Tradizionalmente con “disegno della ricerca” (non necessariamente valutativa) ci si riferisce al piano di lavoro attraverso il quale il gruppo di ricerca stabilisce in via preliminare le fasi dell’osservazione empirica e dell’analisi delle risultanze (Corbetta, 1999, p.83). Tuttavia i più recenti avanzamenti della sociologia riflessiva, discutendo in merito al peso dell’interazione tra ricercatore ed attore sociale sulla definibilità stessa dell’attività di ricerca, sembrerebbero piuttosto qualificare il disegno della ricerca come un processo dinamico, e quindi
comprenderlo nelle dinamiche relazionali che costituiscono le premesse e le condizioni di esistenza delle conoscenze prodotte, ovvero rappresentarlo come un insieme flessibile di possibilità tecnico operative che sono selezionate e “tagliate su misura” dei programmi dal gioco negoziale tra i diversi punti di vista ed interessi attivati.
Claudio Bezzi (2010) distingue 9 fasi (logiche ma non necessariamente cronologiche né conseguenti) del disegno della ricerca valutativa. Per quanto fedeli allo schema originario, di seguito ne riproponiamo una rielaborazione terminologica e contenutistica a nostro giudizio più adeguata al presente contesto del Glossario.
Le prime tre fasi del disegno della ricerca valutativa (1-‐3) attengono alla stipulazione del cosiddetto mandato, ovvero alla negoziazione tra valutatori, committenti ed (eventualmente) altri stakeholders, degli obiettivi della valutazione e delle condizioni per la loro realizzazione.
1. Definizione del mandato. In questa prima fase il valutatore (se ne ha la forza e/o la
competenza) negozia con il committente i termini dell’esercizio valutativo che dovrà svolgere ed in particolare: quali siano le finalità della valutazione, quali siano i soggetti coinvolti e da coinvolgere, quali siano le possibili conseguenze dell’esercizio stesso. E’ questa la fase nella quale è necessario che il valutatore comprenda i sistemi di potere ed i potenziali di conflitto caratteristici del programma osservato, così come i rischi connessi all’esercizio valutativo intrapreso.
2. Analisi obiettivi del programma e individuazione delle dimensioni da valutare. Una volta
chiarito il mandato valutativo, in questa fase il valutatore ricostruisce la logica (o le logiche, visto che possono essercene anche più di una e non sempre tra di loro coerenti) che guida(no) il programma, enucleandone gli obiettivi, le strategie
ipotizzate per il loro raggiungimento, i processi messi in atto a loro garanzia, le varie risorse rese disponibili per alimentare questi ultimi (ricostruzione della teoria del programma). Successivamente il valutatore stabilisce quali dimensioni del programma è utile interrogare (es.: gli obiettivi? i processi organizzativi? gli impatti? la qualità? la soddisfazione dei beneficiari?) per poter esprimere un giudizio sul grado di
rispondenza tra questo e quanto è stato invece realmente implementato e quindi per poter restituire delle indicazioni operative ai decisori.
3. Accertamento delle risorse. In questa fase compito del valutatore è di commisurare le
scelte effettuate rispetto alla definizione del mandato ed all’analisi degli obiettivi del programma/formulazione delle domande valutative con l’effettiva disponibilità di risorse (umane, professionali, economiche, informative, logistiche…) in grado di renderle sostenibili. Tra le risorse sono determinanti quelle simboliche, ovvero
connesse al riconoscimento di competenza al valutatore e di trasferimento ad esso del potere con riferimento alla ricerca valutativa da compiere; dal grado di possesso di entrambe discende l’accessibilità delle informazioni necessarie alla realizzazione dell’esercizio valutativo.
Le fasi (4-‐6) del disegno della ricerca valutativa individuano la sua metodologia, ovvero la definizione in senso più strettamente tecnico-‐operativo delle strategie di interrogazione dell’evaluando e del significato da attribuire alle evidenze che saranno successivamente rilevate nella fase di ricerca empirica.
4. Definizione disegno preliminare. Compito di questa fase è di costruire una prima
simulazione (ovviamente generale e provvisoria) del modello operativo che si intende implementare per realizzare l’esercizio valutativo negoziato in fase di mandato. Tale modello comprenderà la definizione degli approcci e delle tecniche, ma anche degli attori e dei tempi, così come delle domande valutative che si reputano necessarie per l’obiettivo conoscitivo stabilito.
5. Esplorazione spazio semantico. In questa fase il valutatore ha il compito di mettere a
fuoco gli elementi costitutivi del progetto osservato ed il significato/rilevanza che questi possiedono per i diversi attori in esso coinvolti, in modo da tradurre le dimensioni valutative in indicatori valutativi.
6. Stipulazione valori valutativi. In questa ulteriore fase, complementare alla precedente,
il valutatore ha il compito di ordinare gli indicatori valutativi, secondo una gerarchia che organizzi il livello di rilevanza dei punti di vista. Queste due ultime dimensioni corrispondono alla fase che nel disegno della ricerca sociale prende il nome di “concettualizzazione”.
Le ultime tre fasi (7-‐9) corrispondono alle attività di confronto con il terreno, ovvero a quelle della operativizzazione delle strategie di osservazione e di analisi, della rilevazione delle evidenze empiriche, della interpretazione dei risultati e del loro uso secondo finalità pubbliche.
7. Definizioni operative specifiche. In questa fase le dimensioni ed i valori valutativi
vengono tradotti operativamente in domande guida, che indicano il percorso da seguire tanto per quanto riguarda la raccolta quanto l’analisi dei dati. Le domande guida possono servire alla strutturazione di un protocollo di rilevazione di tipo
standard (es.: la dimensione “processo” ed il valore “coesione”, nel caso di una ricerca valutativa sul lavoro di rete può essere operativizzata nelle seguenti domande: “con quale altro operatore collabori solitamente? con quale frequenza mensile? con quale intensità?”) così come anche di protocolli non standard (es.: nello stesso caso del precedente, la domanda valutativa può essere: “osservare il livello di collaborazione e quello conflitto all’interno delle equipe di lavoro formalmente costituite all’interno del progetto). Le domande devono ovviamente essere coerenti con le strategie individuate nel mandato e pianificate operativamente del disegno preliminare.
8. Raccolta e analisi dei dati. In questa fase il valutatore procede alla raccolta delle
informazioni ed alla loro organizzazione in dati analizzabili attraverso le procedure tipiche della ricerca sociale (standard o non standard, a seconda delle caratteristiche dell’informazione). Sebbene spesso non venga adeguatamente sottolineata, in questa
fase è di cruciale importanza la dimensione organizzativa (selezione del gruppo di lavoro, gestione dell’agenda e dei tempi, modalità di risoluzione dei problemi).
9. Sostegno all’uso della valutazione. L’ultima fase della ricerca valutativa è quella
destinata alla gestione dei risultati dell’esercizio valutativo, ovvero alla loro
comunicazione (prima di tutto ai committenti ed agli stakeholders) ed al loro uso come opportunità e/o strumento di cambiamento del programma osservato. Nel caso della valutazione partecipata questo ultimo aspetto diviene cruciale e determinante. Bibliografia minima:
• Bezzi C. (2010), Il nuovo disegno della ricerca valutativa, Franco Angeli, Milano. • Corbetta P. (1999), Metodologia della ricerca sociale, Il Mulino, Bologna.
(GT)