• Non ci sono risultati.

Gli anni successivi alla morte di Costantino, il 22 maggio del 337, segnano una nuova svolta per il governo dell'Egitto. L'ultimo prefetto nominato dall'imperatore risulta Flavius Antonius Theodorus (vd. scheda Flavius Antonius Theodorus, p. 232), ma come suo successore, per volere di Costanzo II, viene richiamato Flavius Philagrius, per favorire l'insediamento di Gregorio nell'episcopato alessandrino.106 Philagrius era cappadoce come il vescovo, è quindi possibile che vi

fosse legato. Secondo Atanasio, il prefetto nominato dall'imperatore arriva in Egitto per il secondo incarico accompagnando Gregorio con l'eunuco Arsacius. In Athan. Ep. ad mon. 10,1:

Γράφει τοίνυν τότε Κωνστάντιος, πάντας δὲ διώκει καὶ πέμπει Φιλάγριον ἔπαρχον καὶ Ἀρσάκιόν τινα εὐνοῦχον, πέμπει δὲ καὶ Γρηγόριον μετὰ στρατιωτικῆς ἐξουσίας. καὶ τοιαῦτα γέγονεν, οἷα καὶ τὸ πρότερον.

«Costanzo allora scrive lettere e comincia una persecuzione contro tutti e invia Philagrius come prefetto con un eunuco Arsacius, manda anche Gregorio con un'autorità militare e le stesse conseguenze seguirono come prima.»

Sicuramente dunque Flavius Philagrius rappresentava il potere imperiale nella regione e il fatto che venisse insediato una seconda volta doveva essere un fatto eclatante se ancora Gregorio di Nazianzo ne faceva menzione in un'orazione pronunciata circa quarant'anni dopo (Greg.Naz. Or. XXI 28). È interessante notare che abbiamo durante la seconda prefettura un documento, P.Oxy. LV 3794, dove il prefetto richiede della manodopera per conto del prefetto del pretorio, che viene menzionato come suo superiore (vd. scheda Flavius Philagrius, p. 220). Preme inoltre sottolineare che è dalla sua prefettura, dopo l'intervallo della breve carica di Flavius Antonius Theodorus, che tutti i prefetti portano il rango di viri clarissimi o λαμπρότατοι (vd. IV. 6). Anche in Egitto dunque abbiamo un riflesso del più ampio fenomeno della valorizzazione dell'ordine senatorio che ha portato a quella che è stata definita quasi una «sparizione» dell'ordine equestre.107

Le fonti papiracee però dopo la prefettura di Philagrius non ci permettono di avere informazioni sull'attività dei governatori di Alessandria, poiché la zona dalla quale proviene la stragrande maggioranza della documentazione, il Medio Egitto, viene di nuovo suddivisa a partire dal 341 e entra a far parte della provincia dell'Augustamnica (vd. per un prospetto III.2.1).

Per i prefetti di questi anni dunque siamo informati soprattutto dalle fonti relative ad Atanasio, dalle quali risulta che le questioni legate all'episcopato di Alessandria e il credo religioso dei governatori stessi abbiano influenzato la selezione dei governatori e il loro operato. Si osserva che la prefettura di Nestorius (tra 345 e 352) si colloca dopo il ritorno di Sant'Atanasio dal secondo 106

La fonte è ancora Atanasio: Athan. Hist.Ar. 51 2-3.

esilio, in una fase di distensione dei conflitti con i suoi avversari ed è probabile che la lunga durata della sua carica, come suppone von Haehling, sia dovuta proprio alla sua aderenza al credo niceno.

D'altra parte invece alla riprese delle ostilità, alcuni prefetti sembrano coinvolti nelle violenze contro i seguaci di Atanasio ad Alessandria, come Maximus I, coinvolto nell'assalto alla chiesa di San Theonas, e Cataphronius, che si impegna nel reinsediamento del vescovo Giorgio.

Una costante delle narrazioni di questi episodi continua ad essere la menzione di ufficiali palatini. Sotto la prefettura di Maximus I è attestato infatti l'arrivo ad Alessandria di Montanus, che porta delle comunicazioni da parte dell'imperatore ad Atanasio, e poi di un notarius Diogenes. Al fianco del prefetto Cataphronius compare il comes Heraclius.

In un contesto diverso, abbiamo invece un caso in cui una delazione portò alla caduta in disgrazia di un governatore dell'Egitto, Memmius Pontius Ptolemaeus. Come sappiamo da Ammiano Marcellino e dalla quattordicesima orazione di Libanio, dei responsi oracolari di Abydos sarebbero stati rivelati compromettendo, oltre al prefetto, l'agens in rebus Aristofane di Corinto, il figlio dell'ex-prefetto del pretorio Philippus. Questi sarebbero tutti vittime del notarius Paulus Catena108

inviato dall'imperatore stesso, adirato per la vicenda. In Amm.Marc. XIX 12, 5:

Ex his aliqua ad imperatorem maligne sunt missa, qui (ut erat angusti pectoris) obsurdescens in altis etiam nimium sertis, in hoc titulo ima (quod aiunt) auricula mollior, et suspicax et minutus, acri felle conclauit; statimque ad Orientem ocius ire monuit Paulum, potestate delata, ut instar ducis rerum experientia clari, ad arbitrium suum audiri efficeret causas.

«Alcune di queste (scil. le richieste espresse nei foglietti) furono inviate malignamente all'imperatore, il quale, limitato intellettualmente, era sordo di fronte ad altri casi anche troppo gravi, ma a questo riguardo aveva, come dice il proverbio, assai facile l'orecchio. Perciò, sospettoso e piccino, arse d'ira violenta. Immediatamente ordinò che partisse in fretta per l'Oriente Paolo, il quale, simile ad un comandante famoso per esperienza, istruisse i processi a suo arbitrio.» (Trad. A.Selem)

Vediamo dunque che anche in questo caso abbiamo un agens in rebus Aristophanes di Corinto che è attestato in Egitto al seguito del prefetto (vd. scheda Memmius Pontius Ptolemaeus signo Parnasius, p. 248) e che le delazioni di palazzo influirono sul governo della regione.

In definitiva, le fonti relative al travagliato episcopato di Sant'Atanasio, insieme alla vicenda degli oracoli di Abydos nell'ultima fase del regno di Costanzo II, mostrano un maggiore ricorso

108

Per le informazioni disponibili su questo personaggio in Ammiano Marcellino vd. Vogler 1979, pp. 187-191 spec. Per la vicenda di Abydos e il prefetto pp. 189-190.

dell'imperatore a funzionari come i notarii e gli agentes in rebus. Se può sembrare eccessiva la definizione di «polizia politica» che è stata utilizzata per queste dinamiche,109 sembra di vedere

nelle fonti un riflesso di una politica accentratrice da parte dell'imperatore e un maggiore controllo sui governatori.