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Grafo 9 – Distribuzione dell’intensità delle relazioni nel reticolo

7. I COLLABORATORI DI GIUSTIZIA

7.4. I profili dei Collaboratori di giustizia lametin

7.4.1. I coniugi Notoriann

L’ex affiliato che per primo ha deciso di collaborare con la giustizia è Angotti Giuseppe, ex affiliato doc del clan Giampà-Cappello-Notorianni – marito di Notorianni Rosanna, perciò, imparentato con la famiglia Notorianni e con il membro della commissione di questa referente – era un sottoposto dei cognati con mansioni non troppo rilevanti nell’ambito dello spaccio, dell’estorsione e dell’usura. Angotti ha espresso la sua volontà di collaborare con la giustizia il 21.11.2008 dichiarando: «Mi

sono presentato qui questa mattina perché temo per l'incolumità mia e dei miei figli in considerazioni di pressioni subite dalla famiglia Notarianni alla quale mia moglie risulta appartenere. Voglio collaborare con la giustizia e riferire tutto quanto è a mia

78 È bene precisare che non sempre le dichiarazioni riportate nelle ordinanze corrispondono alle esatte

parole pronunciate dai soggetti, in quanto, in taluni casi il magistrato riformula le espressioni verbali dei propalanti – mantenendone, ovviamente, inalterati i contenuti – per rendere più chiare le dichiarazioni o per fare in modo che siano presenti le formule verbali prestabilite dalla prassi giuridica.

conoscenza su fatti criminosi verificatisi sul territorio lametino» (Ord. Perseo, p. 49).

Nel periodo precedente alla scelta collaborativa, Angotti, per via di una crisi coniugale – e temendo già ripercussioni per data situazione – si era temporaneamente allontanato dalla famiglia Notorianni andando via da Lamezia Terme, la quale successivamente lo aveva attirato nuovamente in città con un pretesto. Come si evince dalle dichiarazioni dello stesso Angotti, quindi, al momento della scelta collaborativa era consapevole e certo che la ‘ndrina che lo aveva accolto per oltre 20 anni aveva deciso di ucciderlo (Ord. Medusa, pp. 128-129):

PM: Quindi diciamo voi avere percepito che è stata decisa la vostra soppressione? ANGOTTI: Certo io ho ricevuto il classico bacio della morte.

PM: E diteci, raccontateci.

ANGOTTI: lo infatti pure per questo sono venuto qua. Principalmente, io ho ricevuto il bacio della morte, perché praticamente mio suocero, mio cognato e gli altri, avevano, siccome lei aveva raccontato che aveva un altro uomo.

PM: Lei chi?

ANGOTTI: La mia ex, allora per coprire le corna e per non passare loro cornuti, non io ma loro, allora siccome è stato fatto un altro omicidio che si presume doveva essere dei Torcasio. […]

ANGOTTI: Per attirarmi nella trappola, mi hanno fatto venire in Calabria, e tra il 18, il 19 e il 20, io veramente ho passato i ...

PM: E siete andato a trovare vostra moglie in ospedale? ANGOTTI: Si

PM: Quindi andavate in ospedale e stavate a casa? ANGOTTI: Si.

[…]

PM: E il bacio che avete detto, il bacio della morte perché? AVVOCATO DIFENSORE - Si segna così.

ANGOTTI: Si segna così la persona PM: Ma è successo fisicamente? ANGOTTI: Si. Fisicamente PM: E come è successo. dove?

PM: Ma dove, dove?

ANGOTTI: Davanti l'ospedale PM: Fuori dall'ospedale? […]

ANGOTTI: Mi ha preso dal braccio e mi ha detto perché non ti fermi, qua la, parliamo, ma tu la macchina dove la tieni? No. io l'ho messa dall'altra parte, non gli ho detto il posto preciso, ma mettila da questa parte la macchina, perché c'era un parcheggio oscurato, e l'ho visto io, ho avuto un quadro della situazione. Ha detto vabbè, poi ci vediamo domani sera, ed io la sera, la mattina stessa sono andato dai Carabinieri.

PM: E il bacio. Il bacio? ANGOTTI: Sulle labbra.

PM: […] vi ha salutato con il bacio ?

ANGOTTI: Col bacio, non l'aveva mai fatta una cosa del genere. MARESCIALLO: Cioè. l'ha baciata sulle labbra?

ANGOTTI: Eh.

