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La road map dei militari e la nomina di Adli Mansour

L'8 luglio Mansour, con una dichiarazione costituzionale66, tracciò la road map della transizione: essa prevedeva un processo di revisione costituzionale affidato ad un

61 http://www.mps-ti.ch/index.php/campagne/crisi-mondo-arabo/770-prime-riflessioni-sulla-dinamica-

della-rivoluzione-egiziana.

62 H. Ghanem (ed), op. cit., p. 19.

63 E. Grawert, Z. Abul-Magd (eds.), op. cit., p. 34.

64 http://www.ispionline.it/it/articoli/articolo/mediterraneo-medio-oriente/background-egitto-le-proteste-

che-hanno-diviso-il-paese.

65 Marching in Circles: Egypt's Dangerous Second Transition Crisis Group Middle East/North Africa

Briefing N°35, 7 August 2013 p. 5.

66 Fu l'ennesima Dichiarazione Costituzionale a opera non, questa volta, della Giunta militare, ma del

comitato legale di esperti costituzionali provenienti dal mondo accademico e della magistratura che doveva proporre la modifica del maggior numero di articoli della Costituzione del 201267. Una volta approvati con voto popolare gli emendamenti68, si sarebbero potute svolgere le elezioni parlamentari69 e, successivamente, quelle presidenziali70. La prima delle richieste espresse dalla piazza il 30 giugno quindi, diventò l'ultima delle priorità71. Tuttavia, il calendario politico stabilito dai militari non fu rispettato: le elezioni presidenziali precedettero, anziché seguire, quelle parlamentari. Se si analizza il significato e la portata della road map, da molti ritenuta lo strumento della seconda fase della rivoluzione, è necessario riflettere su tre questioni, ovvero la credibilità, l’inclusività e la trasparenza di tale documento. I militari imposero questa tabella di marcia beneficiando del supporto dei liberali, di al-Ahzar e della Chiesa Copta72, ma senza tener conto di altri soggetti e attori politici, tra cui i Fratelli Musulmani, ponendo quindi un problema serio di inclusività e credibilità. Tale scelta fu spiegata descrivendo l’orizzonte degli esclusi come una semplice espressione di radicalismo e terrorismo, da contenere e combattere.

Inoltre, le discussioni all'interno del comitato costituzionale rimasero segrete, a danno quindi della trasparenza di tale percorso73.

Hazem el-Biblawi, un economista di fama internazionale che aveva retto per pochi mesi il dicastero dell’economia nel periodo seguito alla caduta del regime di Hosni Mubarak, divenne primo ministro del governo transitorio. Il nuovo esecutivo era composto principalmente da tecnocrati, mentre gli altri erano personaggi politici non-islamici: esponenti liberali e d’inclinazione socialista. Erano presenti, inoltre, tre donne e tre esponenti della comunità copta: un chiaro tentativo da parte dei nuovi governanti di

67 M. C. Bassiouni, op. cit., p. 133.

68 Il referendum si svolse il 14 e 15 gennaio 2014 e venne approvata dal 98,1 % dei votanti. 69 Tale ordine non fu rispettato: le elezioni parlamentari, rinviate due volte, seguirono la nuova

Costituzione e le elezioni presidenziali.

70 M. C. Bassiouni, op. cit., p. 133.

71 Marching in Circles: Egypt's Dangerous Second Transition Crisis Group Middle East/North Africa

Briefing N°35, 7 August 2013 p. 6.

72 Quando al-Sisi, il 3 luglio, durante un discorso televisivo, annunciò la road map, fu accompagnato da

Ahmed al-Tayyeb, il grande imam dell' Università di AlAzhar, il Papa copto Tawadros e da altri rappresentanti della società civile egiziana, tra cui i salafiti. Fu una grande operazione mediatica per giustificare l'intervento dell'esercito e riscattarne l'immagine. Limes, Il giorno della marmotta, ovvero corsi e ricorsi delle tre rivoluzioni d'Egitto, in Egitto, rivoluzione usa e getta, p. 28.

