• Non ci sono risultati.

CONFRONTO CON LA SITUAZIONE EUROPEA E ITALIANA

L’istruzione come strumento di lotta alla povertà

III 4.2. I CENTRI DI FORMAZIONE

IV. PRESENTE E FUTURO DEL SISTEMA

IV.2. CONFRONTO CON LA SITUAZIONE EUROPEA E ITALIANA

“L’estrema abbondanza può essere dannosa come l’estrema povertà” José Antonio Abreu

Negli stessi anni in cui Abreu inizia a radunare i primi musicisti per il suo progetto, anche in Europa e in Italia la musica d’insieme diventa protagonista della scena musicale.

Nel 1976 infatti viene fondata l’Orchestra Giovanile Europea, che oggi ha preso il nome di European Union Youth Orchestra. E’ proprio Claudio Abbado a presentare il progetto di un’orchestra sinfonica formata da giovani provenienti da

106

tutti i Paesi d’Europa, spinto da una forte volontà di appartenere all’UE non solo attraverso la cultura ma anche soprattutto attraverso la musica. Oltre a lui, tra i fondatori troviamo Lionel Bryer, attuale presidente dell’Orchestra, sua moglie Joy Bryer, segretario generale, e il noto direttore Vladimir Ashkenazy.

Tutti loro hanno contribuito, durante questi anni, a far sì che l’Orchestra si sia affermata in modo decisivo nel quadro musicale internazionale. Fin dall’inizio, questo progetto è stato sostenuto sia dal Parlamento, sia dalla Comunità Europea

attraverso un concreto appoggio sia finanziario sia politico.

Alcuni anni dopo e sempre su iniziativa di Abbado, vede la luce un’altra importante realtà: la Gustav Mahler Jugendorchester (GMJO). Fondata a Vienna nel 1986, è considerata la prima vera orchestra pan-europea in quanto dal 1992 ha aperto le proprie audizioni anche ai Paesi dell’ex blocco orientale: in quell’anno ha infatti allargato le audizioni ai musicisti con un massimo di 26 anni di età provenienti da tutta Europa, e inoltre è stata posta sotto l’alto patronato del Consiglio d’Europa. Attualmente fanno parte dell’orchestra più di cento musicisti selezionati in 25 città europee, che partecipano a due grandi tournée all'anno, preparandosi prima nelle tre città di residenza: Vienna, Bolzano e Interlaken.

Inoltre nel gennaio 1980, anche in Italia si concretizza in modo forte l’idea che l’esperienza orchestrale vada posta al centro della formazione di un musicista: grazie all’intuizione di Piero Farulli nasce l’Orchestra Giovanile Italiana. Fondatore della Scuola di Musica di Fiesole e membro del Quartetto Italiano, Farulli fu presidente di svariate giurie di concorso per le orchestre italiane, rendendosi conto dell’inadeguatezza della formazione professionale in ambito orchestrale dei giovani musicisti neo-diplomati. Prendendo al balzo un bando

107

emesso dagli organismi regionali in merito alla formazione professionale con fondi europei, il Maestro ideò il primo percorso specifico per la formazione dei musicisti d’orchestra: l’impianto doveva basarsi sulla musica da camera come strumento principe per imparare l’indispensabile arte dell’ascolto reciproco e della creazione di un suono comune.

Fu Piero Bellugi che per primo, nel 1981, guidò alla Scala gli allievi del corso; a lui si sono affiancati poi le più eminenti personalità del mondo musicale internazionale. Fra queste Riccardo Muti, che ha diretto la prima esecuzione assoluta dell’Orchestra Giovanile Italiana in un memorabile concerto per gli Amici della Musica di Perugia il 20 aprile 1985.

Il fenomeno però non si è sviluppato come quello venezuelano: va innanzitutto sottolineato che l’aspetto sociale non era per nulla preso in considerazione in queste realtà, e inoltre entrambe le Orchestre Giovanili, sia quella Italiana che quella Europea, hanno avuto una grande importanza negli anni ’80 e ’90, per poi perdere parte del loro ruolo chiave nel panorama musicale.

Negli anni più recenti, uno dei primi nostri connazionali ad essersi innamorato dell’esperienza venezuelana è stato nuovamente il Maestro Claudio Abbado. Dalla sua prima esperienza in Sud America nel 1999 (vedi II.5), ha sempre sottolineato l’importanza di far conoscere questa iniziativa in tutto il mondo, e soprattutto di diffonderla anche in Italia. Naturalmente la situazione di partenza è molto diversa da quella venezuelana, ma, sostiene il Maestro, è evidente che ogni regione ha le sue potenzialità per realizzare il modello del Sistema. Lo scopo in Italia è volto a far esprimere al meglio tutte queste caratteristiche specifiche ed emergenti, riconducendole ad un alveo comune, nell’impegno di coniugare l’aspetto sociale, quello culturale e quello propriamente musicale.

I motivi per cui tutto ciò è necessario e urgente sono diversi. Innanzitutto sono purtroppo presenti, anche da noi, sacche di povertà e disagio dove le prime e più vulnerabili vittime sono i giovani. Una seconda ragione, non meno importante, è che la gioventù si è impoverita di prospettive credibili, che meritano lo sforzo e suscitano la gioia della loro realizzazione.

