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COMUNE DI FONDI (provincia di Latina)

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Academic year: 2022

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ORIGINALE

Deliberazione n. 99

del 19/12/2011

COMUNE DI FONDI (provincia di Latina)

VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE Adunanza straordinaria di I convocazione - seduta pubblica

Oggetto: Linee di indirizzo in materia di definizione e gestione dei terreni gravati da uso civico

L'anno duemilaundici, addi diciannove del mese di dicembre alle ore 17,00 nella sala delle adunanze consiliari

Previa l'osservanza di tutte le formalità prescritte dalla vigente legge comunale e provinciale, vennero oggi convocati a seduta i componenti del Consiglio Comunale

Il d . .

ne e persone el slgg.n: Presente

1

Assente 1) Salvatore De Meo Sindaco

2) Parisella Piero Componente 3) Trani Giovanni Componente 4) La Rocca Guido Componente 5) Sansoni Alessandro Componente 6) Carnevale Marco Antonio Componente

7) Corina Luigi Componente

8) Mattei Vincenzo Componente

9) Leone Oronzo Componente

lO) Muccitelli Roberta Com~onente

111 Refini Vincenzo Com~onente

12) Paparello Elio Componente 13) Spa~ardi Claudio Componente 14) Saccoccio Carlo Componente 15) Coppa Biagio Componente 16} Gentile Se)"gio Componente 17) Giuliano Elisabetta Com~onente

18) Marino Maria Lui,;a Componente 19) Di Manno Giulio Cesare Componente 20) Cima Maurizio Vincenzo Componente 21) Cardinale Franco Componente 22) Fiore Giorgio Componente 23) Turchetta Egidio Componente 24) Padula Claudio Componente 25) Forte Antonio Componente 26) Paparello Maria Civita Componente 27) Faiola Arnaldo Componente

28) Fiore Bruno Componente

29) Di Manno Giancarlo Com~onente

30) De Luca Luigi Componente 31) Trani Vincenzo Rocco Componente

2 3 4 5 6 7 8 9 lO 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29

1

2

(2)

IL

CONSIGLIO COMT'NALE

\IISTE le istruttorie e verifiche demaniali redatte dai Periti incaricati dal Commissariato agli Usi civici di Roma

" dalla Regione Lazio, con le quali sono stati individuati i demani civici riguardanti

la

Collettività

di

Fondi, situati nel territorio del Comune nei comprensori denominati "Selva Vetere", "San Magno", "Demanio universale" e "Montagne ex Feudali";

CONSIDERATO CHE, in particolare,

i

comprensori

di

"Selva Vetere" e "San Magno", sono interessati sia da attività agricole ultradecennali, sia da attività edificatoria spontanea e diffirsa per

la

quale sono state avanate richieste

di

condoúo edilizio, da parte

di

occupatori che non possiedono titolo legittimo che abiliti al godimento del suolo;

VISTI gli artt. 9 e l0 della legge 16 giugno 1927,n.1766, che prevedono e disciplinano l'istituto

della legittimazione;

VISTO I'art.

8

della Legge regionale

3

gennaio 1986,

n. I e

successive modificazioni ed integrazioni, che disciplina l'istituto de1la alienazione dei terreni di proprietà collettiva di uso civico edificati o edificabili, purché le costruzioni considerate abusive siano suscettibili di sanatoria ai sensi della normativa vigente in materia di sanatoria di abusi edilai;

CONSIDERATO che è intendimento di questa Amministrazione comunale, nel quadro di una più generale ordinata programmazione territoriale, procedere alla definizione dei rapporti inerenti gli

usi civici, nei confronti di quei soggetti in possesso dei requisiti necessari per awalersi delle norrne precedentemente citate;

VISTO

il

P.R.G. vigente nelle cui previsioni le aree del demanio collettivo risultano essere destinate parte a zona agncola e parte a zorLe 36C" di espansione (comparti edificatori indicati con

i

numeri

ll7/8/9/l0lllll2),

all'interno delle quali, l'edificozione è ammessa esclusivamente dopo loapprovazione di piani attuativi (art. 13 NTA PRG);

CONSIDERATO che con decreto del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste del 4 settembre 1967, alcuni terreni del demanio civico ricadenti nel comprensorio di "Selva Vetere" (come da planimetria allegata), sono stati oggetto di mutamento di destinazione ai sensi dell'art. 12 della legge I 6 giugno 1927 , n. l7 66, per la loro valoiz-zazrone tr:ristica;

CONSIDERATO che, a seguito di Concorso Nazionale di Idee denominato "Per la Marina di Fondi" bandito da questa Amministrazione con deliberazione consiliare n. 37 del 18 dicembre 2001, assegnato, quale vincitore, al progetto

"

Steppíng in stone 2010" con deliberazione della Giunta comunale

n. ll2,

del 25 marzo 2003, è stato predisposto uno studio preliminare per I'utiliz-z,azone della fascia costiera che prevede l'rtilizzaÀone anche di aree del demanio civico;

ATTESO che rilevata la fase di programmazione del progetto "Per la Marina di Fondi", ed in relazione al portato del Decreto ministeriale di mutamento di destinazione, sono state sospese le operazioni inerenti la sistemazione del demanio civico per quelle aree, anche

in

relazione alla

(3)

RITENUTO che si ravvisa la necessità di individuare un'area della profondità di almeno 300 mt dalla linea di battigia marina (come da planimetria allegata), corrispondente alla fascia di rispetto delle norme di salvaguardia delle coste, per la programmazione di infrasfuthne funzionali alla

realiz,zazione

e

fruizione collettiva della fascia costiera

e

ciò nell'ottica del perseguimento dell' interesse collettivo;

VISTO il decreto del Presidente della Giunta Regionale delLaz-ro n. T0599 del20 dicembre 2010, con

il

quale I'ing. Giuseppe Cavone, iscritto all'Albo dei Periti demaniali della Regione Lazio

-

Sezione I al n. 209, è sitato nominato Perito demaniale per la sistemazione dei terreni del demanio civico della collettività di Fondi;

YISTE le linee generali elaborate dall'ing. Giuseppe Cavone, sulla scorta delle quali procederà alla formulazione delle proposte di legittimazione;

CONSIDERATO che, nelle more della definizione delle pratiche attinenti

gli

usi civici, è intenzione di questa Amministazione procedere, ove possibile, alla temporanea concessione in uso dei terreni, a fronte di un canone di concessione, da determinarsi a cura del perito demaniale;

ATTESO cheo con Deliberazione della Giunta comunale n. 150 del22/04/2003, il dott. Agronomo Tommasino Novello, iscritto all'Albo dei Periti demaniali della Regione Lazio - I Sezione al n. 310, è stato incaricato per la redazione delle perizie di stima finalizate all'alienazione dei terreni del demanio civico;

RITEI\IUTO CONTO che nell'ambito del Demanio

di

Selva Vetere, sono presenti diverse stutture ricettive all'aria aperta per le quali, con deliberazione del Consiglio Comunale n. 50 del 19

aprile 2011, è stata adottata apposita variante al Piano Regolatore Generale, ai sensi della legge 59/1985 artt.

l0

e 27, comma, fimializzata alla perimetrazione delle stutture esistenti per la quale sono in corso gli adempimenti propedeutici alla definitiva approvazione della stessa;

RITEI\UTO che per le zuddette strutture, al pari delle altre eventuali attivita produttive che di fatto esistono da anni, si rende necessario individuare opportune ipotesi di regolaizzazione, nell'ambito degli istituti riconosciuti dalla normativa vigente in materia di usi civici;

CONSIDERATO che ove non sia possibile procedere agli istituti della legittimazione, della alienazione e della concessione d'uso temporanea

i

teneni occupati dovranno essere oggetto di reintegra a favore della collettivita;

VISTI:

-

Il D.lgs l8 agosto 2000 n. 267 e s.m.i.;

-

Lo Statuto dell'Ente;

-

Lalegge 16 giugno 1927,n.17661'

-

Il R.D. 26febbrato 1928,n.332;

-

La legge regionale 3 gennaio 1986, n. I e successive modificaziont ed integrazioni;

ACQTIISITO il parere del Dirigente del Settore IV -Pianificazione Urbanistica e Territoriale reso

(4)

TEI\UTO CONTO della relazione dell'Assessore all'Urbanistica, Usi Civici

aw.

