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L’istruzione come strumento di lotta alla povertà

III.3. PRINCIPI E VALOR

7. Valorizzazione della meritocrazia.

Il Sistema promuove la meritocrazia, intesa come mezzo di sviluppo basato sullo sforzo, la costanza e la disciplina. Inoltre contribuisce alla promozione di un'immagine di successo della figura del musicista, dando ai partecipanti la possibilità di svolgere una professione che gode di status ed accettazione sociale.

Coinvolgere la famiglia, inoltre, è imprescindibile: un incaricato va nelle case a spiegare ai genitori quello che El Sistema propone ai loro figli, e come sostenerli nello studio e nell’esercizio a casa. Se l’allievo non si presenta per più di due lezioni consecutive, il referente si informa sulla ragione. Come racconta Lourdes Sànchez, direttrice del Sistema Nazionale dei Cori del Venezuela,

“I bambini di Caracas sono tremendi. E’ colpa della società, che viaggia a ritmi sempre più accelerati. C’è anche il problema delle famiglie disfunzionali. A volte il padre se n’è andato di casa e la madre è costretta a lavorare, per cui i figli sono spesso soli. Alcuni non hanno soldi neppure per il cibo o per i trasporti pubblici. La povertà e la mancanza di stabilità affettiva rendono i bambini chiusi in se stessi, impauriti. Hanno pochissima autostima. La musica, ancora più della scuola, dà valori morali, e aiuta a migliorare la fiducia in se stessi, il senso del proprio valore.”58

Le situazioni di violenza e maltrattamenti in famiglia sono numerose. In questi casi l’insegnante riferisce al direttore del Nucleo, che convoca i genitori. La legge

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venezuelana è molto protettiva nei confronti dei minori vittime di violenza, ma spesso i ragazzi hanno paura a denunciare, o le madri li dissuadono, con la conseguenza che pochi allievi avviano procedimenti giudiziari. E’ una questione molto delicata e difficile.

Il ruolo del Sistema diventa però ancora più significativo, perché quando un bambino inizia a suonare in un’orchestra, il cambiamento avviene in molti ambiti: non solo il giovane musicista impara la disciplina, l’autostima e il rispetto per sé e per gli altri, ma anche la famiglia cambia. I genitori infatti sentono i figli esercitarsi a casa e vanno ai loro concerti, e diventano orgogliosi e determinati ad aiutarli e supportarli.

“Poverty is not just a lack of roof or bread. It is also a spiritual lack – a loneliness and lack of recognition. The vicious cycle of poverty can be broken when a children poor in material possessions acquires spiritual wealth through music”59.

Come sottolinea lo stesso Abreu, soddisfare i bisogni materiali dei bambini non basta: una delle caratteristiche essenziali del Sistema è quella della crescita personale di ognuno. Le orchestre e i cori sono un esempio e una scuola di vita sociale, suonare insieme significa creare cittadini migliori: l’orchestra è una metafora della società in cui, quando i bambini suonano insieme, tutte le differenze di classe e razza spariscono. Per un bambino, rappresenta il messaggio che unità e armonia nel mondo sono possibili, che i conflitti non sono necessari. Tutto questo aiuta anche i ragazzi a superare la mancanza di identità e stima in sé stessi, la sensazione di non essere nessuno e di non poter migliorare, dandogli uno scopo e un ruolo all’interno della società.

Altro punto forte è quello del salvare i giovani musicisti dai pericoli della povertà, che può portarli ad avvicinarsi alla droga, alla violenza e alle numerose gang. La soluzione è molto semplice: tenere i ragazzi occupati.

Una delle grandi difficoltà per le famiglie è quella di tenere i giovani lontani dalla strada: spesso i genitori lavorano tutto il giorno, e non sanno a chi affidare i

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bambini, che si ritrovano quindi a passare molto tempo da soli, e inoltre non vengono seguiti nel loro percorso di apprendimento scolastico. Questo purtroppo fa si che la maggior parte dei giovani passi molto tempo in strada. La musica invece incanala le energie dei bambini in attività positive e li tiene costantemente impegnati, facendo così in modo che evitino situazioni negative e pericolose. Come sottolinea José Francisco del Castillo, direttore dell’Accademia latinoamericana di violino e tra i più stretti collaboratori di Abreu,

