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DEL CONTE VGO

Nel documento : Digitized by Google (pagine 41-47)

ancorada Odoardo,*Rodolfo

diAnglia y da Antonio Acetodi

fermo

,edalla

Replica

Veneta.71

InofiroVGQ

contentofisidi poco,

ma

filtcifsimoStatOyViuendocoJuoi.

ftdditir

vna vita

,ancorché mortale

,purlontana dalle.-*

miferie. •’

•<

'Fu

vigilanti/simoinfar$che.s ofseruafsero quelita

leggi>checonfitiut

fono

laMoralità,prouedeuadibuoni GiudicileCittà,

T

erre,e Cafièlla dellafuagiurifdittione,jj

D

cdfo nontralafciandoladouuta vigilanza foprade gouerni

,^

^

oI.

fapendo quantofacilmentefipofsacorromperquella. Giu-, fitta con[Oro,che donerebbefarrefifle»\a

ad

ogni colpo s^iet.Dam.

maggiore,feperòhail

Mondo

colpomaggioredi quelloii.adirine.

detìinterefse. Ogni

fua

incumbenzanelregga ipropri Librariadi /additinjerfaua nelfargligoder

vna vita

pacifica,

f/»*gSSiCi?

licesefenza aggrauarglnfapendo,chelaricchezza

defud

-Gracidi

diti,evinocapitale del Principe,procuraua, chefiauuan-ta^fia

f

seciaficunone beni dellafortuna,

ad

ontadiquei,

pur

troppononso

fiempi,ò fieueriPolitici,chefilmano

mafsima

dibuon gouernolefienuarlegrandezze defud-diti,pernondarglicampo

£

aizzar ilcapofopraleproprie^

conditioni,maffime dapratticarfidaquelli,chenon han-no prudenzadifarfiamare,comefaceuailnofiroSeretfifi fimo

VGO

,ch'eragiuntoinfiato diejfirpoco

men

cheado-x

rato,fila fua

Re

ligiofa

mode

fila

t

hauejjèacconfintito-%

Era

l'animodi quefioEroetotalmente compofio

d

impa-reggiabil pietà,esacqui(lauail titolodiPadre piu,chi

'di Principe,àguifadiciò ,chefinferifice.diNerooe,

aU

thora,che praticògl'infiguarnenti diSenecaafi*detto di quell*Jmperodore,chequandogliyeniua

yn

Reoauantt>

eglinon potatarattener quafilelagrime

,dolendofidino»

?°tc*

v-~ RONV.^vV/

»

M

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ji

DigitizedbyGooglc

z* H

I

S T O R

r

A

poteraffiluerloycdouendofottofiriuerlafententa,piuvoi*

te

fu

^veduto bagnarlacolpianto:Cofiappunto accaduta*

glnofiroVGO

ckejantopiu

d'vn

Neroneedegno dìlode ,

quanto, eh”eglinonfitafetofoggettar dalle paffioni3e que-glifacendopaffarla

fua

bontàefirema,inrvnaefirem<L>

fèuerità,

conofcer'y ch'eglieraPrincipeyperdtfirugger ifuddtti,e

non

perconfèruarglisnon godendofiche di firagij che difangue,chedi morti

non mai

rallegrando gli fpiritipropi ,chequandomortificaua

gl

altruiye final-mente3perche trionfantelafua Periti neglecceffi,volle*.

rveder

Roma

totalmentedtpruttafralerulne,e

gl

in~

cexdi

.

Ma

ilnofiro

VGO non mai

fiompagnato daqueifenft di

humanitd

3chefi tnnefiano-dalla,natura nenofirt corpiy

nonmen

di quello3cheetvengonoeccitatidalCielo

nel-1 Anima

jinognitempodiedefignidella

fua

impareggia-hìl conditione >euobiltemperante. Proteffeiluoghi

Pi

jy

folletto

gl

Qppreffi,ingrandìlaPietà ne fuoiPopoli, ac-chetoletumultuationidelled'tfiordieciudi3econdufiecon.

realta

d

effettinella

T

ofeanailgodimentodiquelfecola dorato, eh* trafogni'vanno chimenzgfndoiPoetiy

f

aceti-dotoccarcon

mano

,

eh

<-vm Principe,come primo Mobile del Ctelo,

eh

eigouerna,-puòeglifilofelicitareilfuo fia-to,poiché eglipofio neIPalto della,grandezza,oprando be-ve,porgeefempioa’fuoifùdditi

d

imitarlo*

Non mai

pii profperamentegodeua

Roma

lefuefeliciti,che

quando Nume

Pompiliola refi'?altempode'

Tarqumi

x degtElio-gabili, efimili

,pianfielefue

mt

ferier

Conofcendoqucfto Principe generofbeffermaffima di benaccorto Politico3 ilfepararibuoni

da

icattlni

yficome

'

*

il

DigitizedbyGoogle

DEL CONTE VGO.

