• Non ci sono risultati.

Il Consiglio Superiore delle forze armate

A partire dall'11 febbraio, data delle dimissioni di Mubarak, la direzione del paese passò nelle mani del CSFA, sotto la guida del colonnello Tantawi68. Il Consiglio Superiore delle Forze Armate tramite il generale Mohsen El-Fangary, dichiarò di non essere un sostituto della legittima autorità che il popolo avrebbe scelto in un secondo momento69. A conferma di ciò, sulla pagina Facebook del CSFA apparve un messaggio che ribadiva

62 M. Mercuri, S. M. Torelli, La primavera araba. Origini ed effetti delle rivolte che stanno cambiando il Medio Oriente, Vita e Pensiero, 2012, Milano, p. 74.

63 Ibidem.

64 https://geopoliticamente.wordpress.com/2011/05/28/in-egitto-e-cambiato-tutto-per-non-cambiare-

nulla/.

65 http://www.ispionline.it/sites/default/files/pubblicazioni/commentary_longo_21.05.2012.pdf. 66 S. Sheata, After Mubarak, Mubarak? in “Current History”, 2008, vol. 107, n. 713, p. 419.

67 http://www.oasiscenter.eu/it/articoli/rivoluzioni-arabe/2011/12/01/mubarak-e-l-esercito-divorzio-all-

egiziana.

68 H. Ghanem (ed.), The Arab Spring Five Years Later: Toward Great ... cit., p. 12. 69 J. Martini, J. Taylor, op. cit., pp. 127-128.

la volontà dello stesso di trasferire il potere ad una autorità civile eletta dal popolo70. Dopo le dimissioni di Mubarak, l’esercito portò avanti un'azione di propaganda attraverso i media, diffondendo l'idea di essere schierato a fianco della gente a sostegno della rivoluzione e di voler garantire una transizione pacifica e ordinata verso uno stato civile e democratico71. La realtà dei fatti dimostrò invece tutto il contrario e le azioni del CSFA smentirono continuamente ogni sua dichiarazione. Il Consiglio Superiore non fu affatto rivoluzionario, né si oppose mai al regime di Mubarak, perché era parte integrante di quel regime72. Al di là di alcune limitate concessioni fatte alle forze della rivoluzione, immediatamente dopo la caduta di Mubarak, al fine di rafforzare la propria autorità, le forze armate centralizzarono il potere, mantennero lo stato di emergenza nazionale, che rappresentava una delle richieste principali dei manifestanti ed era stato uno degli aspetti più controversi del governo dell'ex presidente73, ed estesero la legislazione di emergenza al fine di rendere reati azioni come i blocchi stradali, la diffusione di notizie non confermate e azioni ritenute un attacco alla libertà di lavorare74.

Le istanze rivoluzionarie non furono accolte, ma fu perpetuata la gestione antiliberale dell'era Mubarak. L'esercito non soddisfece la richiesta principale delle rivolte, ovvero la caduta del regime, la fine cioè di un sistema autoritario e clientelare fatto di abusi di potere, di corruzione largamente diffusa e di una disoccupazione che aveva raggiunto livelli preoccupanti. Le numerose rivolte che si susseguirono nel corso del periodo di transizione dimostrarono che grazie al Consiglio Superiore delle Forze Armate il cuore di quel regime era ancora intatto75. L'esercito, la polizia militare e le forze centrali di sicurezza fecero ricorso sempre di più agli stessi metodi repressivi e violenti del precedente regime per disperdere le rinnovate proteste con l’uso della forza, e arrestarono arbitrariamente blogger, avvocati e giornalisti76. Durante il periodo di "transizione" i tribunali militari, processarono e condannarono più di 12.000 civili77, con 70 http://www.iai.it/sites/default/files/inegypt_05.pdf

71 A. Said, op. cit., p. 424. 72 Ivi., pp. 397-398.

73http://www.crisisgroup.org/~/media/Files/Middle%20East%20North%20Africa/North

%20Africa/Egypt/121-lost-in-transition-the-world-according-to-egypts-scaf.pdf.

74 http://www.rapportoannuale.amnesty.it/sites/default/files/Egitto.pdf. 75 K.Elgindy, op. cit., p. 92.

76 http://www.iai.it/sites/default/files/iai1115.pdf.

77 M. Azzam, Egypt's Military Council and the Transition to Democracy, Middle East and North Africa Programme Briefing paper, London, Chatham House, 2012, p. 3.

le accuse di “teppismo”, violazione del coprifuoco, danneggiamento di proprietà, “oltraggio all’esercito” od “ostacolo al lavoro”78.