“Non ho mai saputo di qualcuno che facesse uso di sostanze nelle nostre sedi; invece so che molti sono usciti da una dipendenza. Perché la musica richiede tempo e applicazione, quindi: o ti droghi o suoni.”60

Naturalmente non tutti i bambini che iniziano lo studio di uno strumento musicale intraprendono la carriera professionale, ma ognuno di loro ha grandi benefici da questa esperienza. Anche chi sceglie professioni lontane dalla musica mantiene in sé i valori del Sistema: un’impronta indelebile che crea cittadini migliori. Molti ragazzi continuano parallelamente gli studi accademici e sono iscritti a una facoltà universitaria. Gli atenei sono molto flessibili e permettono agli studenti di prolungare il tempo dei loro studi in modo da portare a termine con profitto entrambi i percorsi. Se l’abbandono scolastico medio in Venezuela è del 26%, tra i ragazzi che partecipano o hanno partecipato al Sistema scende al 6,9%. Come dichiarato Ambra Radaelli:

“Sono stata a Caracas, ho fatto interviste e accurate ricerche, e so che quelle del Maestro non sono solo parole. Più ho avuto modo di conoscere El Sistema, più mi sono convinta che questo progetto è la realizzazione di quel «nessun bambino lasciato indietro» di cui da un decennio abbondante si riempiono la bocca i politici statunitensi.”

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III.4. STRUTTURA

La struttura funzionale, educativa, artistica ed amministrativa che dà forma al Sistema è il Nucleo. Lì si realizzano i programmi orchestrali e corali della Fondazione Musicale Simón Bolívar; questo li rende centri di insegnamento che, in molti casi, funzionano anche come centri di promozione delle attività educative, artistiche e culturali all’interno delle comunità.

I nuclei variano per volume e complessità e sono ubicati in tutti gli Stati del Paese. Attualmente, esistono 285 nuclei che accolgono circa 400.000 bambini, adolescenti e giovani, formando una complessa e sistematica rete nazionale di orchestre e cori giovanili ed infantili. Per dare un’idea della velocità con cui El Sistema si sta espandendo, possiamo segnalare che nel 2008 i nuclei erano 180 e coinvolgevano 89.225 bambini.

Ed essi fanno capo circa 285 orchestre pre-infantili (dai 4 ai 6 anni), 220 orchestre infantili (dai 7 ai 16 anni), 180 orchestre giovanili (dai 16 ai 22 anni), 30 orchestre professionali, 360 gruppi corali, 1.355 gruppi corali affiliati, 20 laboratori di liuteria, un personale amministrativo di 1500 persone (uffici, personale tecnico, pulizie, addetti al palcoscenico) e un personale docente di circa 15.000 professori all’interno di tutto il territorio nazionale.61

In ogni stato del Venezuela, i Nuclei sono parte di una rete regionale, con un responsabile regionale che fa riferimento all’ufficio centrale del FESNOJIV a Caracas. I Nuclei, pur essendo tutti ascritti all’interno del Sistema, sono autonomi nel loro funzionamento e hanno una propria personalità giuridica, in quanto ognuno ha esigenze specifiche e risponde a necessità diverse. Inoltre tutte le spese relative a risorse umane e stipendi sono coperte dalla FESNOJIV, come alcune spese operative e quelle per seminari e concerti speciali. Per quel che riguarda invece tutte le altre spese, incluse quelle relative a strutture, strumenti e attrezzature, ogni

61 Nei ventiquattro stati del Venezuela i centri e gli studenti frequentanti sono così suddivisi:

Distretto Capitale (14 Nuclei), Amazonas (1), Anzoátegui (10), Apure (7), Aragua (12), Barinas (1), Bolívar (12), Carabobo (8), Cojedes (3), Delta Amacuro (1), Falcón, (8), Guárico (14), Lara (10), Mérida (13), Miranda (26), Monagas (6), NuevaEsparta (4), Portuguesa (4), Sucre (10), Táchira (17), Trujillo (15), Vargas (11), Yaracuy (16), Zulia (10).

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Nucleo stipula accordi diversi con i governi locali e regionali e con eventuali finanziatori privati.

