La trattativa per l’esercito europeo: dal Piano Pleven ai colloqui di Petersberg
3. Il Consiglio atlantico di Bruxelles e i colloqui di Petersberg
Il primo argomento di discussione119, riguardante il contributo tedesco alle forze di difesa alleate in Europa sulla base dei documenti appena menzionati, era velocemente (D/MC-D/2 (Final))” durante la seduta congiunta dei due organismi atlantici il 12 dicembre 1950. Ivi, pp. 538-547. Inoltre, i documenti elaborati nei lavori congiunti dei due organismi atlantici sono consultabili negli archivi NATO (ANATO), fondo NAC- The North Atlantic Council, serie D/MC – Joint Meeting of the Council Deputies and the Military Committee.
117 Il rapporto approvato dal Consiglio dei supplenti era titolato “Political aspects of the contribution of Germany to the Defence of Western Europe (D/MC-D/1 (Final))” ed era trasmesso da Spofford alla segreteria di Stato subito dopo la sua approvazione definitiva il 9 dicembre 1950. Copia del Rapporto in FRUS, 1950, vol. III, cit., pp. 531-538.
118 Il documento era stato predisposto nella versione finale il 13 dicembre 1950, in tempo utile per la sesta sessione del Consiglio del Nord Atlantico. Il “Joint Report on the German contribution to the Defence of Western Europe by the North Atlantic Council Deputies and the Military Committee to the North Atlantic Council and the Defence Committee” era distribuito alle delegazioni nazionali come Report C6-D/1, in ANATO, fondo NAC – North Atlantic Council, serie C1 to C9 – North Atlantic Council, 1st to 9th sessions, 1950.
119 L’agenda dei lavori era contenuta nel documento C6-D/3 del 16 dicembre 1950, “Programme for the Sixth Session to be held in the Council Room at the Palace of the Provincial Government, Brussels on 18th and 19th December, 1950”, ibidem. Inoltre, un resoconto dei lavori della sesta sessione del Consiglio atlantico di matrice statunitense è consultabile in FRUS, 1950, vol. III, cit., pp. 586 ss.; la documentazione francese sul Consiglio atlantico del 18 e 19 dicembre 1950 è consultabile in AN, F 60/3060, nel carteggio denominato “Conference de Bruxelles”, che è ulteriormente specifico sui
approvato da entrambi gli organi dell’Alleanza con l’accordo di non pubblicarlo in modo dettagliato prima della conferenza delle quattro potenze occupanti, chiesta dai sovietici: era così rispettato l’auspicio espresso da Schuman, anche nel corso del bilaterale di Londra dell’inizio di dicembre, di non enfatizzare decisioni che potessero essere interpretate come una minaccia per la pace o come un’infrazione agli impegni sottoscritti a proposito del disarmo della Germania nell’immediato dopoguerra. Inoltre, si trattava di mettere in sordina le critiche che arrivavano dagli stessi politici della Germania occidentale, sia di governo che dell’opposizione socialdemocratica, uniti nell’utilizzare strumentalmente l’argomento del possibile riarmo del paese: l’opposizione continuava a dichiararsi contro ogni ipotesi di rimilitarizzazione e attaccava il Cancelliere per la sua presunta subalternità alle politiche decise dalle tre potenze occupanti i settori occidentali, mentre Adenauer utilizzava, anche per aumentare i consensi politici sul fronte interno, le richieste alleate per sollecitare una sospensione o addirittura il superamento dello stato d’occupazione e arrivare al trattato di pace, in grado di lanciare il suo paese in un’alleanza alla pari con gli altri paesi occidentali120. Il Consiglio atlantico incaricava i tre ministri degli Esteri Acheson, Bevin e Schuman di negoziare con Bonn i termini e le condizioni per la partecipazione della Germania al dispositivo di difesa in Europa, con particolare riguardo alle misure iniziali per un pronto ed efficace inserimento delle nuove forze militari nel dispositivo alleato in Europa121. Per
seguenti tre temi: participation de l’Allemagne à la Défense Occidentale (les garanties de Bruxelles); résumé des décisions militaires et politiques prises à Bruxelles; Déclaration du Président Moch à Bruxelles le 18 décembre 1950 en réponse à la proposition de M. Pace de prendre le rapport commun Comité Militaire-Suppléants comme base de discussions. Relativamente alla posizione assunta dalla delegazione italiana durante i lavori, cfr. Ministero degli Affari Esteri, I documenti diplomatici italiani,
undicesima serie, Volume V, cit., pp. 116 ss.; D. Preda, Storia di una speranza, cit., pp. 37-38; L. Risso, Divided we stand, cit., pp. 43-44.