Il Servizio di Investigazione della Sicurezza di Stato79, Mabahith Amn al-Dawla, noto per le torture ed altri abusi, dopo settimane di pressioni da parte dei manifestanti fu sciolto dal ministero degli Interni il 15 Marzo 2011 e sostituito dall'Agenzia di Sicurezza Nazionale80. Tuttavia, le sue tecniche repressive furono mantenute: torture ed altri maltrattamenti da parte della polizia e delle forze armate rimasero prassi comune e diffusa81 e assunsero una nuova forma sconcertante, quando alcune donne furono costrette dall’esercito a sottoporsi a test di verginità82. Mentre alcune delle accuse di tortura a carico della polizia furono oggetto d’inchiesta, nessuna di quelle avanzate nei confronti delle forze armate fu adeguatamente indagata83.

A partire dall' 11 febbraio, quindi, la direzione del paese passò nelle mani del Consiglio Superiore delle Forze Armate (CSFA), sotto la guida del Colonnello Tantawi84.

Tale istituzione non era prevista dalla Costituzione, che si limitava a stabilire un Consiglio della Difesa Nazionale. L'articolo 84 infatti prevedeva un meccanismo piuttosto dettagliato in merito alla procedura per sostituire il presidente, qualora fosse stato incapace di assolvere i propri compiti. Il presidente del Parlamento avrebbe dovuto assumere temporaneamente le prerogative esecutive, a meno che il Parlamento non fosse sciolto, caso in cui sarebbe dovuto subentrare il presidente della Suprema Corte Costituzionale. L’ultimo presidente del Parlamento, nominato sulla base della Costituzione del 1971, Ahmad Fathi Surur, ex ministro dell’educazione, non esercitò infatti la funzione di supplente, e fu sostituito da Mohamed Hussein Tantawi quale presidente del Consiglio Superiore delle Forze Armate. In considerazione di ciò il CSFA è ritenuto essere un organo extra ordinem, che agì sulla base di una legittimità auto assunta, operando in deroga all'articolo 8485.

Solo due giorni dopo le dimissioni di Mubarak il CSFA sospese la Costituzione del

78 http://www.iai.it/sites/default/files/inegypt_05.pdf.

79 Al Servizio di Investigazione della Sicurezza di Stato facevano capo la polizia investigativa e quella

segreta.

80 A. Said, op. cit., pp. 418-419. 81 Ivi, p. 419.

82 K. Elgindy, op. cit., p. 96.

83 http://www.rapportoannuale.amnesty.it/sites/default/files/Egitto.pdf.

84 D. Brumberg, H. Sallam, The Politics of Security Sector Reform in Egypt, Special Report, Washington

DC, United States of Peace, 2012, p. 3.

1971, sciolse il Parlamento e assunse i pieni poteri esecutivo e legislativo86. A partire da questo momento l'esercito lavorò per mantenere e consolidare l'apparato statale ed economico sotto il suo stretto controllo. L'esercito promise di gestire gli affari di stato per sei mesi, nei quali Tantawi avrebbe rappresentato l'Egitto internazionalmente e nazionalmente.

Il Consiglio sembrò voler promuovere una transizione rapida, ma senza un reale cambiamento politico87, proprio perché i generali non avevano alcun interesse a riformare il sistema di cui essi stessi facevano parte. In particolare Hussein Tantawi era stato un membro di spicco del PND, era stato ministro della difesa di Mubarak dal 1991, comandante delle forze armate dal 1995 e un suo stretto collaboratore88.

La riforma del settore della sicurezza, il controllo democratico dell'esercito, la sua supervisione da parte di istituzioni civili, l'obbligo di rendere conto delle proprie azioni e la trasparenza del budget delle forze armate apparirono concetti radicali ed estranei al Consiglio militare, una vera e propria minaccia che avrebbe portato alla sua stessa rovina89.

Il 15 febbraio 2011 il Consiglio nominò un comitato costituzionale formato da undici giuristi e presieduto da Tareq El Beshry, con il compito di decidere gli emendamenti alla Costituzione, necessari per arrivare a elezioni in sei mesi, il tempo che l'esercito si era dato per passare le consegne a un governo non militare90. Gli emendamenti presentati sarebbero stati sottoposti successivamente ad un referendum popolare il 19 marzo. La presenza nel comitato di figure provenienti dalla Fratellanza Musulmana, tra cui Subhi Salih, ex deputato e dirigente molto accreditato della Fratellanza Musulmana costituì una delle critiche più ricorrenti nei confronti della scelta operata dal CSFA91 e, a fronte della mancanza di rappresentanti dei Cristiani, fece aumentare le tensioni interconfessionali, già compromesse in seguito all'attentato del 31 dicembre 2010 contro i Cristiani copti ad Alessandria d’Egitto92. Inoltre, la Commissione costituzionale era stata nominata dal Consiglio Superiore senza una pubblica consultazione con tutti i movimenti e le forze politiche della rivoluzione, dunque non era rappresentativa di tutte

86 E. Trager, op. cit., p. 57.

87 http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=1690. 88 M. Azzam, op. cit., p. 2.

