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Huc quifquis vcniens Epigrammata Legis i fta ,

Nel documento : Digitized by Google (pagine 31-35)

ERMENG ARDIS

^

olim namque

edicata

Deo Quam Rex

Lotharius edidit ipCx,

Germaniequa! dccus

^

Francorumua? Potens

;

Huc

quifquis vcniens

Epigrammata Legis

ifta ,

Die

famuli, Chrifte,

probraremitte

tuq

.

+(<

V

1 11.Id.

Augufti

feliciterobijt

. Tab>

Et

peroròOttone

Primo

tornandodaricenerelaCorona^

dell’Imperioda Giouanni

XII.

fifermòinLucca,'vifitto

1*Lu<

*-laReucrenda

Madre Donna Grimma

,AbbadefJ'a di det-to

Mona

perio,confermandoglituttilibeni,eterredelle 6.miglianelC

Anno 964.

alli19. di Luglio, dipiùlicon

-cejfe il

Manto

RealefopralaCocolla.

InqueflamedefimaCittà Vuilla rimafegrauidadel Marito Vberto,diedeallalucequell

VGO

,allachiarezza dellecui glorie s'accinge in queflifogli

àfar ombra

co'fuoi inchiofirilojfequiofamia penna.

Nacque

queftofuturo Eroenel

Palalo

,micinoalla Chiefa diS. Benedetto,

frada

etArco,chenjàallaColonnadel Palio,

f

come

li-gnificanoleparoledell I

frumento

/òpraajfignato

(

InIu-Ep]^f l>'

Luc

dico

refideret

Vberto Marchio

in

Curtc prope Ec- +

h. m-clefiamS.

Benedici

,

& prope Capella

ipfius fola-rij

S.Stephani

.) Si

puoi

credereancora, che'lnofiro VgonafeeffenelPalazzo del

Defideno,doucal pre/èn-teè laChiefa diS.

Maria

inPalazzo}^vicinoallaPiazr

%a dellHerba,detta CorteRegia,

com

afferma Nicolo M.SJiNicc.

Tucci,NobllLuchcefe,portandoleparoledellImpera-970.

dorè alla prefènzjt dì molti Principi,edelVenerabile

Ade-longo,Vefcouo di detta Città,primadi partire d'Italiaa' Cittadini diLucca,chefonoquefie

.

10

a

firendocari, efedeliAmici miei,moltegrafie,del

B

2

ne-il FTISTORIA

nobile3{£)amoreuoletrattamento3che consìfedele,e cor-tefeojfiquio3nibattetefattoinquefli giorni3che

mi

fono fermatoconrvoi;Spero,cheficomeiononfonorimafio punto ingannatodì quellabuonaopinione

3chefempre ho tenuto di quefia Città3 Cosìvoi nonrefiereteingannati della confidenza3chehauete

mo

firato3edottetetener in

me

,comc-uoflro

amor

ertole

Amico

3 equafi Cittadinoy chetale

mi

pardi dottermi reputare

,poichéAdeletda

mìa

Conforte è fiatafigliad' njnfìgliafirodelMarchefe Adel-berto Ttofiro Cittadino.

Come

taledunquedefìdero3che

mi

reputiate anchevoi3ecometale

mi

paredidouermi re-putare3acciò'-cnimprimiatene?tànimivofirìdue amore-uoliricordi3eh'iofonoper lafciarui in te/limonio,epegno dellajfettione,cheviporto: JQueftcfinoleduebafìfipra lequali ogni Republica,

Q)

ogniRegno,chedefiderà di confiruarfìfiabile3eficura3conuiene3chefiafondatoye fiabilito laReligione3e laPace3C<-vnadellequaliè

(

come

diffePlatone)virtù tanto principale

,chefienza, lei s'

in-ganna

3chifieradipoter trouar rvìrtùfragl'huominì

,

l!altra èbentanto dolce,e necefiario3chefienzjc lui qua-lunqueogni

humano

benee dannofi3 ff)ingrato:ìdvnaè

Madre

3cheproduce3e conjirualaFiglias

C

altraèFigliai chenon sà,nè vuole,nèpuole fiompagnarfìdalla

Madre

.

La

prima non puòtrouarfifuori dellaSantaChieft

Roma-na^ La f

econda non puhefj'crui tolta3fivoifiejfinonla difcacciate

da

rvoì:peròiorvela lafcio,e configno3fitto lafedelCufiodìa3delMarchefi

VGO

3miodilettijfimo ca-rente3evoflroCittadino3ilquale terràcuradi cufiodir-lajfimminiflrandouiperciò tutti quei aiuti3e Configli3 chedìtempointempo<i/ipotrannobifognate.