Piergiorgio Conti e degli interventi dei signori consiglieri la cui tascrizione,altegata sotto la lettera ooA" al presente atto, ne costifuisce parte integrante e sostanziale;

DATO ATTO che riguardo alla proposta di deliberazione,

i

signori consiglieri della minoranza firmatari propongono emendamento così come da allegato documento, che unito al presente

verbale, sotto la lettera ooB", ne costifuisce parte integrante e sostanziale,

DATO ATTO ALTRESI' che al momento della votazione risultano assenti

i

signori consiglieri:

Franco Cardinale, Giorgio Fiore, Egidio Turchetta Antonio Forte, Giancarlo Di Manno, Luigi De Luca, Vincenzo Rocco Trani;

RITEI\UTO dover procedere a distinta votazione sia per l'emendamento che per l'atto conclusivo dilndll:,zzn, così come segue:

votazione emendamento: favorevoli n. 3 (Claudio Padula" Maria Civita Paparello, Arnaldo Faiola), contrari n. 18, astenuti n.l @runo Fiore)

-

respinto;

Con votazione conclusiva: favorevoli n. 18, contari n. 3( Maria Civita Paparello, Arnaldo Faiola"

Bruno Fiore), astenuti n.l (Claudio Padula)

DELIBERA

Per i motM indicati in premessa che valgono qui come integralmente riportati di:

l.

di dare mandato agli Uffici di procedere alla definizione degli usi civici con I'applicazione degli istituti riconosciuti dalla normativa vigente in materia di usi civici e ove possibile, procedere alla concessione temporanea d'uso dei terreni, previa determinazione del relativo canone a cura del perito demaniale;

2. di richiedere alla Regione Laao - Direzione Regionale Agricoltura - Area Diritti Collettivi una rimodulazione della classificazione prevista dal Decreto del Ministero dell'Agricoltura del 04 Settembre 1967 (c.d. Decreto Schietroma) per tutti

i

terreni oltre

il

limite dei 300 metri dalla

linea di battigia marinq individuati nelle planimetie allegate, al fine di perseguire una corretta e

più

razionale uÎl.lizzazione dei terreni

del

demanio civico affinché, ripresa I'originaria destinazione agricola si possa prowedere, ove ne ricorrano i requisiti richiesti dalla normativa vigente, alle legittimazioni ed alle alienazioni - in armonia con le previsioni di programmazione territoriale e con le nomrative di carattere urbanistico e di tutela del territorio;

3. di prendere atto dei criteri estimativi allegati, elaborati dal Perito demaniale, ing. Giuseppe Cavone, per la reda'ione delle proposte di legittimazione;

4. di salvaguardare la fascia dei 300 mt dalla battigia marina in quanto corrispondente alla fascia di rispetto delle norme a tutela delle coste e pertanto meritevole di rimanere nella disponibilità dell'amministrazione perché possa procedere, nell'interesse della collettiviè ad una ricognizione dello stato

di

dette aree e prowedere alla programmaÀone

di

interventi f:rrraliz?*;ri ad una migliore, funzionale ed ottimale fruizione pubblica della fascia costiera;

(5)

proposta di perimetrazione adotúata della L.R. 59185, nonché in quelle su cui insistono attivita produttive consolidate che contibuiscono allo sviluppo turistico del territorio;

-

di dare mandato agli uffici di procedere agli adempimenti di rito propedeutici ed alle successive reintegre ove necessarie e dovute;

IL

CONSIGLIO COMTJNALE Indi

Con la seguente votazione: favorevoli n. 18, confari n. 3( Maria Civita Paparello, Arnaldo Faiola Bruno Fiore), astenuti n.l (Claudio Padula)

DELIBERA

-di dichiarare la presente immediatamente eseguibile, ai sensi e per gli effetti dell'art. 134 comma 4", del D.lgs.

n

267 del 18 agosto 2000 e s.m.i..

(6)

Allegato “A” alla deliberazione di C.C. n.99 del 19 dicembre 2011

PUNTO NUMERO 4 ALL’ORDINE DEL GIORNO: LINEE D’INDIRIZZO IN MATERIA DI DEFINIZIONE E GESTIONE DEI TERRENI GRAVATI DA USO CIVICO.

PRESIDENTE

La parola all’Ass. Piergiorgio Conti.

ASS. CONTI

Grazie, Presidente. Buonasera ai Consiglieri Comunali presenti in sala, al pubblico presente, ai cittadini in ascolto e agli spettatori di Canale 7. Prima di passare alla lettura delle linee d’indirizzo in materia di definizione e gestione dei terreni gravati da uso civico volevo fare una premessa. Nel programma elettorale di governo 2010 /2015 di questa Amministrazione comunale a guida Salvatore De Meo Sindaco spicca tra i punti la risoluzione dell’annosa problematica della materia degli usi civici gravanti sul territorio sia nella zona a mare che nella zona montana: materia complessa e complicata, questa, che ha visto confrontarsi molte amministrazioni comunali nel passato, ma solo da un decennio a questa parte si è cercato veramente di darle un taglio definitivo. Nonostante la volontà amministrativa messa in campo si sono innescati contenziosi con gli occupatori dei terreni interessati dall’uso civico, che di fatto ne hanno rallentato la definizione. La tematica degli usi civici ha visto impegnati tutti i candidati a Sindaco della città nella tornata elettorale 2010 e ciò a testimonianza dell’importanza dell’argomento, dalla cui soluzione definitiva si possono intravedere due chiari obiettivi: da una parte dare una risposta concreta ai numerosi cittadini di Fondi che si trovano a occupare terreni di uso civico da oltre cento anni, dall’altro lato acconsentire a un ordinato e organico progetto di fruizione della fascia costiera interessata dai terreni gravati da uso civico, che rappresenta un importante volano economico e occupazionale per la città di Fondi. Anche questo governo cittadino vuole e deve poter contribuire a risolvere una volta per tutte la materia degli usi civici:

lo facciamo dopo appena diciotto mesi di governo della città, lo facciamo ben consapevoli che il successo della manovra passa attraverso la sensibilità, la disponibilità e la definizione da parte degli occupatori dei terreni e di tutte le forze politiche cui spetta il compito di tradurre in gergo comprensibile, con un’onestà politica e intellettuale la ostica materia senza alzare barricate, ingenerando equivoci o aspettative non perseguibili normativamente. Abbiamo tentato di dare alla materia una chiave di lettura aggiornata, ma sempre in armonia con il dettato normativo

(7)

nazionale e regionale che disciplina la materia. Abbiamo fatto ciò ben sapendo che, come amministratori pubblici, abbiamo il dovere istituzionale di perseguire il pubblico interesse, che è quello che anima e deve animare il nostro modo di agire, cioè garantire all’intera popolazione di Fondi una definizione della vicenda che abbia come scopo finale quello di prevedere e rendere possibile nella fascia a mare una corretta fruizione della costa, oggi impedita dalle numerose realtà urbane sorte in modo più o meno spontaneo, che di fatto hanno impedito a molte amministrazioni di programmare correttamente e unitariamente il proprio territorio.