All’inizio è il Nucleo che dà ai ragazzi gli strumenti musicali e continua a fornirli a tutti coloro che non possono permettersi di acquistarne uno. Ogni bambini può partecipare: non ci sono esami d’ammissione, né spese, è tutto gratuito. Se a un bambino servono abiti, cibo, supporto familiare gli vengono forniti. Ci si interessa al suo rendimento scolastico e, se è malato, viene curato. La sanità venezuelana è gratuita ma non funziona molto bene. Per questo alla Fondazione è attivo un vero e proprio servizio di assistenza sanitaria, con medici del lavoro, pediatri, radiologi, fisiatri, fisioterapisti e psicologi, che non abbandonano mai i giovani pazienti, né in Venezuela né durante le tournée. I ragazzi del Sistema sono principalmente affetti da stress, dolori dovuti a un uso eccessivo degli strumenti, ma soprattutto anemia, sottoalimentazione e problemi psicologici.

Inoltre i giovani musicisti che suonano nelle orchestre semi-professionali ricevono anche uno stipendio, in modo che i genitori non li ritirino dai corsi per mandarli a lavorare. Uno degli obiettivi imminenti è quello di fondare in ogni Stato del Venezuela un’orchestra semi-professionale, in modo da creare anche una nuova vita culturale in ogni città. La maggior parte dei concerti è gratuita, oppure il prezzo del biglietto è molto popolare, in modo che chiunque possa assistervi.

Insomma, la musica di tutti e per tutti.

III.4.1. I PROGRAMMI

Al Sistema fanno capo anche numerosi Programmi, che sono stati sviluppati nel corso degli anni.

Nel 1995 ha preso vita il “Programa de Educacíon Especial” (PES) con il motto “También somos Venezuela”, anche noi siamo Venezuela. Il progetto coinvolge ragazzi con difficoltà visive, uditive, cognitivi, di autismo, affetti da sindrome di down o altri deficit di apprendimento, cognitivi o motori.

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La città di Barquisimeto è stata il centro pilota di questo programma che dal 2000 ha iniziato a diffondersi in vari Nuclei del Venezuela. Questa ampia rete, attualmente distribuita in 20 Nuclei e 30 raggruppamenti, coinvolge 1800 bambini e giovani tra i cinque e i trent’anni che, grazie all’aiuto di più di 100 professori ed istruttori, partecipano a sedute di musicoterapia, imparano a costruire e riparare strumenti, leggere gli spartiti e, ovviamente, a suonare. La mancanza di spartiti in sistema Braille ha portato alla creazione del Centro de Investigación e Impresión de Música Braille a Barquisimeto, per alfabetizzare e facilitare il lavoro musicale di persone con deficit visivi. Inoltre, il programma incorpora bambini e giovani con sordità profonda.

Tra di loro troviamo per esempio Yessica Montes De Ocas, diciotto anni: se è di spalle e qualcuno la chiama, non può sentire. Ha gravi difficoltà uditive e parla a fatica, si esprime soprattutto con il linguaggio gestuale. Ma alcuni anni fa ha diretto l’Orchestra Giovanile Venezuelana Simón Bolívar nella Quinta Sinfonia di Beethoven. Yessica ha appreso le cognizioni ritmiche grazie a uno speciale metronomo da braccio, che si applica come un classico misuratore di pressione. Pulsa e trasmette il ritmo, che viene memorizzato. Potrebbe sembrare un paradosso che una ragazza sorda possa salire sul podio e dirigere un’orchestra, ma così è stato. I principali prodotti artisti del PES sono l’Ensemble di percussioni, la Banda Ritmica e l’Ensemble di Flauti, ma il risultato più stupefacente sono senz’altro i cori Manos Blancas: si tratta di doppio ensemble corali formati da una sezione di bambini non udenti e una di bambini udenti con altre disabilità.

L’iniziativa è nata grazie a Jhonny Gómez (musicista, specializzato in Educazione Speciale e Difficoltà dell’Apprendimento e professore di Pedagogica Sperimentale dell'Università di Barquisimeto) e sua moglie Naybeth García (specializzata in Direzione Corale, Sviluppo dell’orecchio musicale, lettura e scrittura musicale braille e linguaggio dei segni), attuali direttori del coro.62

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Magliette blu, verdi, arancioni, ma soprattutto guanti bianchi: con le mani i ragazzi non udenti seguono la musica e si concentrano sulla gestualità, con lo scopo di scoprire e rafforzare il loro senso interno del ritmo, mentre quelli con altri deficit cantano, accompagnati e guidati da colleghi normodotati.

