La possibilità del conflitto cominciò a sembrare non così remota con l’invasione, da parte delle truppe nord-coreane, della Corea del Sud il 25 giugno 1950, con quella che fu ritenuta la prima operazione militare della guerra fredda: nonostante l’URSS non fosse intervenuta con le sue forze, forniva materiali d’armamento e consiglieri militari alla Corea del Nord. La guerra di Corea97 suscitò subito una profonda impressione sull’opinione pubblica occidentale, ma anche sui vertici dell’amministrazione americana, che dovevano subito verificare e mettere in opera quanto previsto dalla direttiva strategica NSC-6898: il presidente 96 Per il settore orientale, Romero afferma che già dal 1945 i sovietici ”procedettero a smantellare e inviare in URSS, a titolo di riparazioni, un enorme numero di impianti industriali e altri beni”, in F. Romero, Storia della guerra fredda, cit., p. 28.
97 Due analisi differenti del conflitto in W. Stueck, Rethinking the Korean War, Princeton 2002 e B. Cumings, Origins of the Korean War, Princeton 1989.
98 Nell’Introduzione al suo testo, Ruane in merito afferma: “The outbreak of the Korean War in June 1950 served to confirm to US policymakers the correctness, both of NSC-68’s analysis of a militant and militaristic communist threat and its proposed method of containment. The Korean War also speeded up significantly the timetable for implementing the NSC-68 programme. Fearful that events in East Asia were part of a co-ordinated communist offensive, and that a Soviet military move on Western Europe was in the offing, the United States pressed it European partners to begin defensive preparations. Yet even if the Europeans maximised their rearmament efforts, and the United States
Truman inviava subito truppe americane sul teatro d’operazioni, chiedendo al contempo sostegno al Congresso per aumentare le spese militari e alle Nazioni Unite l’autorizzazione all’intervento. L’azzardo di Stalin era basato sul calcolo strategico sbagliato che gli Stati Uniti non sarebbero intervenuti in quel lembo del continente asiatico: la decisione di Stalin di autorizzare l’aggressione ad opera delle forze armate della Corea del Nord fu causa dell’acuirsi della tensione Est-Ovest, con la paura di una possibile invasione dell’Armata Rossa nel continente europeo attraverso la Germania; di nuovo giocava un ruolo fondamentale anche la propaganda dell’una e dell’altra parte99. Il risultato immediato della crisi seguita allo scoppio del conflitto nella penisola coreana, relativamente al ruolo della Germania nel quadro della strategia occidentale, fu l’accelerazione delle misure organizzative per la messa in opera della misura decisa alla conferenza tripartita di Londra sull’impiego della potenza industriale tedesca, con il maggior attivismo in merito ad opera degli americani: ne sono testimonianza una serie di messaggi spediti dai rappresentanti diplomatici francesi dell’Alto Commissariato in RFT custoditi nel fondo della segreteria generale del Quai d’Orsay, che mettono in luce sia la
volontà americana di procedere speditamente in tale direzione, sia la conferma che non c’era ancora verso le altre due potenze occupanti la Germania occidentale una richiesta ufficiale di considerare il riarmo del paese; iniziavano però a filtrare dichiarazioni in tale senso da parte di esponenti dell’alta gerarchia militare statunitense.
Il 24 luglio 1950 Armand Berard100 inviava per corriere due telegrammi con classifica di segretezza: nel primo chiedeva alla segreteria generale del Ministero degli Affari esteri di aprire una linea sicura e riservata di comunicazione per poter trattare rilevanti argomenti di itself made a substantial troop commitment to the European theatre, American military planners calculated that the Soviet bloc would still remain alarmingly superior to the West in conventional force terms”, in K. Ruane, The Rise and Fall of the European Defence Community, cit., pp. 3-4.
99 In merito all’importanza della propaganda, Romero afferma: “Non solo i governi, ma i media e le istituzioni culturali delle due superpotenze erano impegnate in una colossale battaglia di immagini propagandistiche che schiacciava l’avversario sulle formule del ‘totalitarismo aggressivo’ o dell’’imperialismo guerrafondaio’, del ‘comunismo ateo’ e del ‘capitalismo sfruttatore’. Sia lo sforzo staliniano d’imporre la disciplina sociale del terrore sia l’impegno del maccartismo a cementare un consenso manicheo conobbero i loro anni più aspri proprio durante la Corea, quando sfruttarono l’emergenza bellica per rafforzare i rigori ideologici con il patriottismo e la paranoia dello spionaggio e dell’infiltrazione avversaria”, in F. Romero, Storia della guerra fredda, cit., p. 88.
