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Le conclusioni della letteratura americana sul riarmo della Germania e le origini del piano Pleven alla prova comparata delle fonti d’archivio

La proposta americana di riarmo tedesco e la reazione francese

3. Le conclusioni della letteratura americana sul riarmo della Germania e le origini del piano Pleven alla prova comparata delle fonti d’archivio

Questo cambio di prospettiva nella storiografia era opera, per gran parte, dei contributi scientifici apparsi sulle riviste americane di storia e di scienza politica, che continuavano a indagare un punto di snodo fondamentale nella storia della guerra fredda e in generale dei rapporti transatlantici. Mentre fino agli anni Novanta del secolo scorso non si trovava menzione dello scontro tra i due Dipartimenti della Difesa e degli Esteri sul piano di riarmo, che veniva descritto solo nella sua versione finale denominata ‘one package’67, nel decennio successivo apparivano numerosi contributi che utilizzavano le fonti disponibili per descrivere il processo di formazione del citato piano. Un articolo che analizzava in profondità questo scontro interno all’Amministrazione e apportava modifiche alle tesi storiografiche dominanti era pubblicato nel 2001 ad opera di Christopher Gehrz68:

- confutava la tesi dominante che descriveva il Pentagono come il vincitore del confronto sul riarmo tedesco, ad opera di storici come Thomas Schwartz69, basata essenzialmente su fonti memorialistiche e non su fonti d’archivio;

66 Questa tesi, che differisce dalla tesi tradizionale francese e americana che univocamente descriveva la reazione di Schuman e del governo come negativa tout court, si basava essenzialmente su un articolo già

citato, da analizzare poi diffusamente: M. Trachtenberg, C. Gehrz, America, Europe and German rearmament, August-September 1950, cit..

67 G. Warner, The United States and the rearmament of West Germany, 1950-4, in «International Affairs», 1985, vol. 61, n. 2, pp. 279-286. Scriveva Warner: “Acheson writes in his memoirs that the Defense Department insisted on combining German rearmament with the commitment of US forces to the continent of Europe and the appointment of a supreme commander, in what is called ‘one package’, to be presented to America’s European allies later in September. He adds that he was unhappy about this linkage and ‘held out against it until convinced that it was necessary price for Pentagon acceptance of a united command’. There is little or no trace of this bureaucratic in-fighting in the documents under review”, ivi, p. 281.

68 C. Gehrz, Dean Acheson, the JCS [Joint Chiefs of Staff] and the ‘single package’: American policy on German

rearmament, 1950, in «Diplomacy & Statecraft», 2001, vol. 12, n. 1, pp. 135-160.

69 T. A. Schwartz, America’s Germany, cit., p. 134.

- ricostruiva sia le proposte del Pentagono70 sia i mutamenti di indirizzo politico avvenuti all’interno della segreteria di Stato, in particolare dopo lo scoppio della guerra di Corea, che avevano prodotto un lavoro congiunto tra i due Dipartimenti, allo scopo di fornire una risposta comune al presidente Truman. In questa fase complessa e sulla scorta di nuovi fondi recentemente declassificati, Gehrz suggeriva che la guida del processo decisionale fosse rimasta saldamente nelle mani presidenziali e in quelle di Acheson, con i vertici militari in funzione di supporto tecnico71;

- la decisione di saldare i tre punti cardine del piano come un tutt’uno indivisibile non fu quindi subita da Acheson ad opera del segretario alla Difesa Louis Johnson, prossimo ad essere sostituito, ma fu scientemente utilizzata per forzare la decisione degli alleati alla conferenza di New York72;

- infine formulava l’ipotesi, condivisa anche da Risso nel suo testo monografico, che la reazione negativa di Schuman non riguardasse tanto il principio del riarmo tedesco considerato come inevitabile, ma solo i tempi d’attuazione. Gehrz formulava tale ipotesi partendo da un memorandum della Direzione d’Europa del Quai d’Orsay al ministro Schuman del 10 agosto 1950, che metteva in guardia l’esecutivo sulla volontà americana di procedere a misure di riarmo della Germania e consigliava di non opporsi a tale decisione per non dover subire un ‘fait accompli’ senza il coinvolgimento francese:

al contrario, il suggerimento era quello di mettersi alla testa di tale cambiamento per controllarne direttamente il processo. Nel paragrafo precedente, sono state rintracciate 70 I tre documenti prodotti dai vertici militari a supporto del valore strategico erano: JCS 2124 del 30 aprile 1950, NSC-71 dell’8 giugno e JCS 2124/11 del 27 luglio. In tutti non vi è un nesso diretto tra il riarmo della Germania e l’invio di ulteriori truppe americane in Europa. Per la prima volta tale accostamento emerge invece dal memorandum predisposto dal funzionario della Segreteria di Stato Henry Byroade ( il direttore dello ‘State Department’s Bureau of German Affairs’) sull’approccio per la formazione di un esercito europeo.