trasmettere un senso di normalità74. I poteri presidenziali ad interim furono affidati75 dai militari al presidente della Corte Suprema Adli Mahmud Mansour76, secondo una norma costituzionale mai applicata e, malgrado la Costituzione fosse ufficialmente sospesa77. Venne applicato il combinato disposto tra le prerogative extracostituzionali che i militari si attribuirono durante lo stato di eccezione78, prima dell’elezione di Morsi, e l’art. 84 della Costituzione del 1971, secondo il quale «in caso di vacanza dell'ufficio presidenziale o di invalidità permanente del presidente della Repubblica», esso doveva essere sostituto dal presidente della Camera dei Deputati o, se quest’ultima era sciolta, dal presidente della Corte Costituzionale. Poiché, al momento della deposizione di Morsi, la Camera bassa risultava sciolta proprio per decisione della Corte, ad assumere l'incarico di presidente della repubblica doveva essere Adli Mansour79.

In sostanza, vennero rese impraticabili le vie costituzionali alla rimozione di Morsi. La Costituzione del 2012 (sospesa) prevedeva, infatti, che il presidente potesse essere posto in stato d’accusa dalla Camera dei Deputati (art. 152, c.1). In tal caso, il presidente della Repubblica doveva essere sospeso dalle proprie funzioni, in forma di «impedimento temporaneo» (art. 152, c. 2) e i suoi compiti sarebbero state esercitati dal Primo Ministro (art. 153, c. 1). Solo la conclusione positiva80 della procedura di “impeachment” avrebbe reso la sede presidenziale «vacante». In questo caso, i poteri del presidente sarebbero stati temporaneamente assunti dal presidente della Camera o, in caso di scioglimento di questa, dal presidente del Senato (art. 153, c. 3)81.

Le forze armate, tornate nuovamente in campo, optarono per quello che Amr Shobaky, direttore del centro di ricerca cairota Arab Forum for Alternatives, definì un «golpe

74 Marching in Circles: Egypt's Dangerous Second Transition Crisis Group Middle East/North Africa

Briefing N°35, 7 August 2013 p. 6.

75 Fu il generale al-Sisi a nominare presidente provvisorio Adly Mansour, il quale a sua volta promosse al-

Sisi come Field-marshal. http://mcherifbassiouni.com/wp-content/uploads/egypt-update-29.pdf.

76 A. F. Hassan, op. cit., p. 181.

77 M. Hamama, Il giorno della marmotta, ovvero corsi e ricorsi delle tre rivoluzioni d'Egitto, in Limes,

Egitto, rivoluzione usa e getta, 2013, n. 7, p. 3.

78 La sospensione legalizzata dello stato di diritto finalizzata a dare una risposta immediata, da parte del

potere statale, ai conflitti interni.

79http://carnegieendowment.org/files/Comparing-Egypt-s-Constitutions.pdf.

80 Il Parlamento, dominato dai Fratelli Musulmani, non avrebbe sicuramente avviato l’impeachment. C.

Sbailò, Dove va l'Egitto? Riflessioni su un colpo di stato democratico, in “Federalismi.it Rivista di diritto pubblico italiano, comunitario e comparato” n. 16, 2013, pp. 22-23.

http://www.federalismi.it/document/06082013123508.pdf.

morbido»82. La scelta di Mansour rappresentò un cambiamento rispetto al ruolo dell'esercito nel primo governo di transizione del 201183. Allora, i militari presero da subito le redini dello Stato e misero un loro uomo a capo del paese, il quale si attribuì il potere legislativo ed esecutivo. Questa volta invece, pur volendo difendere i loro interessi e quelli di importanti fette del vecchio regime, i militari preferirono al momento non essere i protagonisti di questa nuova transizione che stavano manovrando e scelsero una posizione apparentemente più defilata84 coinvolgendo nella nuova transizione quegli attori esclusi dagli islamisti: l’opposizione civile, la Chiesa copta85 che, diversamente dal 2011 ha appoggiato le manifestazioni di strada – e, almeno a parole, i giovani86.

Secondo il generale Ahmed Wasfi, uno dei membri più popolari del CSFA, il fatto che subito dopo l'intervento dei militari il ministro della difesa non fosse diventato presidente, costituiva la prova che non si era trattato di un colpo di stato87!

