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Comuni che fanno altri tipi di rendicontazione sociale

Capitolo 4. Indagine sui Comuni toscani che fanno bilancio sociale

4.3 Comuni che fanno altri tipi di rendicontazione sociale

Dall' indagine è emerso che diversi Comuni toscani hanno realizzato e pubblicato al- tri tipi di bilanci di cui è necessario spiegarne brevemente i diversi contenuti. Si trat- ta, come per quello sociale, di “bilanci orientati” ovvero forme di partecipazione te- matica più mirate e meno comprensive di cui esistono diverse tipologie.

Il bilancio di genere: uno strumento di analisi dei bilanci pubblici che prevede l' ap- plicazione nella procedura di bilancio della prospettiva dell' uguaglianza tra uomini e donne in tutte le fasi e a tutti i livelli delle politiche pubbliche e da parte di tutti gli attori coinvolti nei processi decisionali. L' obiettivo è infatti di adottare una valuta- zione di impatto sugli uomini e sulle donne delle politiche di bilancio, ristrutturando le entrate e le uscite al fine di una maggiore equità, efficienza e trasparenza dell' azione pubblica rispetto alle pari opportunità.

Il bilancio partecipativo (o partecipato): è una forma di partecipazione diretta dei cit- tadini alla vita politica del proprio Comune e consiste nell' assegnare una quota di bi- lancio dell' Ente locale alla gestione diretta dei cittadini, che vengono così messi in grado di interagire e dialogare con le scelte delle Amministrazioni per modificarle a proprio beneficio.

ne della politica ambientale a supporto dei processi decisionali col quale l' ente loca- le esplicita e analizza le scelte effettuate in campo ambientale e definisce le azioni da intraprendere verso la sostenibilità dello sviluppo e la qualità della vita urbana, anche rendendo conto alla comunità locale dell' adempimento degli impegni assunti; il tutto in una logica di trasparenza e democrazia. Attraverso di esso l' Amministrazione non solo riferisce sulle proprie politiche per l' ambiente, sulle attività intraprese e sugli aspetti economici e finanziari correlati ma, per mezzo di dati e statistiche, misura le ricadute ambientali delle proprie attività, verifica l' efficacia nel raggiungimento de- gli obiettivi fissati dalla programmazione e valuta la qualità, in termini di efficienza, con cui la spesa ambientale viene erogata.

Il bilancio di sostenibilità: è un documento simile al bilancio sociale (spesso infatti il termine è utilizzato come un suo sinonimo) col quale il Comune comunica ai cittadi- ni cosa ha fatto o sta facendo per lo sviluppo sostenibile sociale, economico ed am- bientale del territorio, per migliorare la qualità della vita delle persone, per salva- guardare l' ambiente e le risorse naturali, con un' attenzione anche alle future genera- zioni.

Infine, si è trovato il bilancio consolidato: un documento contabile di sintesi che evi- denzia la situazione economica, patrimoniale e finanziaria del Comune. Quest' ulti- mo è inteso come complesso economico costituito da più aziende, le quali, pur aven- do una propria personalità giuridica e un proprio assetto proprietario, vengono con- trollate attraverso una strategia unitaria dallo stesso soggetto economico, l' Ammini- strazione.

L' esigenza di avvalersi di tale strumento contabile nasce dal bisogno di avere una base informativa completa per poter guidare e monitorare, in modo armonico, il gruppo di aziende sorto dal processo di esternalizzazione e privatizzazione dei servi- zi pubblici locali. Il bilancio consolidato, infatti, svolge una duplice finalità: costitui- sce un efficace strumento di indirizzo, programmazione e controllo nei confronti del- le aziende appartenenti al gruppo, utile al Sindaco, alla Giunta e alla Direzione gene- rale; al tempo stesso rappresenta un mezzo di comunicazione con i soggetti esterni al

gruppo, in primis alla collettività amministrata, e a tutti gli altri portatori di interessi (fornitori, finanziatori, altre amministrazioni sovraordinate, ecc.).

Dalla rilevazione è risultato che un altro 8% dei Comuni toscani ha realizzato un bi- lancio di questo genere, anche in questo caso è possibile elencarli brevemente deli- neando solo la tipologia di bilancio e l' anno di pubblicazione.

Provincia di Firenze:

– Barberino Val d' Elsa: bilancio partecipativo (2012).