120 Per la reazione di Adenauer e del partito socialdemocratico alle previste misure di riarmo dell’autunno 1950, cfr. J. McAllister, No exit, cit., pp. 196-200. Le considerazioni negative di Adenauer
e del leader dei socialdemocratici tedeschi Schumacher riguardo al ‘compromesso Spofford’, nelle linee essenziali che erano trapelate grazie ad alcune indiscrezioni, erano affidate a due distinte interviste all’International News Service, riportate e analizzate da E. Fursdon, The European Defence Community, cit.,
pp. 96-97. Lo stesso Adenauer ne faceva menzione nelle sue memorie, come ricordato in D. Preda,
Storia di una speranza, cit., p. 36.
121 I tre ministri degli Esteri si riunivano il 20 dicembre e rilasciavano il seguente comunicato: “Le trois ministres ont autorisé leurs hauts-commissaires respectifs à poursuivre, au cours de discussions avec le gouvernement de la République fédérale, l’examen de ce problème, sur la base des propositions du Conseil, ainsi que celui des modifications au présent statut d’occupation qui pourraient logiquement découler d’une contribution défensive allemande”, in J. Moch, Histoire du réarmement allemand, cit., p.
248. L’espressa menzione di possibili modifiche allo statuto d’occupazione (subita da Schuman,
rinforzare tale contesto, i due organi dell’Alleanza proseguivano con l’esame degli altri due punti rimasti sospesi a causa del mancato accordo sul riarmo della Germania, vale a dire la creazione di una forza integrata europea con il Quartier generale in Europa e la riorganizzazione della struttura militare nella NATO con la designazione del Comandante supremo. Questi temi fondamentali erano affrontati sulla base del Rapporto del Comitato militare al Comitato di Difesa122, che segnava davvero un punto di svolta nella storia dell’istituzione atlantica: il Rapporto denominato D.C. 24/3 mostrava quali passi fossero immediatamente necessari per riorganizzare la struttura militare della NATO, in modo sia di migliorare e velocizzare la pianificazione militare in tempo di pace e garantire le forze necessarie, sia di semplificare l’organizzazione di comando e pianificazione per assicurare un passaggio perfettamente adattabile dalla struttura in tempo di pace ai requisiti di una situazione bellica123. Il Comitato di Difesa prima e il Consiglio atlantico subito dopo approvavano il corposo pacchetto di misure previste dai delegati militari e davano quindi il via alla creazione di una forza di Difesa integrata, con la partecipazione della Germania, alla riorganizzazione della struttura di Comando delle forze atlantiche124 e si apprestavano a sciogliere l’ultimo nodo, quello simbolicamente più significativo: la designazione di un Comandante supremo secondo la ricostruzione di Jules Moch) era stata fortemente voluta da Acheson, consapevole delle difficoltà insite nella trattativa con la Germania.
122 Rapporto D.C. 24/3 “The creation of an integrated European defence force, the establishment of a Supreme Headquarters in Europe and the reorganization of the NATO military structure” del 12 dicembre 1950. Da rimarcare il punto 1 del rapporto, che evidenziava in modo franco, con un linguaggio asciutto tipico del mondo militare, tutti i limiti dell’iniziale struttura e dei mezzi a disposizione dell’Alleanza: “Existing forces are not fitted to resist a Russian offensive. They are inadequate; they are not organized, equipped, or trained for the battle they may have to fight; they are not supported by the necessary infrastructure; and they are not adequately backed by reserve formations”; il Rapporto è consultabile in FRUS, 1950, vol. III, cit., p. 548-564; anche in ANATO,
NAC – North Atlantic Council, C1 to C9 – North Atlantic Council, 1st to 9th sessions, 1950, come allegato al documento C/6-D/2 “The creation of an integrated Force for the Defence of Western Europe” del 16 dicembre 1950.
123 Il Rapporto era molto approfondito e costituiva la sintesi finale delle posizioni assunte dalle dodici delegazioni militari dal settembre al dicembre 1950. Non potendo entrare nel merito delle novità strategiche previste dal documento, si elencano di seguito solo le parti costitutive del Rapporto: I. Military higher direction; II. Command and operational planning; III. Non-operational planning and equipping of Forces; IV. The detailed steps necessary to establish the integrated force in Europe and the method and timing of national contributions; V. The powers to be exercised by the Supreme Commander Allied Powers in Europe in peace-time; VI. Other commands; VII. Brussels Treaty Defence Organization.
