A dire il vero io non volevo intervenire, Presidente, perché potrei essere quasi ripetitivo, però c’è una cosa che ci tengo a sottolineare, perché poi ogni Consiglio Comunale si continua a parlare di continuità con le passate amministrazioni e quant’altro. Mi sembra, e è sotto gli occhi di tutti, che tra noi soprattutto di maggioranza ci sono diversi volti nuovi che si affacciano alla politica per la prima volta, ma soprattutto al problema dell’uso civico per la prima volta.
Io per esempio, un anno e mezzo fa, non più di un anno e mezzo fa, quando ho iniziato a affrontare questo problema non sapevo, e lo dico con onestà, neanche di cosa si stava parlando, però collaborando con l’Assessore, con il Sindaco e con gli uffici, siamo riusciti a avere bene o male un’idea non dico chiara, perché avere questa presunzione sarebbe troppo, però avere visto il lavoro delle passate consiliature e affrontare questo problema oggi è un paragone che mi fa un po’ paura, perché non c’è il Cons. Turchetta e mi dispiace… (intervento fuori microfono) c’è?
Non lo vedo, chiedo scusa, Consigliere, era dietro l’operatore. Continuare a parlare di passate amministrazioni mi sta bene, però non è detto che quello che sia stato fatto nella passata Amministrazione Comunale sia poi tutto così giusto, ma questo è un parere che è prettamente personale e lo voglio tenere tale, però ci sono alcuni passaggi, e stanno bene indicati in questo atto di indirizzo, che ci differenziano, penso molto, dal passato.
Punto primo prima non si dava la possibilità, non se ne parlava neanche di procedere in quella fascia che va dalla Flacca verso il mare e penso siano migliaia i casi di persone che si trovano proprio su quella fascia, così come si parlava tanto di Marina di Fondi, ma il progetto della Marina di Fondi io l’ho visto quando allora ero un semplice attivista di partito e l’ho visto, ma è un progetto che secondo me, con tutto il rispetto per chi l’ha redatto, signori cari, qui non riusciamo a risolvere il problema dell’uso civico da quasi un secolo, figuriamoci se riusciamo a mettere in atto un progetto maestoso come la Marina di Fondi, quindi forse è il caso…
(intervento fuori microfono) probabilmente sì, Consigliere, oggi non glielo posso dire, però ci rendiamo conto che comunque ridimensionare un attimo quel progetto e soprattutto non tenere appesi a un filo tutti coloro che si trovano al di sotto della Flacca forse è qualcosa di positivo, però questa è una linea politica che decidiamo noi oggi.
A me personalmente avrebbe fatto piacere condividerla con tutti i colleghi dell’opposizione, ma tra voi non ci ho capito niente! Sinceramente c’è chi dice sì, chi dice no, chi dice forse, chi addirittura continua… (intervento fuori microfono) sì per l’amor del cielo, però i Gruppi
consiliari non sono 11, sono molti meno e quindi penso che almeno un parere per ogni Gruppo consiliare forse era l’ideale, tutto qua. Però è un’opinione mia, attenzione, e qui finisce.
Parlare dei 300 metri, forse per non dire che questa maggioranza sta dando la possibilità a chi sta dopo i 300 metri, è troppo facile. Qui si è parlato solo di speculazione di 300 metri, si è detto semplicemente che chi sta nei 300 metri viene in qualche modo penalizzato, ma questo non lo decidiamo noi, lo decide il Ptpr regionale, quindi non è che possiamo decidere diversamente. Poi non c’è una disparità di chi sta nei 300 metri, perché al di là delle strutture dei campeggi, che molti di voi dell’opposizione avete votato con noi tra parentesi, per il resto è il trattamento uguale per tutti, non è che c’è differenza tra un cittadino x o y.
Poi ho sentito parlare - ne sentivo parlare anche in passato e sinceramente non è che mi piaceva tanto - il termine di illecito arricchimento, occupatori abusivi. Coloro che 50 anni fa sono andati in quelle terre - lo possiamo chiedere a tutti coloro che sono andati lì veramente - si sono trovati a disboscare alberi la cui circonferenza non bastavano 3 esseri umani a abbracciarla, quindi vuol dire che qualcuno lì ci ha lavorato, certo tra questi ci sarà anche chi ci ha speculato, ma potrà essere un caso su due, un caso su cinque, un caso su dieci: oggi non lo sappiamo. Però comunque una soluzione a quelle persone noi la dobbiamo dare.