89 http://osservatorioiraq.it/punti-di-vista/egitto-esercito-vs-eletti. 90 G. M. Selim, op. cit., p. 180.

91 S. A. Cook, The Struggle...cit., p. 298.

le istanze93.

Alcuni dei cambiamenti più importanti riguardavano il presidente: veniva limitata la durata della presidenza a due mandati di quattro anni ciascuno, e resa più complicata la procedura per dichiarare lo stato di emergenza da parte del presidente per lunghi periodi94 (in Egitto era in vigore lo stato di emergenza dal 1981). I criteri di eleggibilità del presidente erano fortemente restrittivi: per potersi candidare alla presidenza infatti, bisognava avere o il sostegno di 30 membri dell’Assemblea del Popolo, o raccogliere 30.000 firme nei quindici governatorati, oppure essere membro di un partito che deteneva almeno un seggio in Parlamento95. Una volta eletti, il presidente o metà del Parlamento, avrebbero potuto decidere di scrivere una nuova Costituzione e nominare quindi un’assemblea di 100 membri per redigerla96.

Semplificando, il referendum chiedeva di scegliere se indire prima le elezioni o redigere prima una nuova Costituzione.

Quindi, in caso di vittoria del SI, la Costituzione pre-rivoluzionaria sarebbe rimasta in vigore con gli emendamenti di cui sopra e, solo dopo le elezioni parlamentari, previste per giugno, un'assemblea costituente avrebbe scritto la nuova Costituzione. Se invece avesse vinto il NO, la Costituzione pre-rivoluzionaria sarebbe stata immediatamente annullata e un'assemblea costituente avrebbe scritto la nuova, dopo di che si sarebbe andati a elezioni parlamentari con il nuovo testo già in vigore97.

Le correzioni apportate riguardavano solo una minima parte della Costituzione del 1971 che, essendo stata elaborata per un sistema di governo autoritario, concentrava un potere decisionale enorme nelle mani del presidente. Per questo motivo sarebbe stato preferibile, prima di indire qualsiasi elezione, riscrivere radicalmente un nuovo testo costituzionale da parte di un'assemblea eletta dal popolo98. Tali modifiche potevano essere giustamente criticabili poiché, se le elezioni si fossero tenute fra circa tre mesi, il Parlamento eletto non sarebbe stato adeguatamente rappresentativo delle nuove forze politiche, religiose e sociali del paese, che sostenevano infatti l’impossibilità di

93 http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=1690.

94 J. Feuille, Reforming Egypt’s Constitution: Hope for Egyptian Democracy?in "Texas International Law

Journal", Vol. 47, n. 1, pp. 246-248.

95 G. M. Selim, op. cit., p. 180.

96 B. Rougier, S.Lacroix (eds.), Egypt's Revolutions: Politics, Religion, and Social Movements, New York

City, Palgrave Macmillan, 2016, p. 12.

97 http://www.agenziax.it/wp-content/uploads/2013/03/ogni_strada.pdf.

98 http://www.crisisgroup.org/~/media/Files/Middle%20East%20North%20Africa/North

organizzarsi in così poco tempo per le elezioni legislative99. Il processo di stesura della Costituzione sarebbe stato controllato da un numero ristretto di forze politiche, per lo più interessate a cambiare il meno possibile100. Le modifiche inoltre, implicavano, anche se non esplicitamente, che sarebbe stato eletto un presidente prima della stesura di una nuova Carta Costituzionale101.

Gli emendamenti, sottoposti a referendum popolare, senza essere valutati e discussi pubblicamente102, furono approvati definitivamente con il 77,3% nel referendum popolare il 19 marzo, ed integrati successivamente nella Dichiarazione103 costituzionale del Consiglio Superiore delle Forze Armate il 23 dello stesso mese104.

Con la vittoria del SI vinsero anche i Fratelli Musulmani. Questi ultimi infatti avevano interesse a tenere le elezioni parlamentari prima della riscrittura della Costituzione poiché ciò avrebbe permesso loro, come infatti avvenne, di vincere la maggioranza in Parlamento e prendere il controllo dell'Assemblea Costituente105.

