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TETTI VERDI ESTENSIVI TETTI VERDI INTENS

4. IL QUADRO NORMATIVO E SVILUPPO DEL TETTO VERDE

4.2. NORME, SVILUPPO E SCENARI IN ITALIA CIRCA I TETTI VERD

In Italia, la riscoperta dei tetti verdi risale alla fine degli anni ’80, in particolare per edilizia privata impiegando soprattutto la tipologia intensiva.

Le prime opere pubbliche di rilievo, con l’uso anche di soluzioni ad estensivo, si ebbero nel 1991 con la sede regionale della Sip di Ancona e nel 1996 con il nuovo ospedale regionale di Merano. In tale anno venne fondata l’Aivep, Associazione Italiana Verde Pensile, il cui scopo è quello di promuovere tale sistema e favorire contatti e scambio di informazioni con associazioni simili a livello europeo.

Al contrario dei paesi del nord Europa, difatti, l’Italia si è dotata solo in tempi piuttosto recenti di una normativa in materia (ancora non sono state emanate norme cogenti) che fornisce regole di progettazione. Risale infatti al 2007 l’adozione della linea guida UNI 11235:2007 (Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture a verde) che ricalca in pratica la prescrizione europea a proposito dell’utilizzo del verde pensile sugli edifici in ambito urbano. La norma italiana si pone come obiettivo quello di definire le regole d’arte per la progettazione, l’esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture verdi, in rapporto alle particolari situazioni di destinazione d’uso, di contesto climatico ed edilizio.

Tale norma si è resa necessaria, oltre che per uniformarsi al resto dell’Europa, anche per fornire indicazioni esaurienti e applicabili al clima italiano/mediterraneo, riunendo le esperienze di coloro che si erano confrontati con le difficoltà di utilizzare i sistemi nati nel centro e nord Europa. Ad esempio, le linee guida della FLL prevedono la possibilità di impiegare spessori di substrato molto ridotti (2-3 cm) o muschi di varie specie, che nei nostri climi sono inapplicabili e inadatti. Un importante merito di questa norma è il fatto di aver introdotto il concetto di verde pensile, inteso, non solamente come le modalità tramite le quali ricoprire le superfici non in contatto con il terreno naturale con il verde ma, come copertura continua a verde.

Perciò quando si parla di verde pensile si fa riferimento alla progettazione di un tetto vero e proprio che differisce dalle altre tipologie tradizionali e più diffuse per l’utilizzo come strato di finitura a vista la vegetazione.

Infine, la norma rappresenta un valido supporto progettuale, commerciale e di garanzia fornendo numerose indicazioni, in aggiunta la norma costituisce un riferimento rilevante in caso di contenzioso o giudizio.

Successivamente è stato emanato il DPR n.59 del 2 Aprile 200959 in cui si riconoscono le coperture verdi come sistemi in grado di migliorare le prestazioni energetiche dell’edificio e, per questo motivo, per le loro realizzazioni sono previsti incentivi (contributi statali consistenti nella riduzione IRPEF del 55%) con detrazioni fiscali del bonus ristrutturazione.

59

DPR n.59 del 2 Aprile 2009, Regolamento di attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n.192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia (fonte: www.bosettiegatti.eu)

Nel 2013 poi, con la legge n.10 del 14 Gennaio 201360, viene attestato che il tetto verde è uno strumento attraverso il quale si possono aumentare spazi verdi per favorire il risparmio, l’efficienza energetica e l’assorbimento delle polveri sottili.

Nel 2015 la UNI 11235:2007 è stata ritirata e sostituita dalla norma UNI 11235:2015, realizzata dalla Commissione Tecnica UNI “Prodotti, processi e sistemi per l’organismo edilizio” che, pur mantenendo la struttura del testo precedente, ha introdotto alcune integrazioni interessanti.

