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La relazione tra ricavi ed equilibrio competitivo di un campionato

TURNOVER DELLE PRIME DUE CLASSIFICATE DEL CAMPIONATO FRANCESE

2.4 L’impatto dei ricavi sull’equilibrio competitivo

2.4.1 La relazione tra ricavi ed equilibrio competitivo di un campionato

La UEFA ha recentemente pubblicato la decima edizione della relazione comparativa sulle licenze per club, "The European Club Footballing Landscape” . Oltre ad esaminare 59

l'anno finanziario 2017, il documento analizza le principali tendenze degli ultimi 10 anni.
 La relazione evidenzia il cambio di mentalità finanziaria degli ultimi 10 anni. La regolamentazione calcistica guidata dalla UEFA e appoggiata dalle federazioni nazionali cerca di: creare un panorama mediatico stabile, aumentare la fedeltà dei tifosi e far prestare maggiore attenzione dei club sulla gestione dei costi consentono al calcio europeo; sostanzialmente, cercare di curare e migliorare il panorama calcistico europeo. La relazione spiega che nel 2017 è stato registrato il maggiore aumento di sempre dei ricavi, con oltre 1,6 miliardi di euro in più: negli ultimi 10 anni, i primi 12 club hanno quasi raddoppiato i ricavi commerciali e di sponsorizzazione. 


Nel periodo preso in analisi, è facile osservare come la Champions League sia stata dominata dalle squadre spagnole e inglesi, ottenendo nove successi nelle ultime dodici edizioni. Le due nazioni sono infatti radicate anche ai primi posti del ranking UEFA , 60

dove solamente Bayern Monaco e Juventus riescono a conquistare costantemente un posto in tale classifica. La squadra tedesca, negli ultimi anni, è riuscita a tornare a dominare il proprio campionato nazionale, proprio come avveniva nei primi anni 2000, andando nuovamente a ridurre drasticamente il grado di equilibrio competitivo della Bundesliga. A tal proposito, si possono considerare anche i ricavi annessi, i quali risultano essere costantemente in crescita; in realtà, la velocità di crescita del fatturato, risulta aumentare nelle stagioni successive rispetto a quella dove la squadra è risultata vincitrice. 
 Anche la sopra citata Juventus, e la propria capacità di dominare nel tempo la Seria A, ha portato ad un maggior squilibrio del campionato, portando le altre squadre ad accettare tale supremazia e ad instaurare una vera e propria corsa alla Champions League piuttosto che al primato nazionale. La stessa considerazione fatta sui ricavi del Bayern Monaco, può essere riportata in questo caso: in una crescita costante nel tempo, ogni stagione successiva alla vittoria di un campionato risulta essere più ricca.

Uefa, The European Club Footballing Landscape, Club Licensing Benchmarking Report, Financial year 2017

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I coefficienti dei club vengono calcolati tenendo conto della somma di tutti i punti ottenuti nei precedenti

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cinque anni OPPURE del coefficiente della federazione di appartenenza durante lo stesso arco di tempo,tempo, utilizzando il valore più alto tra i due (secondo il nuovo sistema che entrerà in vigore dalla stagione 2018/19 in poi)

In realtà, tutti i 5 grandi campionati europei, Inghilterra, Italia, Germania, Francia e Spagna hanno registrato aumenti di fatturato significativi. Tuttavia, sia il tasso di crescita dei ricavi che il livello assoluto delle entrate differiscono notevolmente tra le leghe. Nella Top20 del report Deloitte 2019 "Football Money League", che analizza la ricchezza dei principali club europei riferiti alla stagione 2017/18, sono otto i club di Premier League con un fatturato complessivo di oltre 2 miliardi di euro (con il West Hai United che manca tale cifra quel un paio di milioni di euro). La specifica ripartizione percentuale del fatturato chiarisce che ci sono anche altri aspetti da tenere in considerazione. Nello United, club più ricco d'Inghilterra, i diritti tv incidono soltanto per il 35%, mentre il 18% dipende dagli incassi da stadio e il restante il 47% proviene dalle entrate commerciali: sponsorizzazioni, vendite magliette, merchandising, partnership, premi. Nel City le percentuali sono 42% diritti tv, 57% commerciale, 11% entrate da stadio. Sempre prendendo la Juventus come confronto, la differenza emerge immediata: 51% diritti tv, 36% commerciale, 13% stadio. In Italia, la Serie A dipende dalle tv e dalla partecipazione alle Coppe.

