Dopo l'intervento militare del luglio 2013, la lotta contro la Fratellanza Musulmana permise al governo di adottare una serie di misure legislative e giuridiche volte al recupero del controllo statale sullo spazio pubblico139. L'obiettivo dei generali diventò quello di controllare la società civile e isolare ogni forma di dissenso con uccisioni e arresti140. Il principale strumento di controllo di lungo termine, utilizzato per soffocare la libertà di espressione e bloccare le manifestazioni fu la legge 107/2013, nota come legge anti-proteste, approvata il 24 Novembre 2013. Tale legge minacciava fortemente il diritto di protesta in quanto proibiva le assemblee pubbliche di più di dieci persone, inclusi gli eventi culturali e gli scioperi, che non ricevessero il permesso della polizia141. 136 A. F. Hassan, op. cit., p. 204.
137 E. Grawert, Z. Abul-Magd (eds.), op. cit., p. 36. 138 S. Roll, op. cit., p. 36.
139 A. F. Hassan, op. cit., pp. 192-193.
140 Furono arrestati molti attivisti, studenti e giornalisti, non necessariamente islamisti. 141 A. F. Hassan, op. cit., pp. 192-193.
Da una parte, la legge consentiva le manifestazioni pubbliche dietro presentazione della dovuta notifica alla stazione di polizia del quartiere interessato, dall’altra, l’articolo 10 eliminava efficacemente i diritti di riunione e di protesta dei cittadini in quanto stabiliva che, se prima dell’inizio previsto della protesta, i servizi di sicurezza avessero fornito informazioni rilevanti, riguardanti l'esistenza di minacce contro la sicurezza e la pace, il ministero dell’Interno avrebbe potuto emettere un decreto che vietava, sospendeva o spostava la manifestazione142. La legge non dava una definizione adeguata di ciò che costituisse un atto di violenza durante le manifestazioni, tuttavia il ministero dell'Interno autorizzò le forze di sicurezza ad usare la forza per disperdere incontri, raduni e manifestazioni ritenuti come violenti, scatenando così la brutalità della polizia143.
Le principali ONG indipendenti, il centro Nadeem e l'Iniziativa egiziana per i diritti della persona, denunciarono l'aumento senza precedenti degli arresti eseguiti nell’ambito di questa legge, del numero di persone sparite144 e torturate in carcere nell'ambito delle leggi anti-proteste e anti-terrorismo. Molti detenuti furono arrestati senza accuse e senza che venisse notificato, per mesi, ai familiari il luogo della detenzione. Secondo il sito indipendente Mada Masr, sono 41 mila le persone arrestate dal giorno del colpo di Stato militare del luglio scorso, tra cui 926 minori, 4.768 studenti e 166 giornalisti. Le indagini sulle violenze di Rabaa al Adaweya furono costantemente inquinate. Tra i partecipanti ai sit-in al Cairo il 14 agosto le persone scomparse furono 2000. I permessi per organizzare manifestazioni vennero costantemente negati, e i civili potevano essere portati davanti ad una corte militare solo per aver partecipato ad uno sciopero o ad una manifestazione145.
Il deferimento dei civili ai tribunali militari tornò ad essere una pratica comune, proprio come era avvenuto durante il governo del CSFA. Tra ottobre e novembre 2014, più di 3700 civili furono processati da corti militari146.
La strategia post-2013 di controllo della società civile e di restrizione dello spazio pubblico coinvolse anche le moschee. Il ministero degli Affari Religiosi, dopo aver chiuso tutte le moschee create in luoghi informali (dai garage alle cantine), decise nel
142 http://carnegieendowment.org/2016/11/24/egypt-s-anti-protest-law-legalising-authoritarianism-pub-
66274.
143 A. F. Hassan, op. cit., pp. 192-193.
144 Le sparizioni forzate sono il più nuovo, e in alcuni casi brutale, strumento repressivo di cui si sta
servendo il regime egiziano.
145 G. Acconcia, L'Egitto di al-Sisi, Bologna, Il Mulino, 2014, n. 4, p. 644. 146 D. W. Leesh, M. L.Haas( eds), op. cit., p. 63.
2014 di mettere sotto il proprio controllo tutti i luoghi di culto, e di fare predicare al loro interno solo ministri autorizzati da Al-Azhar. Per assicurarsi un maggiore controllo, il ministero decise di gestire e amministrare, anche sotto il profilo finanziario, le moschee. Gli islamisti che la Fratellanza aveva messo al vertice vennero sostituiti con figure più leali ai militari147.
La misura più controversa fu sicuramente il controllo dei sermoni pronunciati durante la predica comunitaria del venerdì. Questi ultimi, scritti dal ministero degli Affari Religiosi, venivano standardizzati e consegnati ai vari predicatori che dovevano limitarsi a leggerli ai fedeli nel tempo stabilito dal ministero.
