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CAPITOLO 5 Studio sulla fattibilità di Aree di moltiplicazione di Torymus sinensis

5.7 Considerazioni di natura economica legate al tipo di mercato di agenti di controllo

Stato attuale delle cose

Dall’analisi delle attuali strategie adoperate a livello nazionale per la produzione di T. sinensis e da quelle ipotizzate in questo caso di studio emerge, come spunto di riflessione più ampio, un’analisi relativa al tipo di mercato all’interno del quale si trova inserito il parassitoide.

Il ‘monopolio’, che ha sinora contribuito all’incremento delle conoscenze sui rapporti fitofago - parassitoide, tale da essere esportato come modello nazionale sotto forma di Protocollo ministeriale e la recente comparsa sul mercato di un libero professionista che presta il servizio a fronte di un costo reale, a un analisi più approfondita generano un vero e proprio conflitto tra interessi pubblici (della collettività) e privati (di chi detiene le conoscenze e distribuisce gli organismi utili).

Tale monopolio, in assenza conclamata di brevetti e licenze d’uso esclusivo (impossibili per organismi viventi quali gli agenti di controllo biologico) si è essenzialmente creato a causa dell’esclusività sul controllo degli input essenziali al processo produttivo.

Ovvero, si è creata, di fatto, una sorta di barriera tra chi detiene il know - how (materiali e conoscenze) e il mercato, e la collettività, permettendo ai primi di stabilire il prezzo del servizio e bloccando la possibilità di arrivare alla produzione su larga scala e territori più ampi l’insetto utile, abbattendo i costi e soddisfacendo una problematica di interesse globale.

Il caso, finora unico, del libero professionista che, per primo, ha iniziato a commerciare il parassitoide, ha creato un precedente, determinando un prezzo e originando un mercato finora inesistente. Di fatto, chi detiene un monopolio è in grado di esercitare un controllo sul prezzo attribuito al servizio ma, soprattutto, può creare una o più forme di barriere all’entrata, in questo caso legate all’esperienza, alla ricerca e alla detenzione delle conoscenze legate all’organismo e al suo processo produttivo.

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I regimi di monopolio, per loro natura intrinseca, tendono a distruggere il libero mercato e fissare un prezzo non sempre corrispondente all’effettivo valore del bene o servizio. Un mercato di concorrenza perfetta, invece, possiede due caratteristiche fondamentali

(Mankiw, 2004):

- compratori e venditori sono così numerosi da subire il prezzo di mercato, ovvero non sono in grado di modificarlo senza chiamarsi fuori dal mercato stesso; - i prodotti offerti sono perfettamente sostituibili tra di loro.

In questo caso si ha a che fare con un ‘prodotto’ costituito da un organismo utile, venduto alla stregua di un bene economico, comprensivo di un servizio di assistenza tecnica e formazione, computato come voce unica nei Progetti Pilota presentati dagli enti territoriali sinora coinvolti.

Analizzando il mercato di T. sinensis, la domanda, in termini di coppie, è anelastica nel breve periodo e non varia sostanzialmente a un’ipotetica variazione del prezzo, per cui, al momento, le voci di costo di lancio nei succitati protocolli sono piuttosto variabili, da caso a caso, e generiche. Il fabbisogno nazionale è consistente e, si presume, rimanga costante per 10 - 15 anni, fin quando il parassitoide risulterà stabilmente infeudato in tutta Italia.

Al momento, dunque, non esiste un libero mercato in grado di imporre un equo prezzo e i costi dei lanci sono perlopiù giustificati dall’indispensabile ricorso alla difesa biologica ma non dai suoi effettivi costi di produzione, né esclusivamente dai suoi indubbi benefici.

E’, invece, al momento, l’offerta a giocare il ruolo – chiave: la quantità disponibile è insufficiente a soddisfare la richiesta e non è in grado di variare col variare del prezzo, poiché la quantità di insetti utili dipende solo da fattori biotici e ambientali, pressoché impossibili da modificare. Può, però, essere incrementata l’efficienza della produzione:

- incrementando il numero di siti di moltiplicazione sul territorio; - diminuendo i costi di produzione, rendendola più redditizia;

- incrementando la tecnologia adottata ma ancora meglio l’efficienza degli impianti, ad esempio coordinando le Aree sparse sul territorio e i servizi a loro

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necessari, come quelli di laboratorio, finanziandoli appositamente o centralizzandone la gestione, a livello pubblico.

