L’impatto della Brexit e i possibili scenari.
3.3 Possibili scenari commerciali a seguito della Brexit.
Nell’ambito di questo paragrafo saranno esposte le possibili opzioni a disposizione del Regno unito al di fuori dell’UE.
Potenzialmente una volta terminata l’appartenenza all’interno dell’unione il Regno Unito avrà a disposizione una serie di opzioni, con compromessi tra l’accesso al mercato unico dell’UE, il grado di sovranità e integrazione condivisa. In particolare si possono identificare 3 scenari commerciali visti precedentemente e un ulteriore scenario relativo al commercio unilaterale:
1) Adesione allo Spazio Economico Europeo (ad esempio, Norvegia).
L'adesione allo SEE (Spazio Economico Europeo) è l'opzione più vicina all'adesione all'unione europea. Tramite l'adozione di questo accordo, il commercio con l'UE è in gran parte privo di tariffe, ma sono necessari ulteriori controlli alle frontiere per assicurare l'origine delle merci, aggiungendo cosi un costo aggiuntivo sulle esportazioni verso l'UE. Inoltre i membri del SEE godono di un accesso sostanziale al mercato unico, ma è richiesto loro di contribuire al bilancio europeo, soddisfare la grande maggioranza delle norme dell'UE e accettare la libera circolazione delle persone. Nonostante ciò, i membri di tale spazio non hanno praticamente alcuna “voce in capitolo” sul modo in cui vengono fissati i regolamenti dell'UE. Infine, in termini di scambi con paesi extra-UE, questa tipologia di accordo è disciplinata dall'Associazione europea di libero scambio (EFTA), che dispone di 26 accordi di libero scambio che coprono 37 paesi. Questi sono separati dagli accordi di libero scambio compiuti dall’Unione Europea e comprendono, ad esempio, il Canada, Singapore e il Messico (dove l'UE ha un accordo separato). Molti commentatori tra cui Oxford Economics, Open Europe hanno suggerito che l'adesione allo SEE è un'opzione improbabile per il Regno Unito al momento del uscita, poiché coinvolge molti degli stessi vantaggi e costi
dell'adesione all'UE, ma con meno influenza sulla sua direzione.
2) Un accordo Unione Europea-Regno Unito di libero scambio (FTA),
(come il Canada). Questa opzione copre un'ampia gamma di possibilità, ma comporterebbe l’applicazione di tariffe e potenzialmente altre barriere al livello della "nazione più favorita" (MFN) a fronte dei paesi che esportano verso l'UE senza un accordo commerciale. Inoltre, potrebbe consentire al Regno Unito di compiere le proprie trattative con altri paesi, anche con quei paesi in cui l'Unione europea ha un accordo esistente (potenzialmente "sopravvivere" a simili condizioni). Al di fuori delle offerte commerciali, altri paesi potrebbero imporre tariffe sulle loro importazioni dal Regno Unito fino ai livelli concordati all'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) e il Regno Unito potrebbe fissare le proprie tariffe sulle importazioni allo stesso modo. A differenza dello scenario precedente, con l’adozione di tale opzione è improbabile che si richieda al Regno Unito contributi al bilancio dell’unione, l’accettazione della libera circolazione del lavoro o il soddisfacimento della regolamentazione derivante dall'appartenenza al mercato unico dell’UE. Alla luce delle seguenti caratteristiche, probabilmente le esportazioni del Regno Unito verso l'UE dovranno affrontare controlli doganali, aggiungendo un attrito al commercio e andando a ridurre il livello complessivo degli scambi. Infine, gli esportatori britannici non sarebbero automaticamente in grado di fornire servizi nell'UE come adesso. Ciò potrebbe interessare in particolare i fornitori dei servizi che avrebbero bisogno di soddisfare gli standard dell'UE, come adesso, ma potrebbero anche affrontare requisiti più onerosi (ad esempio licenze) per consentire loro di operare.
Ci sono inoltre due ulteriori possibilità o varianti del FTA, quello adottato dalla Svizzera, che ha un accordo commerciale bilaterale con l'Unione europea che include il diritto di esportare nell'UE senza dazi e senza restrizioni, in un certo numero di settori ,anche se i controlli doganali sono ancora applicabili alle merci. In queste aree/settori, la Svizzera è vincolata dalla normativa dell'UE (sebbene sia molto limitata) e, nell'ambito di un accordo più ampio, accetta la libera circolazione delle persone. Ancora, la Svizzera non ha accesso ai servizi finanziari. Il Regno Unito potrebbe voler tentare di mantenere l'accesso a una parte del mercato unico in modo analogo, anche se ovviamente ciò implica l'adozione di regolamenti dell'UE e forse la libera circolazione delle persone.