L’atto d’indirizzo che viene portato alla discussione e approvazione del Consiglio Comunale è un atto di programmazione del territorio che propone soluzioni progettuali che tengono conto in particolare della salvaguardia della duna dei 300 metri della costa: salvaguardia intesa non solo come rispetto profondo per la natura, ma come fruizione progettata e controllata capace di apportare sviluppo turistico e economico per la città, prevedendo destinazioni alberghiere e di servizi, piste ciclabili, parchi e zone attrezzate con tutti i servizi, così come per altro già previsto nello studio di fattibilità *** 2010 avviato dalla precedente Amministrazione comunale. L’esame della materia degli usi civici è stato il frutto di uno studio e di un’analisi approfonditi che ci hanno visti impegnati in un confronto costante con la Regione Lazio. Come sapete è stato istituito fin da subito, dopo l’insediamento di questa Amministrazione comunale, il tavolo tecnico di lavoro che ha visto partecipare in modo intenso da un lato l’Amministrazione comunale, rappresentata dal Sindaco e dal sottoscritto Assessore oltre allo staff tecnico legale e dall’altro lato i funzionari regionali preposti al ramo specifico degli usi civici: confronto che ci ha permesso di maturare la conoscenza approfondita della materia e di delineare un nuovo orizzonte di sviluppo della città. Non sono altresì mancati momenti d’incontro con i comitati di cittadini e delle varie forze politiche: ciò l’abbiamo fatto perché crediamo nella partecipazione, nella discussione e nel confronto. È stato un momento di crescita importante, abbiamo ascoltato il contributo di ciascuno ma sappiamo che alla fine spetta a chi governa assumersi la responsabilità amministrativa di sintetizzare al meglio le osservazioni e di procedere verso una determinata direzione. È importante che la cittadinanza sappia che abbiamo assunto una decisione che ci sembra essere la più attuale, la più pragmatica e ciò l’abbiamo fatto – e questa sera tutti ci accingiamo a farlo – con onestà intellettuale e politica, avendo sempre davanti a noi come stella polare la legalità e la legittimità degli atti.

Prima di dare lettura dell’atto d’indirizzo già licenziato nella competente Commissione Consiliare urbanistica usi civici, che tra breve sarà portato all’attenzione dei Consiglieri Comunali e della città, ritengo utile ricordare a me stesso e ai molti cittadini che hanno sentito parlare degli usi civici di che cosa realmente si tratta. L’istituto degli usi civici affonda la sua

(8)

storia nel medioevo fino a arrivare ai nostri giorni e era nato per dare sostentamento vitale alle popolazioni in un momento storico in cui la terra rappresentava l’unico elemento dal quale le popolazioni stesse potevano ricavare in modo promiscuo i prodotti necessari per il loro sostentamento. Si parlava di esercizio di caccia, pesca, fungatico, pascolo, agricoltura, legnatico:

oggi tutta la disciplina legislativa concernente gli usi civici è basata sulla legge nazionale numero 1766 /1927 e sul regolamento di attuazione del 1928. I terreni di uso civico non sono usucapibili, sono inalienabili e imprescrittibili e sono soggetti al regime giuridico dei beni demaniali: fin quando l’occupatore dei terreni non affranca il bene, cioè finché non ne diventa proprietario non può trasferirlo a alcuno. L’uso civico comporta una serie di vincoli intensi alla proprietà, in quanto i beni che ne sono gravati mantengono la destinazione pubblicistica, così il legislatore del 1927 ha introdotto una procedura per la liquidazione degli usi civici all’affrancazione dei terreni gravati da tali oneri. Il possesso abusivo può essere sanato e legittimato solo alla ricorrenza concomitante di tre requisiti: che vi siano sostanziali migliorie del fondo, che la zona occupata non interrompa la continuità dei terreni, che l’occupazione duri da almeno dieci anni. In mancanza di ciò l’occupazione sarà sempre senza titolo e le terre dovranno essere restituite al comune. L’accertamento dei requisiti è demandato a un perito demaniale nominato dalla Regione Lazio che provvederà altresì alla stima e valutazione dei terreni. Sui terreni d’uso civico è stata riscontrata una pluralità di situazioni che snaturano quasi del tutto la funzione vitale soprarichiamata del bene terra, con possesso di utilizzazione del terreno da parte degli occupatori per finalità in contrasto con l’uso stesso: finalità turistiche, abitative e commerciali; il che ha posto il problema di sanare queste situazioni realizzate senza il rispetto delle rigorose procedure previste dal legislatore del 1927. Per risolvere ciò si è assistito, a seguito del trasferimento delle competenze alla Regione Lazio, a una legislazione regionale che ha tentato di dare un assetto normativo definitivo a situazioni in contrasto con la legge nazionale del 1927. Sempre in ambito nazionale sono stati poi scoperti nell’uso civico altri valori come quelli della salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, con l’inserimento dell’uso civico nel Decreto Galasso, la legge 431 /1985 sui beni ambientali. La Regione Lazio, con legge regionale 1 /1986 e successive modifiche, ha cercato di normare le situazioni compromesse dall’abusivismo e ha ammesso l’alienazione dei terreni gravati da uso civico con sovrastante abitazione residenziale, sanabili ai sensi della legge sul condono 47 /85, che non sia sottoposta a vincoli ambientali.

La normativa, apparentemente semplice, si complica anche per i tecnici quando una rilettura e un disbrigo debbono essere fatti alla luce degli strumenti urbanistici locali, regionali e nazionali quali il Piano Regolatore Generale, il BTPR e il Decreto Schietroma del 1967 , che impongono vincoli su vincoli. Si tratta di risolvere un problema atavico in un momento di grave congiuntura

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economico /finanziaria, che permetta al comune di recuperare importanti entrate da impiegare nella realizzazione di servizi e infrastrutture necessari per lo sviluppo della città e dall’altro lato acconsenta di regolarizzare la posizione dei molti detentori dei terreni, coniugando così le aspettative di tutti i cittadini.

Procedo adesso alla lettura dell’atto d’indirizzo.

“ Viste le istruttorie e verifiche demaniali redatte dai periti incaricati dal commissario agli usi civici di Roma e dalla Regione Lazio, con le quali sono stati individuati demani civici riguardanti la collettività di Fondi situati nel territorio del comune nei comprensori denominati Selva Vetere, San Magno, Demanio Universale e Montagne Ex Feudali.

Considerato che in particolare i comprensori di Selva Vetere e San Magno sono interessati sia da attività agricole ultradecennali, sia da attività edificatoria spontanea e diffusa per la quale sono state avanzate richieste di condono edilizio da parte di occupatori che non possiedono titolo legittimo che abiliti al godimento del suolo.

Visti gli articoli 9 e 10 della legge del 16 giugno 1927 numero 1766, che prevedono e disciplinano l’istituto della legittimazione.

Visto l’articolo 8 della legge regionale del 3 gennaio 1986 numero 1 e successive modifiche e integrazioni, che disciplina l’istituto dell’alienazione dei terreni di proprietà collettiva di uso civico edificati o edificabili, purché le costruzioni considerate abusive siano suscettibili di sanatoria ai sensi della normativa vigente in materia di sanatoria di abusi edilizi.

