aveva autorità su più province, poi definito vicario.115 Non occorrerebbe tuttavia vedere fin da subito una rigida

gerarchizzazione tra le cariche di vicario e governatore nella ripartizione delle competenze,116

sembra invece che queste siano state definite progressivamente nel corso del IV secolo.117

È però significativo che proprio nel 298, dopo la rivolta di Domizio Domiziano (vd. sopra), troviamo un personaggio in Egitto con il titolo di διαδεχόμενος τὰ μέρη τῶν ἐξοχωτάτων ἐπάρχων corrispondente greco del latino agens vice praefectorum praetorio. L'attestazione è P.Oxy. XII 1469, una petizione che la comunità di Paimis rivolge a Aemilius Rusticianus, relativamente a un problema nella riparazione delle dighe (vd. per i dettagli v. Aemilius Rusticianus, p. 145).

È significativo che questo ufficiale venga interpellato per confermare quanto era già stato stabilito, a seguito di un controllo da parte della prefettura. Ai rr. 16-19 prima della richiesta vera e propria si legge: τοῦ οὖν πεπιστευμένου τὰ χώματα ὑπὸ τῆς ἡγεμονίας, καὶ ουτσ̣οσ̣ς ἄλλου τινὸς μάρτυρος ἀμείνονος, τὴν γενο(μένην) ὑφʼ ἡμῶν ἀπεργασίαν ἐπισταμέν[ο]υ, καὶ τῆς τοῦ βοηθοῦ τοῦ στρατηγοῦ κακουργίας καταφανοῦς οὔσης, τὴν πρόσοδον ἐπὶ σὲ ποιούμεθα διὰ τῆσδε τῆς δεήσεως δεόμενοι

Dunque visto che l'ufficiale delle dighe incaricato dalla prefettura – rispetto al quale non c'è un altro miglior testimone - è venuto a conoscenza del lavoro fatto da noi e dell'inadempienza dell'assistente dello stratego, facciamo ricorso a te attraverso questa richiesta pregando(ti) di...

Le due cariche appaiono dunque agire in continuità e vengono considerate ugualmente dai petenti come autorità di supporto contro l'inefficienza del sottoposto dello stratego, ma il giudizio di Aemilius Rusticianus appare quello definitivo, dunque superiore a quello del governatore.

115 Le diocesi, a quanto sappiamo dalla Notitia Dignitatum erano 12 nel momento in cui questo testo fu redatto

(probabilmente alla fine del IV sec. o all'inizio del V). È opinione diffusa tra gli studiosi che l'i stituzione di questi raggruppamenti sia iniziata a partire dal 297/298 ma sono state proposte varie date, vd. Zuckerman 2002, pp. 620- 622 per un riassunto della questione e ulteriore bibliografia. L'ipotesi dell'introduzione delle diocesi nel 298 risulta comunque compatibile con i dati presi in esame in questo studio. È infatti in quella data che in Egitto è attestato l'intervento di Aemilius Rusticianus, che porta il titolo di agens vices praefectorum praetorio, assimilabile a quello di vicarius (vd. scheda Aemilius Rusticianus, p. 145), vd. sopra II. 1 e in generale Porena 2003, pp. 152-186 e Porena 2010, pp. 537-538. A favore invece della datazione al 314 Zuckerman 2002.

116

Jones 1964 LRE, p. 374, cfr. per l'Italia Cecconi 1994, pp. 19-20.

La carica di questo personaggio tuttavia è stata variamente interpretata come quella di vice- prefetto del pretorio o come quella di vicario,118 poiché l'espressione agens vice praefectorum

praetorio era effettivamente utilizzata nel III sec. per indicare il supplente del prefetto del pretorio quando questo si trovava fuori dalla città di Roma.

Secondo una distinzione del grammatico Cledonius (VI sec.), le due cariche sarebbero state differenti: si doveva considerare vice-prefetto un ufficiale nominato temporaneamente che di fatto sostituiva il prefetto del pretorio acquisendone il potere (ma non l'autorità), mentre il vicario era un ufficiale con un mandato permanente sulla diocesi di sua competenza, subordinato al prefetto del pretorio.

Il passo in questione recita infatti:

Saepe quaesitum est utrum vicarius dici debeat etiam is qui ordine codicillorum vices agit amplissimae praefecturae; ille vero cui vices mandantur propter absentiam praefectorum, non vicarius sed vices agens, non praefecturae sed praefectorum, dicitur tantum.

In effetti, seguendo questo ragionamento, a differenza dei vice-prefetti del pretorio che da sempre erano sostituti che prendevano temporaneamente tutte le funzioni dei prefetti, i vicarii erano funzionari che avevano autorità su un territorio circoscritto ed erano subordinati ai prefetti del pretorio, dunque non potevano avere le stesse funzioni di un supplente.

