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Menzioni indirette dei governatori in altre categorie di documenti

IV 2. 3 Lettere amministrative

IV. 3 3 Petizioni

IV. 5. Menzioni indirette dei governatori in altre categorie di documenti

Nelle menzioni indirette presenti in varie tipologie di documenti (petizioni ad altre autorità, ricevute di tasse, dichiarazioni e così via) troviamo perifrasi simili a quelle riscontrate nelle petizioni con un sostantivo che indica una virtù, seguito eventualmente dall'appellativo κύριος μου, dall'epiteto di rango, dal genitivo della carica e dal nome. Come si era accennato, in questo caso le espressioni sono più variabili e talvolta viene omesso il sostantivo della virtù, talvolta il genitivo di κύριος μου, talvolta il titolo di rango o anche la carica del governatore. Si può però rilevare che le uniche virtù menzionate sono quelle più frequenti nelle petizioni (ἀνδρεία, ἀρετή, μεγαλῖον), oltre al termine ἐξουσία, autorità.210

La carica fino al 325 viene espressa indifferentemente con il sostantivo ἡγεμών sia per i prefetti che per i praesides, anche se sporadicamente compariva già la titolatura completa di ἔπαρχος Αἰγύπτου. A partire da questo anno, ovvero dalla data di P.Oxy. LIV 3756 (26.01/24.02.325, mese di Mecheir), vediamo invece che la titolatura di διασημότατος ἔπαρχος Αἰγύπτου diventa la sola attestata in tutti i contesti. Si nota in aggiunta che talvolta viene utilizzato come sinonimo anche il termine ἄρχων (molto frequente nelle fonti letterarie e in documenti del VI sec.),211 ma solo

sporadicamente in senso generico di «funzionario, governatore».212

210 Questo termine ricorre soprattutto in documenti relativi al praeses Thebaidos degli ultimi decenni del IV sec., dove

troviamo il termine ἐξουσία seguito dal genitivo dell'espressione κύριος μου λαμπρότατος ἡγεμών al genitivo (vd. P.Oslo III 128, P.Lips. I 58, 61, 62, 63, PSI VIII 951, SB XVIII 13252, P.Flor. I 95). È però particolarmente significativa una precoce attestazione del termine per il prefetto in P.Oxy. LX 4079-4080 (due copie di una nomina a una liturgia). Qui troviamo un riferimento all'ἐπαρχική ἐξουσία del prefetto Septimius Zenius e si constata ancora una volta che, se prima l'aggettivo comunemente usato sia per i prefetti che per i praesides era comunque ἡγεμονικός, abbiamo in questo caso il corrispondente ἐπαρχικός per distinguere maggiormente l'autorità del prefetto.

211 Gascou 1998, p. 61 n. 3 per una lista delle prime attestazioni. 212

Si vedano le attestazioni in P.Oxy. LIV 3757 e 3758 dove si fa riferimento al timore che l'avversario non ha avuto nei confronti del prefetto (ai rr. 8-9 e 84-85). Il termine viene usato anche in una petizione a Sabinianus praeses

Mercurianae, dove si fa riferimento a provvedimenti di altri governatori (P.Sakaon 42). Una prima attestazione di

ἄρχων usato in maniera simile a ἡγεμών si trova solo in P.Lips. I 37 dove al r. 27 troviamo l'espressione τῆς ἐπιδήμιας τοῦ κυρίου μου ἄρχοντος databile al 389 (vd. nota precedente).

IV. 6. CONCLUSIONI

Per quanto riguarda la titolatura ufficiale, osserviamo in definitiva che, se fino al 291 abbiamo prescritti di petizioni al prefetto sia con ἔπαρχος che con ἡγεμών, come notava già Bastianini, da quel momento avviene una differenziazione più netta e ἔπαρχος rimane l'unico termine in uso.

Negli editti e nei prescritti delle petizioni il prefetto viene indicato uniformemente col nome, l'epiteto di rango (διασημότατος poi λαμπρότατος) e la carica di ἔπαρχος Αἰγύπτου. I praesides della Tebaide e delle altre suddivisioni amministrative, invece, sono indicati similmente con il titolo di rango, con i termini ἡγεμών oppure ἡγούμενος seguiti dal genitivo della suddivisione.

Si nota che la suddivisione compare sempre nelle petizioni ai praesides dell'Aegyptus Herculia e Mercuriana,213 mentre viene omessa in alcune petizioni ai praesides della Tebaide e

dell'Augustamnica, ma non possiamo escludere che questo sia un fatto casuale e che potesse avvenire talvolta anche nelle altre province, dunque non può considerarsi un tratto regionale.214

Nei verbali di udienza bilingui, dove la titolatura del governatore compare in latino, troviamo poi la forma di vir perfectissimus praefectus Aegypti o vir perfectissimus praeses Thebaidos corrispondente a quella in greco.