Considerato che è intendimento di questa Amministrazione comunale, nel quadro di una più generale e ordinata programmazione territoriale, procedere alla definizione dei rapporti inerenti gli usi civici nei confronti di quei soggetti in possesso dei requisiti necessari per avvalersi delle norme precedentemente citate.

Visto il Piano Regolatore Generale vigente, nelle cui previsioni le aree del demanio collettivo risultano essere destinate in parte a zona agricola e in parte a zona C di espansione, con parti edificatorie indicate con i numeri 1, 7, 8, 9, 10, 11 e 12 all’interno delle quali l’edificazione è ammessa esclusivamente dopo l’approvazione dei piani attuativi, articolo 13 di attuazione del Piano Regolatore Generale.

Considerato che, con decreto del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste del 4 settembre 1967, alcuni terreni del demanio civico ricadenti nel comprensorio di Selva Vetere, come da planimetria allegata, sono stati oggetto di mutamento di destinazione ai sensi dell’articolo 12 della legge del 16 giugno 1927 numero 1766 per la loro valorizzazione turistica.

Considerato che, a seguito di concorso nazionale di idee denominato “ Per la Marina di Fondi”, bandito da questa Amministrazione comunale con deliberazione consiliare numero 37 del 18

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dicembre 2001, assegnato quale vincitore al progetto ?Accepting? Stone 2010 con deliberazione della Giunta Comunale numero 112 del 25 marzo 2003, è stato predisposto uno studio preliminare per l’utilizzazione della fascia costiera che prevede l’utilizzazione anche di aree del demanio civico.

Atteso che, rilevata la fase di programmazione del progetto per la marina di Fondi e in relazione al portato del Decreto Ministeriale di mutamento di destinazione, sono state sospese le operazioni inerenti la sistemazione del demanio civico per quelle aree anche in relazione alla sopravvenuta emanazione del PTPR da parte della Regione Lazio.

Ritenuto che si ravvisa la necessità di individuare un’area della profondità di almeno 300 metri dalla linea di battigia marina come da planimetria allegata, corrispondente alla fascia di rispetto delle norme di salvaguardia delle coste per la programmazione di infrastrutture funzionali alla realizzazione e fruizione collettiva della fascia costiera e ciò nell’ottica del perseguimento dell’interesse collettivo.

Visto il decreto del Presidente della Giunta regionale del Lazio numero T0599 del 20 settembre 2010, con il quale l’ingegner Giuseppe Gavone, iscritto all’albo dei periti demaniali della Regione Lazio sezione 1 al numero 209, è stato nominato perito demaniale per la sistemazione dei terreni del demanio civico della collettività di Fondi.

Viste le linee generali elaborate dall’ingegner Giuseppe Gavone, sulla scorta delle quali procederà alla formulazione delle proposte di legittimazione.

Considerato che, nelle more della definizione delle pratiche attinenti gli usi civici, è intenzione di questa Amministrazione comunale procedere, ove è possibile, alla temporanea concessione in uso dei terreni a fronte di un canone di concessione da determinarsi a cura del perito demaniale.

Atteso che, con deliberazione della Giunta Comunale numero 150 del 22 aprile 2003, il dottor agronomo Tommasino Noviello, iscritto all’albo dei periti demaniali della Regione Lazio prima sezione al numero 310 è stato incaricato della redazione delle perizie di stima finalizzate all’alienazione dei terreni del demanio civico.

Tenuto conto che nell’ambito del demanio di Selva Vetere sono presenti diverse strutture ricettive all’aria aperta per le quali, con deliberazione del Consiglio Comunale numero 50 del 19 aprile 2011, è stata adottata apposita variante al Piano Regolatore Generale ai sensi della legge 59 /1985, articoli 10 e 27, finalizzata alla determinazione delle strutture esistenti per le quali sono in corso gli adempimenti propedeutici alla definitiva approvazione della stessa.

Ritenuto che, per le suddette strutture, al pari delle altre eventuali attività produttive che di fatto esistono da anni, si rende necessario individuare opportune ipotesi di regolarizzazione nell’ambito degli istituti riconosciuti dalla normativa vigente in materia di usi civici.

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Considerato che, ove non sia possibile procedere agli istituti della legittimazione, dell’alienazione e della concessione d’uso temporanea, i terreni occupati dovranno essere oggetto di reintegro a favore della collettività.

Visti la deliberazione del commissario straordinario adottata con i poteri della Giunta Comunale numero 77 del 23 dicembre 2009, avente a oggetto “ articolo 9, decreto legge 78 /2009, definizione delle misure organizzative finalizzate al rispetto della tempestività da parte dell’ente”; il bilancio preventivo 2011 come approvato nella seduta del Consiglio Comunale numero 23 del 3 febbraio 2011, avente a oggetto “ bilancio preventivo 2011 e bilancio pluriennale 2011 /2013, relazione previsionale e programmatica 2011 /2013 e documenti allegati”; il decreto legislativo del 18 agosto 2000 numero 267; il vigente regolamento di contabilità; lo Statuto dell’ente; la legge del 16 giugno 1927 numero 1766; il Regio Decreto del 26 febbraio 1928 numero 332; la legge regionale del 3 gennaio 1986 numero 1 e successive modifiche e integrazioni.

Delibera: 1) di dare mandato agli uffici di procedere alla definizione degli usi civici con l’applicazione degli istituti riconosciuti dalla normativa vigente in materia di usi civici e, ove è possibile, di procedere alla concessione temporanea d’uso dei terreni previa determinazione del relativo canone a cura del perito demaniale; 2) di richiedere alla Regione Lazio, direzione regionale agricoltura area diritti collettivi, una rimodulazione della classificazione prevista dal decreto del Ministro dell’Agricoltura del 4 settembre 1967, cosiddetto Decreto Schietroma, per tutti i terreni oltre il limite dei 300 metri dalla linea di battigia marina individuati nelle planimetrie allegate, al fine di perseguire una corretta e più razionale utilizzazione dei terreni del demanio civico affinché, ripresa l’originale destinazione agricola, si possa provvedere, ove ne ricorrano i requisiti richiesti dalla normativa vigente, alle legittimazioni e alle alienazioni in armonia con le previsioni di programmazione territoriale e con le normative di carattere urbanistico e di tutela del territorio.

3) di prendere atto dei criteri estimativi allegati elaborati dal perito demaniale, ingegner Giuseppe Gavone, per la redazione delle proposte di legittimazione.

4) di salvaguardare la fascia dei 300 metri dalla battigia marina, in quanto corrispondente alla fascia di rispetto delle norme a tutela delle coste e pertanto meritevole di rimanere nella disponibilità dell’Amministrazione comunale perché possa procedere, nell’interesse della collettività, a una ricognizione dello stato di dette aree e provvedere alla programmazione di interventi finalizzati a una migliore funzionale e ottimale fruizione pubblica della fascia costiera.

5) di dare mandato agli uffici di procedere alla regolarizzazione dei rapporti con gli occupatori nell’ambito degli istituti riconosciuti dalla normativa vigente in materia di usi civici anche nella

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citata fascia dei 300 metri dalla linea di battigia marina, limitatamente alle aree inserite nella proposta di perimetrazione adottata dalla legge regionale 59 /85, nonché in quelle su cui insistono attività produttive consolidate che contribuiscono allo sviluppo turistico del territorio.

6) di dare mandato agli uffici di procedere agli adempimenti di rito propedeutici alle successive reintegre, ove necessarie e dovute.

