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1 CAPITOLO PRIMO: INQUADRAMENTO TERORICO: LA

2.7 Definizione di genitorialità

La salute è uno stato di completo benessere

fisico, mentale e sociale, e non soltanto

assenza di malattia

(Organizzazione Mondiale Sanità, 1946)

Quando qualcuno è disposto ad ascoltare le lacrime della

madre, quello sarà anche il momento in cui la madre sarà in

grado di ascoltare il pianto del suo bambino.”

(Selma Fraiberg160)

Inizio la trattazione dell’argomento partendo dalla “definizione” di genitorialità. Si tratta di un costrutto complesso, multideterminato, del quale, in letteratura si trovano letture differenti, e soprattutto si tratta di un argomento relativamente nuovo, che almeno, per mia esperienza personale non conoscevo prima di questa ricerca, o meglio, non conoscevo nel senso che non l’avevo mai studiato nel mio curricula universitario, in maniera, per così dire, a sé stante. Quindi ed inoltre, reperire materiale “istituzionale” nel senso di scientificamente condiviso non è stato per nulla semplice. A tal proposito riporto un esempio, ho cercato

una sua definizione in quello dove “c’è tutto161”, nell’”Enciclopedia

160 Psicanalista infantile, si è occupata di attaccamento nei bambini ciechi (citata anche in Camerini, Lopez, La Valutazione della Genitorialità in situazioni di pregiudizio: nuove proposte metodologiche, in Quaderni Sociali Kyosei, 2008).

 www.ristretti.it/areestudio/droghe/.../genitori.htm 161 Tutto sulla Psicologia.

di Psicologia”, Le Garzantine: alla voce genitori162 (e non genitorialità) si rimanda a quella di famiglia. Non voglio muovere una critica all’enciclopedia, ben inteso, né dire che questo riferimento sia sbagliato, ma sottolineare come il concetto di genitorialità non abbia una sua definizione propria. D’altra parte il concetto è preminentemente connesso, quasi esclusivamente, nell’immaginario comune (e per buona parte scientifico, data la sua relativa “recentività”) al divenire genitori nel momento in cui si procrea un figlio. Durante la ricerca ho raccolto delle osservazioni

indirette: le persone163 mi chiedevano di cosa si trattasse e io

rispondevo di genitorialità e tossicodipendenza, mi guardavano con l’espressione, che, nel tentativo di renderla cartacea, potrei provare a definire “mediante un procedimento iconico tipico del

fonosimbolismo, cioè onomatopeicamente164”, “

sob

”, della

serie…”quindi?….dei genitori’? Questa risposta, molto comune, è come dire che la mia risposta è stata riformulata con un’altra affermazione, con implicitamente una domanda. Per quanto le due cose non siano scisse è come dire tratti dei genitori? tratto sia dei genitori che di cos’è essere genitori. D’altra parte questo è stato anche il punto di partenza: definirla cercandola nei comportamenti, nelle valutazioni che di essa si possono fare. A tal

proposito, Giovanni Battista Camerini165 e Giovanni Lopez166

(2008) in “

La valutazione della genitorialità in situazioni di

162 pag. 468, Galimberti U., (2006) Enciclopedia di Psicologia, Le garzatine Garzanti Libri s.p.a., Milano.

163 Con persone intendo proprio persone, dai clinici, addetti ai lavori, a xy pinco pallo non addetto ai lavori, intendo chiunque.

164 www.wikipedia.org

165 Neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta e docente presso la Pontificia sede di Venezia “e autore con il prof. Gaeatano De Leo del di un questionario “per la valutazione delle Competenze Genitoriali” pag.16 (cfr. nota n°80 riferimento intenet).

166 Psicologo e psicoterapeuta del Centro specialistico regionale per minori vittime di abusi e maltrattamenti La Casa di Nilla. Il Centro è gestito dalla Cooperativa sociale Kyosei e si trova in Calabria, on line visitare www.lacasadinilla.it

pregiudizio: nuove proposte metodologiche

167” mettono in luce

come per la valutazione della genitorialità in senso generale, “

i

criteri presenti in letteratura riguardano parametri individuali e

relazionali relativi ai concetti di parenting e funzione genitoriale

,

trattati ampiamente nella letteratura italiana ed internazionale,

che riguardano lo studio delle abilità cognitive, emotive e

relazionali del ruolo e delle funzioni genitoriali

168”.

Una definizione è per esempio quella che lo studioso Marc H.

Bornstein (1995169), dà per cui, essa: “

corrisponde ad un costrutto

complesso, non riducibile alle qualità personali del singolo

genitore, ma che comprende anche una adeguata competenza

relazionale e sociale

170.”

