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Sovraestensione intraparadigmatica (errori di numero)

L’USO DEI TEMPI VERBALI ITALIANI Analisi del sotto-corpus giapponese

1. L’uso dei tempi verbali nel sotto-corpus dei madrelingua giappones

1.3 Sovraestensione intraparadigmatica (errori di numero)

I fenomeni di sovraestensione intraparadigmatica riscontrati all’interno del sotto- corpus sono riconducibili prevalentemente a tre circostanze ben definite: le forme verbali che contengono la particella “si” con funzione impersonale, le forme verbali che contengono la particella “si” con funzione passivante, e i verbi preceduti da sintagmi nominali di genere e/o numero diverso dal soggetto. Nel primo caso, si può notare una sovraestensione della terza persona plurale sulla singolare (1, 2), nel secondo, invece, è il singolare ad essere sovraesteso sul plurale (3, 4); nell’ultimo caso, invece la coniugazione del verbo dipende direttamente dal sintagma nominale immediatamente precedente (5-11).

Infine, vi sono alcuni esempi di sovraestensione intraparadigmatica (12-16) che non rientrano nella casistica appena riportata, e verranno pertanto analizzati singolarmente.

1. L'Umanesimo è caratterizzato dal rifiorire degli studi classici (la lingua, la letteratura latina classica ed anche lo spirito ed il pensiero dell'antichita classica). Si pensavano che Il classico è un modello perfetto. (B-02)

2. Si dicono che il primo libro in vulgare nel campo religioso era scritto da San Francesco d'Assisi. […] Si dicono che lui era il padre del volgare italiano nella letteratura. (B-05)

In questi casi, le formule impersonali “si pensa” e “si dice” si presentano alla forma plurale, probabilmente perché interpretate dall’apprendente come “molti pensano”, “molti dicono”.

3. Comunque, si può generalizzare i caratteri dell´architettura romanica come segue: […] (C-07)

4. Per limitare i danni di sismi, si deve costuire i buoni edifici, i mezzi trasportari, i mezzi communicazioni che costituiscono contro sismo. (B-08)

Al contrario, le formule “si può” e “si deve” in 3) e 4), legate a soggetti plurali (“i caratteri”, “i buoni edifici”) sono rese erroneamente al singolare. Questo errore può avere una duplice spiegazione: da un lato, è possibile che queste forme siano state interpretate come impersonali anziché passive (i vari usi della particella “si” sono notoriamente una fonte di difficoltà per gli apprendenti giapponesi, cfr. Maggia e Quaglieri 2009), e pertanto i rispettivi soggetti sono trattati come complementi oggetti; dall’altro, si potrebbe però pensare che le due formule siano semplicemente state apprese dagli autori dei due testi come “fisse”, come ad esempio le formule “è possibile” e “bisogna”, dal significato analogo e coniugabili secondo tempo e modo, ma esclusivamente alla terza persona singolare. 5. Ma il grande scrittore Alessandro Manzoni che ha scritto "I Promessi Sposi" non pensavano così. […]Perche la maggior parte dei membri di quella commissione erano i classicisti che partecipavano alla Societa Crusca (sebbene anche il Manzoni ne era un menbro) e non poteva capire la necessarità del dizionario che Manzoni proprreva. (G-06) 6. Questi dieci narratori ogni giorno deve raccontare una novella a tema fisso che viene scelto dal re o dalla regina. (E-02) 7. Adesso le case sono utilizzate per l’agriturismo e le ditte di dimensione piccola usa le case come il suo sede della produzione. (C-17) 8. Secondo Castiglione le qualità necessarie per essere un perfetto cortigiano consiste in prima di tutto "esercizi e operazioni": […] (D-02) 9. La commedia dei "telefoni bianchi" si caratterizzavano per gli arredamenti molto raffinati ed eleganti di toni chiari. (D-25)

10. Però purtroppo con questo streotipo, l'esistenza di questi immigrati sono nascosti. […]Però a trovare una soluzione tra questi due comportamenti opposti, i mass-media servirà. (F-03) 11. Per esempio, nella sfera medica, si è formato parole come alcolismo (dipendenza di bevande alcoliche), psicoanalisi (analisi dei processi inconsci) ecc. (G-16)

Come precedentemente accennato, nei casi appena riportati il verbo è coniugato in accordo con il sintagma nominale immediatamente precedente: “I Promessi Sposi non pensavano” anziché “Alessandro Manzoni (…) non pensava”, “Ogni giorno deve raccontare” anziché “Questi dieci narratori (…) devono raccontare” e così via. In questi casi, quindi, l’errore pertiene alla dimensione sintattica, dal momento che la distanza tra soggetto e predicato induce l’apprendente a slegare i due sintagmi e accordare il sintagma verbale con il nominale più vicino.

Infine, sono stati riscontrati anche alcuni errori di difficile interpretazione, in cui l’uso del singolare o del plurale non sembra in alcun modo condizionato né dal sintagma nominale precedente, né dalla presenza di forme impersonali o passive.

12. Ancora oggi, a Londra e a Parigi ci sono delle zone che ha un nome "lombardi". (E-03)

In questo caso, l’errore di numero non è limitato alla forma verbale, ma si estende anche al complemento oggetto, che mostra un sintagma nominale singolare (“un nome”), accanto ad un aggettivo plurale (“lombardi”). Questa ulteriore incongruenza può essere interpretata come una generale incertezza rispetto all’uso del singolare e del plurale nella lingua italiana, e può quindi far pensare ad un error piuttosto che ad un mistake. 13. Ma il soggetto italiano possono essere dopo il verbo. (B-07) 14. Gli attori non doveva più recitare nel luogo teatrale, ma nel teatro proprio per la rapprentazione. (C-16)

Negli esempi riportati in 13 e 14, l’assenza di altri errori significativi nell’opposizione singolare/plurale all’interno dei due testi citati potrebbe far pensare ad una svista, un errore di distrazione; tuttavia, mettendo a confronto diversi testi dei due apprendenti, si noterà che negli elaborati del primo (lo studente 43351) si possono riscontrare altri 6 esempi di sovraestensione intraparadigmatica e pertanto è ragionevole concludere che solo il secondo sia un mistake, mentre il primo è probabilmente un vero e proprio error.

15. Quando una lingua si mettevano in contatto con delle altre lingue, si osservavano dei fenomeni delle cambie delle parole, fonologiche, strutture o morfosintattiche della lingua e nei questi fenomeni ci sono il sostrato, l'adstrato e il superstrato. (B-01)

Come già notato in precedenza, la particella “si”, sia essa in funzione riflessiva, passivante o impersonale, risulta piuttosto ostica agli apprendenti giapponesi, che mostrano una generale indecisione riguardo al numero da usare in sua presenza. Inoltre, in 15) anche il significato stesso del verbo “mettersi in contatto” può essere fonte di confusione, poiché fa riferimento implicito ad una pluralità di attori (in questo caso le differenti lingue naturali).

16. In italia ci sono qualche grande attività vulcanicha historicalmente. […] Se fanno questo, il magma non vanno troppo rapidamente. (B-08)

Quest’ultimo esempio mostra due casi molto diversi tra loro: il primo, “ci sono qualche grande attività”, è un error condizionato con ogni probabilità dal fatto che l’aggettivo indefinito “qualche”, pur accompagnandosi a nomi singolari, indica comunque una pluralità di elementi; il secondo, invece (“il magma non vanno”), potrebbe essere un mistake dovuto alla presenza del plurale “fanno” nella proposizione appena precedente, e alla somiglianza dei due verbi.