108 “Non è solo chi è nel disagio, ma forse ancor di più chi abita il benessere, viene manipolato per diventare un conformista, che si nutre solo di superficialità. Una vita piena di musica e di cultura offre sicuramente un antidoto a tutto ciò. Attraverso la musica l’uomo di oggi si ritrova nuovamente cittadino, uomo politico nel senso più altro del termine, persona consapevolmente inserita in una comunità e che agisce nel suo interesse.”76

Il Maestro stesso ha promosso spesso iniziative per portare la musica dove è più difficile poterla ascoltare, intrecciando i percorsi con diversi interventi a sfondo sociale. Con l’Orchestra Mozart, da lui fondata a Bologna nel 2004, ha promosso infatti il Progetto Tamino, che organizza attività musicali presso strutture sanitarie e socioassistenziali nel territorio, e rivolge un’attenzione costante al mondo carcerario. Attraverso il Progetto Papageno invece, vengono avviati laboratori di canto corale, e vengono spesso ospitati gruppi di detenuti alle prove generali aperte, a cui possono accedere gratuitamente anche tutti i giovani.

Alcuni anni dopo il primo incontro tra Abbado e Abreu, un altro italiano resta folgorato da questa iniziativa: nel 2005 Roberto Grossi, allora Direttore Generale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, ascolta un concerto dell’Orchestra Simón Bolívar e da quel momento inizia a chiedersi come portare questa esperienza in Italia. Nello stesso periodo Dinko Fabris, docente di Storia della Musica al Conservatorio di Bari e all’Università della Basilicata e rappresentante in Italia della Società Internazionale di Musicologia, parla con Abbado, che gli comunica la sua intenzione di portare El Sistema in Italia.

Molto presto si uniscono a loro protagonisti di primissimo piano nel panorama artistico italiano: solo per citarne alcuni, Andrea Lucchesini, direttore artistico della Scuola di Musica di Fiesole e pianista di fama internazionale; Michele dell’Ongaro, sovrintendente dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai; Claudio Martini, presidente della Fondazione Orchestra Regionale Toscana; Giuseppe Gherpelli, direttore Generale della Fondazione I Teatro di Reggio Emilia.

109

Nel febbraio 2010 ci sono le prime riunioni, e poco tempo dopo viene fondato il Sistema delle Orchestre e dei Cori giovanili e infantili in Italia Onlus. Federculture (Federazione Servizi Pubblici Cultura e Turismo, Sport, Tempo Libero, di cui Grossi è presidente e segretario generale) e la Scuola di Musica di Fiesole sono tra i promotori principali, e nei mesi successivi ottengono la collaborazione di Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e Upi (Unione province d’Italia), l’alto patronato della Presidenza della Repubblica e il patrocinio di Rai Segretariato Sociale. Inoltre nello stesso anno è stato presentato un disegno di legge bipartisan per combattere il disagio giovanile attraverso la diffusione del Sistema nel nostro Paese, che attualmente è ancora in attesa di esame.

Grossi condivide gli stessi ideali di Abbado, sottolineando che, nonostante la straordinaria tradizione musicale italiana, abbiamo marginalizzato il valore sociale e di crescita individuale della cultura. Le famiglie sono ogni giorno di più composte da figli unici, che sempre più spesso vivono con un solo genitore. La musica dà equilibrio a queste giovanissime vite.

Il 2011 è stato un anno di grande fermento per il Sistema italiano: si sono tenuti a Fiesole il primo convegno e il primo corso per formatori di orchestre giovanili; si è tenuta a Milano una prima raccolta i strumenti da offrire gratuitamente alle future orchestre, per iniziati di Milano Musica e in collaborazione con il Teatro alla Scala e Music Fund, organizzazione internazionale con sede in Belgio, in cui sono stati donati 720 strumenti.

La struttura organizzativa di base del Sistema italiano è mutuata da quello venezuelano, con il quale è ufficialmente gemellato: l’approccio è eminentemente pratico, in quanto alla base ci sono i Nuclei, che accolgono bambini e ragazzi dai quattro ai diciotto anni, assicurando la gratuità della frequenza settimanale dei corsi prevalentemente al di fuori dell’orario scolastico, anche se spesso in collaborazione con le scuole.

110

Sono tre le caratteristiche che vengono richieste ai Nuclei: la gratuità per gli studenti, la frequenza delle lezioni maggiore di una volta la settimana e l’accesso a un finanziamento per almeno un anno, perché le

iniziative che poggiano unicamente sul volontariato spesso hanno vita breve. Sono inoltre state fissate delle priorità di spesa: prima le sedi, gli strumenti musicali, i leggii; poi gli insegnanti; infine la struttura burocratica. Attualmente ci si appoggia agli uffici di Federculture, mentre le spese vive sono a carico dei gruppi locali.

L’organizzazione è centrale e insieme decentrata: per ogni regione italiana si sono individuati due referenti, uno istituzionale e uno didattico, che coordinano l’operatività dei Nuclei locali, favorendone la creazione e le attività, in maniera da incentivare la crescita della rete nazionale. A loro volta i referenti si rapportano al Comitato Nazionale.

Attualmente i Nuclei aderenti al Sistema in Italia sono 45, distribuiti in 14 Regioni. Molte realtà sono in via di formazione oppure non rientrano, per propria specificità, nel Sistema italiano, come per esempio i bambini ambasciatori di pace di PequeñasHuellas di Torino.

Tra le priorità del Sistema italiano sono emerse soprattutto due esigenze: formare i maestri che operano con i bambini nei Nuclei, e procurarsi gli strumenti musicali necessari.

In conclusione, vanno ricordate le parole di Abreu:

“Quello del Sistema è un progetto a lungo termine. Un progetto che aveva bisogno di un lungo arco di tempo per potersi sviluppare davvero, diciamo per spiccare il volo. I risultati si vedono soltanto a lungo termine.”77

111

Allo stesso modo la pensa Grossi:

“Il Sistema italiano è il più gande investimento sul futuro, e anche il più rivoluzionario, perché creerà una mentalità nuova. Da contrappore al «professionismo» a causa del quale oggi i cinquantamila studenti delle scuole e dei conservatori italiani non riescono a comunicare il valore della musica all’esterno, al grande pubblico.”78

Documenti correlati