71 “On the last day of July, Acheson told Truman that German rearmament was inevitable in some form, and that the remaining problem was how to control its introduction into the Western alliance. From that date on, the State Department and the White House controlled the decision making that led to the package plan. […] Taken one step further, we can conclude that the decision to risk conflict with the Soviet Union by rearming West Germany came from the responsible civilian authorities, not from an uncontrolled, short-sighted military”: C. Gehrz, Dean Acheson, the JCS and the ‘single package’, p.

153.

72 “Similarly, the military had nothing to do with Acheson’s bullying and bribing of America’s European allies at the New York conference. This style of alliance management does not suggest the democratic model described by John Lewis Gaddis. Instead, we now know that Acheson not only decided to use the ‘single package’ but that he also attempted to maximize the shock value of that proposal”: ivi, p. 154.

le origini del processo decisionale che aveva condotto il consigliere principale di Schuman sulla politica europea, François Seydoux de Clausonne, a scrivere il memorandum del 10 agosto: le fonti del servizio d’informazioni esterno, lo SDECE, che segnalavano le ipotesi di riarmo e i dissidi interni all’amministrazione americana73, i telegrammi classificati inviati dall’ufficio dell’alto commissario francese in Germania a far data dal 24 luglio 1950, che segnalavano la volontà USA e chiedevano direttive politiche al riguardo74. Il successivo confronto tra fondi francesi e americani proverà a sondare la validità di tale ipotesi, che per ora sembra reggere solo su una fonte, senza ulteriori conferme da parte di documenti emessi dai vertici politici del governo transalpino.

Questa ultima tesi era già stata sostenuta da Gehrz in un articolo dell’anno precedente, scritto con Trachtenberg75, con gli autori che utilizzavano ampiamente fonti primarie, soprattutto quelle americane, per uscire dalle tesi storiografiche tradizionali e affermare le seguenti argomentazioni: Acheson era il regista del piano di riarmo ‘one package’ e non una vittima di dispute burocratiche inter-dipartimentali, uscendo così dalla rappresentazione precedente basata essenzialmente sulle affermazioni in tal senso dello stesso Acheson76; gli autori enfatizzavano l’intervento del presidente Truman il 26 agosto 1950, che aveva fissato gli obiettivi e i limiti per la definizione delle modalità del contributo tedesco alla sicurezza in Europa, dando così la spinta decisiva per la scrittura del piano da sottoporre agli alleati77; la decisione di Acheson di presentare il piano agli alleati ebbe come effetto subito un rifiuto di Schuman non molto determinato per gli autori, motivato da ragioni di politica interna e dal

73 Crf. note 58, 59 e 92 del Cap. I. 74 Cfr. nota 100 e ss. del Cap. I.

75 M. Trachtenberg, C. Gehrz, America, Europe and German rearmament, August-September 1950, cit..

76 “The fundamental idea that the different elements in the equation – the U.S. divisions, the unified command structure, the forces provided by NATO Europe, and the German contribution – were all closely interrelated and needed to be dealt with as parts of a unified policy thus developed naturally and organically as the basic thinking about the defense of Europe took shape in mid-1950. This idea – in a sense, the basic idea behind the package concept – took hold quite early in August 1950, and it was the State Department that took the lead in pressing for this kind of approach”: ivi, p. 24.

77 Ivi, pp. 21, 25.

timore di una reazione sovietica, e poi la conseguenza di un forzato riavvicinamento fra i due stati da sempre ostili fra loro, la Francia e la Germania78.

Pur concordando con le prime tesi esposte nell’articolo dagli autori, si ravvisa ancora la criticità dell’ultimo punto esposto, in merito alla volontà francese di non opporsi totalmente al riarmo tedesco proposto dagli americani: anche in questo articolo, Trachtenberg e Gehrz citano poche fonti al riguardo e tutte di provenienza americana, per cui se sembrano condivisibili anche se non esaustivi i motivi alla base del possibile diniego francese (cautela per ragioni di politica interna e per timori verso la possibile reazione dell’URSS), non così fondata sembrerebbe la ricostruzione della politica seguita da Schuman e dettata dal governo francese sul caso del riarmo tedesco.