Guttentag (2006)171 la vede come una capacità correlata a

specifici

pattern

di abilità parentale, ossia: l’essere responsivi

alle richieste, il mantenere una attenzione focalizzata, l’uso di un linguaggio ricco, ed infine, la trasmissione di calore affettivo. Inoltre, altro modo per definirla è attraverso le funzioni a cui è

deputata. Gianluigi Visentini, (2004-2005)172 offre una

ricchissima esposizione, ripercorrendo una sensibile rassegna

167 Quaderni Sociali di Kyosei, Catanzaro (2008) ed anche su www.kyosei.it, in particolare http://www.lacasadinilla.it/Pubblicazioni/Quaderno%2012.pdf

168 pag. 12 da http://www.lacasadinilla.it/Pubblicazioni/Quaderno%2012.pdf

169 Bornstein, M. H., (1995) Handbook of Parenting, 4 voll., Lawrence Erlbaum Associates, Mahwah (in Camerini, Lopez, (2008) La Valutazione della genitorialità in situazioni di pregiudizio: nuove proposte metodologiche, in Quaderni Sociali di Kyosei, 2008, pagg. 12-13).

170 pag. 12

171 Guttentag, C.L., C. Pedrosa-Josic, S.H. Laundry, K.E. Smoth, P.R. Swank, Individual Variability in Parenting Profiles and Predictors of Change: Effects of an Intervention With disadvantaged Mothers, in Journal of Applied Developmental Phycology, vol. 27 (4), 2006, pp. 349-369 (in Camerini, Lopez, La Valutazione della genitorialità in situazioni di pregiudizio: nuove proposte metodologiche, in Quaderni Sociali Kyosei, 2008).

172 Psicologo e Psicoterapeuta lavora presso il presidio di Riabilitazione de la “Nostra Famiglia” (Padova) ha scritto la rassegna sul sito dell’Associazione per la promozione e lo sviluppo del sapere sulla genitorialità

della letteratura. Inoltre, proprio nel tentativo di rendere maggiormente visibile “la complessità e la dinamicità del

costrutto”173, Visentini (2003) individua ben otto funzioni

genitoriali, alle quali corrispondono altrettante capacità, tra di esse vi sono: la funzione protettiva, affettiva, regolativi,

normativa, predittiva, significante, rappresentativa e

comunicativa, ed infine quella triadica.

Quelle presentate sin qui sono definizioni che mettono in risalto gli aspetti psicologici, in particolare psicodinamici, nel senso di processuali, intrinseci, relazionali. Precedentemente a queste, nel senso di storicamente precedenti, le concettualizzazioni erano prevalentemente psicologiche ma anche pedagogiche. In tale filone, la genitorialità è una sorta di “luogo” dove poter imparare l’arte di essere genitori, e da qui sono discese numerose applicazioni, anche di tipo formativo. Ad esempio, negli anni ’70 del secolo scorso, Thomas Gordon parla ed avvia i cosiddetti

Parent Effectives Training

174, che negli anni ’90 si diffondono

anche in Italia, le cosiddette “Scuole per Genitori”.175

Approfondendo le definizioni e concezioni più precisamente

psicologiche, Visentini, dice ancora che essa diviene “

parte

fondante la personalità di ogni individuo.

176

Seguendo tale affermazione la genitorialità è portata dentro uno spazio psicodinamico, dove le sue prime espressioni possono essere rintracciate già nel comportamento del bambino a partire dal

173 Visentini Gianluigi,2004-2005, Definizione e funzioni della genitorialità, Associazione Genitorialità, http: //www.genitorialita.it/Definizionegenitorialita.asp 174 Roberta Sulcic (2009), Parent Training in ottica sistemica, Tesi di Specializzazione, Scuola Quadriennale di Formazione alla Psicoterapia Sistemico-Relazionale (centro Milanese di Terapia della Famiglia, Trieste)

175 Visentini Gianluigi,2004-2005, Definizione e funzioni della genitorialità, Associazione Genitorialità, http: //www.genitorialita.it/Definizionegenitorialita.asp 176 Visentini Gianluigi, 2004-2005, Definizione e funzioni della genitorialità, Associazione Genitorialità, http: //www.genitorialita.it/Definizionegenitorialita.asp

primo anno di vita, “

quando egli tenta di imboccare la mamma con

lo stesso cucchiaio con il quale ella lo sta nutrendo (

Vizziello,

2003, 2008)177”. Con questo semplice ed al contempo immediato

esempio, Gabriela Fava Vizziello178, docente universitaria ed una

delle maggiori ricercatrici italiane ed internazionali in tema di genitorialità, ben si evidenzia quel processo, che inizia molto precocemente, come abbiamo visto, e che prevede, da parte del bambino, una sempre più complessa interiorizzazione di comportamenti, desideri, figure adulte di riferimento. Il processo

così avviato costituisce quello che Berne179 chiama il

“Genitore

Interno, formato da tutte le interazioni reali e fantasmatiche con

le figure adulte significative che si sono occupate di noi. Il

costrutto di Internal Working Model, delle teorie

dell’Attaccamento ridefinisce con altre parole lo stesso concetto:

le esperienze reali con le figure di attaccamento vengono

interiorizzate in “modelli mentali”.

