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Conclusioni sugli impatti economici a breve e lungo termine

L’impatto della Brexit e i possibili scenari.

3.5 Conclusioni sugli impatti economici a breve e lungo termine

Nell’ambito di questo paragrafo andiamo a sintetizzare le diverse stime viste precedentemente circa l’impatto della Brexit sul reddito nazionale e sulle finanze pubbliche del Regno Unito.

Nella seguente tabella 3.10 sono riepilogate le diverse aree di impatto, viene inoltre fornito il grado di incertezza di ciascuna valutazione e un breve commento che va ad evidenziare alcuni punti principali. La tabella utilizza le stime in relazione ad uno scenario di tipo FTA (Free Trade Agreement). In linea generale utilizzando uno scenario di tipo SEE (Spazio economico Europeo) si ottengono minori impatti a livello economico, viceversa se ne ottengono maggiori con uno scenario di tipo WTO (Word Trade Organization).

Tabella 3.9. Sintesi dei punti principali della Brexit con uno scenario FTA.

Ambito di riferimento Incertezza delle stime

Valutazione di sintesi

Impatti a breve termine (2020)

Livello di incertezza: Bassa

Un ampio accordo sul fatto che ci sarà un impatto economico negativo derivante da una maggiore

incertezza. Diversi studi

suggeriscono una riduzione annuale del 1% del PIL e la necessità di concordare una nuovo rapporto con l’UE.

Impatti a lungo termine (2030)

Bilancio: Bassa

Se il Regno Unito non entrerà a far parte del SEE, ci saranno risparmi di bilancio diretti dello 0,4% del PIL

Commercio:

Apertura e produttività del commercio: Investimenti diretti esteri

(FDI):

Investimenti diretti esteri e produttività: Regolamentazione: Migrazione: Bassa Alta Bassa Media Media Alta

Robuste stime suggeriscono un ridotto scambio, il NIESR suggerisce una stima centrale di appena

superiore al -1,8%.

Forte legame tra apertura e

produttività del mercato,stime poco robuste, questo rappresenta un significativo rischio di ribasso che HMT plausibilmente stima a circa -4,5%.

Un ampio accordo sull'impatto sui flussi dei FDI con un impatto diretto sul PIL stimato da NIESR a appena superiore al -0,2%.

Evidenza che gli FDI migliorano la produttività; un rischio negativo che le stime HMT producono è del -0,7%.

Regno Unito leggermente regolamentato con possibilità di miglioramenti sul PIL, contribuendo + 0,3% (OECD) o 0,7% (Open Europe).

Le riduzioni significative della migrazione sono un rischio negativo, che CBI stima a -0,7%; tuttavia la possibilità di migliorare il mix di competenze degli immigrati

potrebbe avere un impatto positivo, ma non quantificato

Impatto complessivo - Le stime di NIESR relative alle incertezze, sul risparmio di bilancio, sugli scambi e sugli impatti dei FDI suggeriscono che il PIL sarebbe inferiore del 2,1%.Vi è più

incertezza rispetto agli altri impatti. L'OECD e Open Europe evidenziano i rischi di miglioramento dei

regolamenti e forse della migrazione, ma sembra improbabile che superino l'1% del PIL. I rischi di ribasso sono più significativi, se il commercio o gli investimenti influenzano la produttività del Regno Unito, allora il PIL potrebbe plausibilmente diminuire di un ulteriore 5%.

Naturalmente, cosa succederà dopo la Brexit non è conoscibile o quantificabile in maniera puntuale. Tuttavia, è possibile trarre importanti conclusioni dall’attuale analisi svolta, con riferimento ai seguenti aspetti:

 Nel medio-lungo termine, i principali effetti economici deriverebbero dalle variazioni dei costi del commercio, dagli FDI, della migrazione e potenzialmente da un diverso approccio alla regolamentazione.

 A breve termine, ci sarebbero altri effetti negativi, forse sostanziali, associati ad una maggiore incertezza.