Questa distinzione è stata sostenuta da Borghesi e Cuq, ma oggi non viene mantenuta119 e si pensa

piuttosto che la distinzione di Cledonius sia frutto di una riflessione a posteriori e non rifletta la natura della carica in epoca precedente.

Sembra invece più plausibile che in una fase iniziale, poco dopo l'istituzione dei vicariati, l'espressione agens vices praefectorum praetorio fosse mantenuta per indicare il vicario, forse per rendere l'introduzione di un nuovo ufficiale meno evidente (e traumatica) agli occhi dei contemporanei, finché l'espressione non fu sostituita definitivamente dal termine meno ambiguo di vicarius, più frequente a partire dal IV sec.120 La testimonianza di P.Oxy. XII 1469 testimonierebbe

quindi l'azione di un vicario in Egitto all'indomani della rivolta di Domizio Domiziano, quando il governo dell'Egitto era entrato in crisi (cfr. sopra I. 1. 2 e I. 1. 3).

Il prefetto d'Egitto e gli altri governatori si trovarono però anche sottoposti all'autorità del prefetto

118 Lallemand 1964, p. 55 non sceglieva tra le due cariche, pur escludendo la prima ipotesi degli editori che questo

fosse un vice-prefetto.

119 Vd. Cuq 1899 e Cuq 1912 e cfr. Arnheim 1970 per una revisione dell'opinione tradizionale.

120 Porena 2003, pp. 179-182. Per una lista dei vicarii noti, tra i quali Aemilius Rusticianus, vd. Porena 2007, pp. 261-

262. Cfr. più recentemente Wiewiorowski 2015, pp. 46, dove le espressioni vicarius, agens vice prefectorum, agens

del pretorio, un'istituzione che subì grandi trasformazioni, soprattutto sotto Costantino, a partire dal 327-330.

Innanzitutto sotto il regno di Diocleziano, i prefetti del pretorio erano due, ciascuno legato a un Augusto, come era la prassi per gli imperatori che regnavano in coreggenza. Questi ufficiali persero poi progressivamente le loro competenze militari, a favore di quelle civili. Finì di conseguenza l'epoca dei prefetti del pretorio vicini all'imperatore, che potevano tentare delle usurpazioni e che avevano segnato le turbolente vicende dell'anarchia militare. Sotto Costantino il numero di prefetture fu portato a cinque e il legame di questi ufficiali a una certa area ne uscì rinforzato. Si è perciò parlato di «regionalizzazione» di questa istituzione.121 Dunque l'Egitto continuò ad essere

compreso nella diocesi d'Oriente, che dal 335 ebbe a capo un comes con un mandato diocesano, ma questa a sua volta venne compresa nella prefettura d'Oriente, con a capo il prefetto del pretorio, il cui officium risiedeva a Costantinopoli.122

Solo raramente queste autorità compaiono nelle fonti papiracee e questo lascia supporre che avessero contatti sporadici con i governatori delle province egiziane. Si è tuttavia constatato, che, almeno a partire dal regno di Costanzo II, dopo la prima prefettura di Flavius Philagrius le figure legate all'autorità imperiale sono citate sempre più spesso in alcune fonti letterarie e vediamo che sotto la seconda prefettura di Philagrius, in P.Oxy. LV 3794, il prefetto attua una disposizione dei prefetti del pretorio e si riferisce a queste autorità come suoi superiori: πρὸς τὴν ἀνυπέρβλητον ἐ[ξ]ουσίαν τσ̣[ῶ]ν σ̣ κυρίων μου [τῶν] [λαμπροτάτων] ἐπάρχων. È dunque evidente una maggiore influenza delle autorità sovraordinate sull'Egitto, a partire dagli anni '30-'40 del IV sec., anche se la posizione dei governatori presenti nella regione non appare del tutto svalutata rispetto al passato.

Una svolta fu segnata dall'elevazione dell'Egitto al rango di Diocesi. Sembra opportuno concordare con l'opinione più diffusa e porre il cambiamento con Palladius, il primo prefetto a portare il titolo di praefectus augustalis in C.Th. VIII. 5. 37. In questo caso il cambiamento si spiegherebbe con uno snellimento nell'amministrazione della regione, con la rimozione dell'autorità del comes Orientis a causa della guerra gotica di Teodosio, quando si voleva avere un più stretto controllo della regione.123

121 Si seguono le conclusioni dello studio di P. Porena, vd. Porena 2003, spec. pp. 563-575. 122

Porena 2010, p. 541 n. 23.