– Calenzano: bilancio di sostenibilità (2010) e bilancio di genere (2011). – Tavarnelle Val di Pesa: bilancio di genere (2012).

Provincia di Grosseto:

– Castiglione della Pescaia: bilancio partecipativo e bilancio di genere (2012). Provincia di Livorno:

– Campiglia Marittima: bilancio ambientale (dal 2006 al 2011). – Piombino: bilancio di genere (2012).

– Rosignano Marittimo: bilancio di genere (2011) e bilancio sociale e di genere (2012).

Provincia di Lucca:

– Barga: bilancio di genere (2012).

– Fabbriche di Vallico: bilancio di genere (2012). – Forte dei Marmi: bilancio partecipativo (2013).

– Lucca: bilancio di genere (2011) e bilancio sociale e di genere (2012). – Massarosa: bilancio partecipativo (2013).

– Stazzema: bilancio di genere (2012). Provincia di Pisa:

– Cascina: bilancio di genere (2012) e bilancio partecipativo (2013). – San Miniato: bilancio di genere (2013).

– Quarrata: bilancio di genere (2010) e bilancio ambientale (2011). Provincia di Prato:

– Prato: bilancio di genere (2012). Provincia di Siena:

– Colle di Val d' Elsa: bilancio di genere (2011). – Montepulciano: bilancio di genere (2013). – Pienza: bilancio di genere (2012 e 2013). – Rapolano Terme: bilancio di genere (2011). – Siena: bilancio consolidato (dal 2007 al 2010).

Nelle province di Arezzo e Massa Carrara non sono stati rilevati Comuni che adotta- no questi tipi di bilancio mentre le province più impegnate sono quelle di Lucca e Siena.

Si nota, prima di tutto, la diffusione del bilancio di genere che è stato pubblicato in 17 Comuni sui 22 presi in esame mentre solamente 5 propongono alla cittadinanza il bilancio partecipativo, 2 il bilancio ambientale, 1 il bilancio consolidato e 1 quello di sostenibilità.

La differenza di utilizzo di questi strumenti di rendicontazione sociale ha una moti- vazione precisa: la Regione Toscana ha emanato una legge regionale ad hoc per in- centivare la redazione e l' utilizzo del bilancio di genere. Si tratta della legge regiona- le n. 16 del 2 aprile 2009 sulla cittadinanza di genere che, tra le altre iniziative, ha istituito dei fondi per quegli enti locali che avrebbero intrapreso la strada della rendi- contazione di genere. L' articolo 13 della norma tratta in modo specifico proprio di questo tipo di bilancio sottolineando che “la Regione promuove la diffusione del bi- lancio di genere tra gli enti locali anche al fine di orientare le azioni per la concilia- zione vita-lavoro.”70.

Il fatto che molte Amministrazioni hanno aderito a questo progetto regionale dimo-

70 É possibile leggere la normativa sul sito della Regione Toscana al link http://raccoltanormativa.consiglio.regione.toscana.it/articolo?

stra che quando si spiana la via della rendicontazione sociale la risposta è sicuramen- te positiva, per questo sono auspicabili altre iniziative come questa in modo da favo- rire la promozione di tale sensibilità nelle Pubbliche Amministrazioni e non solo.

Concludendo, anche se questa è un' indagine solamente quantitativa, i dati a nostra disposizione dimostrano la generale poca diffusione di strumenti di rendicontazione sociale nei Comuni nonostante il fatto che quest' argomento, di solito, venga definito “alla moda” dagli esperti degli ultimi anni.

Naturalmente molti fattori, specialmente nel settore pubblico, influiscono sulla deci- sione di progettare, redarre ed infine pubblicare un bilancio orientato, che sia sociale o di altro genere; prima di tutto è una decisione politica che può essere presa sola- mente se sono presenti la responsabilità etica e soprattutto i fondi necessari per rea- lizzarla. Con un aiuto economico esterno si sono visti i miglioramenti in questo sen- so ma è anche vero che una volta avviato il lavoro di rendicontazione sociale il dialo- go e la comunicazione non si dovrebbe fermare d' improvviso: dal momento in cui i supporti esterni non ci saranno più l' Amministrazione dovrebbe essere in grado di poter continuare a rendicontare in modo differente perché oltre alla metodologia do- vrebbe essere cambiata la cultura etica dell' Ente: la responsabilità sociale diventa in- fatti fondamento e risultato delle sue scelte e delle sue attività per la collettività.