 Esiste un ampio accordo sul fatto che, a lungo termine, gli effetti sugli scambi saranno quantitativamente più importanti per considerare gli effetti sul PIL. Nella maggior parte delle stime, nella maggior parte dei possibili stati del mondo, questi effetti saranno negativi, a causa dei maggiori costi commerciali. Gli effetti saranno più significativi in un mondo in cui il Regno Unito non entra a far parte del SEE e ancora più elevati se quest’ultimo non riesce a concordare un accordo commerciale con l'UE.

 A lungo termine, è possibile che il libero scambio unilaterale comporti un aumento del reddito nazionale attraverso una riduzione della dimensione del settore agricolo e manifatturiero e un aumento concomitante del settore dei servizi che come visto, è economicamente più produttivo. Ma ciò probabilmente comporterebbe costi sostanziali a breve e a medio termine e politicamente potrebbe essere poco attraente.

 Gli investimenti diretti esteri contribuiscono notevolmente all'economia britannica e si alimentano attraverso una maggiore produttività. La maggior parte delle stime suggerisce che gli afflussi di FDI sarebbero ridotti se il Regno Unito dovesse lasciare l'UE e questo avrebbe un effetto negativo sul reddito nazionale.

 L'incidenza della Brexit sulla migrazione è incerta. La riduzione dell'immigrazione ridurrebbe probabilmente il reddito nazionale e, se questa ultima provocasse un effetto sul reddito nazionale pro capite, sarebbe più probabile una riduzione dello stesso, anche se ciò dipende dalla natura esatta delle politiche messe in atto dal governo.

Mettendo insieme tutto questo, l’uscita dall'UE comporterà un periodo di incertezza, che probabilmente sarà seguito da una successiva riduzione del livello del commercio e degli investimenti nel Regno Unito. Anche grazie ad alcuni risparmi di bilancio, si potrebbe assistere ad un riduzione del reddito nazionale, che NIESR plausibilmente stima pari a poco più del 2% a medio termine in uno scenario in cui il Regno Unito concorda un FTA con l'UE. Ci sono potenziali opportunità economiche in materia di regolamentazione e migrazione, ma sono piccole rispetto ai rischi assunti, in particolare quelli derivanti dalla ridotta apertura degli scambi e dalla riduzione degli investimenti che influenzano i futuri livelli di produttività del Regno Unito.

Conclusioni

Questo studio ha cercato di analizzare il ruolo della Gran Bretagna all’interno dell’Unione Europea, dalla sua adesione al suo abbandono con la Brexit.

A tal fine, è stata condotta un analisi quantitativa mediante l’utilizzo di differenti studi elaborati da organismi indipendenti, con lo scopo di verificare l’impatto di tale “abbandono” sui principali fattori economici quali: il PIL, il commercio, gli investimenti, la migrazione, ecc.

Dall’analisi di questi studi è emerso che la Brexit avrà verosimilmente un impatto negativo sulle principali variabili economiche , anche se è necessario considerare lo studio proposto da Economists for Brexit con stime in netto contrasto rispetto a quelle emerse dai precedenti, è inoltre necessario tenere in considerazione che la portata di tali effetti risente molto delle condizioni commerciali che saranno negoziate con l’Unione Europea. Questo risultato è coerente con l’aspettativa inizialmente espressa nell’elaborato, secondo la quale l’uscita del Regno Unito dall’Unione avrà un impatto negativo sull'economia inglese. Tuttavia, è importante tenere presente che questa ricerca si è concentrata esclusivamente su fattori economici e politici che influiscono sulla determinazione dei vari risultati. Per questo motivo, nessuna dichiarazione generale o assolutamente oggettiva può essere fatta circa i risultati evidenziati, non è quindi possibile elaborare una teoria unica valida per ogni risultato possibile.

Bibliografia:

BOULANGER, P.-PHILIPPIDIS, G. (2015), The End of a Romance? A

Note on the Quantitative Impacts of a ‘Brexit’ from the EU, Journal of