.

1$

ilpremiar quelh3elgafitgar qucfii3applicònonleggieri mentela forzaidelfuobraccioall'efiirpationede Forofciti, de

S

editto

f

3eMafnadieri,cheperciòpropofepremi,per

battergliin

mano

s

mandò

bandisfeceeditti3ffjin

fom-ma

ognipii*efquifitaapplicatane impiegò in quefio affa-rejsìperdi inquel tempofiraunauano quefitgenti3e de-predaiu.noquepaefìjcome anche perfarfì conofcer coment Principeda efer temuto,quale ineffettoinbreuefucceffe3 poiché offeruatalafeuerità <f

VG 0 j

introduffe<-vntal -horroretra quelle gentifeditiofe,chenon archuano

d

ap-proff

mar

fiàfuoi

S

tati3chefolo col timore. Così mofhrò3 ch’ilbuonPrincipedeuetalhora flendcreilbracciodella*

forza}edel rigore3fe yuolfardileguare ognipiù pertina-cefeditionafi chelalicenzade contumacififarebbe gran-de3epericolofanellafouerchia placidezza dichideueeffer prontonelgafligarla.

Ma

nonlimitòfolamentcfraiconfini delfuo Stato3il zelo dellafuaGiufiitia3

Anzi

conformel’opportunità

pafiaggio

ad

altriancora3effendo egliyigilanttffmo d’af-faticaràdifefadellInnocente3inaccornmodarle differen-zenell'Italiatragrandi3non

mai

pigronelpacificar ancor gl’infimi3non ifdegnaua d'impiegareifuoimìnifriin quegli rvffitij3chethurnanapietàricordauaall’

Anima*

propria- In

fomma

egCtteneva la libbra dì Aflreanelle-*

mani

contanta aggiuflatez^a,che non

mai

piùfi

a

nddt-»

st lietaquella

Dea

3che finferoiGreciefferfuggita dal

Mondo

per

T

ingiùfistia

de

gli

huonnm

. Intefoappena dal mfiro

VGO

lanouella,che inCapuafLouc Annibaie Carta

-ginefiefiinfi lapropria

fama

3erafiato yccifoilPrincipe Landenulfo}Conte de

Mar

fifuoparente,e quefio per

fic-

chilo-1

14 HI STORTA!

dizione3econgiurasfubito con grojfoefercitofiportòsulà

h*'*epn

t

'ij?Teftez

^

L

^

ProPr*°foraggio,

J

otto le

mura

diquella pnncip.

ACittà3ebattendole

da

piùparticon Catapnlfe,

ff

Ariete

,

Rcg.itali po/è inneceffitàqueCittadini,eSoldati3che la difende

-ero. Cairii.-nano,

à

renderfi

à

fuarvoglia;

Pur

eglis’appagò colf

ha

-tupaia

™.uercnelle

mani

itraditori,che

aframente

furonofatti fpettacoli

d

infelicità

à

tutti

gt

occhi.

E

bendaneaegli vendicarilparentevccifo3ancorchénon chiamato daaltra obligatione,che della parentela3percheJlimòncceffario dar'-unefempio

à

tuttol

Mondo

3eh'iPrincipifononati perejfer riueritidafudditi,

&

inferiori,e non

oltraggia-ti-3.

f

apendobenegli3cheicafìighi,chefi.danno

ad vn

fi-lo3feruonoallacorrettione dimolti:

Come

anchefi moffe

à

farquefia 0vendetta3perche

t

impietà,con cui

fu

rvccifò quelgiouinettoPrincipe

3

fu

fopra

modo

efecrabile.

Ereu

eglinel

T

empiodi S-Marcello3nellaquintaferia di Paf-qtiacon tuttolconcorfo della nobiltà3eponendofi inginoc-chioper afcoltar laMeffacon quellamaggior uenerationey che glifomminiflrauailfuocuore3rvolfe cauarfianchei guantisondealtbora quei}chevoleuantradirlo3 moflran-do

vn

fegnoetofiequio3colnjolerfareffqueltatto difer-uitù,lopreferoperle

mani

3quindiglialtri coflocchilo piagaronoinpiùparti}

ct

rvocifero. Mifèro3chenè

meno

ne

T

empi3nètràpiùconfidenti

ficuro nella

fua

evita.