Un altro articolo di Trachtenberg, scritto nel 2003 con Creswell79, tornava sulla questione, arrivando ad affermare che nella realtà dei fatti i francesi accettarono il contributo della Germania alla difesa occidentale80. Nel paragrafo dal titolo ‘France and the German rearmament,

1950-1954’81 gli autori passavano prima in rassegna le principali fonti storiografiche82 a

sostegno della tradizionale versione del fermo rifiuto francese di fronte alla proposta USA e 78 “The allied government were not against the very idea of German rearmament. Of all the NATO allies, the French were the most reluctant at this point to accede to Acheson’s demands. But Schuman was not dead set against German rearmament as a matter of principle. […] The U.S. government very much wanted the European countries to come together as a political unit, and support for European unification was one of the basic tenets of American foreign policy in this period. […] The events of late 1950 helped push Europeans – especially the French and the Germans – to that conclusion: it helped get them to see why they had to put their differences aside and come together as a kind of strategic unit”, ivi, pp. 9, 34-35.

79 M. Creswell, M. Trachtenberg, France and the German question, 1945-1955, in «Journal of Cold War studies», 2003, vol. 5, n. 3, pp. 5-28.

80 “But in fact the French did accept the principle of a West German contribution to the defense of the West” [enfasi nel testo originale], ivi, p. 17.

81 Ivi, pp. 16-26.

82 Sono nel solco della tradizionale versione storiografica, in merito all’asserito rifiuto francese alla proposta di riarmo i seguenti testi: I. M. Wall, The United States and the making of postwar France, 1945- 1954, New York 1991; F. Ninkovich, Germany and the United States: the transformation of the German question since 1945, New York 1995; D. C. Large, Germans to the front, cit.; R. Gildea, France since 1945, New York

1996; R. McGeehan, The German rearmament question: American diplomacy and European defense after World War II, Urbana 1971. I testi che iniziano a innovare e fornire un’analisi storiografica differente sono:

W. I. Hitchcock, France restored: Cold War diplomacy and the quest for leadership in Europe, 1944-1954, Chapel

Hill 1998; J. Young, France, the Cold War and the Western Alliance, 1945-49: French foreign policy and post-war Europe, Leicester 1990.

poi introducevano una serie di fonti primarie a sostegno dell’asserita adesione francese al principio del riarmo tedesco. Sembra necessario analizzare queste fonti citate, per evidenziare alcune criticità della ricostruzione effettuata dagli autori:

- le fonti utilizzate a sostegno della tesi erano per la maggior parte posteriori alla formulazione e alla presentazione del piano Pleven nell’ottobre 1950; in particolare una delle poche fonti francesi menzionate, la nota del Gabinetto Schuman del 4 novembre 195083, era utilizzata per un procedimento di tipo logico: i due approcci al problema del riarmo, di stampo francese e americano, avevano in comune la volontà di accettare il principio della difesa più ad est possibile e la decisione che per arrivare a questo obiettivo la Germania avrebbe dovuto dare il suo contributo per lo sforzo di difesa; la conseguenza logica degli autori affermava che se il documento interno all’amministrazione francese ammetteva un accordo su questi punti di importanza capitale, allora doveva esserci un accordo sul principio del riarmo tedesco. Tale conclusione, di tipo analogico, sembra non condivisibile: come si è già visto, l’argomento specifico era stato trattato qualche mese prima nella conferenza di Londra e riguardava esclusivamente il contributo della Germania allo sforzo di difesa attraverso mezzi economici e industriali, non legati alla produzione strettamente bellica; il punto fondamentale sembra però la sottovalutazione del processo interno all’esecutivo francese che avrebbe portato a una contro-proposta, perché il governo era consapevole della possibilità che un netto rifiuto alla proposta Acheson avrebbe portato all’isolamento in seno all’Alleanza, con il rischio di assistere a uno scenario senza poterlo influenzare in alcun modo. Per questo il rifiuto di Schuman alla conferenza di New York va poi integrato con l’intenso lavoro che avrebbe generato nel giro di un mese la proposta Pleven per l’esercito europeo;

- anche in questo caso le fonti a sostegno sono quasi esclusivamente statunitensi e forniscono la percezione della controparte sull’atteggiamento francese, non supportato da esplicitazioni in tal senso da parte di documenti dell’amministrazione transalpina: mancherebbe quindi una visione d’insieme di tali fondi.

Lo studio accurato delle fonti francesi, comparate con quelle d’oltreoceano, permetterà di saggiare se la spinta decisiva per arrivare alla proposta di un esercito europeo con la partecipazione diluita di unità tedesche fosse stata la necessaria reazione alla secca proposta di Acheson a New York o avesse motivazioni diverse, ma allo stato attuale non sembra fondata 83 M. Creswell, M. Trachtenberg, France and the German question, cit., p. 17.

la condivisione da parte dell’esecutivo francese del principio del riarmo della Germania durante i lavori NATO del mese di settembre 1950: a questo punto dell’analisi si potrebbe invece affermare che tale principio fosse stato subìto dalla Francia, al punto da avviare un processo di decisione politica di vertice per modellarlo in una forma accettabile all’opinione pubblica e alle forze politiche francesi.

4. Fonti statunitensi e francesi per la ricostruzione del piano ‘one package’ e della