Dichiara la presente immediatamente eseguibile ai sensi e per gli effetti dell’articolo 134 comma 4 del decreto legislativo del 18 agosto 2000 numero 267”.

A questo punto do la parola al Presidente per passare la parola all’aula e alla successiva discussione.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore, per l’esauriente presentazione. Aveva chiesto la parola il Consigliere Comunale Bruno Fiore.

CONS. FIORE BRUNO

Presidente, le voglio chiedere in modo preliminare una deroga: non so se ce la farò a stare nei tempi previsti per il mio intervento, ma chiedo – perché questo è un punto importante e lei sa..

PRESIDENTE

Ha quindici minuti abbondanti.

CONS. FIORE BRUNO

Spero di riuscirci: io l’ho cronometrato, il mio intervento, però vorrei non far partire i minuti che mi spettano, perché voglio leggere una comunicazione che è giunta a noi Consiglieri Comunali – penso a tutti i Consiglieri Comunali – da parte di un cittadino interessato a quest’argomento, che da tanto tempo porta avanti una propria battaglia personale che non condivido assolutamente – faccio la premessa: non condivido le motivazioni di questo cittadino, almeno nella parte finale e non nella parte iniziale – per quanto riguarda proprio l’uso civico, però mi sento in dovere di darne comunque lettura a quest’aula, portandola a conoscenza anche di tutti i cittadini di Fondi.

Il signor Vittorio D’Ambrogio ci manda questa comunicazione: “prima di parlare mi piace mostrare questa figura di Garibaldi che ci ricorda l’unità d’Italia. Prima dell’unità d’Italia, culminata con l’incontro di Garibaldi a Teano il 26 ottobre 1860 sul ponte di San Nicola con Vittorio Emanuele II, dobbiamo ricordare le battaglie del 1849 a Magenta, Novara e Solferino, dove morirono migliaia di soldati, molti dei quali abbandonati sul campo, con enormi sofferenze.

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Per gli sbagli commessi dall’esercito di Re Carlo Alberto, fu costretto a abdicare il trono al figlio Vittorio Emanuele II, di notte partì in esilio per il Portogallo.

Dobbiamo ricordare la battaglia del 19 luglio 1915 a quota 240 del monte Podgora. Dobbiamo ricordare la battaglia di Culqualber in Africa orientale, dove un battaglione di Carabinieri di Ascari, Zaplei e soldati per un totale di 3. 000 uomini si opposero al nemico con tutte le loro forze per contrastarlo nell’avanzata. La forza nemica era composta da circa 23. 000 uomini ben armati e equipaggiati.

Dobbiamo ricordare la battaglia di Cefalonia in Grecia, dove morirono circa 4. 000 uomini tra soldati e Carabinieri. Il loro comandante e generale Valadier fu fucilato dai tedeschi.

Dobbiamo ricordare la battaglia di Battaglia di Chazepetovka dell’8 dicembre del 41 dove, in mezzo alla steppa russa piena di neve, morì il mio povero suocero, le cui ceneri sono tornate in patria il 13 marzo del 2000 insieme al suo commilitone Michele Giorgi, già abitante nelle capanne di Selva Vetere.

Ho voluto ricordare tutte queste cose – afferma il signor Vittorio D’Ambrogio – per dire che questa Costituzione che è stata conquistata con il sangue di tutti gli italiani non è stata scritta per bisogno personale come la intendono i politici e ora tutti cercano di scardinarla e di utilizzarla a proprio piacimento. Anche Piero Calamandrei diceva che tutto questo è una cosa inaccettabile e immorale. Gli agricoltori di Selva Vetere – afferma il signor Vittorio D’Ambrogio – in mezzo agli acquitrini e alle zanzare hanno prodotto pane e ricchezza per tutto il popolo fondano, per sconfiggere la fame prodotta dai numerosi sacrifici di una guerra sbagliata che produsse vedove e orfani, lasciando l’economia italiana in mano alle donne, agli anziani e ai ragazzi.

Per tutte queste vicende gli agricoltori di Selva Vetere sono stanchi di essere accusati di abusivismo, di arricchimento illecito e chiamati a risarcire danni inesistenti: attenzione amministratori – conclude Vittorio D’Ambrogio – ci troviamo in un momento critico della nostra storia, non solo per combattere le rivoluzioni degli extracomunitari, ma anche per combattere un’eventuale rivoluzione interna per mancanza di lavoro e per fame”. Questo è a firma di Vittorio D’Ambrogio, mi scuso con lei, Presidente e con tutti quanti, ma mi sembrava giusto dare lettura di questo documento che apprezzo tantissimo, signor D’Ambrogio..

APPLAUSO

CONS. FIORE BRUNO

Che io apprezzo, ma chiaramente non condivido gli ultimi due /tre periodi, perché adesso interverrò sul punto all’ordine del giorno e lei si renderà conto cortesemente e democraticamente

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di quali sono le ragioni che porta avanti il Partito Democratico e sono le ragioni storiche della sinistra fondana sul tema degli usi civici.

Dunque da questo momento prego di far partire il cronometro di quindici minuti: azzeriamo il cronometro, grazie.

Ci troviamo oggi a parlare in quest’aula di usi civici, tema che coinvolge larga parte della collettività fondana. L’interesse che quest’argomento suscita sta nella grande estensione dei terreni di proprietà collettiva o privati soggetti a usi civici. Nell’intero Paese Italia si calcola che nel 1985 fossero 3 milioni gli ettari di superficie a bosco e pascolo e 250. 000 gli ettari per la coltura agraria e altre destinazioni di pubblico generale interesse soggetti a quest’istituto. Nel secondo dopoguerra, con lo sviluppo economico italiano essi sono infine diventati una questione centrale nel governo del territorio che, nel frattempo, è divenuto un bene prezioso e da sottoporre a tutela.

La regola che dovrebbe guidare qualsiasi scelta per un pubblico amministratore non può che essere quella della tutela dell’interesse generale cui ogni singolo particolare interesse, per quanto legittimo, non può che essere subordinato. Tutta la vicenda in questo primo biennio di attività dell’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco De Meo è stata invece, su questo tema, un continuo ricorso al cavillo, al pretesto, all’interpretazione capziosa della norma per accordare sconti, riduzioni, facilitazioni e tutele ai singoli interessi degli occupatori- pur sempre abusivi, ricordiamolo – del demanio collettivo, cioè dell’intera comunità fondana, gravato da uso civico, nella quasi sublimazione della regola che una norma si applica per gli estranei e si interpreta per gli amici o per i clientes elettorali e non con buona pace degli interessi collettivi.

È necessario quindi ribadire la rigorosa tutela dell’interesse collettivo senza esitazioni, in difesa degli interessi generali messi oggi in discussione da un documento d’indirizzo, quello che ci ha letto l’Assessore Piergiorgio Conti, che andremo a analizzare nel prosieguo.

Un’Amministrazione comunale che persegue la tutela dell’interesse collettivo deve portare avanti un’azione costante per il riconoscimento delle ragioni dell’ente comune in tutte le sedi giurisdizionali in tema di corretta tutela della duna costiera dalle devastanti costruzioni abusive, nel riconoscimento della presenza dell’uso civico sui terreni del demanio, nella riconferma dell’assoggettamento ad indennità risarcitoria, per altro di modestissima entità, dovuta da chi indebitamente ha occupato nel tempo i terreni del demanio civico, in alcuni casi con una vera e propria girandola tra titolari del diritto per effetto di discutibili cessioni nel tempo dei diritti di occupazione.

