• Non ci sono risultati.

Tecnica  analitica,  applicabile  da  uno  o  più  esperti  riuniti  in  gruppo,  che  prevede  la  

comparazione  sistematica  di  tutte  le  combinazioni  binarie  possibili  di  oggetti  di  analisi  (ad   esempio  servizi,  alternative  progettuali,  concetti  ecc…)  su  una  o  più  dimensioni  valutative   ritenute  rilevanti.  La  procedura  operativa  prevede,  per  ciascuna  dimensione:  a)  la  

predisposizione  di  una  matrice  le  cui  celle  individuano  le  possibili  combinazioni  binarie  degli   oggetti  considerati.  Tale  matrice  può  essere  triangolare  quando  nel  confronto  opera  la  

proprietà  transitiva  (Nicastro,  2003)  o  quadrata  in  caso  contrario  (cfr.  Bezzi,  2005);  b)  la   definizione  di  una  scala  di  preferenza  per  l’assegnazione  dei  punteggi;  c)  l’attribuzione  del   punteggio  ritenuto  congruo  per  ciascuna  delle  possibili  combinazioni;  d)  la  determinazione   delle  preferenze  cumulative  ottenute  da  ogni  oggetto  su  ciascuna  dimensione;  e)  il  calcolo  dei   punti  complessivi  assegnati  a  ogni  oggetto  e  la  definizione  della  graduatoria  finale.    

Si  tratta  di  una  tecnica  analitica  che  può  essere  proficuamente  utilizzata  per  la  selezione  tra  le   alternative  progettuali  presentate  in  risposta  ad  un  bando.  

Bibliografia  minima:  

• Bezzi  C.  (2005),  “Rendiamo  dinamica  la  SWOT”,  Rassegna  Italiana  di  Valutazione,  a.  IX,  n.  31.  

• Nicastro  R.  (2003),  “Considerazioni  metodologiche  per  la  costruzione  di  un  indicatore  di  criticità”,  Rassegna   Italiana  di  Valutazione,  a.  VII,  n.  25.  

Consenso  

In  termini  generali  si  intende  il  comune  sentire,  ossia  l’accordo  tra  i  significati  attribuiti  e  le   opinioni  espresse  da  attori  sociali  individuali  o  collettivi  attorno  a  una  data  questione.  Si  tratta   di  un  concetto  di  estrema  rilevanza  nell’ambito  delle  politiche  pubbliche  (vedi)  e  più  in  

particolare  dei  processi  decisionali  in  cui  un  certo  grado  di  consenso  da  parte  degli  

stakeholder  è  generalmente  considerato  elemento  necessario  perché  le  azioni  utili  alla  

soluzione  dei  problemi  collettivi  possano  essere  decise  e  correttamente  implementate.   Esistono  metodi  e  tecniche  specificamente  finalizzati  alla  costruzione  del  consenso  (es.  

consensus  conference,  consensus  building,  ecc…)  che  possono  essere  adottati  nell’ambito  dei  

processi  decisionali.  Nella  trattazione  di  tali  processi  il  concetto  è  normalmente  correlato  a   quelli  di  partecipazione  (vedi)  e  di  democrazia  deliberativa  (vedi)  con  cui  non  va  confuso;  in   ambito  valutativo  il  consenso  è  correlato  in  particolare  alla  valutazione  partecipata.  Come  è   stato  evidenziato  (Bezzi,  2010,  2011)  in  valutazione  talvolta  il  concetto  è  impropriamente   messo  in  relazione  a  quello  di  validità  (vedi)  delle  informazioni  prodotte  da  processi  di  ricerca   valutativa  in  cui  siano  state  impiegate  tecniche  di  gruppo  (es.  il  focus  group)  che  possono   favorire  e  utilizzare  il  consenso  dei  partecipanti  attorno  alle  questioni  indagate.  

Bibliografia  minima:  

• Bezzi  C.  (2010),  Il  nuovo  disegno  della  ricerca  valutativa.  Terza  edizione  interamente  rivista,  Franco  Angeli,   Milano.  

• Bertin  G.  (2011),  Con-­sensus  method.  Ricerca  sociale  e  costruzione  di  senso,  FrancoAngeli,  Milano.  