4.2.1. Le agevolazioni fiscali

La normativa che riguarda le detrazioni fiscali è il D.l. 63/2013 (Disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 Maggio 2010, sulla prestazione energetica nell’edilizia per la definizione delle procedure d’infrazione avviate dalla Commissione europea, nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale) con cui si prevede la detrazione IRPEF61 del 50% per le spese sostenute per interventi su parti comuni

condominiali.

È possibile richiedere tali detrazioni per manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia. Perciò sono accessibili anche nel caso di rifacimento della copertura essendo un’opera di manutenzione straordinaria.

Si può accedere per la realizzazione dei tetti verdi su edifici esistenti, in alternativa alla precedente, alla detrazione IRPEF del 65%, prevista per interventi di riqualificazione energetica dalla Legge di stabilità 2017 (confermate anche nella Legge di Bilancio 2018), a condizione che la certificazione APE62 attesti che il rifacimento della copertura abbia ridotto del 20% l’indice relativo alla climatizzazione.

4.2.2. Regolamenti a livello regionale e comunale

L’Osservatorio nazionale sui regolamenti edilizi per il risparmio energetico (ON-RE), promosso da CRESME63 e Legambiente64 si occupa di guardare ai processi in corso sui Regolamenti Edilizi, dove i Comuni hanno un ruolo fondamentale nella promozione delle rinnovabili e nel processo di innovazione del settore dell’edilizia.

A livello regionale da un punto di vista normativo (dato al 2016, anno dell’ultimo rapporto E-Lab) riguardo l’uso delle energie rinnovabili, risparmio idrico e isolamento termico degli edifici, l’Italia è suddivisa in quattro fasce, come mostrato nella Figura 27:

- Regioni con leggi che definiscono i criteri per la certificazione energetica, obbligano l’installazione delle fonti rinnovabili per i nuovi edifici e delineano i criteri per migliorare le

60

Legge n.10 del 14 Gennaio 2013, Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani(fonte: www.gazzettaufficiale.it)

61

IRPEF, Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (fonte: ww.irpef.info)

62

APE, Attestato di Prestazione Energetica (www.certificato-energetico.it)

63

CRESME, Centro ricerche economiche e sociali del mercato dell’edilizia (fonte: www.cresme.it)

64

prestazioni energetiche degli edifici (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Trentino Alto – Adige, Emilia – Romagna);

- Regioni con obblighi di legge riguardanti l’uso dell’energia fotovoltaica e i pannelli solari termici (Lazio e Umbria);

- Regioni che hanno emanato linee guida per l’edilizia sostenibile che non hanno cogenza con cui si invitano i Comuni a prevedere incentivi in tal senso (Veneto, Toscana, Marche, Campania, Calabria);

- Regioni che forniscono semplici indicazioni per la promoziono delle fonti rinnovabili (Friuli Venezia – Giulia, Abruzzo, Molise, Basilicata, Sicilia, Sardegna).

Figura 27 – Situazione normativa riguardo l’edilizia sostenibile delle regioni italiane (dati da rapporto E – Lab 2016).

A livello nazionale, secondo i rapporti ONRE e quelli dell’osservatorio E – Lab, promosso da Legambiente e Consiglio Nazionale degli Architetti, nel 2009 solo 557 Comuni italiani (circa il 7%) avevano introdotto nei propri Regolamenti Edilizi innovazioni che riguardano l’energia e la sostenibilità in edilizia, per aumentare a 1003 (circa il 14%) nel 2013, 1181 (circa il 15%) nel 2015 e a 1251 Comuni (circa il 16%) nel 2016 (anno dell’ultimo rapporto E-Lab).

Dei Regolamenti Edilizi appena citati, quelli che trattano dei tetti verdi sono 134 nel 2009, di questi solo 25 ne incentivano il ricorso, i restanti citano le coperture verdi solo facendone promozione, 328 nel 2013 (solo 26 ne incentivano il ricorso), 404 nel 2015 (29 fanno incentivazione) e 446 nel 2016 (31 ne incentivano il ricorso). Una rappresentazione grafica di questi dati è fornita nella Tabella 11.