Vorrei ricordare al Sindaco De Meo che la precedente Giunta Comunale Parisella, nella quale lui ricopriva il ruolo di Assessore all’urbanistica, pur con errori e contraddizioni ha avuto sul tema

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della gestione e definizione delle aree gravate da uso civico un atteggiamento sicuramente diverso, maggiormente teso alla tutela dell’interesse collettivo. Affermo ciò con la serenità di chi non ha fatto sconti politici di nessun genere alla precedente Giunta Comunale a guida Parisella e lo sapete bene per quanto mi sia opposto e abbia combattuto una battaglia politica per la legalità durante la Giunta Comunale Parisella! La svolta – dispiace dirlo – in negativo è avvenuta con l’insediamento di questa Amministrazione comunale, che pure aveva iniziato bene la sua opera proseguendo nell’azione di tutela attuata dal commissario straordinario Dott. Nardone, che aveva proseguito nell’impugnazione di discutibilissime e, in alcuni casi, scandalose proposte di legittimazione nella zona a mare del demanio, improvvidamente messe – anche questo va detto per amore della verità – in piena campagna elettorale per le amministrative dagli uffici della Regione Lazio che, in quel momento, era guidata da una Giunta regionale, sia pure a fine mandato, di centrosinistra. Tutto ciò – affermo – a riprova del fatto che purtroppo l’interesse generale è spesso affidato a pochi e disarmati difensori, l’interesse particolare invece trova e conquista tutele trasversali che a volte lasciano veramente sconcertati.

Ma veniamo, caro Assessore, al merito dell’atto d’indirizzo che rappresenta non l’inizio di un percorso, come potrebbe lasciare intendere il nome, ma la sfacciata conclusione, nel nostro caso, di una serie di tentativi di bloccare o sviare la soluzione del problema, che sembrava avviata a definizione sulla base delle valutazioni esposte nelle perizie, già molto ridimensionate rispetto al reale valore delle aree, dell’architetto Maria Gaetana Riccardi per la determinazione del valore di affrancazione in caso di legittimazione e dal Dott. Noviello per la quantificazione del prezzo delle aree, sulle quali sono stati realizzati nel tempo fabbricati per la quasi totalità privi delle prescritte autorizzazioni. Al di là dei possibili errori materiali o di calcolo, che possono essere eventualmente corretti, i valori stimati dall’architetto Maria Gaetana Riccardi, approvati a suo tempo dalla Regione Lazio, erano e sono sicuramente al ribasso, rispondenti a equi criteri di quantificazione del valore delle aree agricole sulla base di una stima sintetica che oggi si vorrebbe ulteriormente ridurre, adottando acriticamente le ipotesi del nuovo perito demaniale ingegner Gavone, che avremmo forse dovuto invitare qui questa sera per spiegare al Consiglio Comunale e ai cittadini quelle che ritiene essere le sue ragioni e i suoi nuovi criteri di valutazione. Come avremmo dovuto invitare qui questa sera il Dott. Noviello per illustrarci i criteri seguiti nella valutazione delle aree da alienare e per chiarirci sulla base di quali presupposti si pensa, con il suo avallo professionale, di ridurre ancora i valori dei terreni da alienare.

L’articolo 4 della legge regionale del 3 gennaio 1986 numero 1, recante “ criteri da osservarsi in sede di liquidazione di usi civici”, seppur formalmente riferito al solo caso di determinazione del

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prezzo per la liquidazione degli usi civici gravanti su aree private, fa riferimento al valore attuale del bene, ossia a quello che è il valore di mercato al momento della liquidazione dell’uso civico a favore dell’avente diritto. Tale valore deve essere, anzi, aumentato dell’incremento di valore che le aree hanno conseguito per effetto della destinazione o delle aspettative edificatorie. Calcolare il valore del bene sulla base del carattere edificatorio attuale, dopo l’eventuale insediamento abusivo o illegittimo è un criterio che tende a favorire il pieno ristoro dei diritti della collettività lesi dall’occupatore, con un calcolo che tenga conto dell’incremento di valore del terreno rispetto a quello che era sulla base della sua antica destinazione agricola o forestale. In ogni caso, se questo era il criterio generale riferito soprattutto alla liquidazione di usi civici su terreni privati anche non edificati fin dalla legge regionale del 3 gennaio 1986 numero 1, ci si preoccupò di consentire delle riduzioni di prezzo: riduzioni di prezzo di stima in presenza di alcune condizioni particolari che possono essere riassunte nel concetto politico giornalistico di abusivismo di necessità. Il prezzo di alienazione determinato dalla perizia del tecnico incaricato può essere ridotto dal comune con deliberazione motivata, soggetta a approvazione della Giunta regionale in relazione a esigenze particolari abitative per coloro che avessero eseguito la costruzione abusiva da destinare a prima abitazione e la cui cubatura complessiva dell’edificio non superi i 450 metri cubi.

Ricordo ai colleghi amministratori che provano oggi a giocare la carta dei saldi di fine stagione che, in tema di alienazione delle aree, il precedente Consiglio Comunale ha già dato alcuni anni fa il via libera, sulla base di valori periziali accertati e pagati, sia pur ratealmente, dai richiedenti che ora si tende a modificare al ribasso. Queste scelte, oltre che alla propria coscienza di pubblici amministratori, si dovranno poi spiegare alla Corte dei Conti, che ha già aperto una procedura di verifica della tutela degli interessi collettivi: verifica che sarà da me ulteriormente sollecitata investendo del problema anche il collegio dei revisori dei conti per un controllo, se è possibile, preventivo, prima che il danno agli interessi generali venga prodotto. Caro Assessore Piergiorgio Conti, mi risulta, per esempio, che sulla base di una stima effettuata dall’assessorato agli usi civici- che lei in questo momento ha come responsabilità e l’Assessore al ramo Piergiorgio Conti non avrà difficoltà, spero, a confermare in quest’aula – le paventate riduzioni, sconti agevolazioni che si tenta ora di avviare porterebbero a una perdita, a una diminuzione di entrata per le finanze comunali di oltre 2 milioni di Euro. 2 milioni di Euro della collettività perduti a beneficio di alcune centinaia di occupatori sine titulo di terreni demaniali. Le possibilità di concedere in uso i terreni con le modalità e i costi per i concessionari che, stando alle premesse di cui innanzi per l’affrancazione e l’alienazione, vanno ben chiarite prima di avviare questa procedura, partono a mio avviso da una premessa procedurale: per poter concedere in uso i

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terreni e incassare un canone interrompendo, a quel punto, l’indennità risarcitoria fin qui corrisposta – anche su questo tema questo Consiglio Comunale dovrà avere un momento di verifica delle attività svolte a tutela delle finanze comunali – va compiuto un atto preliminare che è quello della reintegra a favore del comune, cioè della collettività, dei terreni non legittimati e non legittimabili e non alienati e non alienabili. Non si comprende, francamente, come si possa concedere in uso un terreno del quale il comune a nome della collettività non ha riacquistato la piena e totale disponibilità giuridica e materiale.

L’ultimo doloroso capitolo delle previsioni del cosiddetto atto d’indirizzo, che forse sarebbe meglio chiamare “ atto di resa degli interessi collettivi” è la proposta di ridurre l’area nella zona a mare del demanio, delimitata dal Decreto Schietroma, che nel 1967 riconosceva la mutata natura dei terreni a mare che, con il passaggio della Flacca, avevano assunto una potenzialità spiccatamente turistica senza conservare per altro quella originariamente agricola. Non a caso il tante volte citato ruolo dei terreni redatto nel 1984 dall’ingegner Amati ravvisava ben 27 anni fa tra i terreni a mare solo sette aree ancora a vocazione agricola che avrebbero potuto, non dovuto, essere legittimate agli occupatori, perché – ricordiamolo, colleghi – anche in presenza dei requisiti di legge il riconoscimento della legittimazione è sempre subordinato al superiore interesse generale e quella mutata destinazione d’uso trovava la sua identificazione in un’area di circa 90 ettari, ritenuta allora, ben 44 anni fa, come il minimo indispensabile per una seria programmazione e realizzazione di strutture per lo sviluppo turistico del territorio.