Lo scopo del Programma è che quello di includere, coinvolgere e dare una possibilità a tutti quei bambini che tradizionalmente vengono esclusi e considerati inferiori in quanto “diversi”. Se per loro la musica forse non diventerà una professione, sicuramente quella del Sistema è un’esperienza che li può segnare,

Dell’immensa costellazione del Sistema fa parte anche il Programma Accademico Penitenziario, nato nel 2007 in collaborazione con il Ministero del Potere Popolare per le Relazioni Interne e di Giustizia. Più recente è arrivato l’appoggio finanziario del Banco Interamericano di Sviluppo. Un’iniziativa unica al mondo, che ha dato vita alla Rete di Orchestre e Cori Penitenziari, e ancora più preziosa se si pensa che le organizzazioni dei diritti umani considerano le prigioni venezuelane tra le più violente al mondo (vedi I.3).63

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Le orchestre penitenziarie accettano chiunque, purché non si sia reso colpevole di aggressioni al personale carcerario. Al momento il Programma Penitenziario interessa il 10% dei detenuti delle carceri dove è presente.

Il PAP fu concepito con lo scopo di diminuire i livelli di violenza dentro le prigioni venezuelane e facilitare il processo di reinserimento sociale dei detenuti mediante la pratica ed il piacere della musica.

Nel 2012, 1.565 uomini e donne privi di libertà hanno ricevono istruzione e svolto pratica musicale in 8 prigioni del Paese. Dalla sua nascita a oggi, hanno partecipato al programma più di 7.000 detenuti, che hanno beneficiato non solo della musica, ma anche di cure dentistiche gratuite, e sono stati realizzati più di 60 concerti. Nelle carceri viene insegnata prevalentemente la musica popolare, più gradita di quella classica.

Il coordinatore, Lenin Mora, è molto competente in materia: laureato in Diritto Internazionale Umanitario, specializzato in Criminologia, suona il corno nell’Orchestra Simón Bolívar.

“Il Programma Penitenziario è una meraviglia” si entusiasma Abreu “E’ ottimo per stimolare la riabilitazione e il reinserimento sociale”. Perché chi inizia a suonare poi non smette, neppure quando riacquista la libertà.

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La storia più emblematica, in cui uno strumento musicale è diventato la chiave per aprire la porta della prigione e non tornare mai più indietro, è sicuramente quella di Lennar Acosta.

Lui, oggi trentenne, ha conosciuto l’arte nel luogo più impensabile: l’Istituto Nazionale Minorile, un riformatorio ubicato nel quartiere caraqueño di Los Chorros. Abbandonato dal padre, Lennar, ancora bambino, già lavora come venditore ambulante; a dodici anni comincia a fare uso di stupefacenti e il patrigno, che non lo

ha mai amato troppo, lo caccia di casa. Acosta, per vivere e per aiutare la madre che ha altri tre figli, ognuno con un padre diverso, passa le notti a rapinare negozi. A tredici anni il primo incontro con il padre naturale e la prima pistola.

Un paio d’anni dopo viene arrestato e subisce gravi maltrattamenti da parte della polizia. Quello che succede dopo sembra una coazione a ripetere: detenzione, evasione, altre armi, altra droga, altra detenzione. Il finale della storia di Lennar sembra già scritto, è solo questione di tempo. Invece il ragazzo ha fortuna. Proprio in quel periodo, all’Istituto Nazionale dove è rinchiuso insieme ad altri bambini con problemi di abusi sessuali, dipendenza dalla colla e violenze di ogni genere, parte un progetto pilota di orchestra giovanile. Gli propongono di suonare il clarinetto. Lui non ne ha mai visto uno, neanche sa cosa sia, ma non importa: importa che cominci a studiare musica, che a diciassette anni esca dall’istituto di pena e cambi vita. Lennar si dedica all’ebanisteria, continua a suonare, diventa un altro. Come racconta egli stesso, “I had never dreamed of playing an instrument, I couldn’t believe it when they put a clarinet in my hands. The music was my salvation. Completely.”64

Dopo essersi trasferito in Germania e aver terminato i suoi studi, oggi LennAr è tornato in Venezuela per dare il suo contributo all’interno del Sistema: attualmente è direttore e insegnante di clarinetto nel Nucleo di Los Chorros, dove ha studiato

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lui stesso, ed è responsabile del mantenimento dell’organo della Sala Simón Bolívar.