Conclusioni

Il bilancio sociale è oggi uno strumento impiegato non solo da grandi multinazionali, ma è oggetto di interesse anche da parte di piccole e medie imprese; il suo uso è mol- to intenso anche nel terzo settore: “le ONP rappresentano infatti attualmente uno dei bacini d' utenza più rilevanti per questo strumento”71, oltre che nel settore pubblico, come ha in parte evidenziato l' indagine sui Comuni toscani.

L' interesse nei confronti degli strumenti di responsabilità sociale d' impresa è au- mentato in modo considerevole negli ultimi anni e tra di loro il bilancio sociale è quello che ha avuto maggior successo.

Sulla base dell' esperienza di questi ultimi anni e delle metodologie più diffuse, un processo di rendicontazione può definirsi sociale quando presenta tre elementi essen- ziali: la volontarietà, la resa del conto degli impegni, dei risultati e degli effetti socia- li prodotti ed infine l' individuazione e la costruzione di un dialogo con i portatori d' interesse (stakeholder).

L' idea di innovare gli strumenti di rendicontazione d' impresa introducendo il con- cetto di performance sociale a fianco di quello di performance economica è un modo per prendere atto della necessità di una maggiore trasparenza dell' agire dell' impresa e di strumenti di comunicazione più adatti a rispondere alle esigenze di conoscenza e giudizio di un pubblico con pretese informative e valutative diverse da quelle del passato.

Lo stesso vale per il settore pubblico e per quello non profit: a seguito dei processi di dimensionamento e di aziendalizzazione, il tema del bilancio sociale e quello della responsabilità sociale d' impresa più in generale sono andati ad acquisire una rilevan- za progressiva.

Il presente lavoro ha voluto percorrere una strada intermedia fra una trattazione esclusivamente teorica sull' argomento ed una esclusivamente manualistica: sono sta-

71 Fazzi L., Giorgetti G. (2005) Il bilancio sociale per le organizzazioni non profit. Teoria e pratica. Angelo Guerrini e Associati SpA, Milano (p. 197).

te presentate le premesse concettuali che hanno portato alla diffusione del concetto di responsabilità sociale, alle normative e agli standard a riguardo, ma allo stesso tempo sono stati proposti delle generali linee metodologiche di riferimento oltre che degli esempi, che hanno riguardato soprattutto il settore pubblico.

Gran parte della letteratura disponibile si è concentrata sulle potenzialità di utilizzo dello strumento, evidenziando le opportunità che esso può avere per lo sviluppo eco- nomico e sociale della realtà che decide di redigerlo. Spesso però l' introduzione del bilancio sociale e i risultati che si possono ottenere attraverso di esso sono più pro- blematici di quanto le indicazioni prescritte, contenute nei diversi manuali, sono por- tate a far credere.

Per come è stato descritto in questo lavoro il bilancio sociale deve avere delle carat- teristiche particolari perché possa realmente rendicontare l' utilità sociale che l' im- presa o l' ente attua per la collettività di riferimento. Esso deve contenere una dichia- razione di valori e dei principi di riferimento, una presentazione della realtà che redi- ge il documento, un' analisi dei comportamenti e dei risultati con indicatori adeguati, delle testimonianze esterne ed, infine, l' impegno al miglioramento indicando degli obiettivi futuri.

É necessario tenere presente che le molteplici realtà nei tre settori economici hanno delle esigenze e delle organizzazioni interne molto variegate per cui non si possono definire modelli e regole rigide: “ogni bilancio sociale è un vestito fatto su misura”72. Gli indici-tipo qui presentati sono solamente delle tracce che devono essere via via plasmate sull' organizzazione che intende intraprendere un percorso di rendicontazio- ne sociale (che sia un' azienda, un' ente pubblico o non profit).

Il bilancio sociale, in sintesi, non può per sua natura tradursi in un adempimento e in una modalità standardizzata di interpretazione della responsabilità sociale di un' am- ministrazione o di un' impresa; può essere, sì, un documento con una struttura e un taglio predefiniti, ma ciò che racconta (e il modo in cui lo racconta) non possono es-

72 Corrocher A. (2005) Il bilancio sociale. Come realizzarlo nelle aziende profit, nelle organizzazioni

sere mai indipendenti dal soggetto (o più propriamente, al plurale, dai soggetti) che ne sono all' origine. Il bilancio sociale è anch' esso, per definizione, una costruzione sociale.

