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1 CAPITOLO PRIMO: INQUADRAMENTO TERORICO: LA

1.3. d Storia delle sostanze stupefacenti: abuso, narcotraffico e

Le droghe sono conosciute sin dai tempi antichi: già l’uomo di CroMagnon conosceva il papavero, tale considerazione deriva dal ritrovamento di alcune capsule della pianta nelle palafitte di Lagozza (Malizia, 2003 in Trattato completo degli abusi e delle dipendenze). Inoltre, l’uso dell’oppio risale alla civiltà greca, e precisamente alla popolazione dei Pelagsi. Troviamo riferimenti al farmaco “nepente”, cioè che toglie il dolore, e che Elena, sposa di Menelao, offre ai suoi ospiti. Nel IV secolo a.C. il famosissimo Ippocrate, medico greco, raccomandava l’uso del papavero per la cura di molteplici malattie. Quindi, inizialmente il suo uso era di tipo terapeutico/farmacologico, per lenire sofferenza e dolore, oppure di tipo ritualistico/religioso, come modalità per avvicinarsi alla divinità. Va peraltro evidenziato come accanto a tali usi già

durante l’impero romano erano noti i suoi effetti stupefacenti66.

Ciò detto, la prima vera e propria grande epidemia di tossicodipendenza si sviluppo in Cina all’inizio del XVIII secolo. Nonostante tale fatto, l’uso delle sostanze stupefacenti come lo conosciamo oggi è molto cambiato rispetto ad allora, ed è cambiato anche rispetto ai cosiddetti figli dei fiori degli anni ’60 il cui uso era maggiormente connotato in senso culturale, politico per proclamare, riportare un pensiero sulle emozioni e su ciò che

avveniva ai confini con la realtà67 (Vizziello, 2003 Psicopatologia

dello sviluppo). Oggi è sempre più chiaro che “

il sintomo

66 Il grande medico farmacologo Galeno preparava una terapia, chiamata “teriaca”, nella quale erano contenute dosi piuttosto elevate di oppio, e di questa grande uso faceva l’imperatore Marco Aurelio. Con la caduta dell’impero romano le notizie sul consumo d’oppio sono scarse. Malizia pag.3

“assunzione di sostanze” è possibile solo perché sono sul

mercato

68”. “Esiste quindi un gravissimo problema internazionale

sulla circolazione della droga” (Vizziello, 200369). Negli ultimi

trent’anni il fenomeno dell’abuso di sostanze psicoattive si è incrementato notevolmente è ciò di pari passo con una sempre più massiccia presenza del traffico internazionale, che coinvolge

quasi tutti i Paesi del mondo70 (Bruno, 2003 Trattato). Il

problema dell’abuso di droghe sin dal suo inizio ha sempre riguardato più Paesi, per tale ragione è stato affrontato non solo attraverso le legislazioni dei singoli Stati, ma da un punto di vista di stretta collaborazione, soprattutto per ciò che concerne la politica estera e ha preso sempre più le sembianze di una “guerra”, una lotta al narcotraffico. Hans Emblad, della Direzione del

Programe on Substance Abuse

dell’OMS, dice: “

il traffico

illecito di narcotici è diventato la seconda più grande attività

affaristica del mondo, seconda solo a quella del traffico

internazionale di armi

” (in Vizziello, Pigatto, Tossicodipendenza

Curare per il 2000, 1993 pag. 31). Infatti, prosegue “

l’industria

delle droghe da occupazione. Ad esempio, si calcola che dalle

750.000 a 1.100.000 persone siano direttamente assunte

dall’industria della cocaina in Bolivia, Perù e Colombia

.” “

I

trafficanti di stupefacenti non hanno investito i loro miliardi di

dollari solo nelle droghe. Essi hanno investito anche in beni

immobili, nelle banche, nell’industria, nei trasporti etc., e questo

ha costituito un punto di partenza per essere accettati dai gruppi

68 pag. 247 Vizziello. (1993) 69 pag. 247 Vizziello (1993)

70 pag. 35 Bruno F. (2003) Storiografia della repressione, della liberalizzazione e della depenalizzazione in materia di stupefacenti, in Nizzoli U. Pissacroia M. (2003) Trattato completo degli abusi e delle dipendenze, Piccin Nuova Libraria, S.p.A., Padova, vol. I, pagg. 35-42.

dirigenti dei loro rispettivi paesi

.” Inoltre, fissa un punto d’inizio

ben preciso di nascita nell’assetto del moderno mercato: “

E’ stato

negli anni ’60 che il fenomeno del moderno abuso di droga diventa

per la prima volta evidente

”. Ed ancora evidenzia il non

background

culturale sul quale si innesta: “

Sembra che da un

giorno all’altro l’eroina si diffuse e fece apparizione sulle strade

delle città del Nord Europa: con queste nuove sostanze, dove non

c’era una cultura preesistente con metodi di assunzione

appropriati, emersero gli effetti nocivi dovuti all’abuso

.” Dunque, quella della droga è una vera e propria industria, che le forze politiche, le politiche antidroga, gli Stati stanno cercando di combattere. I fronti qui sono due: un lato è impegnato nel tentativo di ridurre l’offerta, l’altro la domanda. La prima concerne principalmente la produzione e la rete di distribuzione. Con la seconda ci si riferisce a programmi di educazione preventiva, sviluppo e cura della comunità. Il PSA, ossia il “

Programme on Substance Abuse

” “

sta promuovendo l’attuazione

di politiche comuni sulla droga da parte di tutte le Nazioni,

mettendo particolarmente l’accento sulla riduzione della

domanda

71”.

A livello legislativo sugli stupefacenti bisogna considerare due livelli tra loro in continua e stretta relazione: internazionale e nazionale. Il primo fa riferimento alle leggi sulla droga dell’UE (Unione Europea) ed alle convenzioni dell’ONU (Organizzazione Nazioni Unite) ed è basato sulle convenzioni che ogni dieci anni si

fanno e che nelle quali si propone un piano d’azione. Nelle

convenzioni (1961, 1971, 1988) si definisce che l’uso illecito di droga non è da considerarsi reato, ma in quella del 1988 si

invitano i Paesi firmatari a considerare come reato penale la detenzione per uso personale, identificandola come primo passo per combattere il traffico internazionale. “I paesi firmatari sono pertanto tenuti a disciplinare la detenzione di stupefacenti per uso personale, ma rimangono liberi di decidere sulle linee politiche da adottare. Nell’elaborazione delle rispettive leggi nazionali, gli Stati membri dell’UE hanno interpretato e applicato tale libertà in base alle proprie specificità, cultura e priorità, mantenendo tuttavia una posizione proibizionista” (da ciò O.E.D.T. Osservatorio Europeo delle droghe e delle dipendenze, 2002).72 Pertanto, a livello Europeo esistono differenze nell’inquadramento giuridico e sanzionatorio circa i soggetti che detengono sostanze stupefacenti per uso personale.