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L’USO DEL PRESENTE STORICO Confronto dei testi italiani e giappones

3. Confronto dei due sotto-corpora

Dall’analisi dei due sotto-corpora emergono alcune differenze nell’uso del presente storico da parte degli studenti di madrelingua giapponese e di quelli di madrelingua italiana. Innanzitutto, l’uso del presente storico è maggiormente diffuso nei testi di questi ultimi (il 42% dei testi in esame) rispetto ai primi (il 27% dei testi in esame). Sotto-corpus italiano L1 Sotto-corpus giapponese L2 Numero di testi relativi ad eventi del passato (storia, arte, letteratura) 60 68 Numero di testi in cui il presente storico è la forma principale 15 (25% dei testi in esame) 8 (12% dei testi in esame) Numero di testi in cui il presente storico è misto a forme di passato 10 (17% dei testi in esame) 10 (15% dei testi in esame) Tabella 18. Confronto dell’uso del presente storico nei due sotto-corpora

Questo fenomeno non può essere ricondotto direttamente alle differenze tra le due lingue, poiché anche in giapponese si riscontrano usi del presente storico, ma si può forse attribuire al fatto che sia più intuitivo utilizzare un tempo passato per narrare avvenimenti collocati nel passato, soprattutto se si tratta di una lingua straniera di cui non si padroneggiano ancora pienamente tutti gli elementi. Inoltre, come già affermato precedentemente, bisogna tenere in considerazione anche il fattore soggettivo: la predilezione per l’uso del presente storico rispetto alle forme di passato rientra nelle caratteristiche dello stile di scrittura del singolo individuo, e può dipendere semplicemente dal gusto personale (non trattandosi di testi letterari, l’ipotesi che il presente storico sia usato con funzione drammatica per coinvolgere maggiormente il lettore è da scartare).

Una seconda differenza risiede nell’uso che viene fatto degli altri tempi verbali legati al presente. Se, infatti, gli studenti italiani sono più portati ad utilizzare il

preciso i rapporti di anteriorità e posteriorità rispetto al momento di riferimento, gli studenti giapponesi non usano mai il futuro semplice e, rispetto al passato prossimo, preferiscono usare l’imperfetto. Questa differenza può essere ricondotta all’assenza di un tempo verbale futuro nella lingua giapponese e alla presenza di un’unica forma verbale per il passato, elementi cruciali e spesso fonte di interferenza linguistica, come già mostrato e ampiamente discusso nel secondo capitolo.

Inoltre, per quanto riguarda l’uso dell’imperfetto in compagnia del presente storico, è da notare che in 6 testi (su 18) gli studenti giapponesi A, C, D e G hanno attribuito al presente storico aspetto esclusivamente perfettivo, e l’imperfetto è stato quindi usato non tanto per instaurare un rapporto di anteriorità con il momento di riferimento, quanto per esprimere l’aspetto imperfettivo dell’azione.

Infine, entrambi i sotto-corpora contengono diversi esempi di coesistenza del piano temporale del presente e di quello del passato. Questa alternanza non deve stupire, poiché si tratta di uno degli usi più tipici del presente storico, soprattutto nelle narrazioni spontanee, in cui l’avvicendarsi di tempi verbali (o anche interi piani temporali) è piuttosto comune (Roggia 2011).

Conclusioni

Lo studio presentato in questa tesi è articolato in due fasi di analisi: la prima riguardante l’uso dei tempi verbali da parte di studenti di madrelingua giapponese iscritti al corso di laurea ICoN, la seconda riguardante l’uso in particolare del presente storico, da parte di studenti di madrelingua sia giapponese che italiana.

Rispetto all’uso dei tempi verbali italiani, l’ipotesi iniziale prevedeva un’interferenza della lingua madre sulla lingua target soprattutto relativamente all’uso dei tempi perfettivi, della sovraestensione del presente e degli errori nel numero del verbo. Tuttavia, dallo studio del sotto-corpus sono emersi sia fenomeni attesi (come ad esempio gli errori nell’uso del passato prossimo e del passato remoto) sia fenomeni di interferenza non previsti nell’ipotesi iniziale. È questo il caso degli errori relativi all’aspetto perfettivo e imperfettivo del verbo, piuttosto frequenti all’interno del sotto-corpus (38 occorrenze), ma inaspettati. Una possibile spiegazione di questo fenomeno può essere individuata nel modo in cui il giapponese distingue i due aspetti: a differenza dell’italiano, infatti, il giapponese non possiede due tempi verbali distinti per indicare il passato perfettivo e quello imperfettivo, ma utilizza invece una particella (-te), e pertanto può essere difficile per un madrelingua giapponese destreggiarsi nel complesso sistema di tempi verbali presenti in italiano.

Per quanto riguarda l’uso del presente storico, è stato operato un confronto tra i testi realizzati da studenti di madrelingua giapponese e quelli realizzati da studenti di madrelingua italiana. Il confronto ha evidenziato alcune differenze tra i due sotto- corpora, sia relativamente al numero di occorrenze di forme di presente storico, sia relativamente agli altri tempi verbali presenti nel testo.

Innanzitutto, dal confronto è emerso un maggiore uso del presente storico da parte degli studenti italiani: nel 42% della porzione di testi in esame del sotto-corpus italiano vi è almeno un’occorrenza di presente storico, contro il 27% della porzione dei testi in esame appartenenti al sotto-corpus giapponese.

Riguardo all’uso degli altri tempi verbali, i testi realizzati da studenti italiani presentano un maggiore uso del futuro semplice e del passato (o trapassato) prossimo per indicare posteriorità e anteriorità rispetto al presente, mentre i testi realizzati da studenti giapponesi non contengono alcuna forma né di futuro semplice né di passato o trapassato prossimo associate al presente storico.

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