L’incremento di efficienza degli impianti, tuttavia, si può ipotizzare soltanto nel medio - lungo periodo.

Gli impianti di produzione di T. sinensis hanno limitata capacità produttiva intrinseca, pertanto reagiscono sensibilmente a un lieve incremento degli investimenti, ma dopo questo lieve incremento ci si avvia velocemente verso l’utilizzo massimo della sua capacità produttiva. Per produrre una maggior quantità di parassitoidi, secondo questa logica, bisognerebbe cioè impiantare un maggior numero di piante di castagno, ma l’incremento di efficienza potrebbe non necessariamente essere proporzionale all’incremento delle spese.

L’unico modo per ottenere l’effettivo incremento di produzione sarebbe l’ampliamento degli impianti o l’ingresso di nuove imprese, dando adito alla frammentazione territoriale ipotizzata, passando cioè in un regime di libero mercato.

L’ampiezza del ricarico sul costo marginale che determina il prezzo, in un regime di ‘monopolio’ come questo, dipende dall’elasticità della domanda, per cui, considerata la sua anelasticità, si rischia un forte ricarico sul prezzo. In un libero mercato, invece, si produce fino a quando il prezzo è uguale al costo marginale.

Il monopolio, dunque, mal si presta a questa tipologia di servizio, sia per caratteristiche intrinseche del bene in oggetto (durata e svolgimento del ciclo vitale), sia per la sua recente introduzione sul mercato.

Queste condizioni, di riflesso, si ripercuotono anche sulla determinazione di un giusto prezzo da attribuire al parassitoide.

Un mercato di concorrenza perfetta, ovvero un mercato in cui il prezzo deriva esclusivamente dall’incontro tra domanda e offerta, a loro volta espressione dell'utilità e del costo marginale, nel presente caso di studio, tenderebbe ad abbattere i costi, a causa della competitività che si viene creando tra i soggetti coinvolti, a creare occupazione e, da ciò, scaturirebbe una più rapida diffusione del parassitoide sul territorio italiano, con conseguente accelerazione nella risoluzione del problema.

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Il libero mercato, inoltre, praticherebbe un giusto razionamento delle risorse disponibili, che già di per se risulterebbero superiori, adoperando la leva del prezzo (Mankiw, 2004): se esso è in equilibrio chiunque può comprare le coppie del parassitoide necessarie. Il meccanismo di razionamento, che determina la quantità venduta in un libero mercato è, dunque, efficiente ed equo.

Per quanto riguarda, invece, il benessere complessivo, ovvero il surplus del produttore sommato al surplus del consumatore, dal libero mercato si otterrebbe un notevole surplus, considerata la forte domanda del parassitoide.

In un mercato di concorrenza perfetta gli acquirenti pagherebbero minori cifre per il parassitoide, quindi si creerebbe un maggiore benessere complessivo. Un libero mercato:

- alloca l’offerta di un bene tra i compratori che gli attribuiscono un valore più elevato, misurato in termini di disponibilità a pagare;

- alloca la domanda di un bene tra i venditori che possono produrlo al costo più contenuto;

- produce esattamente la quantità di bene che massimizza la somma del surplus del consumatore e del produttore.

L’equilibrio tra domanda e offerta che si verrebbe creando massimizzerebbe il surplus, ovvero allocherebbe più efficientemente le risorse.

Valutazione Costi/Benefici

Inquadrando l’analisi non in termini di valutazione monetaria, quanto in termini di valutazione del rapporto Costo - Opportunità, intendendo come ‘Costi’ il numero di giornate lavorative dedicate dall’azienda all’attività e come ‘Opportunità’ l’effettivo risanamento dei castagneti, l’Area di Moltiplicazione genera un vantaggio comparato per l’azienda stessa, in termini di beneficio per la zona.

Questo, in primis, in termini di ripristino della produttività per le aziende stesse, a fronte di un esiguo numero di ore dedicate alla gestione dell’Area che, ripristinando il proprio benessere fitosanitario, negli anni condurrà anche ad una maggior produttività.

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La convenienza è data anche dall’evidente scarsità di strategie di difesa alternative per porre rimedio alla problematica.

In un’ottica di analisi microeconomica, ovvero dell’interazione della singola impresa col mercato, si tratta di vantaggi reali, tangibili nel medio periodo.

5.8 Attribuzione del prezzo del servizio e proposte alternative per incrementare la