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PARTE I. WELFARE, EDUCAZIONE, LAVORO: COSTRUIRE UN DIALOGO PER

CAPITOLO 2. WELFARE ED EDUCAZIONE: DAL TRADE-OFF ALL’INTEGRAZIONE PER

3.6. Conclusioni: sistemi di transizione scuola-lavoro in una prospettiva di investimento sociale

A partire dai presupposti illustrati nei precedenti paragrafi, la presente ricerca individua nei sistemi di transizione che strutturano il passaggio dal sistema educativo al mercato del lavoro (transizione scuola-lavoro) il proprio oggetto di ricerca. Da un lato, si analizzano le caratteristiche istituzionali del mercato del lavoro, del sistema educativo e di welfare, dall’altro si prendono in considerazione le principali riforme nelle misure di policy adottate (politiche del lavoro, politiche educative che possano variamente influire nel percorso di transizione dalla scuola all’occupazione) sviluppandone una descrizione approfondita in termini di caratteristiche e relazioni esistenti.

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L’obiettivo di ricerca è perseguito mediante l’adozione di un approccio comparativo (Skocpol, 1984), nella convinzione che le differenze e il confronto rappresentino elementi fondamentali per una migliore comprensione dell’oggetto ricerca, al fine di individuare specificità dell’esperienza italiana attraverso il raffronto con quella degli altri paesi (Flora, 1986; Ferrera, 1993). Da questo punto di vista, il tema delle transizioni scuola-lavoro è affrontato attraverso il confronto con un paese europeo ritenuto particolarmente significativo in termini di opportunità comparative ed esplicative, ovvero la Germania, stato europeo che, per le caratteristiche del proprio modello di welfare e di struttura occupazionale, risulta un utile elemento di comparazione per la comprensione delle dinamiche caratterizzanti il caso italiano. Si ritiene che dal confronto tra Italia e Germania, contraddistinte al contempo da differenze e similitudini rispetto alle variabili considerate, possano emergere risultati rilevanti riguardo alle tematiche indagate. Di seguito si elencano brevemente le ragioni che hanno portato a tale scelta, articolando il ragionamento secondo le dimensioni concettuali precedentemente trattate:

 La posizione dei giovani nel mercato del lavoro: nel suo passaggio da “Sick man of Europe” fino alla fine degli anni ’90, a “Economic Superstar” in grado di resistere alle forti spinte recessive della crisi economica del 2008 (Dustmann et al., 2014), la Germania ha evidenziato la capacità di mantenere la disoccupazione giovanile su livelli relativamente contenuti. La differenza con il caso italiano rende proficuo il confronto tra i due differenti mercati del lavoro, anche alla luce dell’obiettivo di ipotizzare l’innesco di circuiti virtuosi di policy learning e investimento sul capitale umano.

 Le similitudini del sistema di welfare: secondo Esping–Andersen (1990), i sistemi di welfare italiano e tedesco rientrano nell’ambito del modello corporativo, in cui importanza centrale è assunta dal ruolo della famiglia come agenzia sociale di redistribuzione. Altri autori hanno tuttavia proposto una ulteriore differenziazione atta a distinguere tra il regime corporativo (Germania) e quello familistico (Italia) (Ferrera, 1996; Mingione, 1997): nel primo, lo stato possiede un forte ruolo regolativo e interviene in modo diretto nel sostegno alla famiglia e alla sua funzione redistributiva (sussidiarietà attiva); nel secondo, il principio di sussidiarietà viene declinato in modo passivo, lo Stato assume un ruolo marginale con un conseguente sovraccarico della famiglia per quanto riguarda le responsabilità sociali e di cura (Kazepov, 2010).

 Il sistema di istruzione: recenti contributi ritengono che nella recente performance economica tedesca un ruolo di grande rilievo sia stato giocato da complementarietà istituzionali e riforme che, rese necessarie dalla crisi, hanno consolidato il rapporto tra sistema scolastico e mercato del lavoro (Ballarino & Checchi, 2013). In particolare, il sistema duale di formazione professionale tedesco (fondato sull’unione tra apprendistato

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in azienda e formazione scolastica) si caratterizza per una importante capacità di formazione e allocazione di abilità richieste nel mercato del lavoro.

 La centralità della variabile territoriale: anche la Germania ha sperimentato una forte segmentazione territoriale in termini dualistici. La riunificazione del 1989, a seguito della caduta del Muro di Berlino, ha portato infatti alla nascita di uno Stato attraversato da una profonda frattura territoriale in termini di economia e mercato del lavoro, tra Ovest e Est del paese.