Oggi si propone inopinatamente, dopo aver sbandierato da parte del centrodestra la realizzazione della marina di Fondi, di ridimensionare l’area da utilizzare a scopi collettivi limitandola a 300 metri che partono dalla battigia per andare verso la Strada Statale Flacca, per realizzare la quale si dovrà inevitabilmente ricorrere a una variante al Piano Regolatore Generale. Il Comune di Fondi, che per quasi cinquanta anni ha sempre rivendicato unanimemente in atti ufficiali con amministrazioni di diverso orientamento politico la disponibilità di un’area preziosa e delicata per realizzare gli interessi collettivi, oggi vorrebbe dimezzare quest’area portandola da 90 a 45 ettari circa, non tenendo conto dei vincoli del piano territoriale paesaggistico regionale, senza dirci i motivi di tale sconsiderata scelta: scelta che sarà da noi contrastata anche a livello regionale. Per esemplificare, signori della maggioranza, diteci cosa succederà ai terreni stralciati dall’area delimitata dal Decreto Schietroma; una prima ipotesi: legittimarli non si può per carenza dei requisiti di legge e, anche se le famose sette ditte agricole individuate dall’ingegner Amati ventisette anni or sono ci fossero ancora, la legittimazione, come vi ho detto, non è un obbligo di legge dinanzi a un evidente macroscopico interesse generale da tutelare. Seconda ipotesi: dopo averli eventualmente legittimati, ipotesi estrema in progetto secondo l’indirizzo

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proposto, cosa facciamo quando dovremo realizzare le infrastrutture e per valorizzare la zona? Li espropriamo e paghiamo come collettività l’indennizzo a coloro a cui li avremmo prima regalati?! Tale orientamento è già delineato da una bozza di piano della mobilità che questa Amministrazione comunale sta predisponendo e che interessa la fascia costiera: in tale piano della mobilità si prevede la realizzazione di ben 39 accessi al mare, con una serie di infrastrutture quali parcheggi, piste ciclabili e ponti di accesso all’arenile per un costo medio previsto per ogni accesso di oltre 1 milione di Euro. Qui stiamo fantasticando su oltre 43 milioni di Euro eventualmente da trovare per realizzare 39 accessi al mare! Ma perché costano così tanto, questi accessi al mare? Perché bisogna pagare gli espropri a coloro cui abbiamo prima donato quei terreni! Adesso li dobbiamo riacquistare e pagarli profumatamente!

Ammesso che …(intervento fuori microfono) dopo mi replica, Assessore! Ammesso che vogliate e possiate attuare il vostro intento riducendo l’area specificatamente destinata all’utilizzo collettivo …(interventi fuori microfono) scusate, lo so, sono un po’ lungo, ma abbiate pazienza, siate buoni!

Ammesso che vogliate e possiate attuare il vostro intento, riducendo l’area specificatamente destinata a utilizzo collettivo, non rimane altra scelta che reintegrare a beneficio del comune i terreni residui e poi eventualmente concederli- ma solo quelli non funzionali all’obiettivo che si vuole raggiungere – in concessione d’uso temporaneo a chi li volesse utilizzare, realizzando così un’entrata strutturale, come si dice oggi nell’era Monti, per le nostre dissestate finanze comunali.

Se si vogliono salvaguardare gli interessi generali non è data altra scelta: il resto sono pastrocchi di cui dovrete rispondere dinanzi alla vostra coscienza e dinanzi al giudizio della stragrande maggioranza dei cittadini contribuenti chiamati a fare nei prossimi mesi gravosi sacrifici, quando una classe di governo come voi si avvia a privare le finanze comunali di cospicue e durature risorse. Vi suggerisco perciò, cari colleghi, anche a tutela del vostro personale interesse di padri di famiglia di usare prudenza e giudizio nelle scelte che vi apprestate a compiere, per le quali, se restano quelle proposte nell’atto d’indirizzo, non potrete avere il mio assenso, ma incontrerete in tutte le sedi la mia intransigente opposizione. Grazie.

PRESIDENTE

…(intervento fuori microfono) no, per cortesia! …(intervento fuori microfono) per cortesia, signor D’Ambrogio! Volevo dire una cosa al Consigliere Comunale Fiore: ho troppo rispetto dei capelli bianchi di chi ha contribuito alla democrazia d’Italia e su questo credo che possiamo avere la totalità della concordanza, però pensavo anche che, se circa 40. 000 cittadini di Fondi dessero una lettera a ciascuno di noi, non andremmo più avanti con il Consiglio Comunale.

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Comunque grazie, Consigliere Comunale Fiore. La parola al Cons. Giorgio Fiore. Ha quindici minuti di tempo, Consigliere Comunale.

CONS. FIORE GIORGIO

Diciamo che per un punto così importante servirebbero giorni interi per discutere.

PRESIDENTE È vero.

CONS. FIORE GIORGIO

Ma cercherò di essere propositivo. È un discorso lungo e complicato, affrontare questo punto all’ordine del giorno, perché in questa deliberazione di Consiglio Comunale ?inviata? dalla maggioranza si vede il rigetto totale della politica del centrodestra negli ultimi dieci anni sulla questione dell’uso civico. Da parte mia mi sento rabbrividito, mi sento mancare le forze dopo che in dieci anni di lavoro di un’Amministrazione comunale che ha cercato di impostare sulla fascia costiera della nostra città quel grande progetto della marina di Fondi- carissimo Sindaco, lei era Assessore all’urbanistica – un progetto rispetto al quale ancora non si vedevano, non si intravedevano minimamente la grande crisi economica, il fallimento totale del mercato ortofrutticolo, la distruzione dell’agricoltura e il fallimento dell’artigianato all’interno del nostro paese, ma quel grande progetto della marina era la strada maestra che questa città doveva percorrere. Questa sera con questa deliberazione ne avete dichiarato il fallimento: io rispetto la maggioranza, rispetto le vostre scellerate scelte, ma sono offeso in modo pauroso dalle scelte che questa sera il Consiglio Comunale sta facendo per motivi miei personali e perché, già in passato, ho avuto delle grandi sorprese per difendere gli interessi della città, ma vi annuncio che questo Consiglio Comunale ha preso la strada dello scioglimento. Inconsci, incoscienti, incapaci di capire il ruolo e la vostra responsabilità di che cosa voi dovete guidare in un paese, questo Consiglio Comunale di questa sera porterà alla morte politica la vostra maggioranza, ma porterà nel baratro totale la collettività di questo paese, che ha cercato in passato di farvi capire che la politica è interesse pubblico, non iniziative prettamente private in *** di gestione, ma deve essere certamente un impegno sociale, economico e di rispetto di un paese! Questa deliberazione, carissimo Assessore.. lei ha separato i due ruoli: il pensiero suo personale e la deliberazione che ha portato in Consiglio Comunale; lei ha fatto una premessa eccezionale di difesa degli interessi della collettività, degli occupatori e di tutto il resto, ma nella deliberazione ha cozzato

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totalmente, leggendo una deliberazione che era opposta totalmente al suo pensiero: questo è quello che ho interpretato.