Circa due anni dopo, anche la moglie Notorianni Rosanna deciderà di seguire il marito nella scelta collaborativa, diventando Cdg il 26.5.2010:

Non riesco più a sostenere la situazione che si è venuta a creare in conseguenza alla decisione di mio marito Angotti Giuseppe di collaborare con la giustizia, devo infatti dire che dopo che sono stata dimessa dall'ospedale di Lamezia Terme dove ero stata ricoverata per aver assunto delle gocce in quanto mi trovavo in uno stato di stanchezza psicologica perché la mia famiglia di origine non aveva condiviso il percorso religioso che all'epoca avevo iniziato anche con mio marito, ho appreso che mio marito si era allontanato in quanto era diventato collaboratore di giustizia. All'epoca non avevo chiara la situazione proprio per il mio stato psicologico, i miei familiari di origine, mia mamma e in particolare mio fratello, mi hanno imposto di troncare la relazione con mio marito e i miei figli, due dei quali erano con mio marito e gli altri due erano rimasti con me. I miei familiari, in particolare mio padre e i miei fratelli, mi dicevano di dare tutti i figli a mio marito perché erano destinati a finire in un tombino. I miei familiari mi hanno obbligato a proporre la domanda di separazione sebbene in cuor mio io volevo mantenere il legame con la mia famiglia, sia con mio marito e con i miei figli. Il mio stato di confusione mentale e la mia debolezza, non mi hanno permesso di resistere a questa imposizione dei miei familiari.

I miei familiari mi hanno fatto capire che effettuata la domanda di separazione io non avevo alcun legame con mio marito e dovevo per forza vivere lì con loro anche perché non avevo

alcuna autonomia economica. Io sono stata dal mese di novembre del 2008 fino al 29 aprile del 2009 a casa dei miei genitori, poi sono ritornata presso la mia abitazione, d'allora abbiamo vissuto con il sostegno del lavoro di mio figlio, e dopo essermi ripresa, verso il mese di agosto 2009, ho ripreso a lavorare anch'io svolgendo le mansioni di pulizie presso una famiglia. Con il tempo ho compreso la situazione ed ho capito che io e i miei figli eravamo esposti a pericolo per il rischio che i miei familiari di origine ci facessero del male, sia a me che soprattutto ai miei ,figli. …omississ… Dopo questo incontro, io un giorno mi sono accorta che erano stati danneggiati i vestiti di mio figlio che avevo lasciato stesi fiori ad asciugare. In un'altra occasione ho rinvenuto dei proiettili sul balcone della mia stanza da letto e su quella di mia figlia, quando andavo a fare visita a mia sorella indossava una maglia nera, e mi diceva che la mia strada non era quella insieme a mio marito, altrimenti mi diceva avrei perso mio figlio e mi sarei vestita anche io a lutto.

[…]

Ora mi voglio definitivamente allontanare dall'ambiante della mia famiglia d'origine non volendo condividere con loro più nulla. È da sabato scorso che evito ogni contatto con i miei familiari di origine, mi sono chiusa in casa insieme ai miei figli e nonostante i miei familiari vengono io non li apro.

A domanda risponde: dopo l'arresto dei miei fratelli i miei familiari hanno maltrattato sia me che i miei figli, una parte dei miei familiari mi ha tolto il saluto e una parte no ed attribuivano la colpa dell'arresto dei miei fratelli a mio marito. Io con il tempo ho capito che la colpa non era di mio marito perché se i miei fratelli hanno sbagliato, è giusto che paghino ed io l'ho sempre pensata così. Adesso che io so come sono loro io temo sia per me che per i miei figli, io adesso intendo collaborare per quello che so e voglio esternare tutto quello che ho dentro e che ho mantenuto dentro fin da quando ero piccola.

I coniugi al tempo in cui gravitavano nella cosca non godevano di particolare prestigio: Angotti era un affiliato di livello medio-basso al corrente di molte attività e caratteristiche della cosca ma poco coinvolto praticamente, mentre la moglie era un affiliato sostanzialmente passivo – l’abbiamo collocata come affiliata con nessuno status mafioso – che si limitava a godere dei proventi illeciti derivanti dalle attività criminali della famiglia. Anche da un punto di vista relazionale i due soggetti non spiccano per particolari caratteristiche: si collocano nella zona esterna della rete completa come della sotto-rete del gruppo di riferimento – la donna è più centrale a livello di rete familiare ma solo per via dei più numerosi legami di parentela. Anche i diversi valori di centralità non sono particolarmente rilevanti, solo i valori di

eigenvector centrality sono leggermente più alti – in entrambi i casi pari a circa il 50% –

ma comunque non tra i valori più alti della rete. Quest’ultimo dato spiega la loro grande rilevanza come Cdg – essendo vicini ad alcuni nodi più popolari, posseggono molte

informazioni sulle attività e sui soggetti – nonostante siano nodi sostanzialmente marginali nella rete.