La scelta di Mansour fu molto significativa e non costituì affatto una minaccia per il CSFA. Infatti, nonostante la Corte Suprema fosse formalmente un’istituzione indipendente, si era schierata spesso a fianco dell'esercito88, emanando decisioni che servirono a controllare e a limitare il potere dei Fratelli Musulmani89. Inoltre, il potere di fatto era saldamente nelle mani dei militari: il vero detentore del potere fu, sin dal 3 luglio, il capo delle forze armate al-Sisi90, mentre il ruolo di Mansour nella gestione del periodo di transizione fu esclusivamente formale91. Al-Sisi, non solo aveva mantenuto formalmente la carica di ministro della Difesa, ma fu nominato anche vice Primo Ministro92, e questo fu la prova evidente della rinnovata influenza delle forze armate all'interno del sistema: l'esercito non aveva fatto un vero e proprio passo indietro93. Appena prima del ritorno dei militari sulla scena politica, la leadership militare definì se

82http://pubblicazioni.iai.it/pdf/DocIAI/iaiwp1323.pdf. 83 M. C. Bassiouni, op. cit., p. 235.

84 Marching in Circles, op. cit., p. 6.

85Nel nuovo esecutivo erano presenti tre esponenti della comunità copta. Marching in Circles: Egypt's

Dangerous Second Transition Crisis Group Middle East/North Africa Briefing N°35, 7 August 2013 p. 6.

86 http://www.aspeninstitute.it/aspenia-online/article/egitto-il-golpe-morbido. 87 S. Roll, op. cit., p. 35.

88 La Corte sciolse il Parlamento a maggioranza islamista.

89 http://www.marsad.eg/en/publication/understanding-shifts-in-egyptian-civilmilitaryrelationslessons-

from-the-past-and-present/.

90 Così come lo era stato Tantawi dopo la deposizione di Mubarak. 91 Marching in Circles, op. cit., p. 6.

92 A. F. Hassan, op. cit., pp. 182-183.

stessa come istituzione indipendente ed autonoma, al di sopra della mischia politica. Ciò emerse durante la discussione pubblica sulla norma introdotta da Sadat nel 1970, che privava gli ufficiali delle forze armate e i militari di leva del diritto di voto. Il 25 maggio la Corte Costituzionale si pronunciò su tale disposizione, affermando che essa violava le clausole costituzionali che garantivano diritti politici uguali per tutti94. Gli islamisti, che costituivano la maggioranza del Parlamento, accusarono la Corte di cercare di portare al potere i militari «attraverso la porta di servizio»95.

Shawky al-Sayed, esperto costituzionale membro delle commissioni giudiziarie che supervisionarono le elezioni negli anni '60, ricordò come si svolse allora il processo di voto così: «We counted the civil votes, gave the results to the army, then they would add the military votes and announce results».

Dal momento che sarebbe stato impossibile licenziare centinaia di migliaia di ufficiali e soldati in tutto l'Egitto per andare a votare, le urne si sarebbero dovute collocare all'interno delle caserme e delle basi. L'esercito, secondo Sayed e i suoi colleghi, avrebbe così potuto truccare le elezioni e manipolare liberamente i risultati, in assenza di qualsiasi supervisione del voto e dello spoglio all'interno delle basi militari96. Inoltre, la natura stessa dell'esercito, che addestra i suoi soldati alla cieca obbedienza, può facilmente ordinare alla maggior parte dei soldati di votare in un certo modo. La coscrizione, come già osservato in precedenza, in Egitto è obbligatoria. Ogni anno l'esercito riceve centinaia di migliaia di giovani soldati che trascorrono fino a tre anni di servizio, durante i quali sono per lo più isolati da qualsiasi influenza, ad eccezione dei loro comandanti97.

Invece di capitalizzare il verdetto della Corte, e organizzare un colpo di stato attraverso le urne, i generali chiesero un rinvio della attuazione della sentenza della Corte fino al 2020. Anche se in un primo momento questa mossa poteva apparire contraddittoria, acquistò senso dal punto di vista istituzionale, alla luce del colpo di stato militare avvenuto due settimane dopo quella decisione. I membri del CSFA, o almeno la maggior parte di loro, erano contro una strumentalizzazione dell'istituzione militare per scopi di parte o ambizione personale98.

94 S. Roll, op. cit., pp. 34-35.

95 http://www.al-monitor.com/pulse/originals/2013/05/egypt-voting-rights-army-officers-soldiers.html 96 Ibidem.

97 Ibidem.