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Uno studio di caso: la Conferenza Cittadina delle Autonomie Scolastiche

5.1.1 Il contesto cittadino

Se la scuola è una pianta, è dal terreno di coltura che iniziamo la descrizione: la città e i suoi differenti contesti.

Genova è una città fatta di molte diverse città, talvolta fra di loro difficilmente commensurabili.

La storia della città ha visto l’accorpamento in un unico agglomerato amministrativo di una serie di piccole realtà amministrative locali molto coese e fiere della propria identità comunitaria. Ancora oggi è difficile parlare per Genova di un centro contrapposto a una o più periferie; appare più convincente descrivere la città in termini di policentrismo e di rapporti di forza e potere tra i diversi centri che la compongono. È ancor oggi usuale, per chi abita nel ponente genovese, o nell’alta Valpolcevera, per esempio, dire “andiamo a Genova” per parlare di uno spostamento verso il centro cittadino, così come è facile incontrare, non solo nelle generazioni più giovani, cittadini che non hanno pressoché mai frequentato altre zone della città, che sentono estranee quasi come un’altra città.

La città è così non solo policentrica, ma addirittura “divisa”24, secondo una definizione di B. Gabrielli, che, da protagonista politico, ha vissuto in prima persona una parte significativa delle trasformazioni urbane recenti della città. Questa divisione è ben visibile in termini sociali ed economici e sembra essersi ulteriormente accentuata negli ultimi vent’anni, che hanno visto un’ultima imponente trasformazione della città, in relazione ai tre grandi eventi che hanno caratterizzato questo ultimo periodo: l’Esposizione internazionale del 1992, il G8 del 2001, “Genova, capitale europea della cultura-2004”.

Questi eventi hanno profondamente cambiato il volto della città e hanno fortemente contribuito a caratterizzare la città come meta turistica.

La città industriale che nel dopoguerra aveva vissuto un forte periodo espansivo, caratterizzato anche da un processo di urbanizzazione forzata di alcuni territori, oggi ha definitivamente ceduto il passo a una città fortemente ridimensionata dal

punto di vista demografico, la cui economia tradizionalmente commerciale e industriale si rivolge oggi sempre più al turismo internazionale.

Il processo di progressiva deindustrializzazione delle aree del ponente cittadino e delle valli interne ha messo ancor più in evidenza quanto in questi ultimi vent’anni si sia accentuato l’investimento di risorse e attenzione nei confronti del centro cittadino a discapito delle altre realtà cittadine che si sono progressivamente sempre più periferizzate.

Questo processo ha importanti riverberazioni sul panorama complessivo del Sistema Scolastico cittadino, di cui mostrerò più avanti alcuni aspetti significativi. La città non ha ancora completamente assorbito questo cambio di paradigma sociale ed economico e sta vivendo una fase di transizione i cui esiti non appaiono completamente chiari.

Da un lato si sta imponendo un’idea di città turistica, con una forte spinta all’attrattività di un turismo di medio-alto livello, richiamato dalle bellezze naturalistiche e paesaggistiche e dalle ricchezze storiche e artistiche presenti peraltro soprattutto in centro storico.

Nell’ultimo periodo si sta assistendo a un progressivo processo di “gentrificazione” di numerose aree del centro storico, dove compaiono sempre più frequentemente fenomeni, già rilevati in altre città europee simili, di espulsione di elementi di disturbo sociale e di autorappresentazione in chiave celebrativa.

Anche per i residenti questo ha significato un certo miglioramento del tessuto abitativo, commerciale e dei servizi, e la presenza crescente di un’economia fatta di servizi al turismo fino a pochi anni fa quasi totalmente assente25.

Contemporaneamente altre zone della città hanno accentuato una difficoltà economica già presente e che si fa oggi drammatica. In particolare, le zone interne

25 Non semplice reperire dati sul volume di attività presente nel campo dell’alloggiamento dei

turisti in transito. I circuiti dell’economia circolare, quasi interamente autogestiti, sono infatti difficili da mappare. Tuttavia, i dati dell’ufficio Statistico del Comune di Genova rilevano come uno dei pochi settori in crescita nell’economia cittadina sia quello delle attività di alloggio e ristorazione, insieme a quello delle agenzie di viaggio e servizi al turismo (Cruscotto dell’economia II semestre 2016-Comune di Genova-Ufficio statistico)

e alcune aree a forte connotato abitativo popolare sembrano aver risentito più pesantemente di altre l’onda della lunga crisi economica.26

A fronte di ciò alcuni dati generali emergono come particolarmente rilevanti per dipingere lo stato attuale della città.

L’andamento demografico generale vede un calo sensibile e costante della popolazione, che ha perso, in quindici anni quasi 25.000 unità, corrispondenti a circa il 4% complessivamente. Si tratta di un andamento che, pur nell’ambito di una tendenza nazionale che ha visto un calo complessivo della popolazione, si caratterizza per intensità, rispetto ad altre città italiane di analoghe dimensioni nello stesso periodo. Anche il fenomeno dell’immigrazione non è più sufficiente negli ultimi anni a contrastare il saldo naturale negativo.

Caratteristica peculiare della città è inoltre uno squilibrio, che si sta accentuando in questi ultimi anni, tra giovani e anziani: l’indice di vecchiaia, uno dei più alti d’Italia, si attesta nel 2016 a 246. Anche gli altri indici demografici dipingono un quadro cittadino che, anche rispetto alle altre città italiane di analoghe dimensioni, presenta un andamento fortemente squilibrato nel rapporto tra le generazioni. In questo contesto la scuola si trova di fronte a una grande sfida: la carenza relativa di bambini e giovani, da un lato, la relega in un ruolo di minor rilevanza sociale, a fronte soprattutto di altre istituzioni pubbliche verso le quali maggiormente sembra rivolgersi l’attenzione dei cittadini (la sanità, l’assistenza domiciliare per es.), dall’altro conduce a una urgente necessità di promozione di percorsi anche innovativi, che sappiano rendere attrattiva l’offerta educativa per le giovani generazioni e per le famiglie con bambini piccoli.