123

Errington 2002, spec. pp. 69-70. Come si è detto (vd. I. 6) e si avrà modo di sottolineare nella scheda relativa (vd. scheda Flavius Eutolmius Tatianus, p. 271), non sembra sufficientemente supportata l'attribuzione del titolo di prefetto augustale già a Flavius Eutolmius Tatianus durante la sua prefettura tra 367 e 370, sostenuta anche da Jones e seguita nella PLRE. Questo personaggio, infatti, quando è in carica in Egitto, compare in tutte le attestazioni come praefectus Aegypti. Di conseguenza non si appoggia l'interpretazione proposta di recente da N. Lenski, secondo la quale l'elevazione dell'Egitto a rango di diocesi sarebbe dovuta alla necessità di grano durante una forte carestia nel 370 (Lenski 2002, p. 280). In ogni caso resta valido il principio che la creazione della diocesi d'Egitto doveva permettere un'azione più veloce dell'autorità nell'incamerarne e gestirne le risorse in un momento di crisi.

II. 2. La posizione del prefetto rispetto agli altri governatori delle province egiziane Sulla base della documentazione, dove si esclude la possibilità di una giurisdizione concorrente tra prefetto e praesides delle altre province,124 non sembra di rilevare una differenziazione

gerarchica tra praefectus Aegypti da una parte (o dal praeses dell'Aegyptus Iovia nel periodo in cui fu in carica) e praesides delle altre province dall'altra, in una situazione ordinaria. Non si sono rilevati esempi significativi di interventi del prefetto in aree diverse da quelle della provincia di sua competenza o riferimenti a ordini del prefetto ai praesides.

Bisogna però mettere in rilievo che Alessandria rimase, come è naturale, il centro verso il quale convogliare le risorse da distribuire in altre aree dell'impero: in P.Oxy. XVII 2113, una lettera amministrativa databile al 316 proveniente dall'Aegyptus Herculia, si richiede l'esazione di una tassa in tempi rapidi su ordine del praeses in modo che i proventi siano trasportati da Alessandria e Bisanzio e Eraclea. Nella seconda metà del secolo (373), abbiamo in P.Mich. XX 812 (= SB XIV 11615) un processo di fronte al praeses dell'Augustamnica, che riguardava un addetto alla consegna di grano ad Alessandria. Sembra inoltre significativo che, tra i pochi documenti che attestano il praefectus annonae Alexandriae,125 uno di questi P.Ryl. IV 652 (= SB XXIV 16262), databile prima

del 374, attesti la consegna ad Alessandria di un carico di grano proveniente da Hermoupolis, che a quell'epoca faceva parte della provincia della Tebaide (vd. III. 6. 1).

È quindi verosimile supporre che il prefetto, in quanto residente nella capitale egiziana, mantenesse un prestigio maggiore, soprattutto dopo che Costantino ripristinò la carica dopo l'amministrazione di Licinio (325), ma anche quando l'area di sua competenza venne ristretta nuovamente con la creazione dell'Augustamnica. Emerge inoltre che solitamente i praesides delle altre province risultano talvolta di origini oscure rispetto a prestigiosi personaggi che ancora raggiungono la prefettura d'Egitto per tutto il IV sec. (vd. sotto II.2, II. 3 e II.3.1-3). Tuttavia non possiamo escludere che questo sia dovuto all'assenza di dati e abbiamo anche tra i governatori della Tebaide qualche personaggio più illustre, come sembra apparentemente Flavius Domitius Asclepiades, che porta il titolo di comes flavialis et praeses, dunque non soltanto la carica di comes et praeses attestata anche per altri governatori di provincia alla metà secolo.126

In questo senso, sembra verosimile ipotizzare che disposizioni imperiali o richieste di risorse fossero diramate dal prefetto ad altri governatori, senza che questo avesse un'autorità concorrente e sovraordinata rispetto alla loro.

In altre parole, il governatore di Alessandria non avrebbe avuto formalmente il diritto di intervenire in aree diverse, ma al più di coordinare l'azione dei governatori nell'esazione di 124 Cfr. sotto III. 1. 3.

125

Per un elenco complessivo delle attestazioni vd. p. 00 n. 00.

determinate tasse o per determinati compiti specifici che coinvolgessero il trasporto di beni all'amministrazione centrale, per il fatto che aveva il potere sulla capitale storica della regione, nonché centro di comunicazione col resto dell'impero. I governatori delle altre aree, invece, avrebbero dovuto in ogni caso provvedere autonomamente ad amministrare la provincia di loro competenza.

II. 3. Le personalità dei governatori delle province Egiziane

Si raccolgono in questa sezione i risultati dell'indagine sulle carriere dei governatori delle province egiziane. Questi dati sembrano di interesse per comprendere quale posizione avesse un incarico in Egitto nel loro cursus e per osservare se ci sono variazioni nel corso del secolo. Si rimanda invece alle schede relative ai singoli personaggi per una discussione dettagliata delle fonti.