100 Armand Berard (1904-1989) era un diplomatico francese che aveva prestato servizio fra l’altro negli Stati Uniti e in Italia, prima di divenire vice alto commissario della zona francese in Germania; mantenne tale incarico dal 1949 al 1955, prima di continuare la sua carriera come ambasciatore in Giappone, in Italia e come rappresentante francese alle Nazioni Unite.
carattere militare e di sicurezza101; nel secondo riferiva del colloquio con l’alto commissario aggiunto americano, il generale George Price Hays, con diversi spunti interessanti per la questione del riarmo della Germania. La conversazione prendeva l’avvio dall’analisi di un nuovo Super-Bazooka, un’arma controcarro già utilizzata dalle armate naziste alla fine del
secondo conflitto mondiale e migliorata dagli americani, impiegata per la prima volta nella guerra di Corea: di conseguenza, secondo il generale Hays, “il segreto non deve più essere rispettato e niente si oppone al fatto che l’arma sia messa in servizio in Germania, cosa che aumenterebbe sensibilmente la forza di resistenza delle truppe alleate di fronte a una minaccia sovietica”. La consapevolezza della superiorità delle forze dell’Armata Rossa, in particolare delle divisioni corazzate, era ben presente nel colloquio tra i due alti funzionari. Berard riportava poi la valutazione del generale Hays sulla minaccia sovietica in Europa come non immediata102: era quindi necessario approfittare di questo lasso di tempo per mettere in sicurezza l’Europa occidentale, in modo tale che il blocco sovietico “au-delà du rideau de fer” potesse poi sgretolarsi. Dopo questa premessa sulla situazione generale, veniva trattato nello specifico il problema del riarmo che, secondo quanto affermava il Generale americano, andava fatto nel più breve tempo possibile e con la partecipazione degli stessi tedeschi: il Commissario francese Berard veniva così informato in dettaglio circa la soluzione sull’impiego di forze armate tedesche e ne informava ufficialmente il vertice del Ministero degli Affari esteri a Parigi:
riflettendo senza dubbio le idee delle autorità militari in Europa, il Generale Hays spererebbe che questo riarmo fosse realizzato nei prossimi dodici mesi. È necessario, ha sottolineato, fare presto. Egli considera ugualmente che la Germania Occidentale debba esservi associata [originale sottolineato a penna]. Come Mc Cloy [alto commissario statunitense in Germania], egli comprende perfettamente che un riarmo eventuale della Germania debba passare dopo quello della Francia […]. Per quanto concerne la Germania, egli è preoccupato d’utilizzare il potenziale umano che rappresenta la sua popolazione. Gli Alleati, m’ha detto, dovranno mettersi in grado di fornire almeno una dozzina di divisioni.
101 AMAE 235QO/7, telegramma n. 10001 del 24 luglio 1950, p. 2. Questo telegramma iniziava una serie di messaggi protocollati a parte e trattati con procedure diverse allo scopo di tutelarne il segreto in partenza e in arrivo al Ministero: “Je me propose dans ces conditions d’ouvrir, en commençant par le présent message, une série de télégrammes, par courrier ou par fil, numérotés à partir du chiffre 10000, qui ne seront connus parmi mes collaborateurs que de la seule personne chargée de traiter la question, celle-ci ayant également le soin d’enregistrer et de conserver ces télégrammes. Je serais heureux que des dispositions analogues puissent être prises à Paris”.
102 AMAE 235QO/7, telegramma n. 10002 del 24 luglio 1950, pp. 3-5. Affermava Berard : “le Général Hays ne pense pas d’ailleurs que cette menace soit prochaine. Il ne décèle actuellement en Allemagne orientale aucun signe d’une intention agressive des Soviets”.