Nei capitoli successivi si indagano quindi le differenti dimensioni istituzionali e di policy che influiscono sulla transizione scuola-lavoro in Italia in Germania, intesa come ambito strategico di investimento e al contempo di vulnerabilità della condizione giovanile, al fine di individuare le complementarietà istituzionali e interazioni sinergiche tra politiche (o la mancanza delle stesse) che influiscono sul passaggio dall’educazione all’occupazione. La natura complessa e multidimensionale di tale “ponte sociale” lo rendono infatti dipendente dall’intero corpus di istituzioni coinvolte nel processo di transizione e dal grado di complementarietà istituzionale che si instaura tra queste. Il riferimento alla prospettiva del social investment e al dibattito critico sviluppatosi rispetto a tale approccio, rappresenta il punto di riferimento teorico del progetto. Il paradigma dell’investimento sociale si caratterizza per l’assunzione di una prospettiva di complementarietà istituzionale secondo cui gli effetti sinergici tra politiche creano le condizioni necessarie per uno sviluppo del capitale umano all’insegna dell’uguaglianza delle opportunità e dell’interruzione della trasmissione intergenerazionale delle disuguaglianze (Hemerijck, 2017). Essa manifesta punti in comune con la letteratura sulle VoC (Hall & Soskice, 2001), sui sistemi di transizione scuola-lavoro (Raffe, 2014), sulla

collective skill formation e national skill systems (Bosch, 2015b), ma si contraddistingue per il ruolo

centrale assegnato al welfare state rispetto al coordinamento tra livelli istituzionali e attori coinvolti. Inoltre, comporta una visione incrementale del cambiamento introdotto da riforme nelle varie aree di policy considerate, che avvengono all’interno della configurazione preesistente e possono condurre a vari gradi di modificazione dell’equilibrio tra bisogni e risorse (Thelen, 2009; Amable, 2016).

Il mutato panorama dei rischi sociali (Ranci & Migliavacca, 2011) determina la segmentazione delle biografie e delle carriere lavorative, sfuggendo parzialmente alla tradizionale configurazione dei sistemi di protezione sociale. Secondo la prospettiva del social investment, in questo contesto l’obiettivo del sistema di welfare si amplia e consiste nel supporto e promozione dell’individuo (investimento) lungo tutto il corso di vita, mirando primariamente all’integrazione nel mercato del lavoro degli esclusi e degli svantaggiati. Tale complessità implica la necessità di analizzare l’interazione tra istituzioni e interventi di policy. La ricerca mira dunque all’individuazione di complementarietà istituzionali e sinergie di policy con effetti sulle transizioni scuola-lavoro, che rimandano al rapporto tra sistema educativo, mercato del lavoro e sistema di welfare.

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Le istituzioni considerate sono il mercato del lavoro, il sistema educativo, considerato nei differenti livelli che lo compongono e che consentono l’immissione nel mercato del lavoro, il più ampio sistema di welfare ed in particolare il ruolo centrale di coordinamento esercitato dal welfare state attraverso le politiche del lavoro e le politiche educative. Ad esse si aggiunge necessariamente la considerazione della segmentazione territoriale che caratterizza il contesto italiano e rappresenta un importante elemento di variabilità per quanto riguarda la diffusione di opportunità lavorative e la distribuzione di risorse di welfare, anche in senso educativo (Kazepov & Barberis, 2013; Ascoli & Pavolini, 2015). Si considera anche l’interazione tra dinamiche istituzionali e fattori contestuali che possono avere un impatto sugli esiti delle transizioni. In particolare, fattori economici (caratteristiche del sistema produttivo e trend economici), demografici (dinamiche di popolazione e elementi connessi all’istrituzione familiare) e culturali (Mason, 2014) sono considerati variabili intervenienti nella relazione tra sistemi di transizione scuola-lavoro e esiti del passaggio dall’educazione all’occupazione. L’ipotesi principale è che un maggior grado di complementarietà e coordinamento tra istituzioni differenti, e dei relativi policy mix, influisca sulle transizioni scuola-lavoro rendendo più agevole il passaggio dall’educazione all’occupazione. Nell’operazionalizzazione della variabile dipendente (transizioni scuola-lavoro), i principi del SI sono utilizzati in un’ottica di benchmarking, prestando particolare attenzione al concetto di qualità del lavoro (quale elemento distintivo dell’investimento sociale rispetto a soluzioni di workfare) e all’obiettivo centrale di rottura della catena di trasmissione intergenerazionale delle disuguaglianze.

Oggetto: sistemi di transizione scuola-lavoro come set di limiti e opportunità per l’azione individuale (Raffe, 2014).

Obiettivo: analisi degli effetti di complementarietà istituzionali e sinergie tra politiche caratterizzanti i sistemi di transizione sugli esiti delle transizioni scuola-lavoro (Hemerijck, 2017).

SI come benchmark: partecipazione di qualità dei giovani al mercato del lavoro e uguaglianza opportunità

Ruolo del welfare state e coordinamento

Politiche educative e del lavoro come welfare policies

Interazione tra livelli istituzionali (rescaling) e rilevanza del livello locale

Domanda di ricerca: quale effetto ha l’esistenza (o la mancanza) di complementarietà istituzionali e sinergie di policy tra sistema educativo, mercato del lavoro e sistema di welfare sugli esiti delle transizioni scuola-lavoro in Italia e Germania?

Domanda 2: una strategia di investimento sociale può condurre al contempo a una maggiore uguaglianza delle opportunità e a una crescita economica determinata da una maggiore e qualitativamente migliore partecipazione al mercato del lavoro?