Alt

bora3chefaceua maggioriefpreffionidellafua fedey cont

affifiere

à

quelvenerabilefacr'ificio 3 ecoldenudarfi anche perriuerenza quella

mano

,che fuol’effereJimbolo dellafede,

fu

afiretto

ad

efperimentar

gt

atti dt

vn

infe-deltàpiùfacrìlega

. Queft'attodiempia inhumanità defiò giufiijfimo

f

degnonel

Magnanimo VGO

3e loconduf

fi-Dia DyGooglei

DEL CONTE VCO. **

fecoltarmi,doutlofiorueftigicimmortalidella

fuagiuS

pitia,,edelfinovalore,con riceuerencomij?di quefia attie-ne datuttiiPrincipi deltEuropa ,

tf

in particolaredal

Sommo

PonteficeBenedetto

VI. E

tantomaggior

fu

il

me-

.

rito

etVGO

in quefiaimprefa,quantoch'eglipoteuarefiar di farla, mentrefittoquellifieffaCittà fierano condotti * al

me

defimofinedi vendicarLandemlfio,

Tranpmondo

Conte Teatino,eliContiOderifio,eRainaldode

Mar

fi

con moltagente.

'

p™ &

rfi Principe,che haueuafiaputo <x>nu re infieme con laMaeftà,

et Amore

,poichéeglifienzA de-porrela

l

olitafiua granita,efirn#perdere quellapiaceuo-lez^a,cheda

nome

diPadreal Principe

,fiera condottoin VnpofioetAmore,eTimore nefiudditi, ch'era

mar

auiglia,

y e quafiimpoffibile

à

crederfi:

Non

cieraalcuno,chenon':*

kaucfieimpiegato volentieriperlui la rvita

,guidato dal

-t

affetto,che gliportaua,e

pur

tuttilotemeuanoal

mag-giorfigno.

Egli

fu

quello,chene'fiuoìtempi poteua chiamarfi

Co-^fi

n

f^

xa%

lonnadellaSedeApofiolica

,poichécercòfempredi difien-darla dalteoffefe5debellòCre/ccnzjo, riceuèappresodifi, rrimefienellaloroPontificia

Grandezza

Giouanni

XVI.

DiGio.BaU e Gregorio V.fuoparente,perfeguitandomdijfefamenteglipì^maVc.

Antipagi

y&Ji

Fomentatori diquelli,cono

fendo

benegli ejfernatolecondottoal comando depopoli dallaDiuina prouidenta,perafsifiere

Àgi

affaridellaReligione: Che perciòncnla

fio mai

d'effercongiunto in fretti

fsim

a ami-fi

à

conS. Poggio,

Vefouo

diFiorenza,mentreconeffo configliauagl'affari delfiogouerno,e quellemafsime,che poteuan far goderfelicità nelfuo Stato,imprendeuairu

D gufa

y

DigitizedbyGoogle

Gio. Baldoui «

_

•netti,Mani-« EToe. no,c Pietro Spigliati.

V5 HUT'Ol l A

I

Tab.

.

gufa

yche tutteprfperamentefortìuaftolieti fuccefisi'y SSalri

E

ff

*

merce, chenon eranoappaffonate quelle loro'Politiche,per

*a^i1!»“v"uarricchirgliErari ,bpertir

annegar

ifudditl,

ma

per

DSicor.

felicitargli,fintarendergli,b fiuperbi,b recalcitranti*

Di**

Diceuaegli,cheS.Poggio craimiglior appoggio della

fax

rotto Bmni

g

r

aderga

3

&

all'incontroilSanto afftrmauae(fa

VGO

,

iSc°'

Principe

Giufh

,Pietofo,eguermtodi tutta quella

Pru-d So

Ver-deynayclxpoteffeconflituirnel

Mondo

ynaconditìonta

'Xoe- VA'jVi'

la

Corte di queflo

Gran

Signore poteuachiamarfieotu Areopago,poictiegftfaceua

f

celtadepiuLetteratiycda*

heneperfuoiMintftri,fichequiuis<~otuu*no marauiglio-fiamenteà prodepopoliigouernidellaMonarchia,ede ol'Ottimati.

Non

s'attendeuadafudditl,cheadattioni Cauallerefche,e Nobili,perche lefempionon

permetta*

altamente,offendo chiaro,che dalle operatìonidegrandix rifilialabontà,b

l

iniquità de

gh

inferiorijfi

come

dal primo Mobile, edalla

prima

intelligenig,gl'aggiramenti deIT altresfere

-Non

acconfentigià mailamagnificenza dell'Animo di queflo

grand

'Eroe,chesimponefeal

fuo

fuddito aggrs-uio alcuno diDati}sbtfaltre angherie3godendoconfienfio

dì nonordinariocompiacimento, eh' il ficopopolo hauefit darallegrarfid’hauer'

vn

Padre perPrincipe,conoficendo benegli,ch'illafiiarlericchezzea’fitoi

C

ittadirti 9 econ metterle

ad

<~vfio ,e che fiempre pofiono efier prontealle oc-corrente dichitieneil lordominio. tìebbe forfè riguardo

à

do,chefeceCofianzo PadrediCoftantinoil

Magno

,che per nonvolerpermetternelfuo Impero alcuna grauriga,

fu

riprefo,equafifichernitoda Diocletiano,mentre in-

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