Chiamando

dunque

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DEL CONTE VGO.

i; dunque

£

Imperodoreilnoflro

VGO C

ittodino Lucchefijni

fi

indubitabile credere,eh’in detta Cittafoffenato.

Quando

,dice Ottone, eh'

Ade

leidafifefigliola

d’vn

Figliafiro

d

Adelberto,lodice peraffetto,poichéfu

Nuora

del

Vgone,ilquale

fi

figlioBerta,chehebbe perfe-condomaritoAdelberto. Sarà

dunque

per piuragioni chiaroilpregio diLuccaperliNatali d'Vgo,

E

ficomeil Dottijfimo Francefico

Maria

Fiorentiniharefiituito la na-ficitadellagran MatildaallaNobilijfima Città diLuccaj Così era conuenìente ,ch’iodtmofirajfiilfimiledelnofiro

Vgo

,per leuareogn ombra àquei,chelofanno

T

odefio, enonItaliano.

Cofitornato quìuiVberto,comeaccennaidalCefilio >

trouo Vuilla,fiuadilettijfima Confirte,laquale incontra-tocon moltifiegni

d

affetto,incompagnia d'Vgofiuo figlio e£annidueincircay

di tantofptrito,chebenmofiraua

,

ch'egliera natoper autenticar al

Mondo

,chelagrande

z-%a deglianimijsà fotficono(cere,anche nella piccolezza deCorpi. Vbertofiubitochefioperfi di lungilafuamoglie dilettaaccelero ilpafio,equafi 'volando,fiporto àgi' ab-bracciaménti,ttf alle affettioni

d

Vuilla, 'eh'impartente.

ancorefianell'incontro delfuo amatoConforte,filaficio

quaficader,perfouerebiadolcezza ne

ampieffidilui-,

O' quiuifapefiela

mia

pennaefprimerconquanta eloquen-za parlaffero lelagrime,che portasugtocchi loro l'affetto j

£

amarezzadellequali

conyn

antipariffafìfacondae

fpri-meua

maggiormentela dolcetta di quii cuori. Voleuaj Vbertobaciandolamoglie,efprimer^contentezza-, ch'e-glihaueuadi ritrouarla inbuonafiilute^più che

mai

affet-tuofa,tCordiale>

ifingulti>chemandatagli

Comma

i

4 HISTORIA

'

sulelabbra.3

ad

ifpezgarleparole,nonacconfentiua.no

à

quelleefpreffionì,chepretendeuaCìfiejjàbeneuolenz^.:la fieffitdifficoltàprouauaVuilla3èforfèmaggiore$perche

Donna

3conmaggior forzaera agitata dalle pafsionipur troppoaccefe dell'animo.Ceffatele

mute

3

peròpiù effi-cacieloquentedel cuore

,fidiederoal raccontodegl' infor-tunipaffati, edella felicità prefinte,che gli concedeuail poterfigodere3etrattenerfi infiemecon quellafperanzadi profieritàj conlaqualegiàdiuenneroSpofi. Vuilla mol-tofirallegraua di riconofeerpiùche

mai

rviua

t

affezione delfuoConforte 'verfilei,

ilnon vedere3chepur

*vnavoltaegli

(

troppo intentoalle affettionidella moglie) nonhauejfianchefiffàtalofguardoinVgo3 il picciolo fan-ci allettofuofiglio;

3eh'ellaproruppein quefte voci.

E

come3òConforteamati

fimo

3tanto tardate

gC

accarez^

ta mentì

ad

Vgo3al nofirovnicofigliuolino?Jguefto3che qui mirate3purè

vide

frattofpirantc di noi

mede

fimi >

finza

ilfuocodiquelt

Amante

Accademicoinqueflo

fan

-ciullo3per

man

<£amoreinfufi,eduriti; jQuefi’ epur quella prole3checidiedelaDiuìna Bontà3perche

potef.ti-mo

rinouare inleinoi

mede

fimi3 epur'voiMarito; Cara

M

arito:

Non

vi mouete àprendercelo in braccio:Mirate

come

egliaffi

ff

ailguardonelvoflro voltojquafi

mara-uigliandò

fidella vofiratardanzain abbracciarlo;Ecco, ch'egliride3comerallegrandofidellavofira venuta;e

pur

'voipuntonon

vi

mouete;Eccoci)eglipiangeforfè, do-lendo

fidìnon hauer

communi

gCamplefsi difuo

Padre

con la

fua

Genitrice. Vberto àqueftevoci,allontanandofi

da

Vuilla

, emofirandofidegnod'hauerlafin

à

quellbora abbracciata3 dijfe j eche veggio j òCiclifduuque nonfon*

ancor

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DEL CONTE VGO.

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