124 L’approvazione delle misure proposte era contenuta nella “Resolution on the creation if an integrated Force”, Risoluzione C/6-D/7 del 19 dicembre 1950, in ANATO, NAC, ibidem.
delle forze atlantiche in Europa. A nome dei ministri presenti Moch indica quello che sembrava a tutti il candidato per eccellenza: “ma chi designare per questo posto supremo? Un nome è su tutte le labbra. Io lo pronuncio e indico ad Acheson che, se il suo Governo non vede inconvenienti, il generale Eisenhower sarà accolto con gioia in Francia, e senza dubbio negli altri paesi, come Comandante in capo. Tutti acconsentono, applaudono. Sembra che Eisenhower sia designato per acclamazione”125. Formalmente, il Consiglio atlantico adottava prima all’unanimità una Risoluzione sulla designazione di un Comandante supremo126, ove raccomandava al presidente americano la designazione del generale Eisenhower per tale incarico, poi prendeva atto della dichiarazione in tal senso di Truman, che richiamava in servizio l’eroe della seconda guerra mondiale e lo rendeva al contempo disponibile all’Alleanza127; il Consiglio atlantico infine predisponeva il 19 dicembre 1950 la sua nomina formale, con l’atto redatto in inglese e in francese e sottoscritto da tutti i ventiquattro ministri presenti nel Palazzo del Governo provinciale di Bruxelles128.
125 J. Moch, Histoire du réarmement allemand, cit., p. 249. Acheson prontamente sollecitava i rappresentanti dei governi atlantici a indicare urgentemente le forze militari che dovevano essere messe a disposizione del Comandante supremo designato e Moch riusciva a cogliere gli altri ministri di sorpresa, ponendo per primo sotto controllo atlantico alcune Divisioni. Affermava Moch: “Vous nous demandez en premier lieu de mettre à la disposition du général Eisenhower des forces nationales. Les premières auxquelles il commandera sont les françaises. Le Gouvernement a en effet décidé, sur ma proposition, qu’au cas où le général Eisenhower serait désigné, j’étais autorisé à placer sous son commandement le trois divisions françaises stationnées en Allemagne, à savoir les 3e et 4e divisions d’infanterie et la 5e division blindée. Les autres suivront, conformément au plan que vous connaissez [...]. D’autant que je me lève et remets à Acheson une lettre pour le général Eisenhower confirmant la décision française et mentionnant que copie en est envoyée au général Guillaume, commandant l’armée française d’occupation qui, à partie de ce moment, ne relève plus stratégiquement de l’État-Major général français, mais du S.H.A.P.E.”, ivi, pp. 252-253.
126 “Resolution in the appointment of a Supreme Commander”, documento C/6-D/8 del 19 dicembre 1950, in ANATO, NAC – North Atlantic Council, C1 to C9 – North Atlantic Council, 1st to 9th sessions,
1950.
127 Il 19 dicembre 1950 il presidente Truman comunicava formalmente a Eisenhower di averlo designato quale Comandante supremo in Europa (SACEUR) e di aver posto sotto il suo comando operativo le seguenti forze armate statunitensi: le unità dell’Esercito americano di stanza in Europa, le unità dell’Aeronautica militare americana in Europa, le unità navali americane nell’Atlantico dell’est e nel Mediterraneo. Concludeva così la sua missiva: “You are undertaking a tremendous responsibility. As President and Commander-in-Chief of the Armed Forces of the United States, I know that our entire country is wholeheartedly behind you”: FRUS, 1950, vol. III, cit., pp. 604-605.
128 La storica designazione del primo SACEUR era contenuta nella Risoluzione approvante la nomina di un Comandante Supremo C/6-D/9 del 19 dicembre 1950, in ANATO, NAC – North Atlantic Council, C1 to C9 – North Atlantic Council, 1st to 9th sessions, 1950.