Come si nota da tali dati la grande crescita vi è stata nel 2013 quando sia la percentuale di RE che trattano di innovazione energetica e sostenibile in generale sia la percentuale di RE che si occupano di tetti verdi è più che raddoppiata.

Tabella 10 - Numero di Regolamenti Edilizi comunali che trattano di coperture verdi negli anni 2009 e 2013 nelle varie regioni italiane (fonte dati: rapporti ONRE 2009 e 2013).

Tabella 11 - Numero di Regolamenti Edilizi comunali che trattano, promuovono o obbligano le coperture verdi negli anni 2009, 2013 e 2015 in Italia (fonte dati: rapporti ONRE 2009, 2013 2015, rapporto E – Lab 2016).

0 20 40 60 80 100 120 140 2009 2013 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 2009 2013 2015 2016 totali promozione obbligo/incentivi

In Toscana, in particolare, solo alcuni comuni appartenenti alle province di Pisa, Firenze, Livorno, Grosseto e Siena trattano di tetti verdi nei proprio regolamenti, mentre nelle provincie di Arezzo, Lucca, Massa – Carrara, Pistoia e Prato non ne viene fatta alcuna menzione. Nello specifico si è passati dai 25 Regolamenti Edilizi che trattano di coperture verdi nel 2009 ai 30 del 2013.

Tra i comuni italiani più virtuosi dal punto di vista della realizzazione di coperture verdi troviamo Bolzano, considerata la capitale italiana del verde pensile, Pavia e Lecco.

A livello comunale, infatti, la prima città a dotarsi di un regolamento edilizio per contrastare il degrado climatico e ambientale urbano è stata Bolzano nel 2004 introducendo il RIE (Indice di riduzione dell’impatto edilizio) che certifica la qualità dell’intervento rispetto alla permeabilità del suolo e al verde. Tale indice deve essere valutato, per tutti gli interventi di nuova costruzione e risanamento edilizio, sia residenziali che produttivi pre e post intervento. Viene dato un coefficiente moltiplicativo diverso in base alle diverse categorie di superfici, per le coperture verdi il coefficiente oscilla tra 0,20 e 1,00 in base ai diversi spessori di terreno utilizzati e alla diversa pendenza della copertura.

[4.1] Dove:

= i-esima superficie permeabile , impermeabile o sigillata trattata a verde = j-esima superficie permeabile , impermeabile o sigillata non trattata a verde = coefficiente di deflusso

= superfici equivalenti alberature

Sempre in questa città, vi è la Scuola professionale di Laimburg – Bolzano, un’istituzione scolastica di formazione e aggiornamento, che negli stessi anni ha iniziato ad occuparsi del verde pensile realizzando una copertura piana con dodici campi prova per stratificazioni a verde pensile.

Questa scuola faceva parte di un gruppo di lavoro, “Casa verde – Grünes Haus”, insieme, ad esempio, all’Ufficio tutela delle acque della Provincia di Bolzano, costituito per dare una risposta normativa, scientifica e applicativa sul tema.

Obiettivo del gruppo di lavoro era l’elaborazione di modelli per definire le prestazione delle coperture a verde negli ambiti di tutela della biodiversità, inquadramento paesaggistico, acque meteoriche, efficienza energetica e compensazione degli impatti. I modelli di certificazione predisposti da “Casa verde – Grünes Haus” sono stati integrati nelle procedure di certificazione di CasaClima.

Il Comune di Pavia obbliga la realizzazione di almeno il 50% della superficie delle coperture a verde di edifici industriali e del terziario, mentre il Comune di Zinasco (PV) obbliga la copertura a verde per un valore non inferiore al 50% per tutti i nuovi edifici.

11 Comuni della Provincia di Lecco, invece, obbligano a realizzare copertura a verde per una superficie pari al 30% anche per edifici residenziali in cui viene eseguita la ristrutturazione del tetto.

LEGISLAZIONE