Chiudo l’intervento dicendo: politicamente qual è la novità rispetto al passato? Perché basta questo passato, sinceramente sono pure abbastanza stufo di sentirne parlare, ma rispetto al passato qual è la novità? Primo: oltre la Flacca, prima si poteva fare? Oggi diamo uno spiraglio.
Secondo: non è detto che chi sta nei 300 metri oggi è stato escluso, questo che sia ben chiaro, perché a chi sta nei 300 metri gli è stato semplicemente detto che per il momento, visto il Ptpr regionale e visto il progetto della Marina di Fondi che va ridimensionato, oggi non gli possiamo dare una soluzione, però non è detto che con un canone di concessione d’uso non possano restare lì, così come non è detto che nel fare un intervento di tipo progetto Marina di Fondi - chiamiamolo come vogliamo - magari quelle persone non è detto che siano tutte penalizzate.
Potranno continuare comunque con un canone, o comunque con quello che la Legge prevede…
(intervento fuori microfono) no, non l’ha escluso a priori! Dovete guardare bene la proposta, non l’ha escluso a priori, o almeno nella lettura che do io non l’ha escluso a priori e comunque sapete meglio di me che nei 300 metri non possiamo fare nulla.
Però molti di voi, se non tutti, avete parlato solo dei 300 metri, della fascia che va dai 300 metri verso la Flacca non ne parlate, perché probabilmente dovreste dire a questa maggioranza che sta dando risposte a chi si trova in quella fascia.
SINDACO
Devo abusare della vostra pazienza, perché la discussione è stata lunga, mi ha portato a fare una serie di annotazioni che meritano una precisazione, sebbene siamo convinti, fin da quando abbiamo iniziato questo dibattito, che sicuramente non ci troviamo di fronte a una materia che possa essere circoscritta e definita in un arco temporale di una riunione e in un provvedimento che tra l’altro assume la configurazione di atto di indirizzo.
A quanto già detto dall’Assessore in modo particolare, io intendo aggiungere che la materia è evidente che si è prestata a un dibattito che ahimè in alcuni momenti ha creato un po’ di confusione, e bene ha fatto qualche consigliere a intervenire per puntualizzare quelli che sono i concetti base, perché io che ho avuto un’esperienza amministrativa e che nell’ultimo anno e mezzo o 2 anni ci sto lavorando puntualmente tutti i giorni, in alcune parti del dibattito sinceramente ho avuto difficoltà a seguire gli interventi. Immaginiamoci i cittadini che sono qui presenti o quelli che ci ascolteranno da casa che hanno ascoltato probabilmente un intervento spot, e a me spiace che alcuni Consiglieri poi sono andati via, che non mi permetteranno di ribadire loro alcune posizioni, perché nella mia veste è anche imbarazzante sentirsi dire da qualcuno che stiamo facendo 10 passi indietro, qualcun altro che probabilmente non c’è nulla di nuovo all’orizzonte, perché poi probabilmente si sta trattando la questione così come nei termini doveva essere trattata, così come poi mi dovete consentire, visto che questo concetto di continuità viene tirato in ballo ogni qualvolta c’è un intervento che possa in un certo qual modo anche discostarsi rispetto a un’azione posta in essere non in maniera diretta e in prima battuta da questa Amministrazione Comunale.