I lavori atlantici della sesta sessione del 18 e 19 dicembre 1950 mettevano fine alla prima grave crisi dell’Alleanza, che poteva avere serie conseguenze sulla vita della giovane organizzazione internazionale, ma soprattutto poteva dividere gli alleati sul tema fondamentale della pianificazione militare strategica per la difesa dell’Europa occidentale. Pur nella differenza delle rispettive posizioni, si era giunti a un compromesso che aveva comportato alcune rinunce, ma aveva al contempo garantito il raggiungimento di alcuni obiettivi primari e strategici:
- dal lato francese, il principale aspetto da considerare era la concessione di considerare il riarmo della Germania (sulla base dell’unità organica del combat team a
metà strada tra il battaglione proposto inizialmente dai francesi e la Divisione voluta dai vertici militari americani) slegato dalla costruzione dell’esercito europeo, in modo che il primo potesse procedere mentre si concludeva l’iter di definizione del Trattato CECA e mentre si avviava la conferenza a Parigi sull’esercito europeo; - dal versante americano la principale concessione era rappresentata dall’aver
sbloccato la nomina del Comandante supremo in Europa e aver garantito la definizione del nuovo assetto organizzativo della NATO anche prima che iniziasse realmente il reclutamento delle unità militari tedesche.
Il complesso delle decisioni prese nei due giorni di lavoro a Bruxelles era reso pubblico da un comunicato stampa129 che enfatizzava la ritrovata unanimità degli alleati ed elencava i risultati ottenuti130, che “avrebbero rafforzato la difesa dell’Europa senza alterare in nessun modo il carattere puramente difensivo della NATO. [...] Le decisioni prese e le misure contemplate hanno il solo scopo di mantenere e consolidare la pace. Le nazioni del Nord 129 “Press communique from the sixth session of the North Atlantic Council, Brussels” C/6-D/6 del 19 dicembre 1950, in ANATO, NAC – ibidem.
130 Oltre alle misure già elencate ed esaminate nel testo, deve essere menzionata anche la transizione verso un nuovo organo direttivo per la supervisione della produzione di materiale per la Difesa in tutti i paesi alleati, che avrebbe avuto nel corso degli anni successivi un peso considerevole nella formulazione della politica industriale dei paesi occidentali. Il comunicato stampa sintetizzava così questa importante decisione: “The Council, desiring to simplify the structure of the North Atlantic Treaty Organization in order to make it more effective, asked the Council Deputies to initiate appropriate action. In this connexion the Defence Committee, meeting separately on 18th December, had already taken action to establish a Defence Production Board with greater powers than those of the Military Production and Supply Board which it supersedes. The new Board is charged with expanding and accelerating production and with furthering the mutual use of the industrial capacities of the member nations”, Press Communique, ibidem.
Atlantico sono determinate a perseguire questa politica finché la pace non sia sicura”131. Era in questo modo rispettato l’auspicio di Schuman di non lanciare verso est segnali allarmanti che potessero essere interpretati come volontà di aggressione e utilizzati poi in modo strumentale e propagandistico132. La conferma della volontà sovietica di utilizzare a fini propagandistici le decisioni atlantiche arrivava a Parigi già il 19 dicembre con un telegramma dell’ambasciatore francese a Mosca Yves Chataigneau, che commentava un articolo della Pravda contro il rinnovato sforzo di coesione atlantica con la seguente analisi della situazione: “la propaganda sovietica ha visibilmente per consegna attuale di fare leva su tutti gli istinti nazionali tradizionali suscettibili di minare la coesione occidentale: antagonismo franco-tedesco; isolazionismo americano; l’insularità britannica, in reazione del sospetto delle piccole potenze verso le grandi”133.
Si delineavano in questo modo, alla fine del 1950, due diversi percorsi per il riarmo della Germania: il primo di matrice atlantica si svolgeva a Petersberg134, vicino Bonn, su 131Ibidem.
132 La sensazione di un potenziale aggravarsi della situazione in Europa, con il rischio che i sovietici fossero pronti a utilizzare il previsto riarmo della Germania come un pretesto, era comunicata dall’ambasciatore americano Bruce ad Acheson con il telegramma del 14 dicembre 1950. Affermava Bruce: “the Communists throughout Europe are devoting a major propaganda effort to whip up popular feeling, particularly here [in Francia], against the German rearmament question and while we see no grounds for believing that this question alone would cause the Russians to start World War III, nevertheless, we should recognize that they are vigorously and possibly successfully exploiting the political advantages of division and fear which this question affords”: FRUS, 1950, vol. III, cit., p. 571- 572.
