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1 CAPITOLO PRIMO: INQUADRAMENTO TERORICO: LA

2.3 La coppia: famiglia e famiglia sociale

Senza allargare troppo il

focus

dell’attenzione ho deciso di

partire dalla coppia “tradizionale”, ove peraltro tale termine è improprio, nel senso di coppia prima di divenire genitori, infatti, la coppia tradizionale dei nostri nonni, per così dire, è qualcosa di lontano tanto quanto temporalmente lo sono gli anni che separano le generazioni, se non di più. Le trasformazioni culturali, la parità dei sessi, cosiddetta, se non altro l’uscita dalle cucine e l’ingresso sempre più massiccio delle donne nelle realtà lavorative, hanno determinato profondi cambiamenti. Di questi ultimi, le relazioni affettive hanno risentito, intendendo con questo termine, che, ne sono state ingentemente influenzate. In particolare la struttura

delle famiglie122 si è modificata. Ad oggi, ritornando all’iniziale

esempio della famiglia “tradizionale” dei nostri nonni, dobbiamo necessariamente aggiungere, quella di fatto, la ricomposta e la

monogenitoriale123. Nel modo attuale molte funzioni genitoriali

attribuite ai genitori o ai parenti nelle cosiddette famiglie tradizionali o patriarcali sono sempre più vicariate, svolte da altri attori, in particolare quelle che concernono: l’istruzione, il divertimento, e l’informazione o tutela della salute. Spesso poi la

121 Monguzzi, 2006.

122 Tratto dalle slide di Elena Mazzocchi a cui rimando per approfondimenti, componente dello studio Elga (Udine), che si occupa di mediazione familiare e gestione dei conflitti, sito internet: www.elgamediazione.it

123

http://www.elgamediazione.it/nuovo/files/genitorialita.ppt#276,22,BIBLIOGRAFIA (slide di Elena Mazzocchi)

famiglia “non regge”, entra in crisi, ciò può produrre nuovi assetti, e, ove possibile, crescita e consolidamento, più di frequente si assiste al suo scoppio, quindi alla rottura. Tale evento è rintracciabile anche intorno a quello che accade con incrementata frequenza negli studi degli avvocati divorzisti o degli psicoterapeuti di coppia. Un giorno, una mia utente mi ha detto:

“d’altra parte voi ci siete perché ci siamo noi124”, e questa mi

sembra una corretta deduzione, nonché dato quantitativo che rende ben conto dello status quo, dell’esistente. A tal proposito la categoria dei colleghi psicologi, ben evidenzia come siano sempre più le persone che si rivolgono all’aiuto del professionista per questioni legate alla coppia. Per essere succinti e direttamente rappresentativi, queste abitudini, questi costumi ai tempi dei miei nonni non erano la consuetudine, come peraltro, non lo erano neppure le separazioni. Ed ancor di più il problema coppia, nella coppia, della coppia, che dir si voglia, non è qualcosa che

rappresenta i due individui separati, ma, forma una

gestalt

, cioè

qualcosa di diverso dalla semplice somma delle parti. Infatti, “

Il

problema che viene portato all’attenzione del clinico non è la

patologia, o il malessere del singolo individuo, ma una relazione

sofferente,….la coppia chiama il clinico al suo capezzale del

rapporto, ed egli si confronta con un male a due facce; un male

che si genera da disfunzioni e difficoltà degli individui che

compongono la coppia, ma che rivela nello stesso tempo una

sofferenza propria che, a sua volta, rinnova o causa malesseri

specifici in loro

(Monguzzi, F., 2006)125”. Pertanto appare evidente, da quanto sin qui detto, come ciò che si sta verificando

124 Lavoro presso il DDD Sostanze Illegali come tutor per il progetto di reinserimento socio-lavorativo.

oggi è una crisi della coppia come “

istituzione sociale

126”, in quanto, la vulnerabilità che la riguarda a coinvolge non ha più solo a che fare con ”normali”, nel senso di fisiologiche, fluttuazioni d’assestamento in concomitanza di passaggi tra fasi di vita e di coppia (crescita dei figli, invecchiamento, uscita dei figli da casa, etc..), ma si colloca di per sé, proprio dentro la struttura della coppia stessa. Oltre alle differenze messe precedentemente in luce circa le modificazioni sociali e culturali del passaggio dalla famiglia patriarcale a quella, per così dire, moderna, voglio sottolineare anche come ciò, per dirla con Monguzzi (2006), abbia

determinato “

una centralizzazione delle competenze parentali

nelle figure del padre e della madre, generando di fatto una

dipendenza emotiva esclusiva tra i coniugi, e fra di essi ed i

figli

127”. All’interno di questo processo di estrema concentrazione, intesa come contrattura e restrizione di funzioni, e conseguente dimagrimento di risorse, va precisato, che la coppia, all’interno del suo funzionamento, e proprio per quest’ultimo, deve garantire ai membri componenti spazi di intimità amorosa e sessuale. Proseguendo, si assiste parimenti, in misura considerevole (nel senso di tipico di un numero crescente di famiglie) ad un altro

fenomeno importante: la “rarefazione della rete parentale128”.

Sulla base di quanto scritto e considerato nel precedente paragrafo circa l’influenza dei miti e mandati familiari nella scelta del partner, possiamo qui ancor meglio capire ed apprezzare la portata di questo evento, che conduce ad un ulteriore passo: ossia

che, “

l’identità familiare risente della assenza di un modello

familiare consolidato di riferimento

” (Monguzzi, 2006, pag.21).

126 Monguzzi, F., 2006, La coppia come paziente, Milano, FrancoAngeli, pagg. 14 e 20. 127 Pag.20 Monguzzi

Quindi, “

la famiglia si è venuta configurando come un organismo

affettivo unicellulare, all’interno del quale la coppia è il nucleo

fondante e costitutivo

129.”

Differentemente dal passato è anche il momento fondativo della coppia, che sempre più spesso coincide con il divenire genitori, manca, sovente uno spazio “pre” famiglia “pre” coppia, e sembra quasi che la posizione generazionale gerarchica si inverta: è il bambino a determinare la funzione generatrice della coppia

(Cigoli, 2003130, in Monguzzi 2006). Dunque spesso la funzione

contenitiva, le radici di cui ho parlato in apertura al paragrafo sulla coppia, nascita e consolidamento, riprendendo Visentini (2004) quando cita Bertolini e Neri (1991), sembrano mancare, e questa inversione se non produce, se non altro, può mettere a rischio la funzione contenitiva della coppia. E’ a questo punto che

emergono gli affidamenti alla “famiglia sociale131”, a cui ho fatto

riferimento, circa lo spostamento (quando non diviene delega) dei ruoli e funzioni genitoriali sull’esterno, verso la rete sociale (istruzione, divertimento, tutela della salute). In conclusione, voglio sottolineare come l’esistenza di una rete sociale non sia di per sé una condizione negativa, anzi, molto spesso essa, attraverso le varie Agenzie, dalla Scuola, ai Centri Ricreativi, alle ludoteche, all’Azienda Sanitaria territoriale, costituisce valido supporto, “limatura” di taluni aspetti con differenti gravità (sostegno psicosociale), contenimento, valutazione, ricognizione di nodi problematici, indirizzamento al minore, ai genitori, al nucleo.

129 Pag.21 Monguzzi

130 Cigoli V., (2003) La coppia tra scenari di origine e nuova nascita, in Andolfi M., Cigoli V., (2003), cit., pp. 125-146, in Monguzzi, F., 2006, La coppia come paziente, Milano, FrancoAngeli, pag.21