La Fratellanza fu accusata di aver pesantemente condizionato la volontà dei votanti in quanto aveva organizzato autobus interi per portare la gente a votare, offerto zucchero e olio ai più poveri in cambio del loro voto positivo e, sfruttando il sentimento religioso dei più indifesi culturalmente, aveva dichiarato che il voto contro gli emendamenti fosse un voto contro Dio106.

Nel frattempo il CSFA aveva messo a tacere con durezza le nuove proteste di piazza, varando anche specifiche norme repressive contro i reati di “teppismo”, per i quali si poteva, in forza delle modifiche apportate al Codice penale, prevedere, in alcuni casi particolarmente gravi, anche la pena di morte107 e, tramite la Legge 34 del 2011, lo sciopero e qualsiasi forma di protesta ritenuta essere un ostacolo al lavoro vennero

99 http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=1690. 100 Ibidem.

101 http://www.crisisgroup.org/~/media/Files/Middle%20East%20North%20Africa/North

%20Africa/Egypt/121-lost-in-transition-the-world-according-to-egypts-scaf.pdf.

102 http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=1690.

103 Questo particolare strumento normativo non era certo una novità in Egitto: prima dell’adozione della

Carta del 1971 durante il governo di Sadat e dopo l’abrogazione della Costituzione monarchica del 1923 ad opera di Nasser, il paese è stato governato per lungo tempo attraverso una serie di Dichiarazioni Costituzionali'. Comunemente la Dichiarazione Costituzionale è adottata in casi di necessità ed urgenza, tipici del momento rivoluzionario. Pertanto la sua natura non è quasi mai negoziata e viene adottata da un ristretto numero di personalità influenti. http://osservatorioiraq.it/analisi/piazza-tahrir-torna-riempirsi-ma- perch%C3%A9-legitto-protesta.

104 G. M. Selim, op. cit., p. 181.

105 H. Ghamen, The Arab Spring Five Years Later: Case Studies, Washington, Brookings Institution Press,

2016, Vol.2, p. 21.

106 G. M. Selim, op. cit., pp. 185-186.

considerati come reato108.

Il 28 marzo il Consiglio Superiore rilasciò una Dichiarazione Costituzionale che prolungò il periodo di transizione, scatenando il malcontento di molti esponenti del movimento di Piazza Tahrir: le procedure per le elezioni dell'Assemblea del Popolo (la camera bassa del Parlamento), e la Shura, o Consiglio (la Camera alta) sarebbero cominciate dopo sei mesi, intorno al 23 Settembre, diversamente da quanto era stato dichiarato in precedenza109. Per quanto riguardava invece le elezioni presidenziali, non venne data alcuna indicazione110. Secondo quanto rilasciato in un'intervista da un ex generale, l'estensione del periodo transitorio era dovuto al fatto che il CSFA si rese conto che fissare le elezioni prima della scrittura di una nuova Costituzione era stato un errore:

The SCAF blames its consultants and advisers for that, and they were mostly from the Muslim Brothers. They may have wanted to guarantee a quick win for the group and a chance to write a new constitution. The SCAF’s goal at the time was to calm down the streets, and with the Brothers being the most organised and numerous group, they naturally felt it made sense to let them have a critical say.111

Le elezioni parlamentari furono posticipate ulteriormente per il periodo ottobre- novembre senza specificare nulla sul calendario delle elezioni presidenziali, che erano previste al massimo un paio di mesi dopo quelle legislative. Il rinvio delle elezioni legislative sembrò potersi interpretare come parziale accoglimento delle richieste venute dal movimento giovanile protagonista della rivoluzione che aveva condotto alla caduta di Mubarak, nonché da alcuni partiti dell'opposizione e da possibili candidati alle elezioni presidenziali come Amr Mussa e Mohammed el Baradei. Il rinvio veniva giustificato con la necessità di concedere più tempo alle forze politiche in via di formazione, per poter affrontare adeguatamente la campagna elettorale che, diversamente avrebbe visto in posizione di eccessivo vantaggio i Fratelli Musulmani o i residui del Partito Nazionale Democratico al potere nell'epoca di Mubarak. Il 29 giugno

108 http://www.rapportoannuale.amnesty.it/sites/default/files/Egitto.pdf.

109 http://www.crisisgroup.org/~/media/Files/Middle%20East%20North%20Africa/Nor

%20Africa/Egypt/121-lost-in-transition-the-world-according-to-egypts-scaf.pdf.

110 Limes, Cronaca di una rivoluzione, in L'Egitto e i suoi fratelli, p. 28.

111 http://www.crisisgroup.org/~/media/Files/Middle%20East%20North%20Africa/North

si verificarono comunque ripetuti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine soprattutto in Piazza Tahrir e nei pressi del ministero dell'Interno, che avrebbero provocato circa 600 feriti: i manifestanti chiedevano soprattutto le dimissioni di Tantawi112.