133 Telegramma dell’ambasciatore francese a Mosca del 19 dicembre 1950, n. 2885/2886, in AN 560 AP/45.
134 La documentazione d’archivio sui colloqui di Petersberg non è particolarmente ricca, perché all’inizio delle attività le parti decidevano di procedere in modo informale, senza servizi di segreteria con minute e resoconti e senza scambio di documenti scritti. Inoltre, alla fine dei colloqui non si produceva un documento finale, ma semplicemente un ‘Interim Report’, che rifletteva la profonda difficoltà a trovare un accordo complessivo sulle modalità del contributo tedesco. Le fonti primarie che si utilizzeranno per sintetizzare brevemente i lavori di Peterberg sono fondamentalmente due: il resoconto ad opera dei rappresentanti statunitensi per tenere informato il vertice della segreteria di Stato dell’andamento dei lavori, in FRUS, 1951, vol. III, European security and the German question,
Washington 1981, pp. 990-1047; per la parte francese, il fondo di riferimento è custodito agli archivi nazionali di Pierrefitte, in AN, F/60, volume 3060, dove è consultabile il Rapport sur les discussions techniques qui ont eu lieu au Petersberg au sujet d’une contribution allemande à la Defense, 9 Janvier 1951 – 4 Juin 1951, in 48 pagine. Per la letteratura sulla CED che tratta anche la Conferenza di Petersberg, cfr. D.
Preda, Storia di una speranza, cit., pp. 38-40; L. Risso, Divided we stand, cit., pp. 44-46; A. Clesse, Le projet de C.E.D., cit., pp. 38-39; E. Fursdon, The European Defence Community, cit., pp. 107-108; Moch da parte
sua dedica poco spazio ai colloqui di Petersberg e ne parla solo per introdurre la lista dettagliata delle
mandato dei ministri degli Esteri di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, che vedeva impegnati gli alti commissari occidentali alleati e i rappresentanti designati da Adenauer, per discutere delle modalità del contributo tedesco alla difesa in Europa sulla base del ‘compromesso Spofford’ appena approvato in sede atlantica a Bruxelles; il secondo percorso di matrice essenzialmente europeista, che partiva dalle proposte formulate dai francesi con il Piano Pleven, era destinato a dipanarsi per un lungo periodo di tempo a partire dall’invito ai governi europei dell’Alleanza a partecipare alla Conferenza per l’esercito europeo, da tenersi a Parigi.
I primi a partire furono i colloqui di Petersberg il 9 gennaio 1951135, tra le delegazioni dei tre stati alleati da una parte e quella tedesca dall’altra con l’obiettivo di studiare le concrete possibilità di un contributo della Germania occidentale al dispositivo per la sicurezza in Europa, con la definizione di misure militari immediatamente attuabili, mentre a Parigi si sarebbero riunite le delegazioni degli Stati aderenti all’invito del governo francese per avviare le trattative politico-diplomatiche per la realizzazione dell’obiettivo di medio-lungo termine, quale la realizzazione dell’esercito europeo sotto la responsabilità di un comune ministro europeo della Difesa. Il punto fermo iniziale dei colloqui tra le delegazioni a Petersberg era accettato prontamente dal capo delegazione tedesca Blank: ogni ipotesi di riarmo della Germania non poteva essere intesa su base nazionale, ma solamente all’interno della cornice delle forze del patto atlantico136. Al di là di questa base comune di lavoro, si manifestavano subito non solo le sostanziali differenze tra gli alleati da una parte e i tedeschi dall’altra, ma anche le vedute disomogenee tra le delegazioni delle tre potenze.
La delegazione guidata da Blank manifestava sin dall’arrivo alla conferenza la volontà, già dichiarata da Adenauer, di voler trattare ogni questione sulla base del principio
molte concessioni ottenute dai tedeschi nel primo semestre del 1951, in J. Moch, Histoire du réarmement allemand, cit., pp. 266-267; W. I. Hitchcock, France restored, cit., pp. 152-154; J. McAllister, No exit, cit.,
pp. 200-208. Inoltre, nell’ambito delle opere sul riarmo della Germania, cfr. T. A. Schwartz, America’s Germany, cit., pp. 235-278; R. McGeehan, The German rearmament question, cit., pp. 112-125; D.C. Large, Germans to the front, cit., pp. 111-153.
135 La composizione delle delegazioni era la seguente: per gli USA il vice alto commissario generale Hays e il colonnello Gerhardt; per la Gran Bretagna il vice alto commissario Ward e il generale Wansbrough-Jones; per la Francia il vice alto commissario Bérard, il generale Ganeval e il comandante Kleinmann; per la Germania Theodor Blank (che sarebbe poi divenuto il primo ministro della Difesa