(o NGT) è una tecnica di gruppo basata sul giudizio di esperti molto strutturata, finalizzata alla presa di decisioni condivise rispetto a problemi di varia natura. Privilegia l’espressione
individuale di tutti i partecipanti ovvero esperti selezionati (da 4 a 12) che, su iniziale indicazione del moderatore, esprimono un parere rispetto ai temi in discussione (indicatori dell’evaluando, elementi e aspetti di un programma o servizio) con l’ausilio di carta e penna, di software o gadget. Dopo la fase di espressione iniziale e ogni idea può essere poi discussa dal gruppo, sempre sotto la mediazione del facilitatore, per arrivare a una decisione o a una definizione di priorità condivisa. Il moderatore mantiene le relazioni tra le persone sempre sotto controllo riducendo al minimo la comunicazione verbale; per questo il gruppo è un gruppo di nome “nominale” e non un gruppo reale.
Bibliografia minima:
• Giovanni Bertin (1995), “Un modello di valutazione basato sul giudizio degli esperti”, in Bertin G. (a cura di), Valutazione e sapere sociologico. Metodi e tecniche di gestione dei processi decisionali, Milano, FrancoAngeli. • Andrew L. Delbecq, Andrew H. Van de Ven e David H.Gustafson (1975), Group Techniques for Program
Planning. A Guide to Nominal Group and Delphi processes, Illinois, Scott Foresman and Co., Glenview.
• Luisa Stagi (2004), “La relazione collettiva: il focus group e le tecniche di gruppo”, in Palumbo M. e Garbarino E., Strumenti e strategie della ricerca sociale. Dall’interrogazione alla relazione, Milano, FrancoAngeli.
Nuclei di valutazione
Unità tecniche costituite presso le amministrazioni centrali statali e le amministrazioni regionali (ai sensi dell’art. 1 della L. 144/99) con il fine di garantire il supporto tecnico alle fasi di programmazione, attuazione, valutazione e verifica degli investimenti pubblici. Secondo quanto disposto dalla Dir.P.C.M. del 10 settembre 1999, “I nuclei (…) assicurano: a) nell’ambito delle amministrazioni regionali, il supporto alla definizione e all’attuazione degli strumenti della programmazione regionale, alle azioni di sviluppo locale, all’applicazione degli istituti della programmazione negoziata;
b) nell’ambito delle amministrazioni centrali dello Stato, il supporto alle fasi di
programmazione, valutazione, attuazione e verifica di piani, programmi e politiche di interventi promossi e attuati da ogni singola amministrazione;
c) complessivamente, una rete di risorse metodologiche e informative diffuse e condivise, in grado di valorizzare e trasferire le esperienze eccellenti, di elevare ed equilibrare il livello qualitativo e l’affidabilità delle politiche pubbliche di investimento, di ottimizzare l’impiego delle risorse progettuali e finanziarie”.
A partire dagli anni novanta, si sono diffusi i nuclei di valutazione interna nell’ambito dell’istruzione pubblica e privata (vedi lemma Valutazione interna).
Bibliografia minima:
• Anna Maria Ajello, Maurizio Ambrosini e Marco Depolo (a cura di) (2008),Valutare per migliorare – una
nuova prassi valutativa nella formazione, il Mulino, Bologna.
• Legge 17 Maggio 1999, n. 144, in particolare l’art.1.
• Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 Settembre 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
n. 241 del 13 Ottobre 1999.
• Legge 19 Ottobre 1999, n.370.
(SDC e RG)
Obiettivo
Esprime il cambiamento positivo atteso da un programma o progetto. Solitamente si distinguono ed ordinano gerarchicamente tre tipi di obiettivo. L’obiettivo generale fa riferimento all’impatto di più ampia portata al quale un progetto o programma vuole contribuire. L’obiettivo specifico rappresenta lo scopo principale che è alla base di un
intervento e illustra le trasformazioni o i benefici che i gruppi destinatari dovrebbero ottenere da quell’intervento. Corrisponde ai risultati desiderati e si colloca nel breve medio periodo. Gli obiettivi operativi, infine, detti anche strumentali perché concorrono al raggiungimento
dell’obiettivo specifico, indicano le realizzazioni tangibili frutto delle attività implementate. Da notare che nella terminologia del Quadro Logico le realizzazioni sono denominate risultati. Voci correlate: • Destinatari; • Impatto; • Progetto; • Programma; • Quadro Logico; • Realizzazione; • Risultato. (FCh)
Operativizzazione
Può essere intesa: a) in senso ampio come quel processo della ricerca (sociale e valutativa) che consente di passare dai concetti alle variabili; b) in senso stretto come l’applicazione delle regole della definizione operativa ai concreti casi di studio. L’o. è frequentemente intesa come il processo di costruzione delle definizioni operative.
