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Il periodo di governo di Muhammad Morsi

Il primo turno delle elezioni presidenziali si svolse il 23 e il 24 maggio. Il maggior numero di voti furono ottenuti da Muhammad Morsi ( 24,8% dei voti), leader del partito della Fratellanza Musulmana e Ahmed Shafiq (23,7% dei voti), premier dell'ultimo governo Mubarak, che conquistarono quindi il diritto ad andare al ballottaggio il 16 e 17 Giugno132.

Gli eventi che precedettero i risultati finali delle elezioni mostrarono chiaramente che il potere rimaneva saldo nelle mani dei militari. Il 14 giugno 2012, qualche giorno prima del ballottaggio, nella prospettiva concreta di un paese dominato dalla Fratellanza musulmana con l’eventuale vittoria di Morsi133, i militari, sostenuti dalla magistratura, blindarono la loro posizione dominante: una sentenza della Corte costituzionale, sulla base di irregolarità riscontrate, dichiarò incostituzionale una parte della legge elettorale134 in base alla quale si erano svolte le elezioni legislative tra novembre e gennaio, e ordinò pertanto lo scioglimento dell’Assemblea nazionale, nella quale i partiti islamici detenevano circa la metà dei seggi135. In applicazione della sentenza il 130 K.Elgindy, op. cit., p. 97.

131 Ibidem.

132 H. Ghanem, op. cit., pp. 13-14.

133 Secondo i dati resi noti dalla maggioranza dei media egiziani il nuovo Presidente sarebbe stato

Mohamed Morsi. https://www.aspeninstitute.it/aspenia-online/article/l%E2%80%99egitto-stato- confusionale-istituzioni-e-consenso.

134 La legge elettorale utilizzata non garantì agli indipendenti le stesse possibilità di successo dei candidati

membri di liste partitiche. Mentre i nomi dei primi erano presenti solo nelle schede con le quali si eleggeva un terzo dei deputati, quelli dei secondi potevano comparire sia in questa prima scheda che in quella riservata alle liste, utile per assegnare i due terzi dei seggi parlamentari. G M. Selim, op. cit., pp. 181-182.

CSFA decretò lo scioglimento della Camera e, di conseguenza, anche la commissione incaricata di redigere la nuova Costituzione fu dichiarata invalida136.

La Fratellanza musulmana accusò la magistratura di essere ancora parte del vecchio regime137: la Corte Costituzionale era formata infatti da 21 giudici che erano ancora

quelli nominati da Mubarak, perciò, la sua sentenza sembrò dettata dalla volontà di ridimensionare il potere del partito della Fratellanza e dei salafiti e rimettere in discussione tutto, dando all'esercito e al CSFA un ruolo predominante138.

Il 17 giugno, non a caso l'ultimo giorno del ballottaggio presidenziale, il CSFA adottò una Dichiarazione costituzionale volta ad integrare il testo approvato in marzo con referendum: la Dichiarazione attribuì all'esercito il potere legislativo fino all'elezione di un nuovo Parlamento e limitò notevolmente i poteri del futuro presidente139.

Nello specifico, si stabilì che: a) il presidente neoeletto doveva giurare davanti ai giudici della Suprema Corte Costituzionale (art. 30); b) il presidente neoeletto avrebbe potuto dichiarare guerra solo dopo l’approvazione del CSFA (53/1); c) laddove si presentasse una minaccia alla sicurezza della nazione, il presidente neoeletto doveva delegare la gestione della sicurezza allo stesso CSFA (53/2); d) il CSFA, già competente su tutte le questioni inerenti alle forze armate nonché titolare del Dicastero della difesa, manteneva il potere legislativo fino all’elezione del nuovo Parlamento (art. 56b); e) nel caso si presentassero ostacoli insormontabili nei lavori dell’Assemblea costituente, una nuova Assemblea sarebbe stata nominata dallo stesso CSFA (art. 60b); f) il capo del CSFA, il primo ministro, il Consiglio supremo della magistratura o un quinto della assemblea potevano denunciare l’incompatibilità di uno o più articoli del progetto di Costituzione con gli obiettivi e i principi della rivoluzione o con qualsiasi principio contenuto in tutte le Costituzioni egiziane, chiedendo la revisione del punto o dei punti in questione e lasciando, in assenza di un accordo, alla Suprema Corte Costituzionale la decisione finale140. In questi emendamenti, secondo molti, vi era già in nuce il colpo di Stato del 2013141.

