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Uno studio di caso: la Conferenza Cittadina delle Autonomie Scolastiche

5.1.3 L’offerta formativa in città

Per gli scopi della presente ricerca, indirizzata a studiare gli aspetti di governance scolastica che riguardano l’ente locale di prossimità, ovvero il Comune, ci si è limitati a un’analisi delle scuole del primo ciclo di istruzione, verso cui il Comune ha compiti istituzionali specifici, e non si è preso in considerazione la scuola secondaria di secondo grado, pur consapevoli che questo riduce molto dello sguardo complessivo sul sistema, né dall’altro lato il sistema educativo della fascia 03 anni, che ancora non è pienamente inserita nel segmento dell’istruzione. La stessa Conferenza Cittadina delle Autonomie Scolastiche si riferisce in prima battuta alle scuole del primo ciclo, pur prevedendo possibili connessioni con altri segmenti educativi e di istruzione.

Il settore dei servizi educativi e scolastici 06 anni mostra ancora una tenuta di livelli di qualità importanti, anche come onda lunga di una tradizione di servizi pubblici e privati diffusi e di alta qualità. Il D.Lgs. 65/2017, che introduce il sistema integrato dell’istruzione 06 anni, riconoscendo al nido un ruolo nuovo di tipo non più assistenziale, introduce un elemento di novità che dovrà portare a riconsiderare tutta l’offerta pubblica e privata in città, anche a fronte dei bisogni delle famiglie, non più paragonabili alla stagione dell’avvio delle scuole materne in Italia.

Il ruolo di regia della Governance locale da parte Comune in questo settore si fa particolarmente significativo, anche rispetto all’offerta statale del segmento della scuola infanzia, che sconta un lungo periodo di scarsa attenzione istituzionale. La scuola primaria rimane ovunque in città caratterizzata da una forte attenzione all’inclusività e all’offerta formativa potenziata, con numerose esperienze di tempo pieno e di proposte di arricchimento del tempo scuola con accordi con il terzo settore, per attività extrascolastiche di qualità.

Più in difficoltà, come ovunque, appare la scuola secondaria di primo grado, dove è difficile trovare una diffusa offerta di tempo prolungato e che fatica a mantenere vivo il rapporto con le famiglie. Tuttavia, sono presenti numerose esperienze di

L’offerta di servizi alla scuola da parte del Comune risente da tempo delle difficoltà finanziarie degli enti locali, ma sono rimaste solide le risposte dell’Ente locale ai bisogni emergenti.

I servizi educativi e le scuole infanzia a gestione comunale sono diffusi su tutto il territorio cittadino, anche se in alcune zone presentano delle difformità nella distribuzione.

Laddove non sono presenti i servizi comunali l’offerta è sempre coperta da analogo servizio statale, per quanto riguarda le scuole infanzia o privato convenzionato per i nidi d’infanzia.

Una storia a sé rivestono i CPIA, Centri Provinciali di istruzione degli Adulti, che nonostante il nome fuorviante rientrano in pieno nelle competenze funzionali del Comune. SU questo segmento, di recente istituzione, non si è ancora effettuata la necessaria riflessione e non sono state prese tute le misure necessarie a farne esprimere in pieno le potenzialità. Ad oggi i CPIA sono stretti tra l’offerta replicante i vecchi CTP e la necessità di fronteggiare nuove domande di alfabetizzazione, in particolare dei migranti, che in questo settore dell’istruzione hanno trovato particolare attenzione.

Le scuole infanzia

Le scuole dell’infanzia in città sono complessivamente 179 di cui 75 statali, 49 comunali, 55 private.27 I posti offerti complessivamente sono 13699, pari al 107% della domanda potenziale.

In un quadro di considerevole e costante calo demografico, ciò porta a un’inevitabile riconsiderazione del dimensionamento generale dell’offerta in città. Non tutta la città è ugualmente coperta dall’offerta e in particolare dall’offerta pubblica.

Complessivamente l’offerta pubblica è pari a circa il 78% del totale (45% statale e 33 % comunale), con circa il 22% di offerta privata. La distribuzione tra offerta statale e comunale è più equilibrata che in altre città di analoghe dimensioni, dove

27 I dati sono riferiti all’anno scolastico 2016/17. Fonte Comune di Genova Direzione Politiche

appare fortemente caratterizzata in un senso o nell’altro28. In Liguria peraltro l’offerta formativa comunale è presente quasi esclusivamente a Genova: la storia e la conformazione della regione ha visto il netto prevalere dell’offerta paritaria privata nelle altre città capoluogo o nei piccoli centri, dove l’offerta pubblica appare ancora deficitaria. Poiché la città di Genova da sola conta circa un terzo di tutta la popolazione regionale si può facilmente comprendere come la rilevanza del capoluogo anche nelle scelte programmatorie regionali porti a forti tensioni nei confronti dei soggetti più piccoli e più isolati.

