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Il successo che L’arte della gioia non ottiene in Italia, lo ottiene altrove. Angelo Pellegri- no, sin dalla pubblicazione del 1998, affida il romanzo a una giovane agente letteraria che si occupa dei paesi di lingua tedesca. Il libro arriva nelle mani di Waltraud Schwarze, una scopritrice di talenti, che pubblica il romanzo per i tipi di Aufbau-Verlag. Nel frattempo Schwarze fa recapitare il libro a Vivian Hamy, la nota editrice parigina, dell’omonima casa editrice che, d’accordo con la sua traduttrice Nathalie Castagné, decide di pubblicare il ro- manzo. Inizia così il trionfo de L’art de la joie in Francia. «Magnifico. Magico. Commo- vente», con questi tre aggettivi la stampa francese accoglie la pubblicazione di un romanzo italiano di oltre seicento pagine, opera di una scrittrice mai tradotta in precedenza e scom- parsa da ormai quasi dieci anni.103 Le Monde le dedica persino la prima pagina del suo supplemento letterario, presentando il romanzo come «un’opera eccezionale».104 Il succes- so de L’art de la joie in Francia è stato anche decretato da un articolo a tutta pagina, in a- pertura, che René de Ceccatty scrive su Le Monde Des Livres, il 16 settembre 2005, defi- nendolo «una scoperta incontestabile», «la rivelazione di un temperamento di scrittrice senza pari».105 E in Francia probabilmente la letteratura ha tutto un altro peso e valore, dato che anche i librai hanno accolto L’art de la joie con entusiasmo, presentandolo ai lettori come il miglior libro dell’anno.106 Il risultato è che il primo giorno il libro vende duemila copie e, in una sola settimana, viene ristampato due volte, raggiungendo le ventimila copie ed entrando nella classifica dei libri più venduti. Un successo a dir poco sorprendente se si pensa alla magra, magrissima, fortuna che il romanzo ha in Italia, dove riesce a trovare a fatica un editore disposto a pubblicarlo. Solo nel 2008 Einaudi compra i diritti del libro e

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Il trionfo di Goliarda, in “La Repubblica”, 17 settembre 2005, p. 44. 104 Ivi. 105 Ivi. 106 Ivi.

lancia L’arte della gioia nel panorama della letteratura italiana. Sulla scorta del successo di vendite e di critica di L’arte della gioia, Einaudi dà subito dopo alle stampe Io, Jean Ga-

bin, un piccolo capolavoro di scrittura autobiografica e visionaria, un autoritratto dell'autri-

ce bambina in una Catania fiabesca eppure autentica, che è tutta un baluginare di epifanie e di rimandi storici che rievocano i tempi eroici del cinema in bianco e nero, di quel cinema che era insieme vita e sogno. Anche questa pubblicazione è un successo e Einaudi decide di ristampare anche le opere già edite ma non più in distribuzione, come Destino coatto,

L’università di Rebibbia e Le certezze del dubbio. Angelo Pellegrino, curatore e detentore

dei diritti di tutte le opere di Goliarda Sapienza, sta procedendo alla pubblicazione di di- versi inediti, tra cui i taccuini, nei due volumi, Il vizio di parlare a me stessa e La mia par-

te di gioia, sempre con Einaudi e la raccolta di poesie Ancestrale e il prezioso Tre piè- ces,107 per l’editore La vita felice. Del giugno 2015 è la pubblicazione di Appuntamento a

Positano, l’ultimo libro scritto dalla scrittrice nel 1984, stesso anno di L’università di Re- bibbia e Le certezze del dubbio; ancora un romanzo autobiografico ma appartenente a quel-

la sua nuova maniera di fare scrittura autobiografica «quando l’uso del suo io autobiografi- co cambia posizione nel testo facendosi defilato, sponda e quasi spalla per poter raccontare principalmente gli altri».108 Ambientato a Positano durante i primi anni Cinquanta, gli anni certamente più significativi della sua esperienza di cinematografata accanto a Citto Masel- li.

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In questo libro sono raccolte tre pièce teatrali e quattro soggetti cinematografici estremamente interessanti, che han- no una base autobiografica e che vedono il teatro e il cinema fare da sfondo alle storie.

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Angelo Pellegrino, I luoghi, la felicità, i personaggi, introduzione a Goliarda Sapienza, Appuntamento a Positano, Torino, Einaudi, 2015, p.181.

Capitolo 2

Cinematografara

Il rapporto tra Goliarda Sapienza e il cinema è legato a doppio nodo alla sua eccentrica in- fanzia. Sin da bambina frequenta assiduamente il Cinema Mirone di Catania e assiste alle proiezioni delle pellicole del momento, molte delle quali interpretate dall’attore Jean Ga- bin. Come vedremo più avanti nello specifico,109 l’esperienza spettatoriale giocherà un ruo- lo molto forte nella scrittura di Sapienza. Quando anni più tardi questa passione fanciulle- sca diventa un mestiere e calca i «set privilegiati di Visconti, Blasetti, Antonioni e Masel- li»,110 l’attrice si trova a recitare accanto ad una delle sue eroine cinematografiche, Michèle Morgan, in Fabiola. La sua esperienza attoriale nel cinema è certamente stata breve e di- scontinua, costellata da ruoli molto piccoli, tutti con grandi registi, ma la sua presenza nel cinema italiano è stata significativa, anche se “invisibile”, dietro la macchina da presa: «quaranta documentari e quattro o cinque film [insieme a Citto Maselli], fino agli Indiffe-

renti. Ho fatto tutti i mestieri».111 Sapienza si definisce «cinematografara», termine da lei stessa coniato nei suoi diari,112 per spiegare il fatto che dal 1949 svolge i più svariati ruoli, stando indifferentemente davanti e dietro la macchina da presa. Attrice, doppiatrice, assi- stente alla regia, dialogue coach, sceneggiatrice. Tutto con intensa passione e in anonima- to, fatta eccezione per il mestiere di attrice.

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Cfr. Capitolo 3 “Goliarda Sapienza spettatrice”. 110

La mia parte di gioia, p. 112 111

Ivi, p.104 112

Sapienza ha scritto circa ottomila pagine manoscritte che costituiscono i Taccuini, dal 1976 al 1996, anno della sua morte. Una parte di questi sono stati pubblicati da Einaudi in due volumi: Il vizio di parlare a me stessa, 2011, che rac- coglie una selezione di pagine dal 1976 al 1989, e La mia parte di gioia, 2013, che offre una scelta di pagine che va dal 1989 al 1992.

Attraverso documenti editi e inediti, come le numerose lettere che si trovano nell’Archivio Sapienza Pellegrino, si può ricostruire il multiforme e complicato rapporto tra Sapienza e il mondo del cinema.

1.2 Attrice