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Con Luigi Comencini: Persiane chiuse (1950)

Nel 1950 Goliarda Sapienza prende parte al film Persiane Chiuse, partecipazione dovuta in qualche misura all’amicizia che lega Maselli a Gianni Puccini,che inizialmente avrebbe dovuto firmare la regia ma che alla fine non porta a termine il film, firmato da Luigi Co- mencini. La genesi di Persiane chiuse, infatti, come scrive lo stesso Comencini nella sua autobiografia, fu «un intrigo dove tutto era sbagliato».125 È agosto e le riprese del film sono iniziate da tre giorni; una sera Comencini riceve una telefonata per conto del produttore Rovere, in cui gli si propone di sostituire il regista che, per inesperienza, è stato colto dal panico della macchina da presa. Comencini va a Torino a trovare Puccini sul set e si ritrova di fronte ad una discussione sul posizionamento della macchina da presa, in cui ognuno dà la sua opinione, con il risultato che quella macchina da presa non si sarebbe mai piazzata: è chiaro che ci si trova di fronte ad un’insurrezione della troupe. Comencini cerca di dare consigli a un Puccini in preda al fallimento e incapace di prendere in mano la situazione, promettendogli che lo avrebbe sostituito solo se fosse stato lui stesso a chiederglielo.126 Puccini da canto suo, certo ormai della sua disfatta, gli disse: « C’è già chi è pronto a pren- dere il mio posto. Lo vedi quel rosso laggiù? È lui… Se non lo fai tu il film lo fa il rosso. A me non fanno più fare».127 Così Puccini non fa la sua opera prima e Comencini realizza un film non suo. Un cast tecnico di tutto rispetto a partire dagli sceneggiatori, Massimo Mida, Franco Solinas, Sergio Sollima e Gianni Puccini, e un cast artistico con attori già di nome, come Massimo Girotti, Eleonora Rossi Drago, Giulietta Masina e una Goliarda Sapienza che, già avvezza ai set di Blasetti e Maselli e non molto entusiasta del suo personaggio, scrive da Torino:

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Cfr. L. Comencini, Infanzia, vocazione, esperienza di un regista, Baldini & Castoldi, Milano, 1999. 126

Ivi. 127

Citto caro, ieri finalmente ho ricevuto il tuo telegramma, cominciavo ad essere preoccupata e non sapevo dove scriverti… Non so se a Roma hai saputo che Puccini è stato sostituito… Non puoi credere come mi sia dispiaciuto, pensa che disgrazia per lui! La versione ufficiale è che ha dovuto abbandonare il lavoro per ragioni di salute. Io credo che gli abbiano fatto una mascalzonata. Secondo l'operatore ed il direttore di produzione era un incapace ed un impreparato. In questi giorni ho indagato un po', con molto tatto, e sono riuscita a far parlare qualcuno perché devi sapere che qui regna un ordine ed una disciplina militare. La verità è che Puccini era molto preoccupato per il film, sul lavoro si è dimostrato incerto e nervoso e così direttore di produzione e operatore, che hanno il pallino della regia, lo hanno fatto fuori. Al suo posto è venuto Comencini. Puoi immaginare con che simpatia e con che fiducia mi trovo in mezzo a questa gente. Ad ogni modo sono bravissima e gentilissima, non temere. Tutti sono pieni di premure e mi vorrebbero sempre con loro. Ieri ho lavorato per la prima volta. Naturalmente Comencini cambia tutto, battute comprese. Abbiamo girato la mia scena, in esterno, in pochissimo tempo. Tutti erano entusiasti e mi sono stati attorno per tutto il giorno. Comencini mi ha detto che non avrebbe sperato di fare tutto in così poco tempo e così bene. Meno male, mi sono proprio levata un peso. Ero molto preoccupata, anche perché fino a pochi minuti prima di girare, non riuscivo a vedere come l'avrei fatta. Difatti ho improvvisato ed adesso non saprei dirti se è venuta bene o no. Ad ogni modo l'importante è che loro siano contenti, no?… Sono contenta di averla finita, in qualche modo, con questa benedetta religiosa. Ero veramente preoccupata.128

Le parole di Sapienza fanno il paio con quelle di Comencini, il quale «dopo aver visto quel covo di vipere» non è molto propenso a buttarsi in quell’avventura. Malgrado l’irrealtà di tutta la vicenda che ruota intorno al film, Comencini porta a compimento un’opera di suc- cesso, dove Sapienza interpreta un ruolo ancora una volta piccolo ma che le dà la possibili- tà di esprimere le sue doti attoriali.

Ambientato in una Genova dalle tinte fosche, Persiane chiuse racconta i tragici retroscena che si nascondono dietro l’ambiente del mestiere più antico del mondo. Sandra (Eleonora Rossi Drago), in seguito ad una telefonata allarmante, ricevuta dalla sorella Lucia, scappata di casa con un uomo più grande di lei, si ritrova suo malgrado invischiata in una vicenda

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Lettera in Archivio Sapienza Pellegrino, datata 28/9/1950 e spedita da Torino dalla Pensione Concetti, Via Cesare Battisti 3.

torbida, durante la quale scopre che la sorella è finita nel giro della prostituzione proprio a causa dell’uomo che ha seguito per amore. Aiutata dal suo datore di lavoro e da una sua amica prostituta, Pippo (Giulietta Masina), Sandra intraprende un viaggio nel quale incon- tra una serie di personaggi che la portano sulla tracce della sorella e finalmente al suo ri- trovamento. Fra gli altri incontra una prostituta sui generis, interpretata da Sapienza, una ragazza molto religiosa che si prostituisce per sfamare i suoi figli. Una mimica facciale molto marcata caratterizza il personaggio e la recitazione: i grandi occhi sgranati, lo sguar- do fisso, quasi spiritato, la parlata veloce e concitata. Nelle tre scene in cui compare, Sa- pienza delinea il suo ruolo con i tratti della follia, elemento fondante della sua recitazione, si potrebbe dire, ripensando al suo provino all’Accademia in cui impersona il ruolo della pazza da La pesca di O’ Neill,129 e che poi ritroveremo ancora nel personaggio interpretato in Gli sbandati di Maselli. Questa caratterizzazione marcata del personaggio ricorda, in un certo modo, la gestualità del cinema muto, proprio per l’enfasi mimica e l’espressività fac- ciale volutamente esagerata.

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