In ambito cittadino l’offerta non è equamente distribuita: in alcuni municipi è pressoché assente l’offerta statale, in altri quella comunale; allo stesso modo l’offerta privata non sembra sussidiare l’offerta pubblica, ma spesso appare piuttosto in competizione sugli stessi bacini di utenza, mentre appare più carente in altri. In quest’ultimo caso appare con maggiore evidenza come il sistema non sia in grado di autoregolarsi secondo le logiche del mercato, o di un quasi-mercato, rischiando di proporre una sovraofferta in territori già ampiamente serviti e di risultare invece scarsamente presente in territori già socialmente ed economicamente deprivati.

I bambini iscritti nell’anno scolastico 2016/17 sono stati complessivamente 12674. Le scuole comunali sono le più scelte dalle famiglie: i posti offerti sono infatti coperti al 94% a fronte di una copertura del 92% delle statali e dell’89% nelle private.

La scelta della scuola da parte delle famiglie sembra dettata prevalentemente da motivi di prossimità, ma sembra rilevante anche la tipologia di offerta: su questo è importante indagare ancora anche in vista di una maggiore integrazione dell’offerta complessiva, secondo quanto disposto anche dal recente D. Lgs. 65/2017.

La composizione degli iscritti vede una percentuale di bambini di cittadinanza straniera pari a circa il 19% del totale nelle scuole pubbliche, molto più bassa in

Nelle scuole infanzia il fenomeno è presente in percentuali molto superiori a quelle della cittadinanza complessiva, che si attesta intorno al 9%. Si tratta di bambini nati per circa il 95% in Italia: la scuola ancora una volta evidenzia per prima un fenomeno destinato a rendersi sempre più palese a livello complessivo.

Gli Istituti comprensivi

Dal 2012 in tutta la Liguria è stato adottato come unico modello organizzativo quello dell’Istituto Comprensivo. Si è trattato di un passaggio brusco, perché avvenuto a seguito di un improvviso provvedimento del governo centrale29, ma che in parte coglieva anche una tendenza in atto già da alcuni anni sul territorio. Gli Istituti Comprensivi a Genova sono attualmente 3830 a cui si aggiunge un Istituto Onnicomprensivo che comprende anche una Scuola secondaria di secondo grado. Un solo IC è attualmente sottodimensionato e pertanto in reggenza, ma il calo demografico, anche in questo caso, sta mettendo in evidenza alcune criticità presenti sui diversi territori.

Molto importante è sottolineare la costante carenze di personale in organico nelle scuole di tutta la città. Non si tratta soltanto di posti di docenza, tra i quali appare particolarmente critica la situazione degli insegnanti di sostegno, ma anche di personale amministrativo e degli stessi Dirigenti scolastici, che si trovano di anno in anno ad avere quasi costantemente un altro istituto in reggenza, talvolta con moli chilometri di distanza e gradi diversi di istruzione.

Questa situazione non appare ancora in fase di risoluzione nonostante l’avvio di numerosi processi di stabilizzazione del personale a partire dall’approvazione della L. 107/2015.

Ancora nel presente anno scolastico ben 12 Istituti Comprensivi su 39 sono in regime di reggenza, pur senza essere sottodimensionati.

La conformazione della città ha portato alla costituzione di IC molto diversi fra di loro, alcuni dislocati su numerosi plessi, talvolta dislocati nelle alture o in frazioni molto isolate, altri, al contrario, in uno solo o al massimo due plessi. È difficile associare in maniera chiara e definitiva questa differenza organizzativa con

29Su questo passaggio discuto in altra parte del presente lavoro.

30 L’ultimo dimensionamento della rete scolastica è del dicembre 2017, approvato DCR 25 del 22/12/2017

l’andamento dei dati valutativi delle diverse istituzioni scolastiche, tuttavia la Dirigenza scolastica ha segnalato in molti di questi casi una particolare difficoltà, sia per la gestione quotidiana delle strutture, sia per la costruzione di collegi docenti compatti e coordinati. All’interno degli Istituti Comprensivi si riflettono ancora molte delle disuguaglianze presenti sui rispettivi territori di appartenenza. La distribuzione dei bambini e ragazzi stranieri per esempio risente molto di forme di separazione, per non dire di segregazione, territoriale che la scuola rischia di riproporre. Scuole appartenenti allo stesso Istituto hanno così composizioni sociali e situazioni economiche molto sperequate con notevoli rischi di ulteriore frammentazione sociale.

La diseguale distribuzione delle scuole infanzia in città, di cui sopra si è accennato, vede la presenza di Istituti Comprensivi privi di questo segmento scolastico, con la presenza sullo stesso territorio della sola scuola comunale, oltre a quelle private. Il quadro attuale di calo demografico preoccupa per la tenuta nel tempo dell’offerta formativa e per la sua capacità di distribuzione capillare: in alcune scuole nelle alture della città, dove i piccoli borghi si sono andati progressivamente svuotando, si trovano situazioni di classi formate solo in deroga al numero minimo di iscritti o addirittura di pluriclassi.

Inoltre, è emersa con sempre maggiore pressione la carenza di risorse umane, soprattutto per il presidio delle strutture così isolate.

5.1.4 I servizi alla scuola