Cercherò di sintetizzare facendo però alcune considerazioni che partono un po’ da lontano, ma per darvi ancora di più l’idea di quanto lavoro sia stato fatto dietro. Cercherò di ricostruire anche gli interventi dei vari Consiglieri comunali, partendo proprio da quello di Bruno Fiore, che ha fatto una sua relazione molto critica rispetto a quanto posto in essere dall’Amministrazione Comunale a mia guida, rispetto soprattutto al fatto di non avere ben presente il concetto di tutela di interesse generale e individuando, nell’atto in discussione, addirittura una sorta di attenzione particolare al particolare, che va forse borderline, quasi a essere un provvedimento ad personam, cosa che io non ritengo nella maniera più assoluta, perché ancora prima di entrare nel merito delle sue dichiarazioni, ricordo a noi tutti - cosa che qualcuno di voi ha fatto - cos’è il diritto di uso civico, perché gli usi civici sono una materia che ci sta appassionando, ma credo che poi pochi abbiano saputo cogliere anche delle sfumature che essa presta proprio nella sua lettura, perché quando si parla di uso civico avete ricordato che si tratta di quel diritto riconosciuto a una determinata collettiva, nel nostro caso di specie risalente a secoli addietro, dove tutta la comunità
aveva il diritto di esercitare il legnatico, l’allevamento, l’agricoltura, quindi il cosiddetto diritto che potenzialmente è stato offerto a tutti i cittadini.
Potenzialmente ognuno dei nostri avi ha avuto la possibilità di andare lì e di esercitare questo diritto, che purtroppo poi, essendo stato definito e circoscritto in un arco temporale degno di questo nome, è evidente che in alcuni casi ha generato anche delle deformazioni dello stesso, perché ci sono soggetti che hanno mantenuto inalterato il loro possesso da oltre 70 - 80 anni, da generazione in generazione, ma è anche vero - cosa che qualcuno forse non ha detto - che in altri casi questo possesso è stato a sua volta volturato - concedetemi questo termine improprio - e quindi oggi ci ritroviamo probabilmente a che fare con un soggetto che sarà arrivato in quelle terre, ma non da 100 anni, probabilmente è soltanto subentrato in un possesso, ma ahimè in questo caso la norma non ci consente di fare una distinzione, sebbene tutti, se fossimo interrogati in proposito, non potremmo che dire che è logico dovere fare una distinzione tra chi sta lì da 100 anni, di padre in figlio, rispetto a chi invece probabilmente è arrivato 20 o 30 anni fa, o addirittura ancora meno.
È stato fatto riferimento addirittura a una politica che si è a tutti i costi voluta mettere in campo per ricorrere al cavillo o al pretesto, addirittura immaginare forzature nei confronti del perito demaniale, al fine di determinare stime inferiori a quanto già posto in essere dal precedente perito, o addirittura individuare agevolazioni che vengono - così diceva qualche ora fa il Cons.
Bruno Fiore - riferite a coloro che pure sempre sono degli abusivi. Questa prima affermazione non mi trova perfettamente d’accordo, perché in alcuni casi la forma rappresenta sostanza e credo che tutti abbiamo ritenuto, anche condividere che probabilmente si tratta di soggetti che sono sine titulo, ossia senza un titolo, che nella sostanza può rappresentare la stessa cosa, ma probabilmente è anche offensivo nei confronti della dignità di chi sta lì veramente da oltre un secolo e oggi sentirsi dichiarare abusivo, addirittura con tutto quello che è stato posto in essere, che lascia a me fare una riflessione a voce alta, perché io non ho mai rinnegato che l’illecito arricchimento è un istituto legittimo previsto dal nostro ordinamento giuridico.
Questa è una cosa che parte da lontano, che nella precedente Amministrazione Comunale è stato ovviamente rinnovato e sono state inoltrate a tutti gli interessati, o meglio - correggetemi - a una parte di essi, perché poi a chi grida alle responsabilità vorrei interrogare e chiedere come mai qualcuno non si è posto sulle responsabilità degli amministratori che non hanno una risposta a questi soggetti che sono lì da oltre 100 anni, a chi questi soggetti avrebbero dovuto rivolgersi perché non hanno avuto una definizione delle loro istanze e soprattutto a chi avrebbero dovuto rivolgersi per essere stati oggetto di un provvedimento di richiesta di illecito arricchimento, che come ho avuto in tante occasioni modo di dire avrebbe avuto un senso se questo fosse stato,
come doveva essere, un istituto temporaneo provvisorio, nelle more che gli interessati trovassero la definizione all’uso civico.