La tesi prospettata del desiderio di Mc Cloy e del suo staff militare di ricorrere al potenziale umano tedesco per garantire la difesa della Germania occidentale è confermata dalla letteratura, che però la riporta nel senso di una richiesta pressante in partenza verso il segretario di Stato Dean Acheson negli Stati Uniti103. Il telegramma francese appena citato induce però ad una lettura diversa: la richiesta dei vertici americani in Germania di poter ricorrere al potenziale umano tedesco per il riarmo era trasmessa al vertice del Quai d’Orsay con la richiesta di Berard di prenderla in considerazione e sviluppare un idoneo piano d’azione per non dover subire gli eventi decisi da altri:
il generale Hays non si è dilungato più a lungo su questo tema, ma io ho avuto l’impressione che le autorità americane abbiano allo studio dei piani più precisi. […] È bene evidente che il nostro Governo non può accettare di considerare un riarmo tedesco; ma noi non potremo evitare che il problema della difesa della Germania non sia posto dagli americani con un’intensità sempre maggiore. Io stimo che, per questa ragione, sarà importante studiare da ora le soluzioni che noi vorremmo presentare ai nostri Alleati su questo soggetto, approfittando che il loro stato d’animo è ancora aperto a tutti i suggerimenti104 [evidenziato a penna nell’originale].
Il diplomatico francese considerava quindi irreversibile il progetto dei militari americani di utilizzare dei contingenti tedeschi e si spingeva a chiedere a Parigi di iniziare a considerare un piano d’azione capace di indirizzare tale processo: questa fonte indica che anche in assenza di formali proposte dal dipartimento di Stato americano, il governo francese a fine luglio era a conoscenza del ‘nuovo corso’ degli intendimenti dei vertici militari americani sulla Germania, diversi rispetto alle conclusioni adottate dai tre ministri degli Esteri nella conferenza tripartita di Londra.
Questa strategia non ancora formalizzata dal governo statunitense era dovuta, secondo la letteratura105, in gran parte allo scoppio della guerra di Corea che aveva fatto passare in secondo piano, rispetto all’urgenza di costruire un efficace baluardo alla temuta avanzata sovietica in Europa, le due principali remore degli USA: il pericolo di provocare il regime 103 Preda riporta: “il 25 luglio, infatti, Mc Cloy affermò che ‘bisognerà pur dare ai tedeschi i mezzi per difendersi, se dovessero subire un’aggressione’ e, in quei giorni, comunicò ad Acheson che esisteva la concreta possibilità di creare un esercito europeo con la partecipazione della Germania”, in D. Preda,
Sulla soglia dell’Unione, cit., p.15; cfr. inoltre A. Clesse, Le projet de C.E.D., cit., p. 18; S. Bertozzi, La Comunità Europea di Difesa, cit., p. 17.
104 AMAE 235QO/7, telegramma n. 10002 del 24 luglio 1950.
105 Cfr. K. Ruane, The Rise and Fall of the European Defence Community, cit., p. 3; A. Varsori, Stati Uniti e
Gran Bretagna, cit., in P. L. Ballini (a cura di), La Comunità Europea di Difesa, cit., p. 5; D. Preda, Sulla soglia dell’Unione, cit., p. 14; F. Romero, Storia della guerra fredda, cit., p. 94; L. Risso, Divided we stand, cit.,
p. 28.
sovietico con una possibile escalation degli eventi nel vecchio continente, ossia nel teatro meno
favorevole ad una guerra convenzionale106 e la necessità di non aprire uno scontro in merito con gli Alleati europei e con la Francia, particolarmente ostile alla rinascita del militarismo tedesco. Le misure che i Comandanti militari americani in Germania intendevano proporre erano sintetizzate da un nuovo telegramma di Armand Berard alla fine di luglio:
- “partecipazione dell’industria tedesca alla fabbricazione di materiale per gli Alleati, sotto forma di camion, veicoli di tutti i tipi, placche di blindatura, con l’esclusione di armi propriamente dette;
- costituzione di depositi che permetteranno d’armare eventualmente una Resistenza e preparazione di questa Resistenza;
- preparazione della messa in piedi di unità che non interverrebbero che in caso d’aggressione e il cui personale potrebbe essere eventualmente evacuato;
- riorganizzazione nelle zone britannica e americana e creazione nella zona francese di ‘Dienstgruppen’ [unità di frontiera], ma queste poste solamente sotto comando alleato”107.