La Premier League ha registrato il più alto tasso di crescita con ricavi che superano i 4 miliardi di euro nel 2017, significativamente superiori ai ricavi totali di altri tre maggiori campionati: l’Italia e la Spagna, con un fatturato che sfiora i 3 miliardi di euro e la Germania con un fatturato che supera di poco i 3 miliardi di euro. Francia relativamente in ritardo, in quanto misura un fatturato complessivo che si avvicina ai 2 miliardi di euro (Psg, Lione e Monaco, con ricavi pari a circa la metà dell’intera Ligue 1).

Dato che le entrate delle trasmissioni non sono ripartite allo stesso modo, non sorprende che il rapido aumento delle entrate a livelli così elevati in Italia e Germania abbia portato a maggiori squilibri dell’equilibrio competitivo. Analogamente, in Spagna, dove la crescita dei ricavi è stata modesta, l'equilibrio competitivo non ha mostrato nessuna variazione particolarmente rilevante negli ultimi dieci anni, rimanendo un campionato dominato da due squadre. Il declino è stato più marcato in Italia dove le regole di redistribuzione sono le meno egualitarie. In Francia, dove le entrate sono cresciute lentamente e le regole di redistribuzione sono più egualitarie, non c'è una chiara tendenza al declino dell'equilibrio concorrenziale.

Come sappiamo, l'equilibrio competitivo è importante a causa dei suoi possibili effetti su: presenze e visualizzazioni, sostenibilità finanziaria dei club, minaccia di leghe o fughe rivali e livello ed entità del rischio per il settore.

Il fatturato probabilmente continuerà a crescere per via dell’aumento dell’acquisizione dei diritti tv dei 5 migliori campionati europei (Inghilterra, Germania, Spagna, Italia e Francia). Ad esempio, nella stagione 2016/2017 la Premier League, nell’ambito della ripartizione dei diritti televisivi, ha distribuito alle squadre partecipanti complessivamente circa 2,4 miliardi di sterline (+46,4% rispetto alla stagione precedente), di cui, la prima classificata (Chelsea), ha incassato quasi 151 milioni di sterline, mentre l’ultima (Sunderland) 93,5 milioni di sterline. Il dato che più chiama l’attenzione riguarda la situazione del Sunderland, una squadra che, nonostante l’ultimo posto in classifica e la conseguente retrocessione, ha ricevuto dalla ripartizione un incasso maggiore di quello ottenuto dal Real Madrid dopo la partecipazione e l’annessa vincita della Champions League nella stagione 2015/2016 attribuitogli dalla UEFA (questo elemento descrive anche la qualità del gioco inglese e l’interesse citato verso tale campionato). Gli introiti del broadcast potrebbero poi aumentare ancora di più per via di possibili nuove piattaforme su cui in futuro sarà possibile vedere le partite come Youtube o Facebook. In Italia l’unica squadra che riesce a stare al passo delle inglesi è la Juventus che, grazie al nuovo stadio, ha realizzato dal 2011 un ricavo collegato alla mera attività sportiva di 9,3 milioni di euro dal museo. Per quanto riguarda la vendita dei biglietti per le partite casalinghe, il primo semestre della stagione 2016/2017 ha incassato 27,7 milioni di euro. Inoltre ha perfezionato un accordo con Adidas per la sponsorizzazione tecnica a partire dalla stagione sportiva 2015/2016. Adidas è diventato sponsor tecnico di tutte le squadre Juventus a fronte di un corrispettivo fisso complessivo per i sei anni di durata del rapporto pari a 139,5 milioni di euro, diversificando in maniera importante quindi i ricavi rispetto alla sola entrata derivante dai diritti tv.

Per quanto riguarda il campionato spagnolo, il meccanismo introdotto a partire dalla stagione 2016/2017 è volto a favorire i club di seconda fascia, ovvero le diciotto società (escluse Real Madrid e Barcelona) che fino alla stagione 2015/16 dovevano vendere in maniera autonoma i diritti televisivi. In questo modo la differenza tra il club che ottiene di più e quello che guadagna meno si è notevolmente ridotta. In generale, i ricavi della Liga Spagnola da diritti tv sono cresciuti del 40,2%; i ricavi da matchday sono valsi 773

milioni di euro (+0,5%), cifra avvicinata dai ricavi commerciali, che nel 2016/17 sono valsi 728 milioni di euro (+7,2%), mentre i trasferimenti hanno toccato quota 335 milioni. Questo cambiamento deriva probabilmente dal desiderio della Liga spagnola di aumentare il livello di competitività, e quindi di attrattività, del campionato.