É uno strumento che può avere diverse finalità: di comunicazione sociale, di pro- grammazione, di controllo, di rendicontazione, come strategia di marketing o di le- gittimazione. Esiste una vasta letteratura su come si redige un bilancio sociale, però non si tratta di applicare una tecnica ma di aver maturato la cultura della responsabi- lità sociale che deve accompagnare ogni attività; si tratta di affrontare la descrizione della propria realtà con un approccio diverso, attento alla percezione degli altri. É possibile riassumere sinteticamente i molteplici punti di forza del bilancio sociale. Innanzitutto è uno strumento per valutare e rendere conto periodicamente dei risultati dell' attività aziendale o pubblica nella loro dimensione sociale, ambientale ed etica; è un aiuto nel completamento delle informazioni del classico bilancio d' esercizio; potrebbe essere un potenziale strumento gestionale, capace di migliorare l' organiz- zazione interna; è sicuramente un documento utile per rafforzare la legittimazione sociale sia al proprio interno che verso l' esterno, nonché un mezzo di comunicazione in grado di rendere possibile la formazione di cultura condivisa (quella della respon- sabilità sociale) ed, infine, ha notevole efficacia dal punto di vista relazionale e stra- tegico.

Ci sono naturalmente anche dei punti di debolezza che rappresentano le problemati- che dalle quali partire per poterlo perfezionare. Prima di tutto il bilancio sociale è un documento ancora in fase dinamica, in via di formazione (anche se questa è una que- stione delicata perché avere una metodologia specifica di rifermento, come detto so- pra, imprigionerebbe le realtà che hanno utilità e finalità diverse tra loro). La sua re- dazione non è vincolata a regole o norme particolari, questo sicuramente è un deter- rente importante per le organizzazioni di tutti i settori economici, nella trattazione è stato notato quanto un aiuto legislativo, oltre che economico, per la diffusione del bi- lancio di genere nei Comuni toscani abbia notevolmente incrementato la percentuale di pubblicazioni al riguardo. Inoltre esiste una pluralità di dottrine attinenti alla disci-

plina della rendicontazione che porta ad un disorientamento, soprattutto nel mondo imprenditoriale. Lo sviluppo del documento non è stato omogeneo nei diversi paesi: in Francia è obbligatorio per legge dal 1977, nei paesi anglosassoni è largamente dif- fuso mentre meno lo è nei Paesi mediterranei. Il suo utilizzo può rischiare di avere fi- nalità esclusivamente opportunistiche: questo può avvenire per lo più nell' ambiente imprenditoriale per cui un' azienda decide di pubblicare il proprio bilancio sociale solo ed esclusivamente per una operazione di marketing. Infine, un ultimo limite che questo tipo di rendicontazione ha è sicuramente l' elevato costo in termini di risorse organizzative e finanziarie: questo è lo scoglio più difficile da sormontare.

Nonostante i suoi limiti il bilancio sociale indica certamente l' esistenza di un proces- so civile. É uno degli effetti dei profondi cambiamenti economici, politici e sociali degli ultimi anni: in un periodo di rimeditazione necessaria, in cui molti teoremi si sono indeboliti e la comprensione della realtà ha bisogno di nuovi strumenti, il bilancio sociale è uno di questi linguaggi, anzi è una delle nuove sintassi, che compongono gli oggetti dell' economia secondo differenti convenzioni, svelandone i significati necessari.

Mario Viviani ha paragonato il bilancio sociale ad uno specchio perché è un docu- mento che riflette e fa riflettere sull' organizzazione che lo redige; con esso è possibi- le osservare angoli nascosti che non sono visibili ad uno sguardo diretto. Riflettere ha anche un significato metaforico, ovvero pensare in un modo elaborato e profondo ad un certo oggetto: ha uno scopo funzionale per cui non può riflettere unicamente le virtù.

Per fare questo è necessario che la responsabilità sociale d' impresa diventi parte in- tegrante del sistema di governance e della strategia delle organizzazioni dei diversi settori economici: una simile cultura etica deve entrate nel loro DNA e di conseguen- ze in quello degli stakeholder; solo così il bilancio sociale può essere sia un utile mezzo comunicativo ma anche l' artefice del successo che si tratti di avere maggiore legittimazione, nel caso di un' organizzazione non profit, od acquisire maggiore com- petitività per una qualunque impresa, oppure avere maggiore consenso politico e una

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