Nella stessa data, sempre Berard aggiungeva un ulteriore elemento, affermando che la popolazione tedesca “è attualmente ostile a tutte le forme di servizio militare”108; consapevoli di tale difficoltà, i rappresentanti americani in Germania da un lato si preoccupavano di raccogliere ulteriori elementi di valutazione circa la minaccia sovietica e dall’altro iniziavano a 106 Cfr. M. Trachtenberg, C. Gehrz, America, Europe and German rearmament, August-September 1950, in «Journal of European Integration History», 2000, Vol. 6, n. 2, pp. 9-35. Gli autori descrivono così, a p.11, il rischio di suscitare con il riarmo tedesco la reazione sovietica: “These were perfectly reasonable arguments, and were in fact supported by the U.S. government's own assessments of the risk of war with Russia at the time. The U.S. High Commissioner in Germany, John McCloy, thought, for example, in June 1950 that ‘the rearmament of Germany would undoubtedly speed up any Soviet schedule for any possible future action in Germany and would, no doubt, be regarded by [the Soviets] as sufficiently provocative to warrant extreme countermeasures’. In December, the CIA concluded that the USSR would ‘seriously consider going to war whenever it becomes convinced that progress toward complete Western German rearmament’, along with the rearmament of NATO as a whole, had reached the point where it could not be ‘arrested by other methods’. It was of course possible that the Soviets might choose to live with a rearmed Germany, especially if there continued to be major limits on German power, but certain groups within the U.S. government – Army intelligence, for example – believed that if the West moved ahead in this area, it was more likely ‘that the Soviets would decide on resort to military action rather than make the required adjustment’”.
107 AMAE 235QO/7, telegramma n. 50004 del 28 luglio 1950, p. 6. 108 AMAE 235QO/6, telegramma n. 3711 del 28 luglio 1950, p. 103.
predisporre l’organizzazione necessaria a raggiungere l’obiettivo concordato dai tre ministri alleati a Londra, vale a dire la partecipazione tedesca allo sforzo produttivo e industriale dell’Occidente. In merito al primo aspetto, ancora Berard riportava una nuova valutazione sulle forze di Volkspolizei da parte dei servizi segreti americani, che ritenevano i 50.000 effettivi
in Germania orientale la base, i quadri di una forza armata capace di arrivare a 450/500.000 uomini; la minaccia continuava a sembrare non imminente e tali truppe sembravano fornite solo di armamento leggero, poiché i sovietici non si fidavano di consegnare armi pesanti ai tedeschi considerati ancora di non provata lealtà109. Il secondo aspetto, quello relativo all’utilizzo della manodopera tedesca, veniva illustrato da un rapporto top secret, in lingua inglese con annessa traduzione in francese, contenente l’audizione di William Foster110 dinanzi alla Sottocommissione Servizi armati della Camera dei Rappresentanti all’inizio dell’agosto 1950: Foster iniziava la sua esposizione affermando che, con l’adeguato supporto finanziario degli Stati Uniti, l’Europa poteva dare il suo contributo allo sforzo di difesa dell’Occidente, sia in termini di manodopera sia per la produzione di prodotti finiti per equipaggiamento militare e questo non solo in riferimento ai paesi membri della NATO, ma anche altri paesi dell’Europa Occidentale potevano essere utilizzati per tale scopo. A questo punto Foster introduceva un rilevante elemento di novità: “io mi riferisco in particolare alle risorse economiche della Germania Occidentale che sono così indispensabili al raggiungimento della potenza militare come al conseguimento di una salutare ripresa economica in Europa. Ciò non implica il ritorno della macchina produttiva militare tedesca, ma […] la Germania può sicuramente diventare un fattore importante nello sforzo di difesa comune”. Lo scopo di tale misura era duplice, perché da un lato serviva ad alleviare l’immenso sforzo produttivo dell’industria americana, dall’altro poteva creare anche in Germania le premesse di una solida ripresa economica e della crescita del benessere della popolazione, in modo da ancorarla sempre di più al modello di sviluppo occidentale. Nei colloqui al riguardo che i funzionari americani dovevano avere con i loro colleghi europei, essi erano stati istruiti a seguire alcune linee guida, che erano così elencate:
109 AMAE 235QO/7, telegramma n. 50005 del giorno 1 agosto 1950, pp. 22-24: Berard riportava i suoi dubbi sulla fedeltà della Volkspolizei, citando i numeri delle diserzioni: “les désertions continuent d’être
nombreuses dans ce corps de police. Dans les seuls secteurs occidentaux de Berlin, 167 Volkpolizsiten ont cherché refuge dans le courant du mois de juillet,contre 104 en juin et 80 en mai”.
