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CAPITOLO 2 COMPETITIVE BALANCE

2.1 Competitive Balance: un concetto complesso

Rottenberg risulta essere stato il primo a pensare all’incertezza del risultato, la cosiddetta “Uncertainty of Outcome Hypothesis”, come il fattore determinante del successo di un qualsiasi evento o competizione sportiva: una maggiore incertezza del risultato finale aumenta l’interesse per il gioco e per la lega, attraendo il pubblico a spendere una determinata quantità di denaro per partecipare e assistere allo spettacolo offerto; un campionato necessita di un livello minimo di equilibrio competitivo affinché possa essere sostenibile, in termini finanziari, nel tempo. Inoltre, Rottenberg chiarisce che una 31

distribuzione non omogenea delle risorse tra le squadre appartenenti ad una determinata competizione, porta al dominio dei team più ricchi. E quindi, si verificherebbe un calo di interesse da parte del pubblico, che farebbe diminuire la domanda del prodotto sportivo, generando profitti inferiori per la società.

Lo stesso autore, evidenzia che lo sport professionistico a squadre, indipendentemente dalla tipologia di competizione, è diverso dalle altre industrie: “se un venditore di scarpe è in grado di conquistare il mercato e di provocare ad altri venditori di scarpe delle perdite e il successivo fallimento, la concorrenza che sopravvive avrà dei chiari profitti. Ma nel baseball nessuna squadra può avere successo, a meno che i concorrenti non sopravvivano e guadagnino sufficientemente, facendo in modo che le differenze nella qualità di gioco tra squadre non siano “troppo elevate.” 32

Rottenberg S., Journal of Political Economy, 1956

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Rottenberg S., The Baseball Players Labor Market. Journal of Political Economy, 1956, pag. 242-258

Vista la citazione del concetto di tipologia di competizione, si vuole sottolineare l’idea che, in generale, i tornei a squadre (diversi rispetto agli incontri individuali tra atleti), possono essere organizzati “a eliminazione diretta”, e quindi accede alla gara successiva solo chi vincerà il match, oppure “campionati round-robin”, dove tutte le squadre si affrontano nel corso della stagione, e il vincitore della competizione sarà la squadra che ha ottenuto un maggior numero di punti nel corso di tutto il campionato.

Solamente otto anni dopo rispetto a quanto pubblicato da Rottenberg, Neale appoggia il contributo del 1956, sottolineando l’importanza per una competizione di riuscire ad avere un numero minimo di partecipanti, in quanto una squadra non potrà partecipare ad una lega se risulta essere la sola iscritta. 33

Le squadre appartenenti ad una competizione, però, risultano avere interessi contrastanti: i singoli team vorranno vincere contro le rivali, ma l’interesse comune è l’attrattività del match (sia in termini di incertezza del risultato, sia di cooperazione sugli orari, sia per la condivisione del regolamento delle partite). In realtà, per quanto riguarda le questioni pratiche, se ne occupano le Federazioni calcistiche di ciascun paese (come per esempio la Federazione Italiana Giuoco Calcio, la Football Association, Deutscher Fußball-Bund,..) coordinata da varie confederazioni, come per esempio, a livello Europeo (Union of European Football Associations, UEFA, a cui spetta l'organizzazione e la supervisione dell'attività calcistica in Europa), facenti capo alla FIFA, La Fédération Internationale de Football Association, la federazione internazionale che governa gli sport del calcio, del futsal e del beach soccer.

Come sottolineato da Rottenberg, ma anche da Szymanski e Zimbalist , l’equilibrio 34

competitivo di una competizione è legato alle aspettative che i “consumatori” hanno riguardo all’esito dell’evento: la piena incertezza del risultato deriva dalla pari probabilità di ottenere un determinato risultato da parte delle squadre.

In questo senso, si può affermare che la disuguaglianza economico-finanziaria legata alla capacità di investire in giocatori rilevanti e capaci di modificare la probabilità di vittoria di un match, può portare a rendere un campionato non attraente. Rottenberg, ipotizza infatti: all’aumentare della competizione, aumenta la partecipazione.

Neale W. C., The Quarterly Journal of Economics, 1964

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Szymanski S., Zimbalist A., Americans pIay Baseball and the Rest of the World Plays Soccer, Washington

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Una prospettiva diversa e più ampia viene definita da Downward e Dawson, i quali definiscono che l’incertezza del risultato di un match, oltre a generare vantaggio per le due concorrenti dirette, e quindi la squadra X e Y, porta dei benefici anche a squadre esterne, quindi anche W e Z ne beneficeranno. Non solo: l'effetto sul saldo competitivo e sulle entrate complessive delle leghe nel suo complesso risulterà migliore sei singoli match riusciranno ad essere costantemente competitivi. 35

Il concetto di incertezza di risultato e quello di equilibrio competitivo, come si è percepito, risultano essere collegati ma diversi; nonostante ciò sono spesso utilizzati in maniera interscambiabile. Per questo, è necessario fare alcune precisazioni.