Il campionato tedesco ha visto invece una crescita del 23,7% rispetto al 2014/15, portando il valore della produzione delle squadre della Bundesliga a circa 3,24 miliardi di euro (di cui circa 590 riferibili al Bayern Monaco): un aumento di circa 600 milioni rispetto ai 2,62 miliardi della scorsa stagione. A crescere sono state tutte le voci, in particolare i ricavi dal calciomercato, che sono più che raddoppiati passando da 230 a 530 milioni (e un impatto nel 2015/16 del 16,4%). Allo stesso modo, crescita importante anche per i ricavi da diritti tv, saliti a 933 milioni di euro (731 nel 2015), mentre i ricavi da advertising sono cresciuti di 100 milioni rispetto alla scorsa stagione. Aumenti inferiori per gli altri elementi, dai ricavi da stadio a quelli da merchandising. Una crescita generale che ha portato ben 13 squadre su 18 a superare la fatidica quota dei 100 milioni di ricavi, ma, per ora, non riuscendo a modificare il grado di equilibrio competitivo del campionato. Provando quindi ad estrapolare un risultato molto schematico dall’analisi effettuata, si evidenzia: in Italia, grazie al recente dominio della Juventus del campionato, contrapposta ad un’intensa lotta verso un posto in Champions League, l’equilibrio competitivo risulta leggermente superiore rispetto a quanto rilevato in Inghilterra, dove sostanzialmente ad alternarsi le posizioni sono le solite 4-5 squadre (Juventus, Napoli, Roma, Lazio, Milan e Internazionale per il campionato italiano, Manchester United, Manchester City, Arsenal, Chelsea per la Premier League). I ricavi collegati sono in costante crescita per effetto dei diritti tv. La differenza principale tra i fatturati dipende dagli investimenti effettuati in attività collegate all’attività sportiva, e quindi in attività commerciali, i quali garantirebbero alla società introiti capaci di porre le basi per un futuro vittorioso. 


Spagna che risulta essere poco competitiva, dominata costantemente da Real Madrid e Barcelona, con l’Atletico Madrid che prova ad ostacolare la corsa a due. I ricavi del campionato spagnolo, come accennato, risultano migliorati nelle ultime due stagioni grazie all’equa distribuzione dei ricavi tv. 


La Bundesliga risulta invece molto poco competitiva, con il Bayern Monaco che riesce a dominare sia il campionato nazionale, sia ad ottenere buoni risultati in competizioni europee, generando una sostanziale differenza di fatturato tra le squadre (per esempio, in

Deloitte Sports Business Group January 2019, solamente tre squadre rientrano nella classifica tra le squadre con ricavi maggiori).


Discorso a parte per la Ligue One, campionato francese, il quale risulta essere fortemente competitivo per alcune stagioni, mentre per altre risulta dominato da una squadra: ad esempio, dal 2002 al 2007 l’Olympique Lione ha dominato il campionato, dal 2009 al 2012 varie squadre si sono giocate il vertice della classifica, dal 2013 al 2016 il Paris Saint-Germain è risultato campione. I ricavi del campionato francese, risultano essere in linea con la capacità della squadra di rimanere in testa alla classifica, quindi in questo caso si può parlare di fatturato fortemente correlato all’equilibrio competitivo del campionato.

2.5 Conclusioni

Attraverso l’approfondimento del concetto di equilibrio competitivo si è potuto percepire quanto i concetti relativi alla nozione di equilibrio competitivo e all’ipotesi di incertezza del risultato sono considerati importanti per interpretare la rilevanza dell’interesse per la competizione da parte dei tifosi o del pubblico. Coerentemente con i concetti legati all’Equilibrio Competitivo di un campionato è necessario evitare momenti di squilibrio, i quali portano ad un minor interesse da parte dei fan, e quindi ad un calo della domanda. A fronte di ciò si è passati successivamente ad analizzare i diversi e principali campionati europei. In essi si nota la grande importanza generata dai ricavi da diritti televisivi rispetto al complessivo.

A fronte delle analisi riportate, e quindi sull’Equilibrio Competitivo dei principali campionati europei e della relazione tra i ricavi delle società e l’equilibrio, si evince la possibilità di migliorare l’equilibrio in campo, il quale non deve però essere considerato un obiettivo finale (cioè non si dovrebbe cercare di raggiungere un perfetto equilibrio). A tale scopo, e come vedremo successivamente, alcune leghe stanno già cercando di attuare dei regolamenti. Purtroppo però spesso si crede che l’unico aspetto da modificare sono i proventi derivanti dai diritti televisivi. A mio avviso, e come sarà dimostrato successivamente, l’obiettivo deve essere quello di cercare di promuovere l’evento, il club, il contesto e l’emozione legata alla società e al servizio creato piuttosto che orientarsi verso l’ottimizzazione dello spettacolo di una partita tra due squadre equilibrate nel gioco.

CAPITOLO 3 - IL CIRCOLO VIRTUOSO DEI CLUB