110 William Chapman Foster (1897-1984) dall’ottobre 1950 al 12 settembre 1951 fu a capo dell’Economic Cooperation Administration (ECA), l’agenzia governativa statunitense istituita dal presidente Truman il 3 aprile 1948 per amministrare l’erogazione degli aiuti previsti dal Piano Marshall.
- “la capacità tedesca sarebbe stata utilizzata ogni volta che potesse offrire un relativo vantaggio in merito a un immediato risultato nel programma di produzione dell’alleanza atlantica; il programma tedesco sarebbe stato programmato con i paesi dell’Alleanza che avrebbero poi beneficiato dei prodotti finiti dell’industria della Germania;
- gli Stati Uniti avrebbero aiutato nel pianificare l’ottenimento dei mezzi di finanziamento in Germania;
- gli accordi naturalmente avrebbero dovuto tener conto delle linee guida sui fattori di posizionamento strategico forniti dallo ‘Standing Group’111;
- questa proposta non riflette[va] nessun cambiamento nelle opinioni degli Stati Uniti riguardo il riarmo della Germania e sulla produzione di materiale da combattimento in Germania” 112.
Mentre le prime tre voci delle linee guida illustrate nell’audizione servivano a specificare tecnicamente come nel dettaglio sarebbe proceduto il coinvolgimento della Germania nello sforzo produttivo occidentale, l’ultima conteneva una notazione molto importante sulla politica perseguita al riguardo dal governo statunitense: il capo di una importante agenzia federale confermava ai rappresentanti del potere legislativo che le norme in tema di disarmo e smilitarizzazione della Germania a quella data erano tuttora valide e che nessun cambiamento,
“any change”, era ancora intervenuto al riguardo.
Intanto, nella RFT gli americani procedevano velocemente a delineare un piano per la creazione di unità da lavoro, chiamate “Labor Units”, utilizzando circa 26.000 sfollati in qualità
di ausiliari per la guardia dei loro depositi di materiale e di carburante come anche delle installazioni militari, seguiti poco dopo dai britannici, con modalità e problemi segnalati in una serie di telegrammi classificati da Bonn a Parigi, dal 4 al 9 agosto 1950, ancora a firma del vice alto commissario Armand Berard: il primo telegramma del 4 agosto 1950 provvedeva a descrivere il numero dei tedeschi che sarebbero stati impegnati nelle Labor Units americane e
con quali compiti, la stima di quanti ne avrebbero utilizzati i britannici, l’armamento a loro disposizione e il motivo della mancata consultazione preventiva sul piano con le autorità di 111 Lo Standing Group dal 1949 al 1966 rappresentò l’organismo esecutivo del Comitato militare della NATO ed era composto da un rappresentante per ciascun Capo di Stato maggiore di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti.
112 AMAE 235QO/7, pp. 155-159, rapporto ‘Statement by William Foster, ECA, before the Armed Services Subcommittee of the House of Representatives on August 2, 1950’.
controllo francesi113. Il successivo telegramma evidenziava le motivazioni alla base del progetto americano e ne analizzava un fattore critico, con la richiesta rinnovata al vertice ministeriale di colloqui diretti tra i governi alleati su questo delicato tema: i vertici militari degli USA temevano disastrosi effetti psicologici in caso di resistenza delle truppe alleate a seguito di un’invasione della Volkspolizei, cioè di tedeschi orientali sul suolo stesso della Germania e
ritenevano di gran lunga preferibile ai loro occhi “che a dei tedeschi si oppongano dei tedeschi”114; il rischio, di contro, era dovuto alla crescita progressiva di forze armate tedesche che, pur se poste su due fronti iniziali diversi, eguagliavano in numero le forze d’occupazione alleate. Le prime reazioni negative tedesche spingevano Berard a inviare nella stessa data un altro telegramma, con cui rinnovava la richiesta di colloqui tripartiti sul tema delle Labor Units
ed esprimeva la necessità di presentare adeguatamente ogni possibile misura alla popolazione tedesca, per limitare le possibili reazioni negative115. Le critiche alla gestione americana di questo particolare tema erano rinnovate vigorosamente da Berard con un ulteriore telegramma del 9 agosto116, che era spedito con un secondo dispaccio, molto rilevante per il tema del