Dunque, la genitorialità è una funzione processuale, possiede cioè uno sviluppo precedente180 all’atto biologico e alla riproduzione, ed alla nascita, per quanto abbia come precipuo obiettivo quello di garantire il mantenimento

della specie (Vizziello, 2003181). Agli eventi sopra elencati, il ruolo

culturale con cui si designa quest’insieme, ossia la genitorialità, nel senso di divenire madre e padre, si sovrappone per diventare, non una somma, ma un qualcosa di diverso, un tutto gestaltico.

177 Vizziello, G. F., (2003), Psicopatologia dello sviluppo, Il mulino, Bologna, pag. 145; Vizziello G. F., (2008) Quando essere genitori è difficile, Lucca, in www.cesdop.it/public/Slide Fava Vizziello.ppt

178 Tratto da una intervista a Fava Vizziello, Associazione Genitorialità (tutti i diritti sono riservati, copyright 2004-2005, http://www.genitorialita.it/Intervista.asp.) 179 Berne E., Analisi transazionale e psicoterapia, Astrolabio, Roma, 1971 (in Visentini Gianluigi,2004-2005, Definizione e funzioni della genitorialità, Associazione Genitorialità, http: //www.genitorialita.it/Definizionegenitorialita.asp)

180 Tratto da una intervista a Fava Vizziello, Associazione Genitorialità (tutti i diritti sono riservati, copyright 2004-2005, http://www.genitorialita.it/Intervista.asp.) 181 Vizziello, G. F., (2003) Psicopatologia dello sviluppo, Il mulino, Bologna, pag. 145

Inoltre, si tratta di una funzione dinamica in quanto vari fattori intervengono continuamente: cambiamenti personali nel genitore, la crescita del bimbo e la relazione tra i due.

Questa plasticità ben evidenzia come “

le capacità genitoriali non

sono date una volta per tutte

182. E soprattutto, “

sia i genitori

fondamentalmente sani che quelli malati hanno momenti di

difficile ed adeguata genitorialità più o meno lunghi

183

”.

Infine, nel titolo della mia ricerca si trova anche una sintesi metaforica, fisica ed anche esperienziale, di quello che è un movimento evolutivo di questa funzione così complessa e multi sfaccettata: “Genitorialità e vulnerabilità: il movimento

dell’accogliere dentro e lasciare andare, un

continuum

tra

dipendenza ed indipendenza.” Il titolo offre varie suggestioni “nascoste”: il tema “normale” della separazione-individuazione della madre e del padre dal figlio e viceversa, lungo tutto il percorso di vita, dalla gravidanza, alla nascita, alla crescita,

all’uscita dal “nido”; un gioco di parole dipendenza

vs

indipendenza

rimanda pertanto, sia a quanto appena scritto, che alla dipendenza patologica qui trattata; quindi, dipendenza ed indipendenza come universali e quindi, “paradossali”, nel senso che qui li ho usati in modo trasversale per ciò che riguarda l’intrinseco ed universale della funzione, e contemporaneamente richiamano inevitabilmente il tema della dipendenza patologica. Con paradosso intendo l’attività non solo grammaticale e semantica di contrapporre concetti differenti, che, o sono in qualche modo relati, o si trovano sulla stessa “linea”, ma sono diversi a seconda di dove si

182 Vizziello Fava, Quando essere genitori è difficile, Lucca, 2008, in www.cesdop.it/public/Slide Fava Vizziello.ppt

183 Tratto da una intervista a Fava Vizziello, Associazione Genitorialità (tutti i diritti sono riservati, copyrig 2004-2005, http://www.genitorialita.it/Intervista.asp.)

guarda (“sole” e “luna”, ”vita” e “morte”) , intendo anche, quella intellettuale di produrre confusione, e quindi, “aprono la mente” permettendo di vedere strade diverse. In questo specifico non è possibile non usare un paradosso, per svariate ragioni, la delicatezza del tema, l’alone di sconosciuto, quasi “blasfemo” di sotteso pregiudizio che alberga le fantasie comuni tra cosa è lecito e cosa non lo è, frustrazione per risposte non semplici non facili non pronte. Bisogna avere tanto coraggio per fare luce ed abbandonare gli schemi, il paradosso è una via.