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Comparazione tra Italia e Germania:

Analisi dati da fonti ufficiali (Eurostat, OECD, Istat, DeStatis, BIBB, Isfol)

Desk analysis su letteratura scientifica, documentazione e reportistica

Interviste a esperti del mercato del lavoro e dei sistemi di formazione delle competenze, e a stakeholders (6 esperti italiani, 6 esperti tedeschi)

Comparazione livello locale tra Padova (Veneto) e Bonn (Nordrhein-Westfalen):

Interviste a stakeholder coinvolti nella transizione scuola-lavoro (6 stakeholder italiani, 6 stakeholder tedeschi)

La comparazione tra casi studio è realizzata seguendo un mixed method approach (Johnson & Onwuegbuzie, 2004).

In una prima fase, la comparazione è quindi realizzata con metodo quantitativo, attraverso l’analisi secondaria di dati provenienti da fonti statistiche ufficiali, a livello europeo, nazionale e subnazionale. Ciò consente di caratterizzare la variabile dipendente della ricerca, ovvero gli esiti delle transizioni scuola-lavoro in Italia e Germania, ed anche alcuni elementi empiricamente comparabili dei sistemi di transizione oggetto di analisi (risorse investite in politiche), operandone una contestualizzazione empirica (Brannen, 2005). I risultati di questa fase di ricerca sono presentati nella Parte II dell’elaborato, capitoli 4-6.

La seconda e principale fase della ricerca consiste nella comparazione istituzionale a livello nazionale tra Italia e Germania, attraverso la desk analysis di documentazione, reportistica, letteratura specialistica e interviste a esperti dei sistemi di transizione scuola-lavoro italiano e tedesco. Si analizza la configurazione istituzionale e le recenti riforme degli strumenti di policy adottati all’interno dei sistemi di transizione. La congiunzione tra analisi istituzionale, riforme degli strumenti di policy e modalità di governance è derivata dai presupposti teorici adottati, e consente una più accurata riflessione sugli esiti delle transizioni scuola-lavoro nei paesi considerati. I risultati di questa fase di ricerca sono presentati nella Parte II dell’elaborato, capitoli 7-9.

La terza fase di ricerca mira a connettere la prospettiva dell’investimento sociale con le tendenze di mutamento dei sistemi di welfare che toccano i livelli scalari e gli attori coinvolti nell’implementazione delle politiche. La comparazione riguarda le pratiche di governance (Palumbo & Vaccaro, 2007) della transizione scuola-lavoro nella città italiana di Padova, nella regione Veneto, e nella città tedesca di Bonn, nel Land Nordrhein-Westfalen. Nel selezionare le città da includere nella ricerca sono state considerati gli esiti relativamente favorevoli delle transizioni scuola-lavoro all’interno dei paesi di riferimento e la collocazione territoriale (Nord Italia e Germania Ovest, ovvero aree caratterizzate da una condizione economica ed occupazionale relativamente positiva all’interno dei rispettivi paesi), la

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popolazione1, la struttura socioeconomica (presenza di uno sviluppato settore terziario e industriale),

la presenza di importanti istituti universitari (Università degli Studi di Padova, Universität Bonn) e di sviluppati settori di formazione professionale, con l’obiettivo di individuare alcune similitudini e in generale di consentire la comparabilità. La comparazione è realizzata attraverso la desk analysis di documentazione e reportistica, e attraverso interviste a stakeholder coinvolti nella transizione scuola- lavoro (funzionari e operatori regionali del sistema di istruzione e formazione professionale, servizi per l’impiego, parti sociali, corpi intermedi come le Camere di Commercio). l’obiettivo è ricostruire aspetti legati al coordinamento tra stato, mercato del lavoro, sistema di istruzione, relazioni tra dimensione subnazionale (locale e regionale) e dimensione nazionale. La comparazione si focalizza sulle aree di policy di interesse della ricerca.

Non si intende realizzare una comparazione estensiva e intensiva tra città, ma i casi locali sono considerati punto di accesso a strutture di governance multilivello dei sistemi di transizione scuola- lavoro. I risultati di questa fase di ricerca sono presentati nella Parte II dell’elaborato, capitoli 10-11. In totale, sono state realizzate 25 interviste, suddivise tra Italia e Germania, esperti e stakeholder (Mason, 2002). Sebbene l’analisi istituzionale proposta privilegi un approccio narrativo, l’attenzione ai dati provenienti da fonti ufficiali caratterizza anche la seconda e terza fase della ricerca, al fine di darvi corpo e significatività empirica, fungendo quindi da elemento di triangolazione necessario per valutare l’impatto di istituzioni e politiche sugli esiti delle transizioni.

1 Padova contava 211.000 abitanti nel 2015, risultando il 14esimo comune italiano per numero di abitanti; Bonn

contava 318.000 abitanti nel 2015, risultando il 19esimo comune tedesco per numero di abitanti. Dati Istat e DeStatis (Statistisches Bundesamt).

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