Per essere in grado di influenzare il Parlamento e garantire che certi principi, tra cui la posizione privilegiata dell'esercito, fossero inclusi nel testo costituzionale, il 20 ottobre il CSFA tentò un'altra inversione di rotta per estendere la sua permanenza al potere113. Il generale Mahmoud El-Assar infatti suggerì un possibile ritardo delle elezioni presidenziali fino alla metà del 2013, termine per l'adozione di una nuova Costituzione. La prospettiva di un periodo di transizione instabile e protratto, durante il quale i militari avrebbero mantenuto un ruolo globale, allarmò gli egiziani di tutti gli orientamenti politici. Gli islamisti videro in tutto ciò un tentativo di contrastare la volontà popolare, e le forze non islamiche, un tentativo di consolidare la stretta dei militari sulle istituzioni civili114.

Nel novembre 2011, l’allora vice primo ministro Ali al-Selmi, probabilmente a nome del CSFA, propose ai partiti politici un documento contenente i principi fondamentali per la stesura della nuova Costituzione egiziana115. Secondo tale documento l'Assemblea Costituente doveva essere costituita per il 20% da membri del Parlamento, mentre il restante 80% dei membri sarebbero stati scelti dal CSFA tra i rappresentanti extra-parlamentari della società civile116.

Inoltre, secondo il punto nove il Consiglio Supremo delle Forze Armate era l'unico organo responsabile per tutte le questioni riguardanti le forze armate e per discutere il proprio bilancio, che veniva integrato nel bilancio complessivo annuale dello Stato. Esso era esclusivamente competente ad approvare tutti i progetti di legge relativi alle forze armate prima della loro entrata in vigore. Secondo il punto due se l'Assemblea costituente non avesse completato il progetto di Costituzione nel corso dei sei mesi previsti nella Dichiarazione costituzionale per qualsiasi motivo, il Consiglio Superiore delle Forze Armate, dato che esso deteneva i poteri del presidente della repubblica, avrebbe formato una nuova Assemblea costituente, in conformità con le norme concordate, per preparare un nuovo progetto di costituzione entro tre mesi dalla sua

112 http://www.dailynewsegypt.com/2011/07/13/parliament-september-polls-delayed-state-media/. 113 http://www.crisisgroup.org/~/media/Files/Middle%20East%20North%20Africa/North

%20Africa/Egypt/121-lost-in-transition-the-world-according-to-egypts-scaf.pdf.

114 Ibidem.

115 G. M. Selim, op. cit., pp. 182-183. 116 Ibidem.

formazione117.

L'esercito pertanto, si arrogava maggiori poteri del Parlamento, trovandosi in una posizione privilegiata e di forza. Tali provvedimenti fecero infuriare i Fratelli Musulmani, dal momento che essi erano sicuri di ottenere la maggioranza in Parlamento e, di conseguenza, speravano di esercitare un' influenza maggiore sulla stesura della futura Costituzione 118.

Il documento al Selmi fu presto respinto, ma rimase chiaramente un problema vivo, pur essendo per il momento sospeso119.

Il 19 novembre le forze di sicurezza sgomberarono con violenza il sit-in in Piazza Tahrir dove si trovavano le famiglie dei martiri delle rivolte di gennaio che sollecitavano processi equi per i loro familiari. I manifestanti iniziarono a invocare la cacciata e il perseguimento dei leader del CSFA. Il 25 migliaia di persone si radunarono a Piazza Tahrir per chiedere lo svolgimento delle elezioni presidenziali subito dopo quelle legislative e il passaggio immediato del potere ad un'autorità civile prima del termine stabilito dal CSFA120, ma il Colonnello Tantawi annunciò che il potere sarebbe stato trasferito a un presidente eletto non oltre il 30 giugno 2012, dando così un termine ultimo per la transizione121.

Dopo settimane di scontri tra dimostranti e militari, accusati dal popolo di cercare di mantenere la loro presa sul potere, il 28 novembre ebbe inizio il primo turno delle elezioni legislative122: le prime elezioni parlamentari libere dal rovesciamento della monarchia nel 1952.

La prima tornata si svolse in nove governatorati e vide il trionfo elettorale del neo partito al-'Adalawa-'l Hurriya (Giustizia e Libertà) dei Fratelli Musulmani che ottennero il 40% dei voti123. Il 14 dicembre si svolse il secondo turno, che si concluse nuovamente con la vittoria dei Fratelli Musulmani con il 47% dei voti. Il 3 gennaio infine, si svolse