Downward e Dawson, a tal proposito, definiscono l’utilizzo del termine senza “un’attenta definizione del suo preciso significato e dove i ricercatori sono costretti in un’ultima analisi a produrre delle definizioni di lavoro accettabili per altri economisti pur di essere osservati.” 36

Forres e Simmons, per esempio, definiscono “con incertezza dell’esito si intende una situazione dove un match dato all’interno di una struttura di campionato ha un grado di imprevedibilità circa il risultato e, per estensione, che il campionato nel suo complesso non ha già dall’inizio un predeterminato vincitore”. 37

Jennet a sua volta sostiene che l’incertezza del risultato, legata alle aspettative del pubblico, può essere considerata solo ex ante rispetto al momento di inizio di un singolo match. 38

Fino ad ora non abbiamo considerato un elemento importante: la tipologia di pubblico. Si è infatti ipotizzato che, gli spettatori di un determinato spettacolo sportivo siano differenziati solamente per la propria fede calcistica, ma in realtà non è così.

La letteratura economica relativa agli sport di squadra presenta la distinzione tra i tifosi committed (tifosi affezionati o tifosi veri) e tifosi uncommitted, ossia i tifosi (occasionali)

Downward P., Dawson A., The Economics of Professional Team Sports, London, New York, Routledge, 2000

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Downward e Dawson (2000), pag.131

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Forrest D., Simmons R., Outcome Uncertainty and Attendance Demand in Sport: The Case of English

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Soccer, The Statistician, 2002, pag. 229-241

Jennett N., Attendances, Uncertainty of Outcome and Policy in Scottish League Football, Scottish Journal of

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i quali seguono il calcio, con diversi gradi di interesse, ma senza particolare coinvolgimento, passione e trasporto emotivo. 39

Nella situazione in cui i tifosi affezionati risultano essere numericamente prevalenti, l’ipotesi di incertezza del risultato tende a non essere confermata: il tifoso committed preferisce assistere a un campionato equilibrato ma non troppo, poiché la propria preferenza tenderà verso il successo e la vittoria della propria squadra del cuore. In questo modo, la domanda per lo spettacolo sportivo risulterà anaelastica (quindi, essendo affezionati, tenderanno a dimostrare una domanda costante anche al variare di altre variabili, in quanto coinvolti particolarmente nei confronti di quella determinata squadra). Al contrario, nel caso in cui prevalgono i tifosi occasionali, l’ipotesi dell’incertezza del risultato risulta essere particolarmente confermata, e la domanda variabile in base all’andamento di molteplici fattori.

L’ultimo aspetto che si pone in evidenza risulta il modello di sport business europeo, in modo da definirne le caratteristiche fondamentali, affinché si riesca a capire realmente il contesto calcistico professionistico di cui si parla in questo lavoro. Gli aspetti fondamentali che si evidenziano sono:

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Tipologia di Lega: ciascun campionato nazionale è costituito da meccanismi di retrocessione e promozione, con la possibilità per tutte le squadre iscritte di partecipare a campionati internazionali (Lega aperta);

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Tutela della Competitività: nonostante in Europa sia stato introdotto il Financial Fair Play, non vi sono altre aspetti oltre alla Legge di Mercato che limitano o impattano le decisioni finanziarie delle società, come per esempio il salary cap. Nel settembre del 2009, il Comitato Esecutivo UEFA approva all’unanimità il fair play finanziario che viene ufficialmente introdotto il 27 maggio 2010 attraverso la firma dei rappresentanti dei principali club europei del documento “Uefa Club Licensing and Financial Fair Play”. Il FFP è stata la risposta dell’UEFA alla tragica situazione gestionale del calcio. Il presidente della UEFA, Michel Platini, il giorno prima della finale di Champions League tra Manchester United e Chelsea del 2008, dichiarò: “Spero di non rivedere più

Szymanski S., Income Inequality, Competitive Balance and the Attractiveness of Team Sports: Some

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una partita come questa. Dal calcio va estirpato il principio che chi fa più debiti vince” . 40

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Divisione delle entrate: le percentuali dei ricavi relative alla disputa di una partita, e quindi in particolare si fa riferimento ai diritti tv, vengono attribuire ai team in base ai risultati ottenuti e, in parte, secondo un’aliquota fissa