Voci  correlate:   • Democrazia  deliberativa;   • Partecipazione;   • Politiche  pubbliche;   • Validità.   (CT)  

Contesto  

Uno  dei  termini  più  comuni  nella  ricerca  sociale  e  valutativa  e,  conseguentemente,  dei  più   ambigui.  ‘Contesto’  è  indubbiamente  l’insieme  di  istituzioni  che  hanno  a  che  fare  direttamente   e  indirettamente  col  programma  o  politica  oggetto  di  valutazione:  l’Ente  committente,  i  livelli   istituzionali  coinvolti  come  beneficiari  diretti  e  indiretti  nonché  il  tessuto  socio-­‐economico   che  tali  istituzioni  e  attori  determinano  in  una  data  area  (e  probabilmente  questi  sono  i   significati  impliciti  più  usuali,  utilizzando  il  termine  nel  senso  di  “ambiente”).  ‘Contesto’,  in   forma  più  evoluta  e  conseguente,  è  l’insieme  delle  relazioni  sociali  e  istituzionali  che  agiscono   in  conseguenza  del  programma  e  che  ne  influenzano  l’implementazione  e  l’esito  (questo  ne  è   per  esempio  il  senso  nella  valutazione  realista).  Un  passo  successivo  consiste  nell’ampliare  in   senso  antropologico  il  concetto  includendovi  gli  elementi  culturali  e  simbolici  idonei  a  

comprendere  le  precedenti  relazioni.  Il  contesto,  nel  disegno  della  ricerca  valutativa,  è  il   primo  elemento  del  processo  contesto    mandato    definizioni  operative    etc.,  che   sostituisce  “teoria”  nell’analogo  disegno  della  ricerca  sociale  (teoria    ipotesi    definizioni   operative    etc.).  

Voci  correlate:  

• Disegno  della  ricerca  valutativa.  

(CB)  

Controfattuale  

È  detta  ‘controfattuale’  la  situazione  ipotizzata  come  quella  più  probabile  nel  caso  in  cui  un   determinato  evento,  accaduto  realmente,  non  si  fosse  mai  manifestato.  Nella  valutazione  degli   interventi  pubblici  (politiche  sociali,  programmi,  progetti,  servizi,  etc.)  il  paradigma  

controfattuale  è  impiegato  per  stimare  l’effetto  (o  impatto  -­‐  vedi)  che  la  realizzazione  di  un   intervento  (situazione  fattuale)  ha  prodotto  su  una  determinata  condizione/comportamento   di  un  gruppo  specifico  di  soggetti,  al  netto  di  ciò  che  si  sarebbe  osservato  se  quello  stesso  

intervento  non  fosse  stato  attuato  (situazione  controfattuale);  laddove,  la  condizione  o   comportamento  oggetto  di  interesse  è  sintetizzato,  in  genere,  dal  valore  di  una  variabile   numerica,  detta  variabile  risultato  (outcome  variable)  quale,  ad  esempio,  il  reddito  medio  di   una  determinato  gruppo  di  individui,  il  numero  medio  di  occupati  di  un  territorio,  il  numero   medio  di  giorni  di  attesa  per  usufruire  di  un  determinato  servizio,  ecc.  Tale  approccio  

valutativo  (in  merito  al  quale  nella  letteratura  anglosassone  si  fa  riferimento  con  il  termine  di  

Impact  Evaluation)  ha  la  finalità  di  rispondere  alla  domanda  se  e  quanto  l’intervento  valutato  è  

in  grado  di  modificare,  nella  direzione  e  con  l’intensità  attesa,  una  determinata  variabile   risultato  e,  dunque,  di  rispondere  alla  domanda  se  e  quanto  la  relazione  causa-­‐effetto   ipotizzata  tra  l’intervento  messo  in  campo  e  il  cambiamento  che  esso  è  in  grado  di   determinare  funziona  oppure  no.  In  altri  termini,  è  un  approccio  che,  da  un  lato,  mira  a   stimare  la  quota  di  cambiamento  osservato  attribuibile  all’intervento  valutato  e,  dall’atro,   permette  di  controllare  la  validità  dell’ipotesi  di  causazione  su  cui  l’intervento  è  costruito.     Nell’impiegare  questo  approccio  alla  valutazione  di  un  programma  pubblico,  il  valutatore  ha   comunque  di  fronte  a  sé  una  sfida  non  semplice:  ricostruire,  in  via  ipotetica,  la  situazione   controfattuale  che  si  sarebbe  osservata  in  assenza  del  programma.  Una  volta  che  il   programma  è  stato  implementato,  infatti,  qualcosa  comunque  si  è  modificato  nella  

condizione/comportamento  di  partenza,  per  cui  non  è  più  possibile  osservare  realmente  la   situazione  che  si  sarebbe  osservata  in  assenza  dello  stesso  programma.  A  tale  scopo,  vengono   impiegati  (prevalentemente)  disegni  di  ricerca  quasi-­‐sperimentali,  fondati  sostanzialmente   sul  confronto  tra  i  valori  della  variabile  risultato  rilevati  per  il  gruppo  dei  soggetti  “trattati”   dal  programma  considerato  e  i  valori  della  stessa  variabile  rilevati  su  un  gruppo  di  soggetti   non  trattati.    

