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Con la presente ricerca si è tentato di approfondire lo studio della relazione tra la variabile socio-affettiva dell’attaccamento e lo sviluppo di Disturbi del Comportamento Alimentare in un campione di adolescenti. I modelli mentali dell’attaccamento sono stati studiati attraverso la misura delle capacità di regolazione degli stati affettivi in potenziali situazioni critiche e di libera espressione degli stessi, nella prospettiva per cui queste vengano acquisite nell’ambito della relazione con le Figure di Attaccamento. È interessante notare come i soggetti con attaccamento sicuro abbiano utilizzato più termini che rispecchiavano emozioni negative rispetto ai soggetti con attaccamento insicuro, a dimostrazione di una maggiore disponibilità dei primi a parlare di emozioni negative. Relativamente alla classificazione dell’attaccamento misurata attraverso il Separation Anxiety Test (SAT), si è evidenziata una distribuzione in linea con quanto riscontrato in letteratura (Attili, 2001). Secondo questi risultati infatti, è possibile affermare che esiste una differenza statisticamente significativa negli stili di attaccamento tra il gruppo di pazienti con DCA e il gruppo di coetanee sane e che il Separation Anxiety Test (SAT) è uno strumento idoneo a rilevare tali differenze. Rispetto ai quesiti di ricerca e coerentemente con quanto trovato in letteratura (Cole – Detke & Kobak,1996; Ringer & Crittenden, 2007; Zachrisson & Kulbatten, 2006; Zachrisson & Skarderud, 2010), i dati emersi dal presente studio sembrano indicare che, in generale, i fattori di rischio per lo sviluppo dei Disturbi della Condotta Alimentare siano, almeno in parte, legati alla strutturazione dei modelli rappresentazionali di sé e dell’altro ed al grado di soddisfazione delle esperienze precoci di attaccamento.

In secondo luogo si osserva che, in linea con quanto riportato in letteratura (Abbate-Daga et al., 2010), un attaccamento sicuro ed una elevata percezione di empatia e cura da parte della madre, costituiscano un fattore protettivo rispetto allo sviluppo di caratteristiche peculiari dei DCA quali insoddisfazione corporea (preoccupazione eccessiva per peso e forma corporei) ed impulso alla magrezza (tendenza estrema a desiderare un corpo esile e longilineo). Anche caratteristiche

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di personalità, non peculiari ma spesso associate a tali disturbi, possono essere mitigate da cure materne soddisfacenti e da un attaccamento sicuro (Shanmugam et al., 2012): perfezionismo, alienazione personale (senso di vuoto emotivo e scarsa capacità di autocomprendersi), alienazione interpersonale (distacco e sfiducia nelle relazioni sociali), bassa autostima, senso di inadeguatezza, insicurezza interpersonale, disregolazione emotiva, deficit interocettivi ed ascetismo (tendenza a cercare valore attraverso il perseguimento di ideali quali l’autodisciplina, il sacrificio ed il controllo dei propri bisogni).

Di contro, uno stile di attaccamento insicuro o disorganizzato e un legame con la madre caratterizzato da scarse cure, empatia e calore può influire sullo sviluppo di esiti psicopatologici legati al comportamento alimentare.

È importante tuttavia precisare, che seppur l’attaccamento condizioni, con buona probabilità, il modo di percepire, rapportarsi, pensare a sè stessi e agli altri e che, dunque, influenzi personalità e stile cognitivo, non corrisponde a dichiarare che lo stesso determini una patologia. Ad intervenire nell’ eziologia di un disturbo sono fattori disparati che vanno individuati caso per caso. Uno stesso sintomo infatti può assumere una funzione diversa da relazione a relazione ed uno stesso pattern di attaccamento può esprimersi secondo modalità diverse sul piano comportamentale, cognitivo ed emotivo, in funzione delle rappresentazioni mentali interne e della loro efficacia nel mantenere una certa relazione con le Figure di Attaccamento.

I dati emersi tuttavia, vanno letti alla luce dei limiti dell’impianto di ricerca relativi ad esempio ad alcune fonti di variabilità come il livello culturale delle famiglie dei soggetti; ciò è importante in quanto soprattutto rispetto al costrutto dell’attaccamento, diversi studiosi hanno ipotizzato che il tipo di comunicazione madre – bambino influisca sulla possibilità di comprendere (e quindi di elaborare adeguatamente) le esperienze di relazione e le motivazioni individuali sottostanti gli scambi relazionali. Nell’elaborato, è stato precisato come tale possibilità sembra sostenuta dalla capacità metacognitiva che è spesso risultata associata ad un attaccamento di tipo sicuro in adolescenza. Grazie al pensiero operatorio

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formale infatti, ed alle nuove esperienze di relazione, l’adolescente acquista la capacità di riflettere gli stati emotivi propri ed altrui, capacità che la ricerca ha considerato radicata nella relazione di “rispecchiamento” con il caregiver (Fonagy et al. 1991).

Eventuali sviluppi futuri che potrebbero continuare ad indagare la relazione emersa da questo studio tra la variabile socio-affettiva dell’attaccamento e i DCA potrebbero essere quelli che estendono ed affiancano allo studio dell’attaccamento altre variabili socio-affettive come quella della Teoria della Mente, ed il grado di sviluppo di questa nei pazienti con Disturbo della Condotta Alimentare.

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