In generale l’operativizzazione implica: il passaggio dai concetti agli indicatori, seguito dalla definizione operativa attraverso cui si stabiliscono regole per tradurre gli indicatori in variabili e queste ultime in procedure concrete di rilevazione.
• Corbetta Piergiorgio (2003), La ricerca sociale: metodologia e tecniche (3 voll.), il Mulino, Bologna. • Palumbo Mauro, Garbarino Elisabetta (2006), Ricerca sociale: metodo e tecniche, FrancoAngeli, Milano.
(FCi)
Operatore
Una delle tre macro-‐categorie che descrive gli stakeholder (o attori) in valutazione e nello studio delle politiche pubbliche (le altre due sono -‐ convenzionalmente -‐ “decisore” e “destinatario/beneficiario”).
Può essere inteso sia come soggetto collettivo, sia come persona fisica.
Si tratta nel primo caso di un’organizzazione che mette in opera le risorse (Bezzi 2010: 259) e nel secondo di un addetto dell’organizzazione: in entrambe i casi ci si riferisce a soggetti deputati alla realizzazione e attuazione dell’intervento.
Secondo Palumbo (2001: 126) fa parte della categoria “tecnici” (assieme ai valutatori e agli esperti).
L’operatore pertanto (nelle politiche pubbliche e nei servizi) conserva un margine di
discrezionalità nell’attuazione della politica. E in alcuni casi chi è addetto all’implementazione dell’intervento può aver preso parte alla sua fase decisionale (o a momenti di tale fase). A titolo esemplificativo, si possono ritenere appartenenti a questa categoria: gli operatori di un servizio alla persona, gli assistenti sociali, i medici e gli infermieri di un reparto, funzionari e dipendenti di una pubblica amministrazione.
Bibliografia minima:
• Bezzi Claudio (2010), Il nuovo disegno della ricerca valutativa, FrancoAngeli, Milano.
• Palumbo Mauro (2001), Il processo di valutazione. Decidere, programmare, valutare, FrancoAngeli, Milano.
Voci correlate:
• Decisore; • Beneficiario; • Stakeholder.
(FCi)
Osservazione
L’osservazione è una tecnica di ricerca e/o di raccolta dati (informazioni) finalizzata ad indagare fenomeni sociali o valutare casi, interventi o programmi con approccio ‘etnografico’ in una dimensione qualitativa. Nella prassi è una tecnica caratterizzata dal fatto che il
ricercatore/valutatore (diciamo anche ‘osservatore’) si immerge nel contesto e vive in modo diretto gli eventi e le situazioni, osserva i comportamenti le azioni e le reazioni dei soggetti oggetti dell’osservazione. Le modalità di approccio ed il ruolo giocati dall’osservatore definiscono il livello di intrusività e il carattere dell’osservazione; si distinguono infatti
principalmente due metodologie: una detta ‘naturalistica’ (o anche non-‐partecipante) e l’altra ‘partecipante’. La prima è caratterizzata dal fatto che il ricercatore/valutatore non assume nell’azione un ruolo attivo, resta a margine della scena e cerca di registrare con puntualità e precisione quanto ‘osservato’, in queste condizioni si cerca di ridurre al minimo il livello di intrusività, anche se non si può certamente dire che tale intensità sia nulla, eccetto se non sia possibile collocare il punto di osservazione dietro un vetro a specchio come nella ‘candid-‐ camera’. Nell’osservazione partecipante l’osservatore è anche esso stesso attore come gli osservati, è integrato nello scenario, assume un ruolo o sviluppa comportamenti che lo rendano ‘membro’ della comunità (Delli Zotti 2004): o perché simula in incognito l’identità degli osservati (pertanto di tipo ‘non intrusivo’), o preferibilmente perché assume un ruolo ben preciso all’interno della comunità per cui i soggetti osservati ne percepiscono comunque la presenza (quindi graduale accettazione), pertanto sono possibili modificazioni dei
comportamenti e del senso delle azioni (in qualche modo diventa una tecnica intrusiva). Approcci e metodi di osservazione sono necessariamente plurimi in quanto dipendenti dalla volontà soggettiva dei punti di vista del ricercatore/valutatore. Generalmente l’osservazione
nella ricerca valutativa viene integrata in funzione degli scopi con altre tecniche di rilevazione: colloqui, interviste, questionari, racconti, analisi di altre fonti informative. Bibliografia minima:
• Flick Uwe (1998), An introduction to qualitative research, Sage Publications, London.
• Palumbo Mauro, Garbarino Elisabetta (2006), Ricerca sociale: metodo e tecniche, FrancoAngeli, Milano.
• Delli Zotti Giovanni (2004), Introduzione alla ricerca sociale, FrancoAngeli, Milano.
Voci correlate:
• Standard/non standard.
(MQ)