Per quanto riguarda invece l'epiteto di rango, che compare in tutte le tipologie, come è noto, si conferma che a partire dalla prima prefettura di Flavius Philagrius nel 334, i prefetti possono portare il rango di λαμπρότατος vir clarissimus215 tuttavia, grazie alla testimonianza di P.Ammon II 27

sappiamo che ancora Flavius Nestorius, in carica tra 345 e 352, aveva il rango di vir perfectissimus. È quindi presumibile che ci sia stata una fase di oscillazione dopo la quale i prefetti sono tutti viri clarissimi, sicuramente a partire da Iunius Olympus signo Ecdicius, il cui titolo di vir clarissimus/λαμπρότατος è attestato in P.Oxy. LI 3627 (vd. scheda Iunius Olympus signo Ecdicius).216

I praesides dell'Aegyptus Iovia, Herculia e Mercuriana sono sempre viri 213

In queste petizioni l'indirizzo può presentarsi indifferentemente col termine ἡγεμών o ἡγούμενος seguito dal genitivo della suddivisione, si vedano per l'Aegyptus Herculia P.Cair.Isid. 74 e la sua copia in P.Merton II 91, P.Col. VII 169 e le sue copie in P.Col. VII 170 e P.Cair.Isid. 76, P.Sakaon 40, P.NYU I 1a, PSI XVI 1628, P.Sakaon 93. Per il

praeses Aegypti Mercurianae vd. P.Sakaon 41 e P.Sakaon 42.

214 L'indirizzo dove si usa semplicemente l'espressione διασημότατος ἡγεμών è in P.Grenf. II 78 (= M.Chr. 63 = P.Nekr.

38), P.Nekr. 43 dell'archivio dei nekrotaphoi dell'Oasis Magna e P.Panop. 24 (= SB XII 11217) e P.Panop. 25 (= SB XII 11218) provenienti da Panopolis. Nei papiri di Kellis, P.Kellis I 19a (= SB XXIV 15901) e P.Kellis I 20 troviamo invece ἡγούμενος Θηβαίδος. L'espressione διασημότατος ἡγεμών senza il genitivo Αὐγουσταμνίκης compare invece in SB XVI 12814 e P.Col. VII 172 (cfr. copia in P.Col. VII 173), con il genitivo invece nelle altre attestazioni, P.Oxy. L 3578, CPR V 12 (notare però che in questo caso l'ufficiale porta anche il titolo di comes) e P.Amh. II 142

215 Questo personaggio porta il rango di vir clarissimus anche nelle attestazioni della sua prima prefettura qualche anno

prima (P.Sakaon 45, P.Oxy. XLIII 3129 e P.Oxy. XII 1470), ma il suo successore Flavius Antonius Theodorus, attestato in P.Oxy. I 67, porta nuovamente il rango di vir perfectissimus.

216 Sembra più prudente non trarre conclusioni per quanto riguarda i prefetti in carica tra la prefettura di Flavius

Nestorius e quella di Iunius Olympus poiché non sono attestati nella documentazione oppure, nelle scarse testimonianze (PSI IX 1077 e 1078) il titolo di rango non compare, cfr. Tabella A e Sinossi.

perfectissimi/διασημότατοι, mentre invece gli altri praesides in carica successivamente acquisiscono il rango di viri clarissimi nella seconda metà del IV sec.: quelli dell'Augustamnica a partire dalla carica di Pomponius Metrodorus nel 357,217 quelli della Tebaide almeno a partire dal

368 dopo la carica del praeses Flavius Heraclius.218

217 Cfr. Palme 1998, p. 134. 218

In P.Kellis I 15 e BGU IV 1027 compare un altro personaggio che sembra un governatore della Tebaide col rango di

vir clarissimus, Domitius Asclepiades. Questo porta però non soltanto il titolo di ἡγεμών ma anche quello di comes Flavialis. Sulla natura esatta di questo titolo rimangono ancora delle incertezze, è però probabile che questi ufficiali

fossero governatori civili che ricevettero temporaneamente competenze militari in province di confine, dove si dovevano fronteggiare delle situazioni critiche (vd. Tantillo 2012, in particolare su Domitius Asclepiades e sulla Tebaide vd. pp. 83, 90-91, Appendice). Abbiamo poi un'altra attestazione di Cerealis Telephius Hierocles praeses

Thebaidos vir perfectissimus databile al 20 aprile del 363 (P.Lond. V 1651), dunque sembra più opportuno

considerare quello di Domitius Asclepiades come un caso isolato e spostare il momento di passaggio almeno negli anni '60 del IV sec.

V. PRATICHE AMMINISTRATIVE NELLA DOCUMENTAZIONE: ALCUNE