I militari stabilirono inoltre che il Consiglio di Difesa Nazionale, organo che riservava

136 Ivi, p. 7.

137 http://www.ispionline.it/it/articoli/articolo/mediterraneo-medio-oriente/egitto-piu-di-tre-anni-

difermento-2011-201410510.

138 https://geopoliticamente.wordpress.com/tag/khairat-al-shater/. 139 E. Trager, op. cit., p. 145; D. Brumberg, H. Sallam, op. cit., p. 2. 140 http://www.federalismi.it/document/06082013123508.pdf. 141 A. Said, op. cit., p. 426.

loro un diritto di veto su tutte le questioni legate alla sicurezza nazionale e su i temi riguardanti la politica estera142, dovesse essere composto in prevalenza da militari: dodici massimi gradi del comando militare delle Forze Armate e dei Servizi Segreti, mentre i civili sarebbero stati solo una piccola minoranza143.

Secondo molti osservatori, in questo modo il CSFA aveva rafforzato ulteriormente la sua posizione, ponendo le basi per mantenere un forte ruolo politico dopo l'instaurazione del nuovo presidente e per rendersi completamente autonomo dal controllo civile144.

Al termine dell'elezione presidenziale, con il 51,7% delle preferenze contro il 48,3% del proprio avversario, Muhammad Morsi venne proclamato presidente145.

Il 22 novembre il neo presidente emanò il decreto costituzionale 11/2012, con cui a) venne cancellata la Dichiarazione costituzionale del CSFA attraverso la quale i militari si erano attribuiti il ruolo legislativo; b) si reintegrò la Camera; c) si convocarono elezioni anticipate «entro 60 giorni dalla ratifica della nuova Costituzione» (art. 3) d) il divieto per i giudici di sciogliere l'Assemblea costituente e, f) la non impugnabilità delle decisioni di Morsi146. Gli ultimi due punti del decreto vennero criticati aspramente dal Consiglio Supremo della Magistratura alimentando una serie di durissimi scontri tra il presidente e l'alta magistratura, che vedeva un attacco alla propria autonomia. Quest'ultima dichiarò uno sciopero immediato di tutti i tribunali e uffici della procura. Ad Alessandria i magistrati decisero di indire uno sciopero a oltranza e la Corte di Cassazione minacciò di sospendere i lavori147.

L'effetto più immediato dei provvedimenti del presidente Morsi dunque, fu la sottrazione del potere legislativo ai militari.

Il decreto presidenziale, pur se limitato secondo il portavoce del presidente al periodo che precedeva la ratifica della nuova Costituzione, provocò lo scoppio di proteste e disordini in tutto il paese148, nei quali accanto alle opposizioni ricomparirono anche i 142 http://osservatorioiraq.it/punti-di-vista/egitto-esercito-vs-eletti.

143 http://www.federalismi.it/document/06082013123508.pdf.

144 https://www.aspeninstitute.it/aspenia-online/article/l%E2%80%99egitto-stato-confusionale-istituzioni-

e-consenso.

145 D. Melidoro, S. Sibilo, Voci dal mondo arabo: Cronache e testimonianze delle transizioni in Egitto, Siria, Tunisia e Yemen, Roma, Editrice Apes, 2014, p. 57.

146 H. Ghanem, op. cit., p. 13.

147 http://www.aspeninstitute.it/aspenia-online/article/il-salto-nel-buio-di-morsi-scontro-di-poteri-e-vera-

opposizione

sostenitori del passato regime149.

In questo difficile clima l’Assemblea costituente riuscì a varare un testo costituzionale, che venne sottoposto a un referendum confermativo tra il 15 e il 22 dicembre 2012: i voti a favore (su 17.058.317 votanti, un terzo circa degli aventi diritto) furono il 63.8 %150. Il 26 dicembre 2012, a sei mesi dalla propria elezione, il presidente Morsi firmò la quinta Costituzione dell’epoca post-coloniale (dopo la Costituzione del 1956, la Costituzione della Repubblica Araba Unita con la Siria del 1958, la Costituzione provvisoria del 1964 e quella permanente del 1971) .