Ha da poco compiuto un anno il Programa Nuevos Integrantes de El Sistema (NIS – Programma Nuovi Membri del Sistema). Inaugurato nel dicembre 2012, nasce con la finalità di avvicinare i bebè alla musica sinfonica ed offrir loro l'opportunità di far parte del Sistema Nazionale di Orchestre e Cori Giovanili ed Infantili del Venezuela. Attraverso concerti e recital simultanei negli ospedali di Caracas e nel Centro di Azione Sociale per la Musica (CASPM), il NIS coinvolge i bebè dagli 0 anni di età, naturalmente accompagnati dai genitori.

Una volta iscritti al programma, i bebè ricevono un certificato di entrata, una medaglia ed un cd con materiale educativo di musica classica. Inoltre, sono invitati a concerti con programmati speciali per loro. Quando il bambini compiono 3 anni di età, possono formalizzare la loro iscrizione nel Nucleo del Sistema più vicino alla loro residenza e cominciare il processo di apprendimento con la metodologia tradizionale.

Dalla sua fondazione, Il Sistema ha sempre ritenuto molto importante la conoscenza e la diffusione della musica tradizionale venezuelana. Questo lavoro si sistematizzò ed intensificò con la nascita del Proyecto Alma Llanera. Lo scopo del progetto è lo sviluppo, l’approfondimento, lo studio e la diffusione della musica tradizionale venezuelana attraverso un’appropriata struttura pedagogica ed artistica sotto il modello accademico e filosofico del Sistema.

All’interno del progetto, i bambini hanno la possibilità di studiare gli strumenti tradizionali venezuelani, come il cuatro, la bandola, il mandolino, l’arpa creola, la bandola cordillerana, le maracas e il basso popolare. Il Progetto coniuga gli schemi dell'insegnamento musicale tradizionale con la visione della pratica collettiva della musica, coltivando così le tradizioni delle diverse regioni del Paese e diffondendo la musica autoctona venezuelana mediante recital, concerti, conferenze e festival.

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Uno degli ultimi nati è il Programa de Atención Hospitalaria, (PAO – Programma di Attenzione Ospedaliera), che riguarda la formazione accademica musicale di bambini e giovani ricoverati in strutture ospedaliere. Tra gli scopi, quello di incentivare nei pazienti e nel personale medico, come nella popolazione in generale, l'uso terapeutico della musica, il valore della solidarietà ed il principio etico dell'aiuto, elementi fondamentali per il miglioramento integrale di persone con malattie croniche. È attraverso il contatto con la musica che il Programma cerca di ridurre nella popolazione beneficiaria i livelli di ansia e stress che ogni patologia comporta e favorire, inoltre, la relazione paziente-famiglia.

Un altro dei propositi è quello di inserire i bambini beneficiari del Programma nel Nucleo più vicino alla loro residenza una volta che abbiano terminato le cure.

Il PAO è diretto dal Marlon Franco, ed attualmente è attivo nell'Ospedale di Niños Niños José Manuel de los Ríos e nell’Ospedale Cardiologico Infantile Latinoamericano di Caracas.

Di notevole importanza è il Programa Académico Orquestal (Programma Accademico Orchestrale).

Dal 2001, sotto la direzione musicale del Maestro Gustavo Dudamel, 180 tra i migliori giovani musicisti dei Nuclei di tutto il Paese, la cui età oscilla tra i 18 e 28 anni, hanno la possibilità di partecipare a master class con professionisti e solisti di stampo mondiale, tra di essi maestri della Filarmonica di Berlino, dell'Accademia Sibelius della Finlandia, dell’Accademia Bach di Stuttgart e del New EnglandConservatory di Boston, e direttori di prestigio internazionale come SimónRattle, Claudio Abbado, Daniel Baremboim, KrzysztofPenderecki, Essa Pekka-Salonen e Lorin Maazel.

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