L’altra variante è quella adottata dalla Turchia che possiede un accordo commerciale con l'UE che prevede un accesso tariffario e doganale con esclusione del settore agricolo e ittico. Tuttavia, la Turchia non accede automaticamente alle trattative commerciali dell'UE e deve applicare tariffe esterne alle importazioni provenienti da paesi extra UE, al di sopra o al di sopra del livello che l'UE applica alle sue importazioni. Ciò indebolisce la capacità della Turchia di concludere trattative commerciali e mette in svantaggio gli esportatori turchi nei paesi in cui l'Unione Europea ha siglato un accordo di FTA. L'Ucraina invece, ha sottoscritto un "Accordo commerciale profondo e globale", che riduce le tariffe con l'UE anche se viene richiesto a quest'ultima di incorporare le normative Europee nella sua legislazione. Tuttavia, queste offerte commerciali sono disponibili per i paesi a basso reddito su un percorso verso l'adesione piena all’UE e non è chiaro se tali opzioni sarebbero disponibili ai paesi più ricchi che abbandonano appunto l’unione.
3) Standard del WTO (Organizzazione mondiale del commercio) - in
questo scenario, il Regno Unito stabilirebbe le proprie tariffe sulle importazioni da altri paesi fino ai massimali consentiti dal WTO. WTO stabilisce limiti vincolanti sulle tariffe di importazione e, a meno di un accordo di SEE, le tariffe devono essere uguali per tutti i paesi (cioè la stessa tariffa pari a quella della "Nazione più Favorita"). Quindi, se non esisterà un SEE con l'Unione, il Regno Unito dovrà fronteggiare le tariffe MFN dell'UE e inoltre, l'UE sarebbe obbligata a imporre queste tariffe se non sarà istituito un FTA. Allo stesso modo, il Regno Unito dovrà sostenere le tariffe esterne di altri paesi sulle esportazioni britanniche. Questa opzione darebbe al Regno Unito la capacità di elaborare le proprie offerte commerciali e inoltre consentirebbe allo stesso tempo di evitare i contributi di bilancio, la regolamentazione e la libera circolazione delle persone derivante dall’appartenenza all’Unione. Tuttavia, per concludere le offerte commerciali che vanno oltre le tariffe sui beni, ad esempio dei investimenti e servizi, è richiesto il sacrificio di un certo grado di sovranità nel concordare regole comuni con un altro partner commerciale. 4) Il "libero scambio unilaterale" è un’altra variante dell'opzione WTO e
descrive una situazione in cui le esportazioni dovrebbero affrontare le tariffe commerciali concordate dall'Organizzazione Mondiale del Commercio, ma considera il caso in cui il Regno Unito "unilateralmente" rimuova tutte le tariffe e probabilmente i controlli doganali sulle sue importazioni. Questo è uno scenario in cui vi sono si molte regole stabilite dal WTO, ma in effetti è il Regno Unito che stabilisce le proprie tariffe di importazione. Relativamente pochi paesi hanno adottato questo approccio: la Nuova Zelanda ha ridotto unilateralmente le tariffe in un'ampia gamma di settori durante gli anni Ottanta e Novanta, con un certo successo nel miglioramento della produttività dei settori domestici. Singapore e Hong Kong sono ancora più vicini al libero commercio unilaterale, con tariffe
medie quasi zero. Naturalmente, la liberalizzazione unilaterale non riduce gli ostacoli non tariffari, che rimarranno importanti, soprattutto nel commercio dei servizi.
Molti degli studi effettuati si riferiscono alle prime tre opzioni a disposizione del Regno Unito, anche se con diverse ipotesi, tuttavia gli impegni derivanti dall’adozione della prima sono cosi simili a quelli derivanti dall'appartena all’Unione che è difficile immaginare che tale scenario sia quello che verrà adottato dal Regno Unito. La seconda e terza opzione sono in una certa misura di “sovrapposizione”, entrambe al di fuori dell’unione, con il medesimo punto di partenza che è l’adesione al WTO e l’adozione della connessa tariffa massima sulle importazioni del Regno Unito e da esso relativa alla nazione più favorita, tali opzioni tuttavia, consentirebbero di compiere accordi commerciali con l’UE e con altri paesi. Nella quarta opzione, ancora una volta il punto di partenza è la posizione del WTO, con quest'ultima però vi è la possibilità di concordare ulteriori accordi commerciali per ottenere un maggiore accesso ai mercati, (combinando tale opzione con la numero 2), mediante la quale il Regno Unito potrebbe stabilire il livello delle proprie tariffe all’importazione anche pari a zero. Tuttavia, una volta ridotte a zero le tariffe all’importazione, il Regno Unito avrebbe molto meno da offrire agli altri paesi in cambio di una riduzione delle loro barrire commerciali, il che significa che le trattative commerciali potrebbero risultare molto più complesse.