Ahimè questo non è avvenuto per una serie di motivi che ovviamente non sono riconducibili a una sola causa, o a una sola amministrazione, e oggi è evidente che nelle premesse di una nostra iniziativa si è dovuto tenere conto anche che tale istituto, per quanto esso legittimo, per quanto anche consolidato dalla Giurisprudenza, perché tutti i contenziosi che sono stati poi attivati in merito hanno visto sempre e comunque vincitore il Comune di Fondi, ma non pensiamo di non avere tenuto in considerazione che quel contenzioso era ormai arrivato il tempo di porre rimedio e di porre fine, perché altrimenti ci saremmo trovati, da qui alla definizione dell’uso civico, con altre centinaia di contenziosi in corso.
Ho sentito più volte tirare in ballo la questione delle stime, delle perizie, molto spesso confondendo le legittimazioni con le alienazioni. Do per scontato che tutti sappiano di cosa si tratta, però credo che ha fatto bene il Cons. Claudio Padula a ribadire che in alcuni degli interventi ho solo trovato una sorta di processo alle intenzioni, facendo addirittura confusione e facendo credere, come se ci fossero già delle stime, delle perizie fatte dall’Ing. Cavone, professionista nominato dalla Regione Lazio, quando in realtà lui altro non ha fatto che indicare e condividere con la Regione quelli che sono dei criteri di carattere generale, dei parametri di cui terrà conto nel momento in cui inizierà a espletare le procedure peritali, che - cosa che probabilmente qualcuno non ha ben sottolineato - non sono di competenza dell’Amministrazione Comunale e saranno poi approvati dalla Regione Lazio, in termini di legittimazioni ossia quelle occupazioni finalizzate all’agricoltura in generale, e diciamo così per fare rendere ancora di più il concetto, ma per coloro i quali hanno occupato dei terreni ai fini agro-silvo-pastorali si applica l’istituto della legittimazione, legittimazione che vede competente la Regione, che nomina un perito e non è - diceva bene Padula - alcuna competenza dell’Ute, se non in maniera indiretta, quando la Regione stessa indica, in alcuni casi come l’Abruzzo o l’Emilia Romagna o la Toscana, in modo puntuale quali sono i parametri a cui debbono attenersi i periti demaniali, in altri casi è inevitabile che la prassi è la consuetudine ha generato sempre più il riferirsi ai valori agricoli medi, che vengono determinati dall’Ufficio tecnico erariale, che non ha nessuna competenza in tema di liquidazione dell’uso civico.
Cosa ben diversa è invece per quanto riguarda le alienazioni, che ci vedono principalmente responsabili, siamo noi come Amministrazione Comunale che abbiamo nominato un perito e questo perito ha già elaborato una serie di criteri e sulla base degli stessi ha già anche proposto a questa Amministrazione Comunale diverse proposte di alienazione, che poi per una determinata fase sono state congelate, perché sapete benissimo - lo diceva il Cons. Sergio Gentile - noi fin dal
nostro insediamento non abbiamo potuto che sollecitare una vecchia norma che era stata nel 2006 abrogata e esattamente l’iniziale precedente formulazione dell’Art. 8 della Legge 1/1986, nella quale è prevista la possibilità di ridurre il prezzo di alienazione per coloro i quali hanno occupato quel terreno ai fini abitativi.
È evidente che questo nostro impegno in parte è stato già portato a termine, perché ricorderete anche attraverso altri dibattiti noi abbiamo avuto, nel mese di agosto scorso, un grande provvedimento, sebbene inserito in una manovra di assestamento di bilancio, che ci ha consentito di introdurre un principio per il quale prossimamente, attraverso una precisazione, un chiarimento esatto della norma così com’è stata formulata, noi potremo arrivare a vedere anche una riduzione per il prezzo di alienazione e anche qui non credo che noi tutti non si sia tenuto conto di quanto già posto in essere e soprattutto anche di quanto c’è stato più volte rappresentato dalle varie forze politiche.
Quest’oggi facevo una carrellata nella lettura di tutti i programmi elettorali, a partire dal mio, e tutti ci siamo ovviamente dedicati al tema e in ognuno di essi ogni forza politica ha specificato l’intenzione di arrivare a una rivisitazione di alcuni parametri, soprattutto per i coltivatori diretti e soprattutto per coloro che hanno occupato quei terreni ai fini abitativi.
