tirandogliAmbafriadori
f
e pafiùryoce3ehegli fi maraui-gliaua3ch’rVK
fruopan
gode/sesìgrand
Imperio ?fen\ al-cunfrutto3echelaZecca,eCErano
frofièro efaujìi3comey chefidouefse yiuere}frenzg. penfriraciòche potefse auue-nire3fianteyeh' ilneruomaggioredel Principato puodtrfi ildenaro. TnttfrtCofianzolAmbafctenadiDiocletiano, nonpotè trattener fralelabbra,dellaJ'uaMaefiail Rifi)>dicendoefiferr
vfro}òmaiprattuato pernaturale3chefreni
-prechiregge altruiyfilmadihauer maggiorcognitiene,e regola nelben gouernaredell'altro ycioèjorfrelauan%a~.
Tornate
(
dijje)
dopòtregiorniyche rvifaròconofrcerecongl
effetti,cheCofiancononregged
cafro je cosàliuntiatigl
Ambafrciadori,fifece intendercofuoifrudaitiyeh egltha-uetta bifognodidenariperyrgentiffimanecejfita.Appena
ciòfrattoyfiyidde
yn
pieno concorfòdi genteyche cerco muouerfì d competenzax nel portarT
efrort,ed
intanta~>quantitàyeh' idattfdimoltianniyancorchégrauiynon hauerebhero ammaffrato quell oro.
T
ornaronoglAmba-fraadoriyecondotti nell’Erario refiaron potomen,che fuo-ridife
aumento
3abbagliandofinellaquantitàdiT
efori1Quindi
Cofiancodiffre ,rtferite al1?ofiroDiocletiano(
yo-lendomfirar
yche7
rveroteforo del Principeye laffettio-ne3efedeltà delfuddito.) Vira
,& Robur
Iniperijnon
effepofìtum ramukispecuuijsjfedinfide, &
amore fnbditorum
.E
quiconpoche parole rinfacciòd Diocletiano,dieglierariccod’oro,ma
pauero difede3&
amore defredditi.
E
perlocontrarioeffohaueua}equegliy tquefit. Hoggi nondimenoapprejjò alcunila politicadi€offanzpfardcreduta
men
buonadi quella di Diocletiano,gidcheno
»
hanno*grandi(
eccettuandonegC
ottimi)mag-D 2
giorDigitizedbyGoogle
i9 HISTORIA
gioriicomben%a,ne maggior premura,chedìmoltiplicar Datij,eGabelle. Eglievero,chein tal
modo
eflenuano fgj indebolironoqueifudditi,che di fouerchioricchi po-trebbono tentarecofefuperiori alloro flato,concorrendo conlemaffimedi molti,che dicono,efier necejfariononoc
-confentirque Papaueri,chepurtroppofi'vanno auan-zando
j
opragf
altri.Ma
non sauueggono,che efienuan
-doiproprifudditi,efìenuanoleproprie forze,ed arricchen-dojìinquantoai
T
efori,diuengonopoueri dellamore,eper confiqueuzadellafedeltà degtopprefsi Vajfalli.Godeua
eglitantodiuederfi amato da fuoipopoli,e cheifuoi Minijfrifacejfer loro quella ragion di giufiitia, percuieffigliconcedeualafacoltà di giudicare,chenon contento <tappagarfidellefrequentirelationi,fi conduce-uaeglifiefioàfarfene render conto, colpunire que3 Giudi-ro^Ji.^ep.ct > c^eP
er interefe,operaltrorifpettolafìiauanfi cor-11Ms
TÌnC‘rom P
er nelproprio giuditio. Speffe voltepomatamente^
Fort. scoi, con>~unfiloAraldo,e con habitifeonofeiuti fiportauain r.cic.
‘ qualche 'villaggio,oCafiello,òtaluolta nelleTerre,e sèuvno
dt
Cittàjeprendendooccafione di ragionare con qualche
Con
-Pjc.Spigint.
^ 0
A
Artigiano,horfi doleua dtefiernato inpaef,
doueilfuoPrincipe erafilito di tiranneggiari fuoifuddt-ti,per porger materiadi liberamente parlar della propria perfonajboramofirauaconaltridi rallegrarfide fuoi na-tali,fittoSignor
difomma
Giufiitia,ecolmoditutte-*quellepiùaffinate perfettioni,che poffin renderamabile lafuperiorità,edefiderabile infìeme,efiernatofìggetto:
Efaminaua
VG 0
conmoltadefirezza,fiquel Giudice, che'l Principehaueaelettofofiegiufio,finvolentieriafiofi tafie le lororagionileprendefse doni,fiinfinefi Vtofiraf
•
-
g
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DEL CONTE VGO.
