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REGOLAMENTI REGIONALI E

5. VALUTAZIONE DELLE IMPLICAZIONI TECNOLOGICHE DEI TETTI VERD

5.3. COPERTURE A FALDE INCLINATE

Il tetto a falde inclinate è il più comune, soprattutto nelle residenze private, in quanto ammette numerose varianti nella morfologia, nelle tecniche costruttive e nei materiali utilizzati che presentano a loro volta prestazioni ottime in molteplici condizioni ambientali.

Convenzionalmente vengono definite coperture inclinate quelle che sono caratterizzate da una pendenza superiore al 5%;si tratta di coperture discontinue in cui la tenuta all’acqua è assicurata solo per valori di pendenza superiori al limite minimo101.

Il tetto può essere costituito da un’unica falda, due falde (detto comunemente a capanna) o più falde a seconda dell’articolazione planimetrica (Figura 41), di vincoli dati da regolamenti, dagli agenti esterni cui la copertura deve far fronte, ma soprattutto dalla scelta del progettista riguardo la forma, il manto di copertura da adottare, il grado di visibilità dal basso del sistema.

Questa tipologia si è sviluppata soprattutto in regioni dove vi era una notevole disponibilità di legno, materiale che andava a costituire la struttura portante, che veniva ricoperta da un manto di rivestimento in piccoli elementi di materiale variabile sempre secondo la reperibilità e le maestrie del luogo (laterizi, pietra, legno, paglia). Difatti nelle zone meridionali, dove la disponibilità è piuttosto scarsa, si sono sviluppate soluzioni con coperture a volta o cupole.

Figura 41 - Differenti morfologie dei tetti inclinati.

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5.3.1. Modalità di raccordo tra falde e superfici verticali

Nel progetto delle coperture inclinate un punto critico da sviluppare è la modalità di raccordo tra le falde e le superfici verticali che dà origine a diverse configurazioni:

- Sporto di gronda: porzione della falda che oltrepassa il profilo costituito dalle pareti verticali esterne e che quindi risulta essere la porzione maggiormente visibile dal basso; la sua forma è influenzata sia dal sistema costruttivo, sia dai materiali utilizzati in copertura sia dal trattamento degli elementi a vista, quali travicelli, canali di raccolta delle acqua, ecc.; può essere mantenuta l’inclinazione nell’intradosso oppure chiuderlo con elementi piani, come mostrato in Figura 42;

- Linea di gronda arretrata: soluzione adottata per celare completamente il tetto attraverso la realizzazione di frontoni, falsi parapetti e muri di coronamento (Figura 43); in questa soluzione il canale di raccolta delle acque si trova all’interno del perimetro dell’edificio perciò si deve far attenzione al rischio di infiltrazioni.

Figura 42 - Configurazione inclinata e piana dello sporto di gronda.

5.3.2. Il controllo termoigrometrico

Le coperture sono poi classificate in base al comportamento termoigrometrico e quindi alla presenza o assenza dello strato di isolamento termico e di quello di ventilazione, in quattro classi:

- Tetto non isolato – non ventilato: senza elemento termoisolante e senza strato di ventilazione;

- Tetto non isolato – ventilato: senza elemento termoisolante e con strato di ventilazione; - Tetto isolato – non ventilato: con elemento termoisolante e senza strato di ventilazione; - Tetto isolato – ventilato: con elemento termoisolante e strato di ventilazione.

Le tipologie prive di isolamento, tuttavia, sono poco diffuse poiché vi sono solo pochi casi in cui la loro realizzazione è permessa dalla legislazione sull’efficienza energetica degli edifici102.

In commercio si trovano diverse tipologie di isolanti, di origine vegetale, minerale e da sintesi chimica confezionati in pannelli, lastre o feltri.

La posa può essere effettuata in falda o su soletta del vano di sottotetto nel caso lo spazio sottostante non venga utilizzato, come mostrato in Figura 44.

Frequentemente lo strato isolante viene protetto con strati di barriera o di diffusione del vapore e con strati di tenuta all’acqua, essendo i materiali coibenti sensibili all’umidità, in modo da mantenere l’inerzia termica caratteristica dell’elemento.

Figura 44 - Differenza di posa dello strato coibente in una copertura inclinata isolata – ventilata.

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D. lgs. 192/2005, Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia (fonte: www.bosettiegatti.eu)

D.P.R. 74/2013, Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari (fonte: www.bosettiegatti.eu)

D.P.R. 75/2013, Regolamento recante disciplina dei criteri di accreditamento per assicurare la qualificazione e l’indipendenza degli esperti e degli organismi a cui affidare la certificazione energetica degli edifici (fonte: www.gazzettaufficiale.it)

D. lgs. 102/2014, Attuazione della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica (fonte: www.bosettiegatti.eu) PAEE 2017, Piano d’azione nazionale per l’efficienza energetica (fonte: www.sviluppoeconomico.gov.it)

D.l. 26/06/2015, Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici (fonte: www.gazzettaufficiale.it)

D. lgs. 141/2016, Disposizioni integrative al D. lgs. 102/2014 (fonte: www.gazzettaufficiale.it)

5.3.3. Le casistiche tecnologiche considerate per coperture inclinate

La struttura portante può essere realizzata sia con elementi discontinui (legno) che continui (solette in calcestruzzo armato o latero – cemento).

Le strutture in acciaio, utilizzate principalmente per il rifacimento di coperture su edifici esistenti poiché si tratta di sistemi a secco e quindi estremamente funzionali e rapidi, possono essere composte da travi di vario profilo (Figura 45) o travi reticolari e montanti (Figura 46), sormontate da lamiere grecate o manti di copertura tradizionali.

La struttura portante può essere in cemento armato, gettato o prefabbricato, costituita dalla soletta e da listelli su cui poggia il manto di copertura (Figura 49 e Figura 50), o da solai latero – cementizi su cui il rivestimento viene posato direttamente o sullo strato di isolante eventualmente presente e fissato attraverso elementi di ancoraggio (Figura 47 e Figura 48). Infine le strutture in legno, naturale o lamellare, sono adottate prevalentemente per soluzioni a vista o dove vi è necessità di integrazione in contesti di antica formazione e possono presentare diverse tipologie di orditure con elementi paralleli e trasversali alle linee di pendenza (travi e travetti, capriate e correnti)(Figura 51, Figura 52 e Figura 53).

Vi sono poi sistemi misti in acciaio – cemento in cui il manto di copertura posa su una soletta armata sostenuta da travi e travetti in acciaio.

Di seguito sono riportati alcuni dettagli costruttivi progettati per questa analisi sui quali è riportato un codice alfanumerico che identifica la tipologia, strutturato come segue: