CONTABILITÀ ANALITICA
3. Costi non allocabili
6.5.4 Conclusioni
Con questa analisi si è tentato di avere un’opinione sull’ammontare dei costi overhead. Non si è in grado di fornire una risposta precisa, per una serie di buone ragioni:
•la lista delle voci overhead è, presumibilmente, incompleta. Nonostante siano un’ottantina, non c’è certezza di avere stilato un censimento com-pleto dei costi generali, non avendo sviluppato alcuna indagine specifica sull’azienda sanitaria
•la quantizzazione economica delle voci di costo che possono essere in-cluse tra gli overhead è stata carente e difficoltosa, perfino in una situa-zione così semplice
•l’Ispo è una piccola azienda sanitaria e la situazione di viale Amendola, ben-ché semplice, molto particolare. Possono esistere economie di scala anche importanti e non possono essere tratte conclusioni attendibili senza una verifica su un campione esteso e diversificato di aziende sanitarie
•all’interno del repertorio riassunto nella tabella 6.11, sono presenti situa-zioni che non saranno condivise da tutti, come l’inserimento delle tasse e degli oneri finanziari
•l’ultimo motivo dipende dalla più volte citata soggettività nella scelta delle basi d’imputazione, sempre necessarie per allocare costi indiretti. Non è infatti automatico pensare che le scelte operate, ancorché ragionevoli siano condivisibili.
In conclusione, dalla tabella 6.11 risulta evidente, anche da una valutazione su-perficiale, che un’allocazione incompleta dei soli costi di primo e secondo li-vello (Iva inclusa) rende già una percentuale di overhead vicina al 25% del costo al secondo margine di contribuzione. Pur con tutte le cautele, questo 25% può rappresentare una stima assai prudenziale dei costi generali di struttura da al-locare ai prodotti. Certamente il 25% non viene attribuito in maniera chiara e convincente a nessuna delle attività, ma ciò è dovuto alle difficoltà e alle ap-prossimazioni dell’analisi per i motivi discussi in precedenza che non dipen-dono da un’interpretazione personale dei dati disponibili.
Aggiungere il 25% di costi overhead ai costi al Mc2 significa che il 20% del full cost discende dalla famosa quota ragionevole dei costi generali di struttura da allocare al prodotto al fine di valorizzarlo al costo pieno (Il 25% dell’80%, Mc2, è il 20% del 100%, full cost). Questa interpretazione è in linea con quanto sug-gerito dalla Regione Toscana (overhead al 20% del Fc) e rappresenta un’opinione che deriva da stime molto prudenziali.
La trattazione dei costi overhead non sarebbe completa senza un accenno alle organizzazioni sanitarie sovraordinate alle aziende: assessorato alla Sanità e sua
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struttura amministrativa, agenzie regionali per la Sanità, Aree vaste e quant’al-tro. Questi super overhead possono rappresentare un quarto livello dei costi ge-nerali. È indubbio che i fondi per gestire queste strutture provengano dal bilancio regionale per la sanità ed è altrettanto indubbio che, magari solo un’ora all’anno, anche l’assessore regionale alla Sanità dedichi il suo tempo allo scree-ning mammografico. E il suo tempo costa.
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