Per indurli all'obbedienza, i predicatori furono stipendiati e, quelli più ligi premiati con un ulteriore bonus148. Al fine di riformare e rinnovare il pensiero religioso, il ministero presentò un vero e proprio piano quinquennale di temi da affrontare durante la qutba149, tra cui la promozione dei valori nazionalisti, la guerra al terrorismo, e all’estremismo religioso. Questi ultimi erano temi cruciali per il regime di al-Sisi e furono usati dal governo per giustificare la sua lotta contro i suoi avversari interni, quelli che venivano generalmente etichettati come terroristi150.
Le prediche veicolarono sempre di più messaggi esplicitamente politici. E' sufficiente leggere alcuni titoli di queste discorsi per capirne il taglio. Il sermone dell'8 gennaio 2014, ad esempio, si intitolava «Unità per la costruzione e la salvaguardia del paese, una domanda legittima e un dovere nazionale», quello della settimana successiva era dedicato all'esaltazione del ruolo della polizia e dell’esercito151.
In un momento in cui le nuove istituzioni erodevano sempre di più lo spazio pubblico, tali discorsi rappresentarono una fonte di legittimazione a questo giro di vite, allineandosi alla serie di leggi, decreti e dichiarazioni attraverso le quali il governo accusava quanti provavano a indire manifestazioni, di mettere a rischio la stabilità nazionale.
Si può dunque affermare che, come suggerisce Robert Springborg, il regime strumentalizzò la religione a fini politici, per garantire la sua legittimazione e contribuire alla sua tenuta152.
147 http://www.iai.it/sites/default/files/iaiwp1504.pdf. 148 http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=3356.
149 La predica pronunciata dai ministri religiosi durante la preghiera comunitaria del venerdì. 150 http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=3356.
151 Ibidem.
Al-Azhar criticò il progetto di standardizzazione dei sermoni e si oppose al piano quinquennale, in quanto non fu coinvolta nella scelta dei temi da sviluppare che venivano invece elaborati da un’apposita commissione creata dal governo. E' necessario ricordare che Al-Ahzar era stata una delle prime alleate del ritorno dei generali al potere. I recenti scontri con il regime perciò, rischiarono di mettere in crisi uno dei matrimoni sui quali si era fondata la restaurazione del regime militare egiziano153. Un altro esempio di legislazione approvata dalle autorità egiziane, che aveva lo scopo di ridurre drasticamente lo spazio pubblico e soffocare la società civile fu la legge antiterrorismo154. La prima legge sui «soggetti terroristici» del novembre 2014, definiva come entità terroristiche qualsiasi associazione, organizzazione, gruppo o banda che minacciava di destabilizzare l'ordine pubblico, metteva in pericolo il benessere della società, la sicurezza o l'unità sociale usando violenza, potere, minacce o atti terroristici per raggiungere i propri obiettivi155. In realtà, qualsiasi organizzazione pubblicamente contraria al nuovo regime poteva rientrare in una di queste categorie156. Parole come «estremisti» e «terroristi» cominciarono ad essere sempre più utilizzate per descrivere coloro che non esprimevano sostegno al nuovo regime. Al-Sisi infatti, non compiva alcun distinguo tra i terroristi armati e i movimenti politici islamisti che contestavano la sua autorità.
Nell’agosto 2015 il governo approvò nuove norme che includevano una definizione di atto terroristico ancora più vaga ed estesa, in modo tale da lasciare ampia discrezionalità nella sua applicazione, al punto che ogni attività politica o civile avversa al regime, potesse essere classificata come terroristica e quindi, repressa. Venivano inoltre aumentate le pene applicabili a coloro che fossero condannati per accuse legate al terrorismo157.
Tale legge prendeva di mira anche la Fratellanza Musulmana. Quest'ultima, dopo l'attentato alla stazione di polizia nella città di Mansoura il 24 dicembre 2013 fu
153 http://www.iai.it/sites/default/files/iaiwp1504.pdf.
154 Proprio i rivolgimenti istituzionali del 2013 hanno provocato (assieme al contagio internazionale di
vari “franchise” estremisti) una spirale di violenza che ha alimentato, in maniera graduale ma costante, una recrudescenza terroristica che si pensava superata dopo le stagioni della fine degli anni Novanta e primi Duemila. Attualmente la violenza terroristica minaccia il paese nella sua interezza, anche se i maggiori focolai sono concentrati nella penisola del Sinai e nella capitale.
155 K. Roach (ed.),Comparative Counter-Terrorism Law, New York, Cambridge University Press, 2015,
pp. 38-39.
156 http://www.atlanticcouncil.org/blogs/menasource/egypt-s-new-terrorism-law.
157 http://carnegieendowment.org/2015/08/18/egyptian-government-imposes-strict-anti-terrorism-law-
dichiarata organizzazione terroristica e ufficialmente messa al bando158. L’intensa campagna mediatica sbilanciata verso i militari e la crescita degli attacchi terroristici contro le Forze di sicurezza, prima in Sinai e poi nel delta del Nilo e al Cairo, spinsero una larga parte di egiziani a individuare nei Fratelli Musulmani i responsabili dell’instabilità, sebbene l’organizzazione perseguisse una lotta politica non violenta159.