La valutazione comporta l’espressione di un giudizio basato su un qualche tipo di confronto. Possiamo anzi affermare il principio che senza un confronto non si può avere valutazione. Il problema sta quindi nel chiarire qual è il termine di confronto utilizzato per formulare tale giudizio, perché è stato adottato proprio tale termine e come si è giunti alla sua costruzione [Martini e Sisti, 2009]

Il primo termine di questa differenza è osservabile e non da grossi problemi di rilevazione: è sufficiente organizzarsi e prendere nota di cosa accade a coloro che sono stati esposti alla politica. Il secondo termine invece, per quanti sforzi noi facciamo, non potrà mai essere osservato, in quanto la situazione che dovremmo descrivere non si è realmente verificata. Al massimo ci è consentito <<immaginarla>>. Dall’inosservabilità di tale situazione nasce appunto il nostro dilemma, che è poi tipico di tutte le scienze sociali che tentano di inferire nessi causali tra fenomeni. Un dilemma, in linea di principio, senza soluzione: se la situazione controfattuale non è osservabile, non potremmo mai dirci assolutamente certi di quale sia l’effetto prodotto da una politica […]. Se infatti non ci è concesso osservare direttamente il vero effetto, è comunque possibile individuare dei modi per conoscerlo “di riflesso”. La veridicità di tale riflesso dipende dalla qualità degli specchi di cui disponiamo. (Martini e Sisti, 2009, 37).

Il paradigma controfattuale è la logica che accomuna i metodi analitici utilizzati per l’attribuzione di causalità a un intervento. Ecco richiede di ricostruire credibilmente ciò che si sarebbe osservato sugli esposti

all’intervento in assenza di loro esposizione allo stesso [Trivellato, 2009, 5].

Bibliografia  minima:  

• Martini  M.  (2006),  “Metodo  sperimentale,  approccio  controfattuale  e  valutazione  degli  effetti  delle  politiche   pubbliche”.  In  Rassegna  Italiana  di  Valutazione,  a.  X,  n.  34,  pp.  61-­‐74.  

• Martini  A.,  Sisti  M.  (2009),  Valutare  il  successo  delle  politiche  pubbliche,  Il  Mulino,  Bologna,  pp.  137-­‐148.   • Trivellato  U.,  “La  valutazione  degli  effetti  delle  politiche  pubbliche:  paradigma  e  pratiche”,  Discussion  paper  

2009/01,  Irvapp  http://irvapp.fbk.eu/pubblicazioni/discussion%20papers  

Voci  correlate:  

• Disegno  sperimentale;   • Disegno  quasi-­‐sperimentale;  

• Gruppo  bersaglio;   • Gruppo  di  controllo;  

• Impatto;  

• Politiche  pubbliche.  

Controllo    

 

Sinonimo  di  audit  per  alcuni  autori  e  di  vigilanza,  accertamento  con  finalità  di  conformare,   regolare,  esercitare  potere,  per  altri.  In  maniera  più  estesa,  il  termine  controllo  è  utilizzato  per   indicare  le  attività  di  monitoraggio,  di  verifica  delle  discrepanze  tra  quanto  pianificato  e   realizzato,  di  approvazione  o  rifiuto  delle  modifiche  al  fine  di  garantire  efficacia  attuativa,   efficienza  ed  equità.  

Bibliografia  minima:  

Bezzi  C.,  Glossario  della  ricerca  valutativa  (Versione  6.0.1  del  24  Aprile  2011),  www.valutazione.it.  

Project  Management  Institute  (2008),  A  guide  to  the  Project  Management  Body  Of  Knowledge,  Fourth  Edition.  

Isfol  (Ristampa  Maggio  2005),  Indirizzi  operativi  per  l’attuazione  delle  Linee  Guida  V.I.S.P.O.,  I  Libri  del  Fondo  

sociale  europeo,  Rubbettino  Industrie  Grafiche  ed  Editoriali,  Catanzaro.  

Masoni  V.  (2002),  La  pratica  della  valutazione,  Franco  Angeli,  Milano.  

Voci  correlate:  

• Audit;   • Monitoraggio.  

(SDC)