*5, fe App*jfionatonelfarladouutagiuflttia3E
fiMai
incon-trati*confermato dagliatteflatidimoiti,ciòchecontro effi
meniua
detto^finta farintenderelaconfa dellafica indignatane>glipriuauadellalorocarica. .Quindi na-fieua3ch'egliserafattotremendoappreffo quelli,Qj
al-cunilomedeuano
più3chemortale3òper dir meglio3 in-douinodelle cofemortali3mentrejìfaceuaconofcerinfor-mato
di tutteleparticolaritàdefuoiStati,ancorchémini-me
3 enonfipotèuaintender'chinefujfeilRelatoreynon ejfendoaltri ch'egliflefso.
S
uccef
sealcunemolte}ch'eglicondottofì in"vnmi
II ag-giose poftofifatto urnaviiCappannuccia}con fintionedi hauerInfogno di qualche ripofo,all'haiitononefsendo moltodifferente di flato alla conditionedegl
hahttatoridi quel luo^ojntraprendeuaopportunità dt parlar difeflefso col dire3ilnoflro Principe3òFratellipareàme
3 eh’affat-toflfla fcordatodiquellaptuftiti*>chefaceuanoifuoi Antecefsori 3òflapurbenedetto quellafinta memoria di Vbertofuo Padre:Hota
sì3che fi conofcelafua bontà, horasì3che"vieneautenticatodallefperien^ailprouerbio3 chehabbiamonoialtriT
oficani3che7
Medico nuouocifa
piangerlaPeritia delmecchio.0
'quantimisfattifi ira-feuranoinqueftoStato3òcome facilmentefiUfi
aegli perfuaderedafuoiCortigiani3il tale3&
il talepuò
dirfi quefloilMarchefi3enonquello}poichéefso3è3chetutto r*gg<3 tutto opera,tuttopuò3 equinafee, elsenonfifanno quellegiuflitie,chefifaceuano3fòlailRiccoyienfatto efente,ancorchéReo daigaftighi3 enoi pouerelli3femai
perfiniflrafortuna fiamo chiamati dal fuo Tribunale^>benché Innocenti, ci"vengononon
fio
fulminatelepeneyJO HI STORIA
ma
ciconuienfonder
in<rm
bora,quantodibenehabbia-mo
acqittfiatacomjiriJ
udoriinpiùanni;ìafelici, mi-focili3poueri noi. AlChorafatti impartenti dellafua
licenzaque/empiici contadini, con afpro 'vo/to,con guar-dotorno,&
accigliato>rifondeuano,tunonconofciil nofiroPrincipe,mentreparli inquefia maniera#feipieno ditantamalignità,chenemeno
vuoilodarele co/ebuone^
E
quandomai fu
'vedutalano(iraTofana,
più quieta^piùpacifica,piùfelice ? Vberto
(
egliè'vero) fuo Padre eraottimo Principejma
ilnofiro Serenr/fimoVGO trapaf-fai
termini dellafie/fabontà.P
afieggicro porraià
tua->buona fortuna,.che noinontifacciamle rifpofie all<L>
tuamaJedtcenzacon quefit arnefi,e quindi piu'volte alzauanoalleminacele,boralevanghe,boralezappe,bora altro rufiicanoi
frumento
.Partitidunque per non imporr tunar maggiormentelatolleranza nofira,eprima,chepiù ragioni contro di quefia Principe,prenderai linformano -ve dellefuequalità,quanteglifiafenfato,eco»quanta
prudenza gouerniIIfuo Stato,chenonfu mai
,nefora inalcuntempo Signorealcuno, che pojfa ‘Eguagliarlo*Con qualgiubilo
VGO
fenti/fequeftinfentimenti di que femplici,nonpotreiefplicarmeglio,checolla rifle/fiont>
dellapremura,ch’eglihaueuadejferdafuoi popoltamato, e conofiutoper gufilo,qualegliprofefiauaefière..
Kendeuagrattià Diodel concetto,eheglihaueua
>
appre/fo ifuoi popoli,eper mantenerfelo,emaggior
me
n~^teaccreditarlo, aperfe con più applicationegli occhi
à
benreggergliyebe perciònon'vollemai
fidarfi deCorte
-pani
,chepurtroppoappa/fionaticercandìvfùrparfil o-rccchiadel Principecollemenzogne: Eglifiefio'volcuar>
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