La presenza del perito demaniale in questo consenso, per quanto utile per tutta una serie di motivi, ma non credo che sia necessaria, perché il perito demaniale risponde di quanto lui farà solo e esclusivamente nei confronti della Regione Lazio, che ripeto è l’unico soggetto che dovrà determinare in positivo o in negativo l’approvazione della famosa perizia, proposta di legittimazione.
Ho sentito più volte usare termini che ponevano l’attenzione a tutti i Consiglieri di fare attenzione, quasi si stesse mettendo in campo una stagione dei saldi, come se veramente hanno pensato che questa Amministrazione Comunale non volesse affrontare il problema con la serietà che questo problema merita. Questa cosa mi spiace, perché nel dibattito è venuto fuori e questo non ha fatto ulteriormente che rafforzare la convinzione che questo percorso intrapreso sta avendo un riscontro positivo, che ovviamente ci dovrà rivedere ancora impegnati, perché possa essere puntualizzato in alcuni aspetti, per potere dare le risposte a tanti che da troppi anni ritengo non hanno avuto ancora una definizione.
Noi abbiamo maturato questo atto di indirizzo perché ci siamo ritrovati di fronte a una situazione che tutti conoscete, che non è soltanto quella relativa al decreto Schietroma, su cui poi faccio le dovute precisazioni, ma anche relativa a tutta quella parte a monte della Flacca, che qualcuno ha dimenticato di dire che trattasi di un’attività di classificazione urbanistica risalente al 1973, che vede in quel contesto esattamente quello che sarebbe dovuto essere lo sviluppo della Marina di
Fondi, perché il decreto Schietroma risale - qualcuno lo ricordava - al 1967, ebbene nel 1973 qualcuno - non io che avevo appena 2 anni - decise che non davanti dove c’era il decreto Schietroma, ma nella parte retro e quindi verso la parte a monte della strada statale Flacca, ci fossero i cosiddetti comparti edificatori, quei comparti che se voi andaste a leggere le norme tecniche di attuazione prevedono che, subordinati all’attuazione di un piano particolareggiato esecutivo, dovessero addirittura prevedere in alcuni casi l’insediamento turistico ricettivo per una percentuale non inferiore al 60%.
Vi faccio questa precisazione perché poi qualcuno parla di programmazione, qualcuno parla di progetti che avrebbero dovuto trasformare quella che è definita la risorsa del domani e delle generazioni future, ma probabilmente non si rende conto che alcuni atti sono stati posti in essere anche a scadenza non troppo lontana, perché dal 67 al 73, nel 67 qualcuno aveva chiesto un mutamento di destinazione d’uso senza nessun progetto in particolare, perché se andaste ove mai ne trovaste una copia, c’è solo una proposta di deliberazione e il relativo decreto in cui si richiama una generica istanza presentata dall’allora Amministrazione Comunale, perché quei terreni fossero ovviamente utilizzati per finalità turistico-ricettive. Non mi è dato avere trovato alcun progetto in cui si parlava di strada, di aree ricettive, di parcheggi e non so, qualsiasi altra cosa che possa essere inserita nel concetto di finalità turistica-ricettiva.
Ebbene quella previsione urbanistica del 73 ha generato non poche difficoltà nella definizione dell’uso civico, perché mentre oggi noi stiamo soprattutto soffermandoci su cosa accadrà nella zona a valle della strada statale Flacca, molti non hanno forse colto che probabilmente il problema c’è soprattutto perché la stragrande maggioranza di chi vive nella Selva sta a monte della strada statale Flacca, che ha un problema di doppia natura: il primo problema è che si tratta di un terreno con una destinazione urbanistica classificata come comparti di espansione, quindi hanno una previsione urbanistica che sono esattamente suscettibili di edificazione.
Questa cosa produce due problemi: il primo problema è che tutti coloro che hanno dei possessi
Questa cosa produce due problemi: il primo problema è che tutti coloro che hanno dei possessi