Ma dico una cosa al Sindaco e alla maggioranza: tutti quelli che hanno avuto le case abbattute sulla fascia costiera, tutti quelli che hanno pagato l’occupazione indebita, tutti quelli che hanno fatto sacrifici per pagare l’occupazione indebita a questo comune e parlo in primo luogo degli agricoltori.. perché in quella deliberazione non ci mettete la restituzione a chi ha pagato l’occupazione indebita?! Le deliberazioni vanno fatte in modo complessivo e allora a quelli che hanno pagato l’occupazione indebita è stato rubato il loro denaro, perché ci sono tanti che non la pagano e voi siete per non farla pagare! Per quanto riguarda il progetto della marina, carissimo Sindaco, non so: lei ha anche dei figli.. questa città di che cosa deve vivere? Un progetto della marina pagato che potrebbe comprendere.. con quel progetto della marina si possono salvare gli agricoltori, perché nel progetto si può mettere un’agricoltura compatibile con lo sviluppo turistico, si possono salvare i campeggi che hanno i requisiti, perché in quel progetto della marina si possono prevedere i campeggi, si può salvare tutto, ma con un progetto di programmazione della fascia costiera! Questa vostra deliberazione la ritengo una deliberazione leopardo che non ha nessun progetto alle spalle e che conseguentemente va verso la deriva, perché secondo me non arriva a nessun punto e a nessun presupposto. Dovete creare le condizioni per un futuro diverso nel paese, ne avete la responsabilità politica e amministrativa:

nessuno vi vuol fare dei torti, nessuno vuole ostacolare il vostro operato, ma dovete avere la capacità di capire chi ha perso dieci anni perché questa città doveva vivere di un’altra grande economia, che era lo sviluppo turistico. Questa sera con questa deliberazione avete decretato la morte di quel futuro, la morte di quel grande progetto che per dieci anni questo Consiglio Comunale e anche il Senatore.. non lo so come mai quel Senatore che prima parlava di questo progetto della marina come di un grande progetto del futuro ha abbattuto questo progetto, perché tramite le vostre mani sta abbattendo questo progetto e allora queste due deliberazioni che vedo questa sera.. e non mi voglio esprimere, perché lascio anche la votazione, perché non posso partecipare perché sono incompatibile per motivi di proprietà di alcuni parenti della mia famiglia, quindi vi lascio tranquilli anche nella votazione, però vi voglio fare riflettere ancora una volta: c’è l’Amministrazione comunale dagli ultimi trenta anni a eseguire decine e decine di abbattimenti, si sono abbattuti i campeggi, si sono rinnegate domande di sanatoria a campeggi, si sono abbattute case al di fuori dei 300 metri anche fino alla Flacca, anche dopo la Flacca si sono fatti pagare milioni di Euro di occupazione indebita, si sono reintegrati terreni, si sono messi nelle mani degli Avvocati poveri agricoltori che hanno sborsato milioni di lire, decine di migliaia di Euro di Avvocati per combattere contro l’avvocatura del comune e sono arrivati pagamenti da

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50 a 100. 000 Euro! Ma come la mettete con tutte quelle scelte che il comune ha fatto negli anni precedenti e i danni che si sono procurati alle persone, che oggi non possono accedere a questo nuovo progetto, se lo vogliamo chiamare progetto?!

Dico solo una cosa: ma è possibile che, arrivato adesso un signor Gavone con una perizia che ritengo.. anzi, Segretario Generale, la metta a verbale e non la perdono se non è ***: voglio una perizia dell’ufficio tecnico *** sulle valutazioni dell’ingegner Govone …(intervento fuori microfono) anzi, mi correggo, Gavone. Di solito.. questa è una cosa che le chiedo di inviare sulla congruità di quella perizia dell’ingegner Gavone perché la ritengo, nei confronti degli agricoltori, una grande offesa!

Non so come la devo vedere, ma un imprenditore agricolo in situazioni economicamente drammatiche come quelle in cui si trova come fa a rispettare quei parametri? Non lo so come fa un agricoltore che non ha più una lira a pagare il terreno a uso civico! …(interventi fuori microfono) quindi …(interventi fuori microfono) ma io sto dicendo per una certa …(intervento fuori microfono) Segretario Generale, noi siamo persone *** competenti, certamente non vengo, come dice qualcuno, da Vardito o da Pianaro, sono uno che ci capisce un pochino, perché nei miei quaranta anni di lavoro un po’ di esperienza l’ho fatta. Non dimentichi, Segretario Generale, di richiedere un parere all’Ute per la valutazione …(intervento fuori microfono) no, Segretario Generale, lei deve capire una cosa: adesso le facciamo un rimprovero, perché lei viene dall’antimafia e certamente, quando un Consigliere Comunale le chiede di inviare all’Ute quella deliberazione, lei mi deve fare la cortesia di inviarla, sennò lei mi deve fare un’altra cortesia, la invii alla Corte dei Conti! …(intervento fuori microfono) Segretario Generale, lei ultimamente la vedo un po’ fuori posto! …(intervento fuori microfono) no, lei non mi deve rispondere! Io, in qualità di cittadino di questo paese, le chiedo di inviare quella deliberazione della Giunta Comunale all’Ute per la conformità e alla Corte dei Conti. Allora facciamo così, ci vogliamo aggiungere anche qualche altra cosa?! Allora adesso me la deve inviare all’Ute per la conformità di quella scellerata perizia e alla Corte dei Conti, se ci sono i danni, perché io all’ingegnere li voglio far pagare!

SEGRETARIO GENERALE

Purtroppo mi devo riservare di darle una risposta personale nelle sedi più opportune, perché evidentemente non sono l’esecutore materiale di invio o il postino di chicchessia: mi permetta di replicare in questo senso, perché è più di una volta che ricevo queste indicazioni, ma non posso essere l’esecutore..

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CONS. FIORE GIORGIO Ah, lei non può?! Va bene..

SEGRETARIO GENERALE Se il mio ufficio..

CONS. FIORE GIORGIO Allora, se lei non può..

SEGRETARIO GENERALE

Penso che lei non abbia cognizione dell’ufficio del Segretario Generale, che d’ufficio, qualora rilevi che ci siano dei reati, oppure delle attività che sono illecite..

CONS. FIORE GIORGIO

No, scusi, Segretario Generale, se lei non può io mi arrendo: me la vengo a prendere io, me la prepari che ce la porto personalmente, facciamo così!

SEGRETARIO GENERALE

È chiaro che, se dovessi riscontrare delle illegalità e delle attività che non sono conformi alla legge, devo fare..

CONS. FIORE GIORGIO

Segretario Generale, ultimamente.. io la ritengo una persona di grande serietà, però se lei non riesce a capire che un Consigliere Comunale le chiede di inviare per una congruità di quelle perizie.. se lei mi dice di no devo essere veramente perplesso ! …(intervento fuori microfono) il tecnico abilitato dalla regione …(intervento fuori microfono) e allora io dico una cosa: a questo tecnico dobbiamo chiedere di fare una perizia a lui, mi ha capito?!

Se lei non riesce a capire quello che ho detto è veramente grave, carissimo Segretario Generale!

Io t’ho detto che per quei valori che il tecnico ha stilato voglio una perizia dell’Ute, perché … (intervento fuori microfono) ma allora l’Ute, Segretario Generale, a che cosa serve? L’ufficio di

*** a che serve?! …(intervento fuori microfono)

SEGRETARIO GENERALE (FUORI MICROFONO)

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