Recentemente, (2016) la campagna per il Leave, ha affermato:
"C'è una zona di libero scambio che si estende dall'Islanda alla Turchia nella quale tutte le nazioni europee hanno accesso, indipendentemente dal fatto che siano dentro o fuori dall’euro o dall’unione.”71
Questa dichiarazione confermerebbe la volontà del Regno Unito di siglare un accoro di libero scambio con UE (opzione due) rimanendo di fatto fuori dal SEE o dal Mercato unico. Tuttavia l’appartenenza ad una “zona di libero scambio” rischia di differire dal fatto di essere all’interno del mercato unico per le seguenti ragioni:
Vi è l’applicazione dei controlli doganali ai commerci (la Turchia è l'eccezione, ma come condizione non può accedere alle trattative con i paesi extraeuropei).
Le esportazioni, in particolare i servizi delle imprese del Regno Unito, dovrebbero affrontare ulteriori barriere per essere prestati nell’UE (potrebbero aver bisogno di istituire una filiale all’interno dell’unione e soddisfare le condizioni di licenza o fornire solo servizi a tempo determinato).
Il Regno Unito non sarebbe obbligato a rispettare le normative dell'UE, ma si può prevedere di accettare la libera circolazione del lavoro se si vuole mitigare le barriere derivanti dall adozione della seconda opzione. Le relazioni commerciali del Regno Unito con i paesi terzi potrebbero
almeno inizialmente affrontare tariffe e ostacoli aggiuntivi, oltre a ciò la politica commerciale britannica dovrà essere concordata con altri paesi, membri di un blocco commerciale esistente (vale a dire molto 71 Brexit and the UK’s Public Finances, IFS Report 116.
probabilmente con i membri dell'EFTA, la Norvegia, la Svizzera, Liechtenstein e Islanda).
In conclusione, rimane una notevole incertezza circa il dettaglio delle opzioni politiche disponibili. Ciascuna delle opzioni comporta un compromesso tra il livello di libertà conservata in politica e il livello probabile di accesso ai mercati. Non esistono accordi che forniscano completo accesso al mercato dell’unione europea, senza accettare la libera circolazione del lavoro o la regolamentazione imposta dall’unione stessa
Tab.3.6. Tabella di sintesi dei possibili scenari a disposizione del Regno Unito.
Scenario Caratteristiche Obblighi e doveri
EU
- Nessuna tariffa sulle merci. - Nessun costo doganale. - accesso completo al mercato unico, compresi i servizi finanziari.
- Partecipazione formazione delle regole dell'UE.
- 35 FTA e più pianificati.
- Subire la normativa spesso stringente dell’UE.
- Contributo di bilancio. - Tariffa comune sulle importazioni.
- Libera circolazione delle persone.
Spazio Economico Europeo (SEE)
Norvegia
- Tariffe limitate sulle merci - accedere quasi
completamente al mercato unico, compresi i servizi finanziari
- concordare accordi commerciali nell'ambito dell'EFTA
- 26 EFTA e più pianificati
- Tariffe per l'agricoltura e la pesca.
- Costi doganali. -Nessun influenza sulle normale dell’UE.
- Libera circolazione delle persone.
- Contributo di bilancio. - Nessun accesso a 35 accordi di libero scambio EU.
Accordo Commerciale 1
Svizzera (Accordo bilaterale)
- Tariffe limitate sulle merci. - Alcuni settori di accesso al mercato unico. - Contributo di bilancio limitato. - Concordare accordi. commerciali nell'ambito dell'EFTA.
- 26 EFTA e più pianificati.
- Tariffe per l'agricoltura e la pesca.
- Costi doganali
- Norme UE nei settori con accesso.
- Libera circolazione delle persone.
- Ridotto accesso al mercato unico.
- Nessun accesso a 35 accordi di libero scambio UE.
Accordo Commerciale 2
Turchia
- Tariffe limitate sulle merci - Nessun costo doganale. - Nessun contributo di bilancio
- Nessun accesso a 35 accordi di libero scambio UE.
- No accordi commerciali. - Tariffa comune dell'UE sulle importazioni.
- Norme dell'UE.
- Nessun accesso speciale al mercato unico.
Accordo Commerciale 3
Canada
- Tariffe limitate sulle merci - Possibilità di ottenere l’accesso settoriale nel mercato unico dell'UE. - Può concordare altre offerte commerciali.
- Può impostare le proprie tariffe di importazione.
- Nessun accesso a 35 accordi di libero scambio UE
- costi doganali sul commercio dell'UE
- Nessun accesso speciale al mercato unico.
WTO
- Libertà dalle regole, inclusa la libera circolazione.
- Può concordare altre offerte commerciali.
- Può impostare le tariffe di importazione.
- Possibilità di tagliare le tariffe di importazione e i controlli doganali (commercio libero unilaterale).
- affrontare le tariffe esterne dell'UE.
- affrontare tariffe esterne dei paesi extra-UE.
- Nessun accesso speciale al mercato unico.
- Nessuna influenza sulle regole(mondiali).